S. Messa Quotidiana Registrata a Cristo Re Martina F. Mese di Gennaio 2011 Pubblicata anche su YOUTUBE http://www.youtube.com/user/dalessandrogiacomo Vedi e Ascolta cliccando sul giornoSa01. Do02. Lu03. Ma04. Me05. Gv06. Ve07. Sa08. Do09. Lu10. Ma11. Me12. Gv13. Ve14. Sa15. Do16. Lu17. Ma18. Me19. Gi20. Ve21. Sa22. Do23. Lu24. Ma25. Me26. Gi27. Ve28. Sa29. Do30. Lu31.

Dicembre 2010 Me 01. Gv02. Ve03. Sa04. Do05. Lu06. Ma07. Me08. Gv09. Ve10. Sa11. Do12. Lu13. Ma14. Me15. Gv16. Ve17. Sa18. Do19. Lu20. Ma21. Me22. Gv23. Ve24. Sa25. Do26. Lu27. Ma28. Me29. Gv30. Ve31. Novembre 2010 Lu 01. Ma02. Me03. Gv04. Ve05. Sa06. Do07. Lu08. Ma09. Me10. Gv11. Ve12. Sa13. Do14. Lu15. Ma16. Me17. Gv18. Ve19. Sa20. Do21. Lu22. Ma23. Me24. Gv25. Ve26. Sa27. Do28. Lu29. Ma30. Ottobre 2010 Ve01. Sa02. Do03. Lu04. Ma05. Me06. Gv07. Ve08. Sa09. Do10. Lu11. Ma12. Me13. Gv14. Ve15. Sa16. DO17. Lu18. Ma19. Me20. Gi21. Ve22. Sa23. Do24. Lu25. Ma26. Me27. Gv28. Ve29. Sa30. Do31. Settembre 2010 Me 01. Gi02. Ve03. Sa04. Do05. Lu06. Ma07. Me08. Gv09. Ve10. Sa11.

BUON ANNO 2011 Buon Natale e Felice Anno Nuovo, MERRY CHRISTMAS AND HAPPY NEW YEAR, FROHE WEIHNACHTEN UND HAPPY NEW YEAR, Gëzuar Krishtlindjet dhe Gëzuar Vitin e Ri, عيد ميلاد مجيد وسنة جديدة سعيدة , З Калядамі і HAPPY NEW YEAR, ВЕСЕЛА КОЛЕДА И ЩАСТЛИВА НОВА ГОДИНА, ЎBON NADAL I FELIÇ ANY NOU, VESELÉ VÁNOCE A ŠŤASTNÝ NOVÝ ROK, Sretan Božić i Sretna Nova Godina, GLĆDELIG JUL OG GODT NYTÅR, Happy New Year חג מולד שמח ו, Häid jõule ja head uut aastat, HYVÄÄ JOULUA JA ONNELLISTA UUTTA VUOTTA, FELIZ NATAL E FELIZ ANO NOVO, Nadolig Llawen a Blwyddyn Newydd Dda, ΚΑΛΑ ΧΡΙΣΤΟΥΓΕΝΝΑ ΚΑΙ ΚΑΛΗ ΧΡΟΝΙΑ, Merry Christmas AGUS Athbhliain BHLIAIN, Gleπileg jól og Gleðilegt nýtt ÁR, Priecīgus Ziemassvētkus un laimīgu Jauno gadu, Kalėdų ir Naujųjų metų, Merry Божиќ и Среќна Нова Година, FELICE ANNO NUOVO ناتاله پست, BUON NATALE E FELICA ANNO NUOVO, Crăciun fericit şi HAPPY NEW YEAR, С Рождеством и HAPPY NEW YEAR, Срећан Божић и срећна Нова Година, VESELЙ VIANOCE A ŠŤASTNÝ NOVÝ ROK, Vesel božič in srečno novo leto, ˇFELIZ NAVIDAD Y FELIZ AÑO NUEVO, GOD JUL OCH GOTT NYTT ÅR, З Різдвом і HAPPY NEW YEAR, Boldog Karácsonyt és Boldog Új Évet, לעבעדיק ניטל און גליקלעך נייַ יאָר

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S. MARTINO

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Sulle Strade del VANGELO

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-10-21 ad oggi 2011-01-04 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

ECOLOGIA, INQUINAMENTO, RIFIUTI

DIFFERENZIAMO NOI,

Appello a :

STUDENTI,

PRESIDENZA REPUBBLICA , PARLAMENTO, REGIONI, MAGISTRATURA, GOVERNO,

RAI, TELEVISIONE, RADIO, GIORNALI, STAMPA,

FORZE SOCIALI, SINDACATI, LAVORATORI, PENSIONATI, CITTADINI, VOLONTARIATO,

CHIESA CATTOLICA, ORDINI RELIGIOSI CATTOLICI e di altre RELIGIONI,

ISTITUZIONI PER LA COSTITUZIONE, FORZE SANE DEI PARTITI DEMOCRATICI,

FORZE dell'ORDINE, FORZE ARMATE, INTENDENZA di FINANZA

SUPERMERCATI, COMMERCIANTI, IMPRESE, ARTIGIANI, LIBERO PROFESSIONISTI, MEDICI, AVVOCATI,

DIFFERENZIAMO VOLONTARIAMENTE I RIFIUTI,

DIFFERENZIAMOCI

DA MAFIA, CATTIVA POLITICA, TANGENTI, COLLUSIONI, CONCUSSIONI,

CHIEDIAMO AL GOVERNO un DL con attuazione IMMEDIATA VALIDO PER TUTTA ITALIA,

LEGGI A PROMULGAZIONE IMMEDIA REGIONALI, REGOLAMENTI PROVINCIALI E COMUNALI

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Clicca qui sopra per leggere amnche " EMERGENZA RIFIUTI NAPOLI, FALO'…"

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto,

pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio.

Per conoscer le mie idee Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF

Il mio commento sull'argomento di Oggi è :

DIFFERENZIAMO NOI,

Appello a:

STUDENTI,

PRESIDENZA REPUBBLICA, PARLAMENTO, REGIONI MAGISTRATURA, GOVERNO,

RAI, TELEVISIONE, RADIO, GIORNALI, STAMPA,

FORZE SOCIALI, SINDACATI, LAVORATORI, PENSIONATI, CITTADINI, VOLONTARIATO, CHIESA CATTOLICA ed altre RELIGIONI,

ISTITUZIONI PER LA COSTITUZIONE, FORZE SANE DEI PARTITI DEMOCRATICI,

FORZE dell'ORDINE, FORZE ARMATE, INTENDENZA di FINANZA

SUPERMERCATI, COMMERCIANTI, IMPRESE, ARTIGIANI, LIBERO PROFESSIONISTI, MEDICI, AVVOCATI,

DIFFERENZIAMO VOLONTARIAMENTE I RIFIUTI,

DIFFERENZIAMOCI

DA MAFIA, CATTIVA POLITICA, TANGENTI, COLLUSIONI, CONCUSSIONI,

CHIEDIAMO AL GOVERNO un DL con attuazione IMMEDIATA VALIDO PER TUTTA ITALIA,

LEGGI A PROMULGAZIONE IMMEDIA REGIONALI, REGOLAMENTI PROVINCIALI E COMUNALI

Questo è un APPELLO rivolto a tutte le Istituzioni, Cittadini, Forze Sociali, a partire dai GIOVANI STUDENTI (che possono fare tantissimo per tutti noi, aiutandoci a dialogare con le Famiglie, perché si apra un serio dibattito per il loro futuro), perché tutti insieme

proclamiamo da Domenica 9 Gennaio 2011, per tutta l' ITALIA UNITA , un'Azione Unitaria Nazionale per la

Raccolta Differenziata dei RIFIUTI,

senza spendere neanche una lira in piu' rispetto ad oggi, rispetto a quanti, eventualmente interessati al Businnes dei Rifiuti, paventano costi esorbitanti per la Raccolta Differenziata.

Noi invece asseriamo che, con l'aiuto cosciente dei cittadini, otterremo risparmi e non aumenti, che saranno resi dall'attuazione del riciclaggio da parte dei Cittadini Italiani.

I Fondi recuperati saranno da destinare alla Scuola, Ricerca, Innovazione, Ambiente, Energie Rinnovabili..

Sapete quale è l'Uovo di Colombo della Raccolta Differenziata dei Rifiuti?

Un Decreto Legge Nazionale sull'Attuazione del Riciclaggio Rifiuti, ed in assenza del DL Governativo Leggi Regionali, Regolamenti Locali, con sui si impone il Deposito e la Raccolta Differenziata dei Rifiuti (da parte dei Cittadini dovunque ancora non esiste) a secondo delle categorie, selezionati per giorni della Settimana, utilizzando i medesimi contenitori attuali, eventualmente utilizzando quelli con coperchi funzionanti per la raccolta di carta, cartone, il tutto da svolgere nella seguente modalità:

I mezzi di raccolta scaricheranno direttamente eventualmente in siti diversificati, o in luoghi diversi selezionati comunque per cumuli omogenie, a seconda del materiale raccolto.

Fra l'altro, considerando che gli imballaggi rappresentano oltre il 70% dei rifiuti in volume, è concretamente pensabile che l'Umido, rappresentando circa il 20% dei rifiuti, sarà di più facile smaltimento nei medesimi luoghi di origine (richiedendo meno spazio, ovvero 20% rispetto al 100% della raccolta indifferenziata) perché ad ognuno spetta smaltire quello da lui stesso prodotto.

Sarà quindi possibile raccogliere l'Umido in discariche ben definite e protette per evitare dispersione di percolato ed emissioni nauseabonde, in attesa che si possa procedere, con la realizzazione di Strutture di Compostaggio e simili, nella trasformazione in Fertilizzante o BioCombustibile.

Gli altri rifiuti potranno essere smaltiti in maniera più agevole presso altre discariche diversificate in attesa di riciclo o recupero energetico, con ritorni economici notevoli.

In questo questo modo si possono raccogliere anche i rifiuti differenziati a Napoli, a costo zero.

Quelli non umidi selezionati per tipologia, possono essere accettati da altre discariche soccorritrici di quelle del Napoletano, senza che i relativi abitanti abbiano ripercussioni negative per liquami e odori neusabondi.

I notevoli ritorni economici dovranno essere ridistribuiti, sotto il diretto controllo di rappresentanti eletti dai cittadini, per :

  • Aiuti agli Studenti (Borse di Studio)
  • Scuola (Tempo Pieno a costo pressochè zero utilizzando Esperti con Back-Ground ultratrentennale in Mobilità o Cassa Integrazione, risparmiando sui costi della Formazione Esterna 10 Euro anziché 100 della Formazione Esterna)
  • Finanziamenti ad Università, Enti di Ricerca
  • Aiuti da distribuire nelle medesime località e territori da cui provengono i rifiuti riciclati, in proporzione alla quantità, qualità e bontà della Raccolta Differenziata.

Si attui immediatamente un DL che decreti nel merito di quanto sopra, e disponga multe salate per i cittadini che non collaborano (10 Euro per la prima infrazione registrata, 20 Euro la seconda, 40, 80, 160… a seguire sempre raddoppiando le successive infrazioni.

Per le aziende, commercianti ecc. gli importi partiranno da 500 Euro con raddoppi successivi. Il monitoraggio ed il rilievo delle infrazioni dovranno essere accertate da tutte le istituzioni, Vigili, Forze dell'Ordine, ecc.

Si dia in'oltre autorizzazione alla prosecuzione della diffusione dei Sacchetti tradizionali, che già di per sé sono nello spirito del riciclo essendo utilizzati per il contenimento dei rifiuti delle famiglie, da utilizzare per la Raccolta Differenziata.

I sacchetti autorizzati dovranno essere idonei per consentire di smaltire correttamente in maniera differenziata :

  • Di colore diverso per Differenziare i Rifiuti da raccogliere
  • Con iscrizioni per Informare ed Educare i Cittadini, con indicazioni specifiche sopra ciascun sacchetto di colore diverso, riportante le indicazioni dei giorni di deposito dalla sera precedente a quello della Mattina del Prelievo, della tipologia di prodotti da inserire,

In questo modo si aiuterà la raccolta differenziata, senza imporre ai cittadini costi aggiuntivi per l'acquisto di sacchetti specifici per la differenziata che hanno costi superiori 30-50% in più, quelli riciclabili sono fra l'altro di qualità pessima, capaci di rompersi e spandere facilmente la spesa, oltre che i rifiuti, e forse sono ancora più dannosi degli altri non biodegradabili, perchè disperdendosi anonimamente dovunque inquinano il terreno per i colori e sostanze usate nella preparazione.

Inoltre è insulso parlare solo dei sacchetti quando il relativo volume della plastica è molto meno rilevante risapetto a quella di tutti gli altri imballaggi, bottiglie, cassette, contenitori, ecc..

Tutta la Stampa, l'informazione RadioTelevisiva deve giornalmente annunciare deontologicamente e gratuitamente la tipologia di rifiuti da smaltire ciascun giorno della settimana, in maniera molto più seria e realistica nello stesso modo se non al posto dell'enunciazione quotidiana di oroscopi fasulli.

Così facendo si da un idoneo servizio di corretta informazione, valida per funzione, prevenzione, benefici, e quanto altro c'è di positivo nel riuscire a far attuare da parte di tutti la Raccolta Differenziata ed il relativo Riciclo dei Rifiuti.

Tutti i Cittadini onesti terranno conto e risponderanno positivamente con indici di ascolto delle TV e Radio, di lettura dei Giornli, di Valenza e correttezza dei Politici, comportamento di Enti ed Istituzioni, di quanti si adopreranno Gratuitamente ed Onestamente per dare una Svolta di Democrazia, Cultura, Capacità, Solidarietà, Sapienza per la risuluzione di questo problema:

FACCIAMO VEDERE A TUTTO IL MONDO DI COSA SIAMPO CAPACI NOI CHE

SIAMO ITALIANI

oltre che

CITTADINI d'EUROPA

e

GIA' OGGI VOGLIAMO COSTRUIRE INSIEME

a

Studenti, Giovani, Lavoratori, Imprenditori, Pensionati, Padri e Figli, Politici e Partiti Onesti, Associazioni Religiose e Laiche,

il

MONDO del FUTURO.

A partire da domani sarà disponibile il ns. Sito Internet, in fase di elaborazione,

http://www.consulenteambientale.eu

al quale quanti vorranno potranno dare il loro contributo di idee ed iniziative per il

BENE di TUTTI.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

studiotecnicodalessandro@virgilio.it

Questo Messaggio, oltre che essere inviato alle istituzioni ed organizzazioni sopra indicate in indirizzo, è pubblicato in Internet su YOUTUBE all'indirizzo

http://www.youtube.com/watch?v=4RXdpl0hTHg

ed inoltre su:

http://www.cristo-re.eu

http://www.engineering-online.eu

 

 

 

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-10-17 ad oggi 2011-01-04

AVVENIRE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.avvenire.it

2011-01-01

1 gennaio 2010

RACCOLTA STRAORDINARIA

Napoli, migliora la situazione dei rifiuti

Capodanno di roghi in città e provincia

Una notte di roghi tra la città e la provincia. I botti hanno innescato le fiamme dei cumuli di rifiuti che faticosamente si sta tentando di rimuovere dopo circa due mesi di pesanti disagi sia per la città di Napoli che per diversi comuni della provincia.

La situazione nel capoluogo sta migliorando dove l'Asia, l'Azienda speciale di igiene urbana, sta attuando un piano di raccolta straordinaria; piano che è stato possibile realizzare grazie al fatto che l'1 gennaio gli impianti sono stati aperti. Si è scaricato nella discarica di Chiaiano (la notte scorsa sono state portate circa 600 tonnellate) e nell'impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere (150 le tonnellate conferite). Soddisfazione è stata espressa dall'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano: "I dispositivi per gli impianti hanno funzionato e la città è ormai sgombra dai rifiuti; occorrerà ora uno sforzo per potenziare spazzamento e pulizia della città di Napoli".

Alla rimozione stanno collaborando anche gli uomini dell'Esercito: i soldati del Genio ieri hanno portato via 44 tonnellate di spazzatura. Sabato sono scesi in campo, in via Terracina, nel quartiere Fuorigrotta. E domenica il ministro Ignazio La Russa sarà a Napoli per salutare i militari impegnati nell'operazione 'Strade pulitè e per verificare i risultati conseguiti.

Nonostante gli sforzi e gli appelli lanciati da più parti i roghi non sono mancati. Incendi accidentali ma in alcuni anche dolosi. E i danni sono stati notevoli. Per i vigili del fuoco è stata una notte (140 interventi) di superlavoro mentre l'aria è stata ammorbata oltre che dai miasmi anche dei fumi nocivi chesi sono levati nell'aria. E gli interventi sono proseguiti anche in mattinata.

Il rogo più esteso spento questa notte dai vigili del fuoco è stato quello a pochi passi dal Museo Archeologico Nazionale. Una montagna di immondizia ha preso fuoco intorno all'una della scorsa notte. Ma anche via Toledo, la strada dello shopping, non è stata risparmiata. Subito dopo la mezzanottealcuni cassonetti davanti all'ex palazzo della Rinascente hanno preso fuoco. In via Duomo all'incrocio con il quartiere di Forcella stessa sorte per una massa di rifiuti le cui fiamme hanno coinvolto un'altra auto.

Sul fronte della raccolta, almeno in città si stanno intensificando gli sforzi. L'Asia ha messo in campo tutti i mezzi. "Vorrei ringraziare tutti i dipendenti dell'Asia che con grande impegno stanno lavorando inquesta giornata festiva non facendo mancare il loro indispensabile contributò", ha detto l'assessore all'Igiene Urbana, Paolo Giacomelli.

Secondo l'assessore "nel centro di Napoli non c'è ormai più presenza di situazioni critiche; ci sono, tuttavia, dei punti nei quali dobbiamo intervenire. Per esempio in via Santa Brigida mentre si registra una presenza di cumuli in Via Marina ed in alcune zone della periferia". La giacenza a terra, afferma Giacomelli, "non è quantificabile proprio per la particolarità dell'ultimo giorno dell'anno e del primo gennaio; faremo un bilancio lunedì mattina". L'assessore evidenzia anche l'impegno dell' Esercito che stamane è intervenuto rimuovendo, a quanto mi risulta, circa 26 tonnellate". "Nei prossimi giorni - conclude Giacomelli - ci sarà bisogno di una integrazione delle attività di spazzamento e ripulitura".

Non va, invece, meglio in diversi Comuni della provincia dove i cumuli di spazzatura continuano a crescere.

 

 

2010-12-30

29 dicembre 2010

CAMPANIA

Capodanno senza rifiuti a Napoli

Intesa raggiunta a Palazzo Chigi

Capodanno pulito a Napoli. Entro il 31 dicembre verranno eliminati i rifiuti dalle strade della città. Entro 15 giorni dalle strade della Provincia. Il 4 gennaio prossimo, poi, nuova riunione a Palazzo Chigi per

indicare soluzioni strutturali al problema. È questa l'intesa raggiunta nella riunione, presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e alla quale hanno partecipato il Presidente della Regione Campania, Caldoro, il sindaco di Napoli, Russo Jervolino, i presidenti e i prefetti delle Province campane, il responsabile della Protezione Civile, Gabrielli.

"L'intesa è stata possibile - ha sottolineato il sottosegretario Gianni Letta - grazie al profondo senso di responsabilità e sensibilità istituzionale di tutti i partecipanti alla riunione; a partire dalle Province

campane. Ma anche grazie al consistente apporto allo smaltimento dei rifiuti proveniente da diverse regioni italiane". Ne dà notizia un comunicato di Palazzo Chigi.

 

 

 

29 dicembre 2010

BRASILIA

Caso Battisti, Lula verso

il no all'estradizione

Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha già preso la decisione riguardo l'estradizione di Cesare Battisti (e secondo la stampa brasiliana, gli concederà lo status di rifugiato); ma farà l'annuncio solo giovedì. Lo ha reso noto lo stesso presidente brasiliano: "Ho già preso la decisione, ma la posso annunciare solo dopo la firma", ha detto parlando con i giornalisti, dopo aver poggiato la prima pietra in una raffineria che sarà operativa a partire dal 2017, nel complesso industriale a Portuario de Pecem.

Lula ha confermato che terrà in considerazione il parere dell'Avvocatura generale dello Stato, il cui presidente, Luis Inacio Adams, si è già espresso a favore della permanenza in Brasile dello scrittore. Secondo la stampa brasiliana, Lula concederà l'asilo permanente all'ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac), condannato in contumacia per l'assassinio di quattro persone in Italia, negli anni '70. Nel novembre 2009, la Corte Suprema federale autorizzò l'estradizione di Battisti ma rimandò la decisione finale al presidente della Repubblica; e Lula vuole risolvere l'annosa questione, senza lasciare la patata bollente in mano alla sua delfina, Dilma Rousseff. Il neo presidente, che si insedierà il 1 gennaio, tra l'altro, prima di essere eletta, lo scorso giugno si era espressa esplicitamente a favore

dell'estradizione di Battisti.

Adesso tra i parenti delle vittime di Battisti: "Mi aspettavo una decisione simile. Vorrà dire che ci muoveremo in modo molto più deciso", ha dichiarato Alberto Torreggiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979, che non si aspettava un esito diverso. "Sarei stato sorpreso se fosse stato il contrario", continua, "ma non sono deluso perchè ero preparato. Adesso bisogna fare qualcosa di veramente forte perchè questa è una gran presa in giro. Le parole non bastano più, ora contatterò gli organi competenti

e decideremo come mobilitarci perchè questa non è tanto una questione personale ma la scelta apre un precedente molto pericoloso. Qualsiasi delinquente saprà di poter contare su una scappatoia, e questo non è giusto".

 

 

 

2010-12-28

27 dicembre 2010

EMERGENZA CONTINUA

Napoli, 1500 tonnellate di rifiuti

In azione l'esercito

Cassonetti stracolmi, sacchetti in strada, gli uomini dell'esercito in azione per evitare il collasso. È questo lo scenario con il quale napoletani e turisti si sono confrontati negli ultimi due giorni. Le feste non hanno certo aiutato ad uscire da una situazione che era già preoccupante: lo stop degli impianti Stir nel giorno di Natale ha inciso negativamente sulla raccolta del 25, ben al di sotto della media, vanificando i progressi registrati nei giorni precedenti. E così i napoletani si sono trovati a fare i conti con 1500 tonnellate di rifiuti non raccolti.

Imprevisti problemi tecnici alla discarica di Chiaiano, poi, non hanno permesso la notte di Natale sversare più di 600 tonnellate nell'unico invaso che ingoia i rifiuti cittadini. Tutti inconvenienti che hanno limitato il recupero dell'arretrato.

All'alba di ieri sono quindi entrati in azione anche gli uomini dell'esercito: i militari, coordinati direttamente dal generale Antonio Monaco, capo dell'unità operativa, hanno operato una raccolta straordinaria lungo due arterie importanti di Napoli, Corso Maddalena e via Don Bosco, consentendo il recupero di ulteriori 50 tonnellate di rifiuti. Complessivamente sono stati impegnati dodici mezzi tra camion e pale meccaniche. All'opera gli uomini del Genio e quelli della sanità militare.

In totale, a fine giornata, sono state raccolte tra le 1200 e le 1300 tonnellate di spazzatura, pari al quantitativo prodotto in un giorno, il che consentirà di non far peggiorare la situazione in attesa che, da oggi con la riapertura a tempo pieno degli Stir, la raccolta possa riprendere a pieno regime.

Nel frattempo dal Comune di Napoli viene rinnovato l'appello a non disfarsi prima di domani della frazione secca dei rifiuti, cartoni, scatole e imballaggi.

E se Napoli soffre, le cose non vanno meglio in provincia dove le tonnellate per strada sarebbero circa 17.000.

 

2010-12-27

27 dicembre 2010

EMERGENZA CONTINUA

Napoli, 1500 tonnellate di rifiuti

In azione l'esercito

Cassonetti stracolmi, sacchetti in strada, gli uomini dell'esercito in azione per evitare il collasso. È questo lo scenario con il quale napoletani e turisti si sono confrontati negli ultimi due giorni. Le feste non hanno certo aiutato ad uscire da una situazione che era già preoccupante: lo stop degli impianti Stir nel giorno di Natale ha inciso negativamente sulla raccolta del 25, ben al di sotto della media, vanificando i progressi registrati nei giorni precedenti. E così i napoletani si sono trovati a fare i conti con 1500 tonnellate di rifiuti non raccolti.

Imprevisti problemi tecnici alla discarica di Chiaiano, poi, non hanno permesso la notte di Natale sversare più di 600 tonnellate nell'unico invaso che ingoia i rifiuti cittadini. Tutti inconvenienti che hanno limitato il recupero dell'arretrato.

All'alba di ieri sono quindi entrati in azione anche gli uomini dell'esercito: i militari, coordinati direttamente dal generale Antonio Monaco, capo dell'unità operativa, hanno operato una raccolta straordinaria lungo due arterie importanti di Napoli, Corso Maddalena e via Don Bosco, consentendo il recupero di ulteriori 50 tonnellate di rifiuti. Complessivamente sono stati impegnati dodici mezzi tra camion e pale meccaniche. All'opera gli uomini del Genio e quelli della sanità militare.

In totale, a fine giornata, sono state raccolte tra le 1200 e le 1300 tonnellate di spazzatura, pari al quantitativo prodotto in un giorno, il che consentirà di non far peggiorare la situazione in attesa che, da oggi con la riapertura a tempo pieno degli Stir, la raccolta possa riprendere a pieno regime.

Nel frattempo dal Comune di Napoli viene rinnovato l'appello a non disfarsi prima di domani della frazione secca dei rifiuti, cartoni, scatole e imballaggi.

E se Napoli soffre, le cose non vanno meglio in provincia dove le tonnellate per strada sarebbero circa 17.000.

 

2010-12-11

11 dicembre 2010

MESSICO

Clima, approvato il "pacchetto" di Cancun

Approvato il "pacchetto" di Cancun sul clima, ovvero gli obiettivi a lungo termine tra cui un fondo verde e il riconoscimento della scienza per fermare il riscaldamento a 2 gradi. Il via libera da parte della 16/a Conferenza Onu sul clima a Cancun, in Messico, riguarda un pacchetto di "visione condivisa" che rilancia il negoziato dopo il fallimento di Copenaghen.

È composto da 32 pagine e sette capitoli con premessa e annessi. Oltre alla creazione di un fondo verde, ancora non contabilizzato, da gestire attraverso un comitato di 40 membri, 15 dei paesi industrializzati e 25 dei paesi in via di sviluppo, il pacchetto prevede azioni di adattamento, mitigazione (tagli di Co2), finanza (subito 30 miliardi di euro per il periodo 2010-2013 e successivamente la necessità di mobilitare 100 miliardi di euro l'anno fino al 2020 in favore dei paesi in via di sviluppo), trasferimento di tecnologie.

 

2010-11-25

25 novembre 2010

EMERGENZA

Sos rifiuti, la Campania

sempre più sola

Il Quirinale fa pressing sul governo sul decreto rifiuti. Ha inviato a palazzo Chigi una serie di rilievi tecnici e giuridici sul testo. E fa sapere di essere un atteso di una risposta. Intanto la trattativa governo-regioni per ospitare i rifiuti campani frena di fronte ai "no" e ai distinguo del Nord e del Centro. Anche se alla fine i presidenti rilanciano la palla all’esecutivo: "Dichiarino lo stato d’emergenza e ci facciano una proposta chiara", spiega Vasco Errani, presidente della Conferenza Stato-Regioni. Quasi in contemporanea, dai parlamentari campani del Pdl (riuniti per smorzare le tensioni interne a seguito del caso-Carfagna...ma la ministra non c’era) filtra la notizia che sarà riaperta la discarica di Macchia Soprana, a Serre, nel salernitano. La reazione del sindaco, Palmiro Cornetta, è netta: "Qui si rischia il disastro ambientale, bloccheremo tutto". Dalla riunione con i governatori il ministro Fitto esce con una certezza: "Tutte le regioni hanno dato la disponibilità tranne Veneto e Piemonte, mentre la Sardegna presenta difficoltà oggettive...".

Le amministrazioni a guida leghista dunque seguono la linea che il leader Bossi ha dettato anche ieri: "Il problema va risolto nel luogo dove ci sono i rifiuti, se li portano al Nord la gente si inc....". Il senatur, auspicando comunque che "altre regioni dicano si", ha inoltre chiesto alla magistratura di "intervenire sul sindaco di Napoli", perché "bisogna colpire chi è responsabile". Parole "vergognose" secondo il segretario Pd Bersani, e anche il primo cittadino Iervolino si difende: "Ho mani e coscienza pulita". Allo sbarramento di Zaia e Cota ("basta con lo scaricabarile", dice il governatore piemontese) si affiancano le preoccupazioni - soprattutto di tipo ambientale - di altri presidenti.

Ribadisce il presidente campano Caldoro: "Decideremo insieme senza deroghe al codice ambientale - una condizione necessaria per tranquillizzare i colleghi del Nord -, sarà l’esecutivo a fare sintesi". A sbilanciarsi per l’aiuto è il toscano Enrico Rossi: "Occorre un riflesso di dignità e solidarietà, è un quantitativo modesto da smaltire...". Disponibile anche il Lazio "a patto che lo siano tutti", spiega Renata Polverini. E Vendola, per la Puglia, da il suo ok purché "il governo rispetti l’impegno preso nel 2008", ovvero un trasferimento da 5 milioni di euro. Le Marche avvisano che in regione "al momento non ci sono le condizioni per accogliere molti rifiuti", e la Liguria ricorda la "capacità residua di smaltimento delle discariche". La Lombardia non ha partecipato alla riunione. "Prima il governo ci chiami per le risorse aggiuntive da dare alle regioni", ha dichiarato Formigoni. "Doveva andare e dire no", lo incalzano i leghisti. (M.Ias.)

Antonio Maria Mira

 

 

2010-11-01

30 ottobre 2010

EMERGENZA RIFIUTI

Terzigno, dissenso su cava Sari

Scontri a Giugliano

Scontri tra manifestanti e forze dell'ordine si sono verificati davanti al sito di Taverna del Re a Giugliano (Napoli). I manifestanti hanno tentato di impedire di far uscire i camion dal sito di stoccaggio. I carabinieri hanno tentato di liberare la strada per gli automezzi e alcuni dimostranti sono caduti a terra. Altri sono restati con le mani alzate in senso di resa.

Sono stati circa 5mila, secondo stime delle forze dell'ordine, i manifestanti scesi in piazza questo pomeriggio tra Boscoreale, Terzigno e gli altri comuni interessati dall'area delle discariche. Alla rotonda di via Panoramica a Terzigno si sono raccolte circa 300 persone in attesa dei due cortei principali provenienti da Terzigno e da Boscoreale.

Il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, che, come i suoi colleghi dell'area interessata dalle discariche, non ha partecipato alla manifestazione, ribadisce la fiducia nell'accordo sottoscritto venerdì sera nella Prefettura di Napoli e annuncia un piano straordinario per la raccolta differenziata, già a partire dalla prossima settimana. "La manifestazione di oggi era annunciata da tempo - ha detto - è una protesta pacifica e la gente a Terzigno è favorevole all'accordo e ha compreso che i patti saranno rispettati".

"Adesso bisogna fare con più impegno la raccolta differenziata - ha aggiunto Auricchio - dalla prossima settimana avvieremo la raccolta "porta a porta" di vetro e metallo e realizzeremo un'isola ecologica".

LE REAZIONI ALL'ACCORDO

Notte di confronto, invece, al presidio della rotonda di via Panoramica, la strada di accesso alla discarica di Terzigno (Napoli). I manifestanti sono rimasti per ore a discutere dei contenuti dell'accordo sottoscritto venerdì sera in Prefettura a Napoli tra il premier Silvio Berlusconi e i sindaci dei comuni vesuviani.

Il premier Silvio Berlusconi ha ottenuto la firma a un accordo che prevede, tra l'altro, lo stop alle proteste e la cancellazione dell'apertura di una discarica nel sito di cava Vitiello. Non si darà corso neanche all'apertura della discarica di Valle della Masseria, a Serre, nel Salernitano. Altro punto chiave dell'accordo riguarda il sito di cava Sari, dove verranno sversati solo i rifiuti dei 18 comuni del vesuviano.

Ma ai manifestanti di Terzigno l'intesa raggiunta tra i sindaci e il premier Berlusconi non è piaciuta: non ci sarebbero le garanzie chieste per la non riapertura e la bonifica della discarica. L'ala più intransigente non condivide, tra gli altri punti, in particolare quello che riguarda la discarica Sari la cui attività è stata temporaneamente sospesa dopo i miasmi che per mesi hanno ammorbato le popolazioni dei territori vesuviani - anche stanotte l'aria è stata invasa dal cattivo odore - e per la necessità di effettuare controlli ambientali nella cava.

Gli ultimi dati disponibili, a maggio 2009, avevano evidenziato la presenza di una serie di elementi inquinanti. Per i comitati, in particolare, non è stato ottenuto un risultato centrale della battaglia: la non riapertura della discarica Sari.

 

 

2010-10-26

26 ottobre 2010

EMERGENZA

Rifiuti, notte tranquilla

al presidio di Terzigno

Notte tranquilla alla rotonda di via Panoramica dopo gli scontri dei giorni scorsi per le proteste contro l'ipotesi di apertura della seconda discarica a Terzigno (Napoli) e i disagi provocati da primo sversatoio, già operativo, nella ex Cava Sari. Al presidio sono rimasti, forse anche per la pioggiaabbondante caduta nelle ultime ore, pochi manifestanti mentre hanno regolarmente sversato 13 camion di terreno vegetale per la copertura della discarica: un'operazione avviata per porrerimedio ai miasmi che hanno provocato le forti proteste della popolazione vesuviana, inasprendo le tensioni negli ultimi mesi.

I sindaci vesuviani hanno nominato propri tecnici di fiducia che collaboreranno per il monitoraggio ambientale della cava, anche al fine di accertare l'esistenza di fattori di inquinamento. I primi cittadini confermano il no irremovibile alla apertura di una seconda discarica sul territorio.

 

 

 

2010-10-24

23 ottobre 2010

CAMPANIA

Rifiuti, Ue: misure insufficienti

Bertolaso: Ue dia una mano

La Ue è preoccupata per la situazione dei rifiuti in Campania e teme che le misure adottate dal 2007 in poi siano "insufficienti". Lo ha affermato in una nota il commissario Ue all'Ambiente Janez Potocnik. "L'Unione Europea - gli ha replicato il capo della Protezione civile Bertolaso - farebbe bene invece di dare giudizi a dare una mano a trovare alternative". Controreplica di Potocnik: la Ue è sempre pronta

ad aiutare gli Stati.

Intanto a Terzigno i manifestanti antidiscarica hanno occupato la stazione della Circumvesuviana. Costituito comitato sindaci vesuviani contro la discarica a Terzigno. Mentre due poliziotti e tre carabinieri sono rimasti contusi: è il bilancio finale della notte di scontri nei pressi della discarica Sari di Terzigno (Napoli) dove non è ancora arrivato nessun compattatore. Alla difficoltà di attraversamento delle strade, chiuse da una serie di barricate costruite da manifestanti, si accompagna la paura denunciata dagli autisti di subire eventuali aggressioni.

La polizia ha risposto con un nutrito lancio di lacrimogeni a pietre, petardi, razzi e molotov lanciate dalla parte più violenta dei manifestanti nel corso delle tre ore di guerriglia iniziata a mezzanotte. Alle 3 è stata liberata la statale 268, nei pressi di Ottaviano mentre in mattinata, in via Nazionale, a Boscotrecase, non lontano dalla discarica, due persone a bordo di un motorino hanno lanciato bottiglie incendiarie nell'isola ecologica danneggiando due mezzi mentre il custode, un immigrato, è rimasto ustionato a un piede nel tentativo di spegnere le fiamme.

La notte di scontri e distruzioni - le strade adiacenti il teatro delle violenze sono piene dei segni della guerriglia - ha fatto così da epilogo ai blocchi stradali, agli incendi ed alle occupazioni della ferrovia della giornata di ieri.

 

 

23 ottobre 2010

IL MESSAGGIO

Rifiuti, Papa: una giusta e condivisa soluzione al problema

Il messaggio di Papa Benedetto XVI, a firma di monsignor Filoni, della Segreteria di Stato Vaticano, rivolto alle popolazioni di Terzigno e Boscoreale, è stato recapitato oggi al vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma. "Il Santo Padre - si legge nel breve testo - che segue con paterna attenzione le preoccupanti notizie provenienti dal territorio di Terzigno, La prega di farsi interprete della Sua vicinanza spirituale nell'auspicio che, con il concorso e la buona volontà di tutti, sia trovata una giusta e condivisa soluzione al problema. Sua Santità volentieri imparte la Sua benedizione alle care popolazioni dell'area".

Il messaggio segue le numerose iniziative messe in campo dalla Diocesi di Nola a sostegno delle popolazioni di Terzigno e Boscoreale contro l'apertura della seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio. Ieri il vescovo aveva invitato i cittadini alla calma ed alla non-violenza, lanciando allo stesso

tempo un appello alle istituzioni a "non svendere la nostra terra"

 

 

 

 

23 ottobre 2010

CAMMPANIA

Rifiuti, Sepe: la Chiesa non può tacere e richiama al coraggio

Il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe ha lanciato un accorato appello a reagire di fronte alla nuova emergenza rifiuti che stanno vivendo Napoli e la sua provincia nell' omelia pronunciata in Cattedrale nella solenne concelebrazione eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di Santa Giulia Salzano.

"C' è forse chi, come le forze del male e della violenza, appare pronto a dare l' ultima spallata o il colpo di grazia, perchè tutto precipiti e il caos regni su tutto - ha detto il cardinale Sepe - e non mancano neppure, come sempre nei momenti delle crisi più acute, coloro che invitano a desistere, a considerare tutto il territorio come una specie di "pratica chiusa" e abbandonarlo, andare a vivere oltre".

"Napoli non è e non sarà mai una "partita persa" - ha aggiunto il Cardinale - nessuna emergenza può arrivare a scalfire quel sentimento, allo stesso tempo ordinario ed estremo, come la speranza: una risorsa che questa nostra terra si è guadagnata attraverso secoli e secoli di sofferenze".

"Viene facile, soprattutto di fronte alle nauseabonde suggestioni del dramma rifiuti accorciare il passo verso una deriva, anch'essa generalizzata, e senza ritorno - ha proseguito il cardinale - l' orlo del precipizio, lo vediamo da molti segni, non è forse lontano. Ma è proprio in momenti come questi che la voce della Chiesa è chiamata a levarsi alta e forte per richiamare al coraggio".

"La Chiesa - e parlo anche a nome dei vescovi della Campania - non ha titolo per parlare di soluzioni tecniche - tuttavia non può tacere, perchè anche il silenzio sarebbe colpevole rispetto alla visione - ancora più importante e decisiva - del futuro di questa nostra terra".

"Io stesso, pastore di questa Chiesa, ho parlato, nella solennità del nostro patrono, San Gennaro, di un punto di svolta - ha concluso Sepe - il punto di svolta lo indicavo in un rischio. E affermavo che Napoli ha sempre vissuto di pane e speranza. Ora niente è più scontato, né il pane né la speranza. Un rischio: non ancora - e Dio non lo permetta mai - un dato di fatto".

 

 

23 ottobre 2010

Emergenza rifiuti / 1

I roghi di bandiere un popolo "bruciato"

Quello che sale dalle bandiere italiane bruciate da alcuni manifestanti è, forse, il fumo più nocivo tra i tanti che, con miasmi, lacrimogeni, auto e camion in fiamme, funestano il cielo di Terzigno e di Boscoreale. È il simbolo del senso dell’unità nazionale che va in cenere, proprio alla vigilia dell’assai celebrato (almeno a parole) 150° anniversario. Non è retorica, è nuda cronaca. Strano destino, quello del Tricolore: un tempo agognato e mostrato con orgoglio; oggi, troppo spesso, buono solo per i campionati di calcio o, peggio, trattato come un comune straccio. In questo 2010 si moltiplicano le iniziative e non si contano le mostre pittoriche dedicate all’Italia unita. In una, tuttora in corso al Museo di Roma a Palazzo Braschi, si possono ammirare dipinti che, letteralmente, annegano nel verde, bianco e rosso delle bandiere sventolate (in battaglia, in segno di festa, nei giorni di lutto) da popolani e nobiluomini di ogni parte della Penisola.

Negli anni, altre volte il Tricolore ha garrito con onore ed è stato onorato dagli italiani. Poi qualcosa deve essere accaduto, qualcosa di lento e quasi d’impercettibile come può essere un processo di sfilacciamento. Al Nord si è cominciato a snobbare la bandiera e, con lei, l’inno di Mameli, talvolta perfino a sostituirli. Al Sud sono state le mafie a macchiarlo, contrapponendo il loro anti-Stato sanguinario e disonesto allo Stato legittimo.

Ciò che sta avvenendo oggi alle porte di Napoli, si dirà, è diverso. C’è una popolazione che teme gli effetti che potrebbe avere sulla salute la realizzazione di una nuova discarica. E fin qui niente di strano: il mondo è pieno di gente che protesta (a ragione o a torto, non è questo, qui, il punto) in nome di un principio che negli Stati Uniti definiscono Nimby. Not in my back yard, "non nel mio cortile".

Ma è raro che si arrivi a bruciare la bandiera del proprio Paese. In Cile, ad esempio, il vessillo nazionale è divenuto il simbolo della terribile avventura dei 33 minatori, dall’inizio drammatico al lieto fine. Negli Usa, neanche nei cortei dei pacifisti radicali contro gli interventi armati americani si oltraggiano le stelle e le strisce. Right or wrong, it’s my country, dicono sempre da quelle parti. "Giusto o sbagliato, è il mio Paese". E quella bandiera lo rappresenta tutto.

Non a caso, i sindaci che manifestano al fianco dei loro concittadini indossano la fascia tricolore. Lo stesso che campeggia sulle uniformi dei militari e delle forze dell’ordine, a Terzigno come in Afghanistan. Li unisce, infatti, l’appartenenza a una medesima comunità nazionale, che nessun localismo o particolarismo può travalicare, pena la perdita del senso del bene comune. Noi non sappiamo se i cittadini di Terzigno e Boscoreale troveranno pace e ragione. Non sappiamo se la nuova missione di Guido Bertolaso sarà coronata dal successo. Non sappiamo se un giorno, come ha sostenuto ieri il presidente del Consiglio, sulle cave colme di rifiuti sorgeranno parchi pubblici con prati verdi dove passeggiare, andare in bicicletta, far giocare i bambini, far correre i cani. Sappiamo però che dare fuoco a una bandiera non è un gesto qualunque. È un gesto di una gravità simbolica incontestabile, che si potrebbe definire ultimativa: chi brucia una bandiera nazionale "brucia" un popolo. Ma noi italiani, da Adro a Terzigno, ci sentiamo ancora un popolo?

Danilo Paolini

 

 

 

23 ottobre 2010

LA BATTAGLIA DEI RIFIUTI

Berlusconi invia Bertolaso

"Risolveremo in 10 giorni"

"Prevediamo che in 10 giorni la situazione potrà tornare nella norma". Silvio Berlusconi si affida di nuovo a Guido Bertolaso, che da ieri è a Napoli per coordinare le attività della Protezione civile, alla quale viene affidata la gestione della discarica di Terzigno, il terreno di battaglia di questi giorni nella provincia di Napoli invasa dai rifiuti. Una situazione che fa esprimere al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "pena e crescente allarme" per l’"avvilente degrado che essa ha determinato in provincia e in città".

Il capo dello Stato sottolinea che "era necessario e urgente che il governo si assumesse le sue responsabilità: e oggi l’ha fatto al più alto livello". Allo stesso tempo per il Quirinale è indispensabile che "nessuna istituzione, nessuna comunità, nessuna forza politica si sottragga alle proprie responsabilità, al dovere di contribuire al superamento della crisi e mi attendo che vengano dai napoletani comportamenti ispirati a un rinnovato, più forte senso civico e spirito di solidarietà".

Un intervento che arriva nel mezzo di una giornata convulsa. Nella quale il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano lancia un primo sasso nello stagno quando avanza l’ipotesi che dietro gli scontri di Terzigno e Boscoreale ci sia chi agisce con fini eversivi. La cui matrice, secondo Mantovano, potrebbe essere collegata a filoni di "area antagonista e anarco-insurrezionalista".

Ma il premier - al termine di un vertice che ha fatto seguito al Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi con i sottosegretari Gianni Letta e Bertolaso, i ministri Roberto Maroni, Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna e il governatore della Campania, Stefano Caldoro - fornisce una versione meno allarmante. Secondo Maroni, ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa, non "dovrebbero esserci altre motivazioni sottostanti", oltre all’esasperazione per i rifiuti e nessun piano di emergenza è necessario visto il carattere locale del fenomeno. Nessun problema neppure per la salute dei cittadini, assicura Berlusconi sulla scorta di una relazione del ministro Ferruccio Fazio. Infine, per il premier - che ha assicurato uno stanziamento di 14 milioni per le opere di compensazione ambientali (reti idriche, fognarie, riqualificazione) per la cittadina di Terzigno (ma nulla si è detto per i promessi 240 per altri comuni) - il sistema non è al collasso. "La soluzione che avevamo individuato è assolutamente valida e duratura".

Nessuno ha mai detto che il problema era definitivamente risolto, ma le discariche ci sono (proprio il governo in carica ne ha aperte cinque), sono capienti e il termovalorizzatore di Acerra funziona pieno regime, ha assicurato Bertolaso. "Il problema di Terzigno – spiega il capo della Protezione civile – nasce da un fortissimo disagio della popolazione per il cattivo odore, il passaggio dei camion e la gestione precaria della discarica". Si tratta di tornare alla situazione di un anno fa quando il sito era a norma, conclude Bertolaso, che promette l’apertura di un tavolo con i cittadini dei comuni del parco del Vesuvio.

Al vertice di Palazzo Chigi ha fatto capolino anche il direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza Gianni De Gennaro. E a insistere sull’ordine pubblico è Adolfo Urso (Fli) che invita a "non prescindere dalla legalità". La Lega Nord, con Umberto Bossi, invita a intervenire, perché "non possiamo aspettare che ci scappi qualche morto". Mentre il capogruppo Marco Reguzzoni punta il dito contro gli amministratori locali. Si difende Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli: "La colpa è mia? Mi viene da ridere". Napoli, spiega, non è affatto indietro sulla raccolta differenziata: "Balle, siamo al 19%, Roma è al 20%". Il primo cittadino si dice anche in disaccordo sulla mancanza di pericolo per la salute: "Se non c’è con 2mila tonnellate a terra... per fortuna è ottobre e non agosto". Infine un elogio a Caldoro per come ha esercitato i poteri sostitutivi. Il governatore, che subito ha incontrato Bertolaso insieme al presidente della provincia Luigi Cesaro, ha anche annunciato che la regione è pronta con l’appalto per il termovalorizzatore di Napoli Est. C’erano anche i sindaci dell’area. "I cittadini hanno perso la fiducia", ha detto entrando alla riunione in Prefettura il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella. Bordate contro il governo arrivano dal Pd, per il quale ricominciare da Bertolaso è la "certificazione del fallimento". E da Pier Ferdinando Casini: "Dopo tante promesse siamo a zero". Secondo l’Idv, infine, "i cittadini sono stati ingannati".

Gianni Santamaria

 

 

 

23 ottobre 2010

APPELLO

"Meglio poveri che sudditi tra i veleni"

La Chiesa di Nola è molto preoccupata per quanto sta accadendo a Boscoreale e Terzigno e giudica "inopportuna e improvvisa" la notizia dell’apertura della seconda discarica. Il vescovo monsignor Beniamino Depalma nei giorni scorsi aveva già lanciato il suo appello alle istituzioni perché ascoltassero "il grido di dolore di quanti vogliono difendere la qualità della propria vita" e aveva guidato le veglie di preghiera con le popolazioni del vesuviano in piazza Pace a Boscoreale: "la gente vesuviana vuole solo avere il diritto a respirare aria salubre per poter vivere una vita normale".

Ora invita tutti i cittadini "alla calma, alla ragionevolezza ed alla non violenza" e gli amministratori locali a "non svendere la nostra terra". Attraverso il direttore dell’ufficio per i Problemi sociali e il lavoro don Aniello Tortora, il vescovo ha poi espresso la vicinanza della diocesi e alle popolazioni vesuviane, "che stanno vivendo momenti terribili e drammatici" si legge nella nota diffusa ieri pomeriggio e significativamente intitolata ’Custodire il Creato per coltivare la Pace’. "È giusta la protesta - sottolinea don Aniello - ma come è stato fatto finora da gente onesta e pacifica, bisogna far sentire la propria voce senza ricorrere alla violenza e nei limiti nella legalità".

Nello stesso tempo la Chiesa di Nola lancia un ulteriore appello alle Istituzioni, affinché "prestino ascolto alle validissime ragioni della gente vesuviana. L’apertura di un’altra discarica sarebbe provocare la morte definitiva di un territorio dove va rilanciato con forza lo sviluppo, il lavoro, il turismo. La legge è per l’uomo e non l’uomo per la legge", ribadisce la nota. Dalla diocesi, "da noi cristiani" sottolinea monsignor Depalma, giunge un appello anche agli amministratori locali: "Con forza vi supplichiamo, non svendete la nostra terra. Non ci sono soldi o compensazioni ambientali che giustificano la compravendita di un territorio. Meglio poveri e dignitosi, che sudditi e destinati a vivere di veleni. A nessuno è lecito, lo gridiamo in nome di Dio, comprare la dignità di un popolo, neanche per salvare l’immagine o per scopi di propaganda elettorale. Tutti abbiamo un dovere gravissimo: consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla". La nota si chiude con un saluto di pace: "Shalom! Il nostro popolo vuole solo vivere in pace. Ma non esiste pace senza giustizia".

Valeria Chianese

 

 

 

2010-10-22

22 ottobre 2010

TERZIGNO

Rifiuti, il governo promette:

"A posto in 10 giorni"

Ancora scontri nella notte tra manifestanti e forze dell'ordine a Terzigno, nel Napoletano, dove da giorni proseguono le proteste contro l'apertura di una nuova discarica, mentre il premier Silvio Berlusconi ha annunciato che la situazione tornerà "nella norma" in dieci giorni.

A Napoli, intanto, continua ad accumularsi la spazzatura, che aumenta ogni giorno di 900 tonnellate, secondo i dati forniti oggi in una conferenza stampa a cui ha preso parte il sindaco Rosa Russo Jervolino. Secondo quanto riferito dalla polizia, a mezzanotte circa c'è stato un violento scontro tra i manifestanti -- circa 2.000 -- e le forze dell'ordine, con i primi che hanno lanciato pietre, biglie e anche materiale esplodente contro la polizia che ha risposto con cariche di alleggerimento. Nei disordini, un uomo di 52 anni è stato arrestato con l'accusa di detenzione abusiva di materiale esplodente, adunata sediziosa, lesioni e resistenza e due persone sono state denunciate. Oggi un altro tricolore è stato dato alle fiamme.

"Prevediamo che in dieci giorni la situazione a Terzigno può tornare nella norma", ha detto Berlusconi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine di un vertice sull'emergenza. "Il governo garantisce anche le disponibilità dei fondi per le opere di compensazione, per un totale di 14 milioni che riguardano Terzigno", ha aggiunto. Il premier ha poi precisato che "in questo momento non ci sono preoccupazioni per la salute dei cittadini", riferendosi alla relazione svolta al governo dal ministro della Salute Ferruccio Fazio.

Dalla Commissione europea però si esprime "preoccupazione" per quanto sta avvenendo.Il portavoce del commissario all'Ambiente, Janez Potocnik, ha parlato di "situazione seria", auspicando che le autorità italiane "risolvano la questione il più presto possibile ed in maniera

adeguata".

Stamani, anche se a rilento, stanno entrando nella discarica di Terzigno i 16 camion che erano stati bloccati nella notte.

1.900 TONNELLATE DI "MONNEZZA" PER LE STRADE DI NAPOLI

Sono 1.900, attualmente, le tonnellate di spazzatura che occupano le strade di Napoli, con un incremento di 900 tonnellate al giorno. Sono i dati resi noti oggi dal Comune in una conferenza stampa, in cui si è precisato che la raccolta è rallentata anche dal fatto che alcuni mezzi sono stati bruciati o danneggiati dai manifestanti. Intanto il sindaco Jervolino ha risposto alle accuse del governo - secondo il quale il degenerare della situazione dipenderebbe da suoi errori nella gestione della raccolta - dicendo che due anni fa l'emergenza rifiuti non avrebbe dovuto essere dichiarata finita.

Jervolino ha precisato che l'acutizzarsi della crisi non ha nulla a che fare con la raccolta differenziata a Napoli, che ha percentuali "addirittura leggermente superiori a (quelle di) altre città capoluogo".

La discarica di Terzigno, secondo fonti delle forze dell'ordine, è ormai vicina alla saturazione. E una fonte giudiziaria afferma che non ha trovato applicazione l'ordinanza d'urgenza con cui nei giorni scorsi è intervenuto il presidente della Regione Campania Caldoro, che permette ai Comuni e agli impianti che conferiscono i propri rifiuti alla discarica di Terzigno di depositarli presso quelle di Savignano Irpino (Av), San Tammaro (Ce) e Sant'Arcangelo Trimonte (Bn). I rifiuti conferiti alla struttura di Terzigno avrebbero dovuto passare da 1.800 a 800 tonnellate. In realtà, la quantità di rifiuti conferita all'impianto è diminuita solo in virtù dei blocchi messi in atto dai manifestanti, dicono le fonti.

Le tensioni sono riesplose dopo le nuove difficoltà nella raccolta dei rifiuti, che hanno ricordato l'emergenza di due anni fa, ma che l'amministrazione comunale ha ricondotto a problemi contrattuali con una società per la raccolta della spazzatura.

 

 

 

22 ottobre 2010

LA DENUNCIA

Tonnellate di rifiuti speciali

"smaltiti" dalle ecomafie

Quattro milioni di tonnellate di rifiuti speciali. E nessun impianto (o quasi) per smaltirli. Mentre in Campania ci si scontra violentemente, si polemizza, si scrivono pagine e pagine di giornali, sulla nuova crisi dei rifiuti solidi urbani, nulla si dice, si scrive, si protesta per quelli industriali. Ben più pericolosi. Eppure mentre quelli urbani prodotti ogni anno nella regione sono circa 2,5 milioni di tonnellate, quelli speciali superano i 4 milioni. Dati ufficiali, ma potrebbero essere molti di più. E, fatto ancor più grave, mentre i primi, in qualche modo, tra discariche e termovalorizzatore di Acerra, hanno impianti dove essere smaltiti, quelli prodotti dall’industria praticamente non ne hanno. Ufficialmente tra il 15 e il 20% verrebbe smaltito o stoccato in Campania. Meno del 20% finisce fuori regione, a costi altissimi (ma, stranamente, ne arrivano anche 270mila tonnellate da altre regioni). E il resto? È il vero regno delle ecomafie e degli ecofurbi, imprenditori che a prezzi stracciati forniscono uno smaltimento illegale, in cave, corsi d’acqua, terreni agricoli o bruciati in quelli che l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, definisce "termovalorizzatori diffusi senza ciminiere". E ricordiamo che si tratta dei rifiuti del mondo produttivo, pericolosi e non, degli scarti delle grandi industrie o dei piccoli artigiani: sostanze chimiche, metalli pesanti, ceneri tossiche, liquami, e via dicendo.

Un problema che riguarda anche altre regioni ma la Campania in modo particolare. In tutta l’Italia i rifiuti speciali prodotti ogni anno sono circa 134 milioni di tonnellate, quelli "gestiti" sono 103 milioni. Quindi mancano all’appello ben 31 milioni di tonnellate, l’equivalente di una montagna di tremila metri d’altezza. Il fatto curioso è che in molte regioni gli impianti di trattamento ci sono ma non si vedono mai file di camion davanti. Sicuramente, però, ci sono quelli che vengono dalla Campania. Infatti, mentre le norme nazionali e comunitarie sui rifiuti vietano (tranne i casi di emergenza) di esportare fuori regione quelli urbani, per quelli speciali è permesso. La Campania esporta poco più di 800mila tonnellate. "Io li devo spedire in Puglia – ci spiega Antonio Diana, imprenditore della plastica nel casertano – con costi superiori del 50%, rispetto ai 70 euro a tonnellata che pagherei se potessi smaltire in regione. Ma per altre tipologie di rifiuti, come quelli pericolosi, si parla anche del 100-200%". E si tratta di pagare tra 300 e 1.000 euro a tonnellata. Costi che i piccoli imprenditori o gli artigiani non si possono permettere. La camorra e gli smaltitori illegali lo sanno e offrono "sconti" fino al 50%. È il vero affare delle cosche.

Un problema ben noto da tempo e per il quale già undici anni fa era stata trovata una soluzione. Nel luglio 1999 fu firmato un Accordo di programma tra Confindustria-Federindustria Campania, Ministri dell’Ambiente e dell’Industria, Commissario delegato Presidente della Campania. Prevedeva la realizzazione di una Piattaforma regionale per il trattamento dei rifiuti speciali a Pignataro Maggiore (Ce) e una discarica per inerti e rifiuti inertizzati in una cava a Tora Piccilli (alto casertano). Sarebbe costata 50 milioni di euro, tutti a carico degli imprenditori. Aveva avuto già la Valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, ma per l’opposizione degli enti locali e per lentezze burocratiche non se ne fece niente. Confindustria ha allora stipulato un nuovo Accordo di programma il 14 aprile 2005, ma anche questo non è andato avanti ed è scaduto il 14 aprile di quest’anno.

Perché tutto questo? L’assessore Romano ha la risposta pronta. "Mettendo regole ben precise andiamo a scoprire certi "altarini", andiamo a toccare una serie di interessi. Ecomafie ed ecofurbi. È un sistema che funziona perfettamente e nel quale il confine tra vittime e carnefici, tra imprenditori e smaltitori illegali, è molto labile. È in tutto questo che la camorra fa i suoi migliori affari". Insomma, taglia corto Romano, "tranne pochissimi e piccoli impianti, il resto è totalmente fuori controllo, anche per quanto riguarda i rifiuti che vanno fuori regione, visto che non esiste un sistema di tracciabilità".

Eppure anche parte del mondo ambientalista sostiene il progetto di piattaforma. "La questione dei rifiuti speciali – spiega il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo – si può risolvere solo in termini di corretta gestione industriale. Solo così potremo tenere fuori camorristi e truffatori". E allora ci si riprova. "Il sistema è completamente fermo, ora tentiamo di rimetterlo in moto – aggiunge l’assessore –. Ho ripreso in mano il progetto, l’ho aggiornato e fatto approvare in giunta. Ora è stato pubblicato ed è in attesa delle osservazioni. Poi, a breve, lo porterò in consiglio regionale. Sarebbe la prima volta". In attesa gli inceneritori della camorra vanno a pieno ritmo.

Antonio Maria Mira

 

 

 

 

 

2010-10-21

21 ottobre 2010

RIFIUTI

Terzigno, scontri fino all'alba

Una notte di scontri, paura e lacrime a Terzigno (Napoli). Uno spiegamento massiccio di forze dell'ordine, probabilmente con pochi precedenti, con una azione condotta in tempi rapidi ha sgomberato tutta l'area della rotonda di via Panoramica, la strada di accesso alla discarica Sari. La zona era stata presidiata da diverse ore da alcune migliaia di manifestanti, tra cui donne e bambini, portati via

al primo accenno di tensioni. Il blitz è stato condotto con una quarantina di mezzi blindati ed oltre 200 uomini tra agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza che a piedi, in assetto antisommossa, impugnando manganelli e scudi, hanno stretto d'assedio tutte le zone circostanti e inseguito i dimostranti.

Numerose le cariche e i lanci di lacrimogeni: alcune persone sono state raggiunte e bloccate all'interno di un deposito di bibite. Due persone, una donna ed un ragazzo, sono stati fermati e successivamente rilasciati. Altre tre hanno riferito di essere rimaste contuse negli scontri.

L'attacco, con veri e propri corpo a corpo in alcuni casi, è arrivato al termine di una serata di altissima tensione. Un gruppo di giovani con il volto coperto da sciarpe ha lanciato grossi petardi, razzi, pietre e, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, due molotov rudimentali nei confronti dei blindati della polizia a presidio della strada di accesso alla discarica.

Gli agenti hanno risposto con un ripetuto lancio di lacrimogeni, che sono caduti in mezzo alla folla. Sono stati momenti drammatici, con gente che scappava alla ricerca di un riparo, provocando momenti di panico. Nella fuga qualcuno ha rovesciato e bruciato un'auto, sembra appartenente alla polizia.

A scatenare la nuova ondata di proteste era stata la decisione dei parlamentari del Pdl campano, insieme con il governatore Stefano Caldoro e i presidenti delle Province di Napoli, Avellino e Salerno, Cesaro, Sibilia e Cirielli, di dare il via libera alla seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, in località Cava Vitelli. Si tratterebbe del più grande sversatoio d'Europa. Un via libera che non è affatto andato giù ad amministratori locali (il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, si è dimesso dal Pdl) e alle popolazioni, che denunciano i gravissimi disagi già provocati dalla prima discarica aperta, la Sari, che sarebbe causa dell'inquinamento delle falde acquifere e dalla quale provengono da mesi miasmi insopportabili.

Alla fine degli scontri, a terra restano detriti di ogni genere, nell'aria la puzza insopportabile della discarica.

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2011-01-04

 

 

 

 

2010-12-30

Riunione nella citta' partenopea con la protezione civile

Letta: "A Napoli strade pulite

dai rifiuti entro il 31 dicembre"

Il premier telefona a un convegno del Pdl e parla di "pochi mesi per uscire dall'emergenza"

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Letta: "A Napoli strade pulite

dai rifiuti entro il 31 dicembre"

Il premier telefona a un convegno del Pdl e parla di "pochi mesi per uscire dall'emergenza"

MILANO - Emergenza rifiuti a Napoli. Berlusconi nel pomeriggio parla di pochi mesi per risolvere il problema, ma in serata Gianni Letta è più ottimista: per il 31 dicembre verranno eliminati dalle strade della città ed entro 15 giorni da quelle della Provincia. Il 4 gennaio prossimo, poi, nuova riunione a Palazzo Chigi per indicare soluzioni strutturali al problema. È stata infatti questa l'intesa raggiunta nella riunione, presieduta proprio dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ed alla quale hanno partecipato il Presidente della Regione Campania, Caldoro, il Sindaco di Napoli, Russo Jervolino, i Presidenti ed i Prefetti delle Province campane, il responsabile della Protezione Civile, Gabrielli. "L'intesa è stata possibile - ha sottolineato Letta - grazie al profondo senso di responsabilità e sensibilità istituzionale di tutti i partecipanti alla riunione; a partire dalle Province campane. Ma anche grazie al consistente apporto allo smaltimento dei rifiuti proveniente da diverse regioni italiane".

BERLUSCONI - "In pochi mesi riusciremo a trasformare la situazione di Napoli". Era stato questo il messaggio sull'emergenza rifiuti lanciato dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel pomeriggio, durante un collegamento telefonico con una iniziativa del Pdl a Napoli. Il premier ha spiegato successivamente che sull'emergenza rifiuti a Napoli "qualcuno ci ostacola". "C'è qualcuno che cerca di ostacolare con ogni mezzo il nostro operato. Altrimenti non si spiegherebbe come sorgono sempre delle difficoltà nuove" ha sottolineato Berlusconi. "Penso di tornare ad assumere direttamente la responsabilità per l'immediato sgombero ma anche per gli impianti futuri" ha detto ancora il presidente del Consiglio.

FIDUCIA SUL FUTURO DEL GOVERNO - Berlusconi si è detto anche "fiducioso sul futuro dell'esecutivo". "Molti parlamentari - ha aggiunto il premier - torneranno indietro così come altri parlamentari con senso di responsabilità verranno a sostenere la maggioranza per dare a questo governo la possibilità di governare. Nonostante l'operazione di Fini abbiamo mantenuto la maggioranza e stiamo acquisendo i deputati che si trovano in disagio assoluto perchè si sono trovati su un treno guidato da Bocchino, Granata e Briguglio che li porta in un destinazione diversa: all'opposizione".

PACE SOCIALE - "Abbiamo mantenuto la pace sociale che è un bene prezioso. Il prossimo anno il nostro ritmo di crescita tornerà ai livelli prima della crisi" ha poi aggiunto Berlusconi.

Redazione online

29 dicembre 2010(ultima modifica: 30 dicembre 2010)© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

LO CHOC DEL LEADER DI SEL

Nella notte aggressione di giovani del Pdl

Vendola: sono caduto dalle scale | Video

La rivelazione del governatore in una conferenza stampa

"La mia abitazione non è terreno della lotta politica"

Nichi Vendola

Nichi Vendola

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BARI - Un Vendola scosso all'inizio della conferenza stampa di fine anno indetta a Bari per illustrare i risultati della giunta di centrosinistra pugliese. "Ieri notte giovani del Pdl hanno pensato bene di venire a molestare il presidente della Regione a casa sua - ha rivelato Vendola - immaginando che l'abitazione privata possa essere una specie di protesi della lotta politica".

I DETTAGLI - "Alcuni ragazzi - ha proseguito il leader nazionale di Sel - sono stati identificati dalle forze dell'ordine. È stata una notte brutta e antipatica perché ognuno ha diritto al sonno e alla sicurezza. Nello spavento notturno sono anche caduto per le scale e per questo mi vedete zoppicante".

LONTANO DAL PALAZZO - "Ho deciso di andare a vivere nel mio paese (a Terlizzi, nel Barese ndr)di fronte al mercato - ha concluso Vendola - e non in una villa residenziale separata del popolo. Spero che i giovani del Pdl abbiano motivo di imparare le regole della lotta politica".

LA SOLIDARIETà DEL PD - "Esprimiamo la nostra solidarietà a Nichi Vendola per l’incidente di cui è stato vittima questa notte. I carabinieri e gli inquirenti chiariscano i particolari del comportamento di quanti hanno manifestato sotto casa del presidente della regione Puglia. C’è un clima politico teso nel paese, ogni episodio di intolleranza, piccola o grande che sia, va respinto con fermezza". Lo dice Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd.

Angelo Alfonso Centrone

30 dicembre 2010

 

LO ha decisio il giudice del lavoro

Tiziana Ferrario reintegrata

alla conduzione del Tg1

"Lesione della sua professionalità per discriminazione politica": non condivideva la linea del direttore Minzolini

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Tiziana Ferrario (Emblema)

Tiziana Ferrario (Emblema)

MILANO - Tiziana Ferrario è stata reintegrata alla conduzione del Tg1. Lo ha deciso il tribunale di Roma sezione lavoro. Il giudice ha ordinato alla Rai di reintegrare la giornalista nelle mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20 e di inviata speciale per grandi eventi. Il giudice ha ravvisato nella rimozione di Tiziana Ferrario dell'incarico di conduttrice del Tg1 una "grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica a seguito dell'opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini.

MINZOLINI - "Paolo Frajese ha condotto il Tg per sette anni, Bruno Vespa per cinque. Tiziana Ferrario lo ha condotto per 30 anni", è stato il commento di Minzolini. "Quale spazio possono avere le nuove generazioni in un'azienda in cui i ruoli si danno a vita?". Minzolini precisa anche di aver proposto alla Ferrario, "collega stimabile e brava", il ruolo "di super-inviato per il mondo". Secondo il direttore del Tg1 fa decisione del giudice "è assurda perchè interviene in decisioni di fatto del direttore. Quello che è normale negli altri Paesi, qui non lo è e resta il concetto che un ruolo rimane acquisito". Ma il giudice nella sua sentenza ritiene che non c'entri nulla nel caso di Ferrario la tesi di Minzolini di aver voluto dare spazio ai giovani. Infatti "risulta che identica decisione non ha coinvolto due giornalisti coetanei della ricorrente (Petruni e Romita), i quali invece avevano sottoscritto il documento di sostegno alla linea editoriale".

POLITICA - La sentenza del giudice ha scatenato anche reazioni politiche. "La magistratura al servizio della sinistra comanda alla Rai", ha detto Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato. "Ora i togati vorrebbero decidere anche chi deve condurre i telegiornali in studio. Spero che questa decisione venga considerata dalla Rai un proclama scritto su carta straccia. A quando sentenze che dicano quali notizie divulgare e quali no? In altri casi, il ministro della Giustizia Alfano ha inviato ispezioni: qui servirebbe un controllo medico". Leoluca Orlando, portavoce dell'Idv, giudica "gravissime e fuori luogo" le affermazioni di Gasparri, per le quali "si dovrebbe vergognare. Impari a rispettare le sentenze e il lavoro dei magistrati". Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Pd: "La sentenza certifica ciò era già evidente: al Tg1 ci sono discriminazioni politiche per chi la pensa diversamente dal direttore. È normale e accettabile nella Rai di Berlusconi?". L'associazione di telespettatori cattolici Aiart ritiene che si tratti di "una grave bocciatura" di Minzolini. "Il Tg1 fa soprattutto gossip e nasconde le vere notizie". Carlo Verna, segretario dell'Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai: "La sentenza è un grande successo di chi crede nei diritti di libertà e una secca sconfitta di Masi e Minzolini. Ora se ne vadano entrambi".

Redazione online

29 dicembre 2010

 

 

2010-12-2

il prossimo anno il nostro ritmo di crescita tornerà ai livelli prima della crisi"

"Emergenza rifiuti risolta in pochi mesi Molti finiani ritorneranno con noi"

Berlusconi a un convegno Pdl a Napoli: "Sono fiducioso sul futuro dell'esecutivo, stiamo acquisendo deputati Fli"

il prossimo anno il nostro ritmo di crescita tornerà ai livelli prima della crisi"

"Emergenza rifiuti risolta in pochi mesi Molti finiani ritorneranno con noi"

Berlusconi a un convegno Pdl a Napoli: "Sono fiducioso sul futuro dell'esecutivo, stiamo acquisendo deputati Fli"

Silvio Berlusconi (Omnimilano)

Silvio Berlusconi (Omnimilano)

MILANO - "In pochi mesi riusciremo a trasformare la situazione di Napoli" E' il messaggio forte sull'emergenza rifiuti lanciato dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi in collegamento telefonico con una iniziativa del Pdl a Napoli. Il premier ha spiegato successivamente che sull'emergenza rifiuti a Napoli "qualcuno ci ostacola". "C'è qualcuno che cerca di ostacolare con ogni mezzo il nostro operato. Altrimenti non si spiegherebbe come sorgono sempre delle difficoltà nuove" ha sottolineato Berlusconi. "Penso di tornare ad assumere direttamente la responsabilità per l'immediato sgombero ma anche per gli impianti futuri" ha detto ancora il presidente del Consiglio.

FIDUCIA SUL FUTURO DEL GOVERNO - Berlusconi si è detto anche "fiducioso sul futuro dell'esecutivo". "Molti parlamentari - ha aggiunto il premier - torneranno indietro così come altri parlamentari con senso di responsabilità verranno a sostenere la maggioranza per dare a questo governo la possibilità di governare. Nonostante l'operazione di Fini abbiamo mantenuto la maggioranza e stiamo acquisendo i deputati che si trovano in disagio assoluto perchè si sono trovati su un treno guidato da Bocchino, Granata e Briguglio che li porta in un destinazione diversa: all'opposizione".

PACE SOCIALE - "Abbiamo mantenuto la pace sociale che è un bene prezioso. Il prossimo anno il nostro ritmo di crescita tornerà ai livelli prima della crisi" ha poi aggiunto Berlusconi.

Redazione online

29 dicembre 2010

 

 

 

 

2010-12-28

Per liberare strade e cassonetti di 1500 tonnellate di spazzatura

Rifiuti a Napoli, interviene l'esercito

Il Comune invitare i napoletani a non buttare gli imballaggi fino a lunedì

Per liberare strade e cassonetti di 1500 tonnellate di spazzatura

Rifiuti a Napoli, interviene l'esercito

Il Comune invitare i napoletani a non buttare gli imballaggi fino a lunedì

Cumuli di sacchetti a Napoli in un immagine del 22 dicembre (Ansa)

Cumuli di sacchetti a Napoli in un immagine del 22 dicembre (Ansa)

NAPOLI - In leggero aumento la spazzatura giacente in strada nei cassonetti a Napoli, arrivata ad un totale complessivo di 1500 tonnellate, ma con due giorni di stop degli "stir" (impianti di vettovagliatura, ndr), intanto l'Esercito interviene in città, per la seconda volta, raccogliendo dall'alba circa 50 tonnellate nella zona fra via don Bosco e viale Umberto Maddalena, a ridosso dell'aeroporto di Capodichino.

L'APPELLO - Domenica, in via straordinaria riaprono per mezza giornata gli "stir" consentendo questa notte di raccogliere 1300-1400, tonnellate nelle stime del Comune di Napoli, e di liberare un ventina di autocompattatori che dalla vigilia di Natale non hanno potuto conferire il carico alla discarica di Chiaiano, unico impianto funzionante in questo week-end festivo, che però, per accordi con i cittadini del quartiere napoletano, non può accogliere più di 800 tonnellate di rifiuti al giorno. Il Comune, inoltre, continua ad invitare i napoletani a non buttare fino a lunedì gli imballaggi, carta e cartone, per non peggiorare gli ingombri in strada; lunedì, con la raccolta ritornata all'ordinario, ci sarà più facilità per smaltirli. Continua a soffocare l'hinterland napoletano, sommerso da diverse migliaia di tonnellate di giacenza. (fonte: Agi)

 

26 dicembre 2010(ultima modifica: 28 dicembre 2010)

 

2010-12-27

Per liberare strade e cassonetti di 1500 tonnellate di spazzatura

Rifiuti a Napoli, interviene l'esercito

Il Comune invitare i napoletani a non buttare gli imballaggi fino a lunedì

Per liberare strade e cassonetti di 1500 tonnellate di spazzatura

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Il Comune invitare i napoletani a non buttare gli imballaggi fino a lunedì

Cumuli di sacchetti a Napoli in un immagine del 22 dicembre (Ansa)

Cumuli di sacchetti a Napoli in un immagine del 22 dicembre (Ansa)

NAPOLI - In leggero aumento la spazzatura giacente in strada nei cassonetti a Napoli, arrivata ad un totale complessivo di 1500 tonnellate, ma con due giorni di stop degli "stir" (impianti di vettovagliatura, ndr), intanto l'Esercito interviene in città, per la seconda volta, raccogliendo dall'alba circa 50 tonnellate nella zona fra via don Bosco e viale Umberto Maddalena, a ridosso dell'aeroporto di Capodichino.

L'APPELLO - Domenica, in via straordinaria riaprono per mezza giornata gli "stir" consentendo questa notte di raccogliere 1300-1400, tonnellate nelle stime del Comune di Napoli, e di liberare un ventina di autocompattatori che dalla vigilia di Natale non hanno potuto conferire il carico alla discarica di Chiaiano, unico impianto funzionante in questo week-end festivo, che però, per accordi con i cittadini del quartiere napoletano, non può accogliere più di 800 tonnellate di rifiuti al giorno. Il Comune, inoltre, continua ad invitare i napoletani a non buttare fino a lunedì gli imballaggi, carta e cartone, per non peggiorare gli ingombri in strada; lunedì, con la raccolta ritornata all'ordinario, ci sarà più facilità per smaltirli. Continua a soffocare l'hinterland napoletano, sommerso da diverse migliaia di tonnellate di giacenza. (fonte: Agi)

26 dicembre 2010(ultima modifica: 27 dicembre 2010)

 

2010-12-25

Parigi: entro il 2020 impianti mossi dal vento fino a 25 mila MW, di cui 6 mila in mare

Energia: Francia e GB puntano su eolico offshore e microgenerazione diffusa

Londra: promozione di piccoli impianti, anche casalinghi, fino a 50 kW elettrici e 300 kW termici

Parigi: entro il 2020 impianti mossi dal vento fino a 25 mila MW, di cui 6 mila in mare

Energia: Francia e GB puntano su eolico offshore e microgenerazione diffusa

Londra: promozione di piccoli impianti, anche casalinghi, fino a 50 kW elettrici e 300 kW termici

Anche la Francia, tra i principali Paesi al mondo produttori di energia nucleare in percentuale sul totale energetico nazionale, investe sull'eolico offshore. A gennaio, infatti, è previsto il primo bando per la concessione di aree destinate alla realizzazione dei primi parchi eolici marini per una potenza complessiva di circa 3 mila MW. Il governo francese si è posto l'obiettivo entro il 2020 di produrre da fonti rinnovabili il 23% della domanda energetica nazionale. Il che vuol dire che solo con l'eolico occorreranno impianti per un totale di 25 mila MW, di cui 6 mila MW in mare. L’investimento previsto è di circa 20 miliardi di euro. Attualmente sono circa trenta i progetti eolici offshore già proposti in Francia, per una capacità complessiva di circa 8 mila MW. "Non vogliamo ripetere con l'eolico gli stessi errori che abbiano fatto nel settore dell’energia solare", ha dichiarato un portavoce del governo, riferendosi al ritardo dell’industria francese nel settore del fotovoltaico, che costringe a importare quasi tutti i componenti necessari.

GRAN BRETAGNA - La Gran Bretagna ha annunciato il prossimo avvio di un ampio programma di promozione della microgenerazione diffusa di energia. Le tecnologie che si intende promuovere riguardano impianti fino a una potenza di 50 kW elettrici e 300 kW termici, relativi a pompe di calore innovative, fotovoltaico, solare termico, biomassa, microgenerazione in generale ed eolica in particolare, mini-idroeletrica, celle a combustibile, recupero del calore dai fumi. Il ministro dell’Energia, Greg Barker, ha diffuso il 22 dicembre un documento sulla strategia da seguire. Il documento si propone di aumentare la fiducia dei consumatori verso la sostenibilità energetica e garantire le migliori condizioni per il più ampio accesso alle informazioni sulle tecnologie della microgenerazione. "Vogliamo piantare i semi per far fiorire la piccola generazione nelle case, nelle aziende e nelle comunità", ha detto il ministro. "Abbiamo già promesso sostegni finanziari per incoraggiare la gente a installare pannelli solari e pompe di calore. Il documento servirà a dare all’industria e ai consumatori la fiducia necessaria a investire".

Redazione online

25 dicembre 2010

 

2010-12-15

Il suo potenziale di riscaldamento globale è di 23 volte maggiore dell'anidride carbonica

Allarme metano: il gas è responsabile

del 18% dell'effetto serra

La sua concentrazione nell'atmosfera è aumentata del 158% rispetto all'era pre-industriale, la CO2 del 38%

MILANO - Ventuno volte. Il metano ha un potenziale di riscaldamento globale (Gwp) sull'arco di cento anni di 21 volte superiore di quello dell'anidride carbonica, e di 56 volte se si considera un periodo temporale di vent'anni. E ora l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) lancia l'allarme: la concentrazione di metano nell'atmosfera è aumentata del 158% rispetto al livello pre-industriale. Mentre la CO2 è aumentata "solo" del 38%.

METANO - Il problema consiste nel fatto che, sebbene il metano sia in concentrazioni di molto inferiori nell'atmosfera (1,80 parti per milione-ppm) rispetto all'anidride carbonica (390 ppm), è responsabile del 18% dell'effetto serra provocato dalle attività umane. A sottolineare la gravità di questo nuovo dato è CO2Balance, una società che lavora nel campo dell'azzeramento dei gas serra soprattutto attraverso la riduzione del metano che esce dalle discariche italiane ed europee. "Solo in Italia, le discariche sono responsabili del 30% delle emissioni di metano da attività produttive: in termini assoluti equivalgono a 11 milioni di tonnellate di CO2, la stessa quantità prodotta da tutte le auto circolanti nel Lazio", dice Francesco Galanzino di CO2Balance. "Il metano è un gas che ha un effetto serra da 21 fino a 33 volte maggiore rispetto alla CO2, secondo i metodi di valutazione", spiega Galanzino. "Le leggi europee e quella italiana obbligano gli Stati a eliminare il 100% delle fuoriuscite di biogas dalle discariche per motivi ambientali, sanitari e di sicurezza", aggiunge Galanzino. "In realtà almeno un 25% del gas sfugge dalle discariche: una volta non c'erano i sistemi tecnologici per fermare quest'inquinamento, oggi sì".

BOVINI E NON SOLO - Una delle principali fonti di metano nell'atmosfera sono le deiezioni dei bovini e dei ruminanti in generale. Sono responsabili di ben il 37% di tutte le emissioni di metano del pianeta. Ma circa il 60% delle emissioni di metano "hanno origine umana, come ha spiegato il condirettore del dipartimento ricerche del Wmo, Len Barrie. "Se noi continuiamo come se nulla fosse, non raggiungeremo i livelli di concnetrazione atmosferica necessari a contenere in 2 gradi centigradi il riscaldamento globale", ha aggiunto Barrie. "Se vogliamo cominciare a far scendere i livelli di gas serra, dobbiamo fermare completamente le emissioni di metano".

FEEDBACK - Il problema con il metano è il feedback: il metano produce riscaldamento globale e l'aumento delle temperature, specie alle latitudini artiche, fa sciogliere il permafrost (il terreno perennemente gelato) che rilascia metano nell'atmosfera e alimenta il ciclo. E anche la crisi economica non ha aiutato a far diminuire in maniera significatica le emissioni di CO2. Secondo uno studio pubblicato lo scorso 21 novembre sulla rivista scientifica Nature Geoscience, infatti, nel 2009 le emissioni di anidride carbonica sono diminuite solo dell'1,3% rispetto al picco toccato nel 2008, cioè meno della metà di quanto ipotizzato l'anno prima considerando la crisi finanziaria globale. E nel 2010, con la ripresa economica non solo nei Paesi emergenti ma anche in buona parte in quelli più industrializzati, l'aumento delle emissioni di CO2 saranno pari al 3%, facendo tornare i livelli a quelli del periodo 2000-2008. In pratica: il (molto) parziale successo dell'accordo raggiunto al vertice sul clima di Cancun, non servirà a nulla se non si agirà in fretta. E non solo sull'anidride carbonica, ma anche sulle emissioni di metano. Delle quali non si parla mai.

Paolo Virtuani

14 dicembre 2010(ultima modifica: 15 dicembre 2010)

 

 

 

2010-12-12

creato un fondo da 100 miliardi di dollari per facilitare il passaggio a tecnologie pulite

Cancun, mezza vittoria al vertice Onu

Il summit sul clima si chiude con un atto che va oltre Kyoto, ma senza impegni vincolanti. La Bolivia non ci sta

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Cancun, mezza vittoria al vertice Onu

Il summit sul clima si chiude con un atto che va oltre Kyoto, ma senza impegni vincolanti. La Bolivia non ci sta

Dal nostro inviato ALESSANDRA ARACHI

Patricia Espinosa (Afp)

Patricia Espinosa (Afp)

CANCUN (MESSICO) - Si erano già levati i calici, moltipicati gli applausi. A mezzanotte a Cancun (sette ora italiana) l’accordo sul clima sembrava cosa fatta. Il Messico aveva fatto il miracolo. Patricia Espinosa, la presidente della conferenza sul clima, usciva coperta di allori: il Cancun act era una sua creatura. Nemmeno due ore dopo, il panico. Pablo Solon, il capo negoziatore boliviano, il novello Bolivar di questa conferenza sul clima non ha esitato: ha rifiutato l’accordo, con sdegno e decisione. Incurante che gli alleati del suo gruppo Al.ba, l’Alternativa Bolivariana, i contestatori dei vertici sul clima, questa volta erano scesi a miti consigli. Lui no. Panico, indecisione. Le regole di questi vertici dicono che ci vogliono i voti di tutti i partecipanti (194) per far approvare l’accordo. Nelle delegazioni serpeggia l‘indecisione. Christine Figueres, segretaria della Conferenza, alle due di notte è decisa: "Basta il consenso, non l’unanimita" L’ultima parola non e’ ancora detta. Spetta, comunque alla presidente, lei, Patricia Espinosa, artefice del Cancun act. Alla plenaria che deve essere ancora convocata.

L'ACCORDO SUL TAVOLO - Era una bella vittoria della diplomazia sopraffina, questo accordo è il caso di dirlo. Perché poi a guardarlo dentro questo documento di Cancun (lo chiamano "pacchetto bilanciato") si trovano semplicemente tante dichiarazioni politiche e d’intenti, nessuna vincolante, nessuna operativa. Per adesso. E’ tutto rinviato al prossimo vertice di Durban del 2011. Eppure dopo il fallimento del vertice di Copenaghen dello scorso anno questo pacchetto messicano appare come un faro ad illuminare la nebbia che avvolge la nostra povera terra inquinata. Dentro c’é scritto che il protocollo di Kyoto deve continuare dopo la sua scadenza naturale, il 2012. E che i paesi che vi aderiscono dovranno tagliare le loro emissioni di CO2 da un minimo del 25 ad un massimo del 40%. Non era scontato. Anzi. E’ stata Patricia Espinosa che si è andata a prendere ad uno ad uno i dissenzienti di Kyoto, a cominciare dal Giappone. E’ stata lei a convincere anche la Russia ed il Canada. Lei che si è presa le lodi, pubbliche e sperticate, di un paese affatto docile, come l’India, per bocca del suo ministro Ramesh. Dentro il pacchetto ci sono anche i soldi del fast start per i Paesi in via di sviluppo (30 miliardi di dollari, 410 milioni da parte dell’Italia ) e poi il Green climate fund, un fondo per far decollare l’economia verde nel mondo con 100 miliardi di dollari l’anno gestito per tre anni dalla Banca mondiale e da 40 Paesi membri (25 in via di sviluppo e 15 sviluppati). Anche Felipe Calderon, il presidente messicano, può ridere, stanotte. "Ma chi è stata davvero straordinaria è stata la presidente della conferenza Patricia Espinosa", dice Stefania Prestigiacomo, il nostro ministro dell’Ambiente, con un pizzico di amaro in bocca: "Non avremmo potuto farcela anche noi in Europa, lo scorso anno a Copengahen?".

 

11 dicembre 2010(ultima modifica: 12 dicembre 2010)

 

2010-12-10

Pm10 da metalli dell'usura dei freni dei treni, delle rotaie e dei fili

Nel metrò l'aria è dieci volte più inquinata

Inchiesta della procura di Milano sulle polveri sottili. La procura ha avvisato il sindaco Moratti e l'Atm

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MILANO - Fino a dieci volte più inquinata che all'esterno, l'aria che si respira nella metropolitana di Milano è carica di veleni. Il milione e più di utenti che ogni giorno viaggiano nelle tre linee possono essere esposti anche a un valore di Pm10 (polveri sottili) di 327 microgrammi per metro cubo di aria, mentre nel pieno del traffico del centro la media non supera i 32-37. A rivelarlo è uno studio, il primo in Italia, fatto dall'Agenzia per l'ambiente della Lombardia per conto della procura di Milano che l'ha trasmesso al sindaco Moratti, alla Atm e alla Asl chiedendo cosa hanno già fatto e cosa intendano fare.

Se la normativa europea sull'inquinamento da Pm10 valesse anche per i luoghi chiusi come le metropolitane, quella di Milano (la situazione è simile in tutte le altre in Italia e nel mondo, anche se a Milano non è delle migliori) probabilmente verrebbe chiusa ogni anno agli inizi di febbraio. La legge, infatti, stabilisce che se in superficie viene superato il limite di 50 microgrammi per più di 35 giorni in un anno bisogna intervenire con misure a tutela della salute umana, come il blocco delle auto.

La ricerca è stata commissionata all'Arpa della Lombardia dal procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato e dal sostituto Giulio Benedetti nell'ambito dell'inchiesta sullo smog, aperta nel 2009 dopo due esposti del Codacons, in cui viene contestata la contravvenzione dell'articolo 674 del codice penale (getto pericoloso di cose) e vede indagati anche il presidente della Regione Roberto Formigoni, l'ex presidente della Provincia Filippo Penati e il sindaco Letizia Moratti.

Tra marzo e aprile, i tecnici hanno installato centraline di monitoraggio in sei stazioni della metrò, due per ciascuna linea. Il massimo di Pm10 è stato registrato nelle fermate della linea gialla Duomo e Crocetta con, rispettivamente, 249 e 267 microgrammi di media e punte di 299 e i 327. Lì l'aria resta inquinata anche di notte, visto che il valore non scende mai sotto una media di 144 e 83. Situazione meno difficile in altre stazioni: la migliore qualità dell'aria è stata rilevata a Porta Venezia (rossa) con 44 di minimo, media di 94 e punte di 163. Nello stesso periodo, la centralina esterna del Verziere rilevava una media tra 32 e 37 microgrammi, mentre un mese prima la punta massima di 121 veniva raggiunta in via Senato.

I numeri variano perché sono legati a fattori diversi, a partire dalla conformazione delle stazioni e dei tunnel: più sono stretti, minore è il ricambio d'aria, maggiore è l'accumulo di Pm10; al minimo al sabato e alla domenica e durante la notte, i picchi si raggiungono nelle ore diurne quando c'è il maggiore passaggio di treni. Dalle analisi è emerso che il Pm10 della Mm è composto principalmente da metalli e da ossidi di metalli provenienti dall'usura dei freni dei treni, delle rotaie e dei fili elettricità, ma sono state trovate anche tracce dei detergenti usati per le pulizie. Tra le possibili soluzioni individuate dai tecnici ci sono freni elettrici e ruote di gomma per i treni e condizionatori d'aria nelle stazioni, anche se è da valutare se questi interventi siano economicamente e tecnicamente convenienti. Suggerimenti che Cerrato, capo del pool dei magistrati che si occupano di reati legati all'inquinamento, ha "girato" a sindaco, Atm e Asl.

I dati dell'Arpa confermano che il panorama internazionale, anche se non possono essere messi a confronto con quelli di altri studi per la diversità dei metodi di ricerca. Se a Hong Kong e Città del Messico il Pm10 indoor risulta inferiore a quello esterno, a Berlino, Boston, Helsinki, Londra, New York, Parigi, Stoccolma, Shangai e Il Cairo i numeri ricalcano quelli dell'Arpa. A Parigi, dove le carrozze hanno ruote di gomma, la media nella stazione Chatelet della linea 4 è stata di 103. Una ricerca realizzata a New York ha rivelato una presenza doppia di metalli come ferro e cromo sugli studenti che prendono la metro per il percorso casa-scuola. A Berlino, i valori nei treni sono risultati superiori di 3,4 volte a quelli misurati all'interno di un'automobile che faceva lo stesso percorso.

Giuseppe Guastella

10 dicembre 2010

 

 

2010-12-09

Sono stati accerchiati da una ventina di manifestanti con volto coperto e con bastoni

Rifiuti, a Terzigno torna la tensione

Bruciati due autocompattatori

Ignoti appiccano le fiamme al portone del comune di Boscoreale

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MILANO - Sale la tensione a Terzigno, dove i comitati antidiscarica non hanno mai abbandonato il presidio della cosiddetta rotonda di via Panoramica e dove le "Mamme vulcaniche" preannunciano altre iniziative. Alle 4.30 di mercoledì mattina, due autocompattatori, dopo aver conferito rifiuti nell'ex cava Sari, all'altezza della rotonda, sono stati accerchiati da una ventina di manifestanti con volto coperto e con bastoni; il gruppo ha costretto gli autisti a consegnare le chiavi dei mezzi, e poi vi ha dato fuoco. Uno dei camion proveniva da Massa di Somma e un altro da San Sebastiano al Vesuvio. Sono in corso le indagini della polizia.

Una veduta aerea di Cava Vitiello, dove dovrebbe sorgere la seconda discarica di rifiuti nell'area del Parco Nazonale del Vesuvio (Salvatore La Porta)

Una veduta aerea di Cava Vitiello, dove dovrebbe sorgere la seconda discarica di rifiuti nell'area del Parco Nazonale del Vesuvio (Salvatore La Porta)

BOSCOREALE - A pochi chilometri di distanza, ignoti hanno tentato di bruciare il portone del Comune di Boscoreale (Napoli) riuscendovi in parte: l'ingresso del Municipio è infatti visibilmente danneggiato dall'incendio appiccato alle 4,30 di mercoledì mattina. Un drappello della polizia municipale ed alcuni pescivendoli che avevano aperto il negozio sono intervenuti riuscendo a spegnere le fiamme che stavano lambendo il balcone al primo piano del Comune. Probabilmente qualcuno ha dato fuoco a copertoni intrisi di benzina. Il Comune di Boscoreale è finito nel mirino di una parte dei manifestanti antidiscarica di Terzigno che chiedono l'adozione di un'ordinanza che vieti il passaggio sul territorio comunale dei camion diretti alla discarica di Cava Sari, fonte di disagi per i miasmi che provengono dal sito e per l'inquinamento che sarebbe prodotto all'ambiente. L'incendio al portone del Comune è l'epilogo di una notte di forti tensioni tra manifestanti e forze dell'ordine nel corso della quale è stato anche dato fuoco a due compattatori che avevano sversato i rifiuti nella discarica.

Redazione online

08 dicembre 2010

 

 

Rifiuti L' emergenza Il reportage In volo con un elicottero sull' area napoletana. A Pianura la scoperta di un sito non autorizzato. Legambiente: lo denunciamo alla procura

"Rifiutopoli" dall' alto Camion bloccati e sversatoi abusivi

Monti di ecoballe e la voragine di Cava Vitiello

VOLO ACERRA-TERZIGNO - Si apre di colpo come un' unghiata bianca nel verde dei pini, dove non dovrebbe stare. Il nostro elicottero si abbassa verso la cava clandestina, i detriti grigiastri, i sacchi di plastica a cascata, appena sotto le case di Pianura. "Quaggiù ci sono tonnellate di rifiuti, domani portiamo la denuncia in Procura", strilla Michele Buonomo, sovrastando il rumore delle pale. Siamo partiti da Acerra, da quel termovalorizzatore blu e acciaio a nord di Napoli che un po' funziona e un po' no, e tanti guai sta tirando addosso alla città. Nella pioggia di un' altra giornata senza risposte, puntiamo su Terzigno e sul parco del Vesuvio, il teatro delle ultime guerriglie tra Stato e comunità che si sentono marginali e sono decise a difendere con la rivolta la loro nuda vita e una condizione di cittadinanza ormai azzoppata. Ma la prima sorpresa sta qua, appena dopo il grande cratere degli Astroni, il parco adagiato per mezzo secolo accanto al sito più velenoso della regione, contrada Pisani, un tiro di schioppo da Napoli. "Pianura è stata per decenni lo sversatoio di tutta la Campania, quella stessa Campania che oggi dice: non vogliamo i rifiuti dei napoletani, se li tengano loro. Qui la camorra ci ha sguazzato", spiega Buonomo, che è presidente di Legambiente e ci accompagna in questo volo su rogge e grotte, cave e campagne violentate da decenni di subcultura prima dei clan cutoliani e poi delle dinastie casalesi, devastate da padroncini della politica e del mattone, dal ciclo delle costruzioni che diventa subito abuso edilizio e spiana la strada al saccheggio delle terre e delle coscienze. L' ultimo atto del saccheggio sta qui, sotto il nostro elicottero, ed è un ennesimo paradosso: perché quasi tre anni fa questa gente ha fatto le barricate per impedire la riapertura della discarica che dal 1953 al 1996 ha ingoiato, assieme ai rifiuti legali, cadmio e arsenico, piombo, idrocarburi e scorie delle fabbrichette del Nord, e che è tuttora al centro di indagini per troppe morti sospette; la discarica abusiva che sorvoliamo è in fondo la negazione di tutte le lotte e di tutte le inchieste: è la resa. In un bel saggio curato da Antonello Petrillo ("Biopolitica di un rifiuto"), un vecchio della zona raccontava così la sua vita, ad aprile 2008: "Sono cinquant' anni che mangiamo verdure e animali contaminati. Nessuno si è mai sforzato di comprendere le nostre ragioni. Mi sento un rifiuto". C' è chi ancora si sforza di renderlo un rifiuto per gli anni che verranno. "Qui qualcuno s' è affittato i terreni per far scaricare la roba... dobbiamo ricostruire la posizione esatta e andare dai pm", dice adesso Buonomo. Nelle terre dei veleni ogni metro quadrato si tira dietro uno strascico giudiziario, un' ombra di morte. Partiamo da Acerra e, accanto al camino del termovalorizzatore, ecco la vecchia ciminiera biancorossa della "Montefibre". A luglio 2006 un decreto dichiarò il territorio a elevato tasso di inquinamento da diossina. Ora dall' alto si vedono tre grandi parallelepipedi di ecoballe stoccate lì quando l' impianto ancora funzionava al pieno delle sue 1.950 tonnellate al giorno; doveva essere una faccenda temporanea, ma qui tutto ciò che è temporaneo diventa permanente. Il destino delle ecoballe era chiaro da un pezzo. Nel 2004 il commissario straordinario Catenacci spiegava in un' audizione: "La Campania è sommersa di ecoballe. Quando i termovalorizzatori entreranno in funzione ci saranno otto milioni e mezzo di ecoballe giacenti nei vari siti". E il prefetto Pansa nel 2007: "Non sappiamo cosa farne... ci stiamo scervellando per capire come trattarle però continuiamo a produrle". Sarebbero oro, se solo esistessero impianti adeguati a bruciarle, se solo si sapesse cosa diavolo contengano davvero (l' Unione europea sospetta siano farcite da una buona dose di veleni). Adesso le ecoballe sparse in queste campagne sono una specie di monumento all' orrore, come per tanti anni è stato il castello Mediceo di Ottaviano, acquistato dalla famiglia di don Raffaele Cutolo e sede praticamente ufficiale della Nuova Camorra Organizzata. Ci voliamo sopra, lasciandoci dietro un rosario di mini-discariche e puntando verso Terzigno. Cava Vitiello, bloccata dal governo, è una voragine vuota che forse mai verrà riempita. Cava Sari, che dall' alto ha la bizzarra forma di un cuore prolassato verso un ventricolo, funziona. E si sente: sei scavatrici versano terra sui rifiuti, ma ci vuol altro che terra. Si fa presto a prendersela con la gente di qui e con la sua palese sindrome di nimby (non nel mio cortile): il tanfo avvelenato sale fino ai duecento metri dove volteggia l' elicottero. Le prime case sono a nemmeno mezzo chilometro dalla voragine, dopo i pini. Anche qui i segni degli abusi edilizi anticipano gli sfregi generati da un ciclo dei rifiuti in agonia. "Ci siamo battuti una vita contro le discariche camorriste sul Vesuvio, per farci un parco: metterci adesso una discarica è come dire che aveva ragione la camorra", sbotta Buonomo coi suoi 35 anni di lotte alle spalle. Lo stesso odore malato di Terzigno si coglie a Chiaiano, nord di Napoli, sulla discarica di Cava del Poligono, dove un anno fa dissotterrarono cumuli di eternit abbandonati da qualche manina criminale. Ma bisogna arrivare nel cielo sopra Giugliano, e sopra Taverna del Re, per contemplare l' implosione del sistema. All' impianto di Giugliano stanno in fila pigramente dodici camion che portano spazzatura di Napoli: non tutti entreranno, tutti lo sanno, tutti gli autisti prenderanno gli straordinari per il viaggio inutile. L' impianto dovrebbe produrre "cdr" (combustibile derivato da rifiuti) ma produce "stir" (una specie di "cdr" di peggiore qualità): sembra lana caprina, ma di questa lana è intessuto il disastro napoletano. Ci sono sette impianti così, qua attorno, e per lo più sono intasati da 61 mila tonnellate di immondizia che non si riesce a incenerire e che altre Regioni hanno gentilmente rifiutato: per questo vanno a rilento. Nel tempo, le ecoballe non smaltite si sono mangiate a Taverna del Re 600 ettari di aree agricole, in cinque chilometri quadrati le discariche sono una trentina. Da lontano, decine di pile di ecoballe stoccate, alte cinque metri e coperte di neri teli di plastica incatramata, sembrano il ciclopico monumento a un faraone megalomane. Comunicano morte, forse non solo per metafora: nell' assenza di controlli la cultura di morte è contagiosa. Qui accanto c' è un grande campo rom. Sui fuochi sempre accesi si bruciano copertoni, computer, trasformatori, rifiuti speciali. A distanza di due mesi, due bambini sono stati uccisi da malattie respiratorie. Ma il fumo continua ad alzarsi nella campagna, come niente fosse successo. Goffredo Buccini RIPRODUZIONE RISERVATA **** Le cifre Per le strade La situazione a Napoli resta critica con una giacenza ieri di circa 2.700 tonnellate di rifiuti per strada. Duecento in meno rispetto a due giorni fa. Ma a cui vanno sommate le ulteriori 8.000 tonnellate, distribuite su ampie porzioni del territorio campano I tempi "Abbiamo impianti di smaltimento con una capienza minore rispetto ai rifiuti che vengono prodotti. Per realizzare gli impianti intermedi serviranno non meno di dodici mesi, per impianti finali ne occorreranno circa trentasei", così ha detto ieri il governatore Stefano Caldoro **** 600 Ettari di aree agricole ora occupati dai cumuli di ecoballe

Buccini Goffredo

Pagina 14

(26 novembre 2010) - Corriere della Sera

 

 

 

 

 

2010-11-25

Rifiuti, rilievi del Quirinale al decreto

E Palazzo Chigi lo modifica

Napolitano chiede all'esecutivo chiarimenti prima di firmare il testo. Fra questi le funzioni e i poteri dei governatori. In serata il governo comunica di aver risposto rimettendo mano al testo. Il Colle precisa: "Notizie riferite in termini impropri e parziali". Berlusconi arriva a Napoli

Rifiuti, rilievi del Quirinale al decreto E Palazzo Chigi lo modifica

ROMA - Mancanza di alternative idonee alla cancellazione delle discariche e l'impossibilità di assegnare le funzioni e i poteri di sottosegretario ai commissari che dovranno occuparsi della realizzazione dei termovalorizzatori. Sarebbero questi, secondo quanto si apprende da fonti governative, alcuni dei rilievi mossi dal Quirinale sul decreto rifiuti approvato dal governo 1. Il Colle, sempre secondo le stesse fonti, nei chiarimenti richiesti avrebbe anche sottolineato che il provvedimento andrebbe a danneggiare la provincia di Napoli, consentendo ai Comuni di continuare a gestire il ciclo di raccolta e trasporto dei rifiuti. Ma poco dopo una nota del Quirinale precisa che le notizie sui rilievi sul provvedimento rifiuti "sono state riferite da altre fonti in termini impropri e parziali". E comunque in serata fonti di Palazzo Chigi rendono noto che è stata inviata una risposta ai rilievi del Quirinale e che contiene alcune modifiche al decreto sia sui poteri del governatore della Campania che sulle nuove aree di stoccaggio.

Ma andiamo con ordine. Sarebbero diversi i chiarimenti chiesti dal Quirinale al decreto del governo, un provvedimento di 4 articoli arrivato al Colle sei giorni dopo 2 l'approvazione del Cdm. In particolare, sempre secondo fonti governative, gli uffici legali di Napolitano avrebbero sottolineato

che si sarebbe proceduto alla cancellazione di tre delle discariche previste dalla legge 123 (cava Vitiello a Terzigno, Valle della Masseria a Serre e Andretta) senza individuare alternative idonee dove trasferire i rifiuti. Inoltre il provvedimento non conterrebbe misure adeguate per ottenere effetti positivi immediati sulla situazione, come invece richiederebbe la "necessità e l'urgenza" alla base del decreto.

Un altro chiarimento chiesto dal Colle, sempre secondo quanto si apprende da fonti governative, sarebbe relativo all'articolo che proroga fino al 31 dicembre 2011 la possibilità per i Comuni di gestire le attività di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti. Un articolo che, così come è stato scritto, andrebbe a penalizzare la provincia di Napoli, cui per legge dalla fine di quest'anno spetterebbe la competenza. Altri dubbi il Quirinale li avrebbe sollevati in merito all'attribuzione delle funzioni di sottosegretario ai commissari che dovranno realizzare i termovalorizzatori. Funzioni che consentono di agire in deroga alle normali procedure e che eventualmente potrebbero essere assegnate dopo la dichiarazione dello stato di emergenza.

 

In serata la risposta. Dalle anticipazioni fornite da Palazzo Chigi, il governo ha rimesso mano alla parte sul raccfordo tra il presidente della Regione Campania, Caldoro, e i presidenti delle Regioni. In particolare la parte del decreto in cui c'è scritto che il presidente Caldoro nomina i commissari sui rifiuti "in raccordo con le Province" verrebbe modificata in "sentite le Province". E dal testo del provvedimento sarebbe stato stralciato il comma 9, quello sulle "nuove aree di stoccaggio". Infine l'annuncio di una nuova visita di Berlusconi a Napoli: sarà domani alle 17 in Prefettura.

(25 novembre 2010)

 

 

2010-11-24

Parla l'esperto del dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di sanità

Acqua, troppo arsenico dal rubinetto

"I comuni rispettino le norme Ue"

Un centinaio, quasi tutti nel Lazio, dovranno adeguarsi a 20 microgrammi per litro

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Un centinaio, quasi tutti nel Lazio, dovranno adeguarsi a 20 microgrammi per litro

(Ansa)

(Ansa)

ROMA - "Nessuna emergenza legata all’acqua di rubinetto. La situazione è sotto controllo e non ci sono rischi per la salute". Massimo Ottaviani, esperto del dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di sanità, ridimensiona l’allarme causato da concentrazioni di arsenico superiori ai livelli stabiliti dall’Ue nelle acque di alcuni Comuni italiani, un centinaio, quasi tutti nel Lazio. Martedì il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha annunciato di aver trasmesso alle amministrazioni che hanno sforato i limiti una circolare dove si comunica che l’Ue ha respinto la richiesta di deroga. Tutti dovranno rispettare il limite di 20 microgrammi di arsenico per litro (quello indicato nella normativa è di 10 microgrammi, dunque è stato concesso un innalzamento).

Dottor Ottaviani cosa succede adesso?

"I Comuni che hanno concentrazioni superiori ai 20 microgrammi dovranno rientrare nella norma secondo i piani presentati al momento di chiedere la deroga. Questo risultato si può raggiungere con interventi tecnologici, attraverso la miscelazione di altre acque o con trattamenti specifici. L’arsenico per fortuna è facilmente eliminabile".

In attesa di raggiungere gli obiettivi del piano di rientro che provvedimenti dovrebbero attuare i Comuni che hanno sforato?

"Dovrebbero vietare l’uso alimentare di acqua di rubinetto. Avvertire i cittadini di non berla. Chiariamo subito però che si tratta di una precauzione. Perché il consumo di acqua con concentrazione di arsenico superiori ai limiti previsti, se riguarda periodi limitati, non è pericoloso. Non c’è rischio per la salute".

Ma se l’Ue indica dei limiti qualche motivo ci sarà...

"La direttiva europea quando stabilisce il limite di 10 microgrammi per litro si riferisce a un consumo quotidiano e per tutta la vita".

Perché certe acque comunali contengono arsenico?

"L’arsenico è uno degli elementi caratteristici del suolo di origine vulcanica. È una presenza geologica quindi non dovuta all’intervento dell’uomo. Quando passa attraverso la roccia l’acqua trasporta con se questi elementi".

Perché il ministero ha richiesto per questi Comuni ben tre deroghe?

"È una procedura consentita dalla direttiva europea. L’ultima richiesta prevedeva il parere dell’Ue che in questo caso ha negato la deroga".

È vero che sono circa un milione i cittadini che potrebbero consumare acqua all’arsenico?

"Non mi risulta. In realtà sono qualche centinaia di migliaia. Non bisogna perdere la calma. Invece…"

Invece?

"Si è diffuso un allarme sproporzionato. Pensi, i responsabili dei servizi acqua di alcuni Comuni mi hanno chiamato per sapere se con acque del genere ci si può lavare. Ma certo. Mica è veleno".

Margherita De Bac

23 novembre 2010

 

 

 

LIMITI SUPERATI IN 128 COMUNI D'ITALIA

Acqua all'arsenico, abolita deroga 50 mg

Il ministro della Salute Fazio dopo la bocciatura: stiamo avvertendo le Regioni coinvolte, dovremo fare un piano

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Il ministro Fazio (Ansa)

Il ministro Fazio (Ansa)

ROMA - Il ministero della Salute sta avviando alle Regioni la comunicazione che abolisce la deroga che portava a 50 milligrammi per litro la concentrazione massima di arsenico nelle acque destinate al consumo. La decisione arriva dopo la bocciatura dell'Unione europea alla deroga. Un no che elenca i 128 comuni d'Italia in cui i limiti sarebbero stati ampiamente superati (Leggi il documento integrale).

IL MINISTRO - Ora, ha spiegato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, sarà necessario fare un piano con le Regioni. L'ordinanza di deroga era stata fatta, ha riferito il ministro, "perché si prevedeva che non ci fosse alcun parere negativo da parte della Comunità europea". Il limite, ha ancora ricordato il ministro, era fissato a 10 milligrammi per litro e l'ordinanza lo aveva portato a 50, ora la Comunità europea indica l'opportunità di non superare i 20 milligrammi.

Redazione online

23 novembre 2010

 

 

 

INQUINAMENTO

Acque all'arsenico: l'Ue chiude

i rubinetti di 128 Comuni italiani

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Rubinetti a rischio in 128 comuni della penisola (Ansa)

Rubinetti a rischio in 128 comuni della penisola (Ansa)

ROMA - Il "niet" giunto dall’Unione Europea è tassativo: niente deroga all’ innalzamento dei limiti chiesti dall’Italia sulla concentrazione di arsenico nelle acque a uso alimentare. Perchè in taluni casi possono provocare malattie, perfino l'insorgere del cancro. Scatta ora una guerra contro il tempo per evitare che a casa di migliaia di famiglie i rubinetti possano restare chiusi a seguito di una possibile raffica di ordinanze.

Sono ordinanze richieste da Bruxelles, che potrebbero proibire l’uso potabile dell'acqua. L’intimazione indirizzata il 28 ottobre al ministero della Salute dall’Ufficio Ambiente della Ue apre un pesantissimo problema sanitario in 128 comuni dello Stivale divisi tra 5 regioni.

Centrale di filtraggio di un acquedotto (Newpress)

Centrale di filtraggio di un acquedotto (Newpress)

LE CITTA’ IN EMERGENZA - In testa c’è il Lazio, con 91 città e borghi (sparsi tra le provincie di Roma, Latina e Viterbo) dove i sindaci, a meno di soluzioni miracolose dell’ultimo istante, potrebbero essere costretti a firmare un provvedimento per vietare di bere l’acqua.

Nell’elenco - pubblicato da Corriere.it - seguela Toscana, con 16 località; altre 10 sono in Trentino, 8 in Lombardia e 3 in Umbria. Tutte con lo stesso problema: negli acquedotti c’è una concentrazione elevata di arsenico, talvolta con valori massimi di 50 microgrammi per litro mentre la legge ne consente al massimo 10. Quantitativi che sarebbero fuori norma – ha spiegato l’Italia in un dossier spedito alla Ue - per cause "naturali": in qualche modo originati da stratificazioni geologiche di origine lavica, come nel caso dei Castelli Romani e del Viterbese.

LA UE: POSSIBILE RISCHIO CANCRO - Giustificazioni inascoltate però dall’Unione Europea che – accogliendo il ricorso solo per i meno preoccupanti borio e fluoruro - non vuole più, nelle acque potabili, quelle cifre superiori ai 10 microgrammi di arsenico per litro. Il motivo è che "valori di 30, 40 e 50 microgrammi" possono determinare "rischi sanitari, in particolare talune forme di cancro". Ecco perché le deroghe, soltanto per tempi limitati, possono essere richieste sino a concentrazioni di 20 microgrammi per litro.

Distribuzione di acqua potabile in un comune lombardo (Newpress)

Distribuzione di acqua potabile in un comune lombardo (Newpress)

IN DIFFICOLTA’ 250 MILA FAMIGLIE - A febbraio l’Italia – che ha recepito le direttive comunitarie in una legge sulle acque potabili in vigore dal 2001 - ha chiesto di innalzare i limiti consentiti temporaneamente, appunto, a 50. Ma la Ue ha bocciato la domanda facendo esplodere un problema che, stando al documento ufficiale indirizzato al ministero della Salute, riguarda i rubinetti di circa 250 mila famiglie.

Ad essere coinvolte sono grandi capoluoghi e paesi di poche decine di anime: per restare al Lazio, gli "utenti interessati" a Latina sono 115.490, ad Aprilia 66.624, a Viterbo 62.441 e poi ancora 10 mila ad Albano e 18 mila a Sabaudia. In Toscana acque a rischio in località vacanziere come Piombino, Cecina, Porto Azzurro e Porto Ferraio, ma anche Foiano della Chiana, Montevarchi, Campo nell'Elba, Rio Marina, San Vincenzo. Problemi anche a Orvieto in Umbria, mentre a Solda di Fuori, in Alto Adige, sono "solo" 25 gli abitanti che potrebbero ritrovarsi senz’acqua.

Arriva l'acqua potabile in un centro del Bresciano

Arriva l'acqua potabile in un centro del Bresciano

ANCHE IN LOMBARDIA E TRENTINO - Acque non salubri vengono identificate nella tabella del documento Ue nelle province di Mantova (Marcaria, Roncoferraro, Viadana), Sondrio (Valdidentro e Valfurva) e Varese (Maccagno, Sesto Calende, Dumenza). Il comune di Cava Manara, in passato con problemi, ora ha acque "perfettamente potabili" grazie all’apertura di nuovi pozzi. In Trentino, risultano non a norma le acque di Laste/Cantanghel, Canal San Bovo, Fierrozzo, Frassilongo.

Quanto alla Campania, 14 comuni - non gravati dall'allarme arsenico - hanno ottenuto la deroga per ciò che riguarda il floruro: si tratta di Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, S. Anastasia, San Giorgio a Cremano, S. Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre del Greco, Volla.

ALLERTATE LE PREFETTURE - Quel che succederà adesso ancora non è chiaro. Contatti frenetici sono in corso tra il ministero della Salute e gli assessorati all’Ambiente delle Regioni coinvolte. Dove il problema è più sentito - appunto come nel Lazio - Asl e Comuni interessati al possibile divieto si sono incontrati per delineare una strategia comune, allertando anche le Prefetture. E’ stato chiesto un pronunciamento all’Istituto superiore di sanità per stabilire le linee guida cui dovranno attenersi le autorità mentre la Regione ha preparato una specie di vademecum che presto sarà distribuito presso scuole, uffici pubblici, ospedali, aziende.

(foto Newpress)

(foto Newpress)

"FILTRI" NEGLI ACQUEDOTTI - In sostanza: dovrà essere data la massima informazione all’utenza riguardo la nuova regolamentazione. Poi la responsabilità passerà ai sindaci che dovranno valutare se firmare le ordinanze di divieto. Nel frattempo Acea, Regione e Commissariato alle acque potabili stanno sistemando delle specie di "filtri" per abbassare la presenza dell’ arsenico e miscelare acque provenienti dagli acquedotti come quello del Simbruino – prive di arsenico – con quelle raccolte dai pozzi, i principali accusati per i valori fuori norma.

LA SOLUZIONE DEPURATORE DOMESTICO - "Provvedimenti allo studio da tempo – è l’assicurazione giunta al termine della riunione –, ma che adesso devono essere accelerati per via della normativa Ue che nessuno si aspettava così immediata". In questa situazione convulsa non manca chi si arrangia da sé, tanto che nei dintorni di Frascati, a sud di Roma, un consorzio di cittadini ha pensato bene di comperare un depuratore per l’arsenico.

Alessandro Fulloni

22 novembre 2010(ultima modifica: 23 novembre 2010)

 

 

2010-11-17

PAVIA - maxi operazione "Dirty Energy" a cura del corpo Forestale

Traffico illecito di rifiuti: sequestrato l'impianto della Riso Scotti Energia

Ai domiciliari anche Giorgio Radice, presidente del consiglio di amministrazione

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Sigilli all'impianto Riso Scotti Energia (Milani)

Sigilli all'impianto Riso Scotti Energia (Milani)

MILANO - L’impianto di coincenerimento Riso Scotti Energia S.P.A., una delle società della galassia del gruppo Riso Scotti, nel Comune di Pavia, è stato posto sotto sequestro: utilizzava nella produzione di energia elettrica e termica, oltre agli scarti biologici della lavorazione del riso (lolla), anche rifiuti misti di varia natura - legno, plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane ed industriali ed altri materiali misti - che per le loro caratteristiche chimico fisiche superavano i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti - cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo ed altri - previsti dalle autorizzazioni. Il presunto traffico illecito di rifiuti, scoperto dal Corpo Forestale, ha generato un giro d’affari di circa 30 milioni di euro nel solo periodo 2007-2009 e ha portato al sequestro dell’impianto di coincenerimento della Riso Scotti Energia a Pavia, situato in via Angelo Scotti e di più di 40 mezzi, all’arresto di 7 persone ed alla esecuzione di 60 perquisizioni. Ai domiciliari anche Giorgio Radice, presidente del consiglio di amministrazione della Riso Scotti Energia. Questo il risultato della maxi operazione "Dirty Energy", frutto di un anno e mezzo di accurate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pavia – diretta dal procuratore capo Gustavo Adolfo Cioppa – e condotte dai sostituti Roberto Valli, Luisa Rossi e Paolo Mazza.

40 MILA TONNELLATE DI RIFIUTI - Dalle indagini svolte è stato possibile accertare il coinvolgimento di diversi impianti di trattamento dei rifiuti provenienti dal circuito della raccolta urbana, dall’industria e da altre attività commerciali dislocati in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, impegnando oltre 250 Forestali su tutto il territorio. L’ingresso delle circa 40.000 tonnellate di rifiuti gestiti illecitamente dalla Riso Scotti Energia S.p.A. veniva reso possibile ed apparentemente regolare attraverso la falsificazione dei certificati d’analisi, con l’intervento di laboratori compiacenti e con la miscelazione con rifiuti prodotti nell’impianto, così da celare e alterare le reali caratteristiche dei combustibili destinati ad alimentare la centrale. Oltre al traffico illecito di rifiuti e alla redazione di certificati di analisi falsi si ipotizza una frode in pubbliche forniture e una truffa ai danni dello Stato, visto che tali rifiuti non potevano essere utilizzati in un impianto destinato alla produzione di energia da fonti rinnovabili che ha goduto di pubbliche sovvenzioni. L'inchiesta è stata sviluppata dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Pavia del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con personale della Polizia di Stato - Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Milano e Direzione Centrale Anticrimine di Roma.

LOLLA DI RISO MISCELATA CON POLVERI - Tra i materiali combustibili impiegati c'era anche la lolla di riso, proveniente dall’adiacente riseria e convogliata nell’impianto sequestrato dalla Forestale attraverso una condotta aerea. La lolla veniva frequentemente miscelata, all’interno dell’impianto, con polveri provenienti dall’abbattimento dei fumi, fanghi, terre dello spazzamento strade ed altri rifiuti conferiti da ditte esterne. A seguito della miscelazione, la lolla perdeva le caratteristiche di sottoprodotto e diventava un rifiuto speciale, anche pericoloso, che non poteva più essere destinato alla produzione di energia pulita, ma avrebbe dovuto essere smaltito presso impianti esterni autorizzati. Gli accertamenti eseguiti hanno permesso di accertare che ingenti quantitativi di lolla di riso, anche di quella miscelata con i rifiuti, sono stati venduti illecitamente ad altri impianti di termovalorizzazione, ad industrie di fabbricazione di pannelli in legno e ad aziende agricole ed allevamenti zootecnici (pollame e suini) - dislocati in Lombardia, Piemonte e Veneto - che la utilizzavano per la formazione delle lettiere per gli animali.

INQUINAMENTO DELL'ARIA - Tenuto conto della miscelazione con i rifiuti, l’incenerimento della lolla all’interno dell’impianto Riso Scotti Energia S.p.A., molto vicino alla città di Pavia, pone seri interrogativi sul probabile superamento dei limiti imposti per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, e di conseguenza sulla qualità dell’aria. In questo modo, si traevano illeciti vantaggi sia dalla vendita della lolla di riso come sottoprodotto, sia dal risparmio sui costi di smaltimento dei rifiuti prodotti dall’impianto, che periodicamente venivano miscelati alla lolla di riso, sia dalla vendita di energia allo Stato a prezzo vantaggioso.

Redazione online

17 novembre 2010

 

 

 

2010-11-08

per l'emergenza rifiuti di due anni fa

"Epidemia colposa": Iervolino indagata

Procura di Napoli sulla crisi del 2008: 36 gli avvisi notificati anche a numerosi sindaci, a Pansa e Bassolino

Rosetta Iervolino

Rosetta Iervolino

NAPOLI - "Epidemia colposa e omissione in atti d'ufficio". Queste le accuse contestate dalla Procura di Napoli a 36 indagati, tra cui il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, l'ex governatore Antonio Bassolino, l'ex prefetto di Napoli, Alessandro Pansa (questi ultimi due in qualità di ex commissari all'emergenza rifiuti) e numerosi sindaci della provincia. L'inchiesta, di cui è titolare il pm Francesco Curcio, si riferisce alla precedente emergenza rifiuti, tra la fine del 2007 e il 2008. In particolare, il magistrato contesta agli indagati la mancanza di adeguate misure di prevenzione per la presenza di enormi cumuli di spazzatura in strada, probabile causa di infezioni.

"AUMENTO DI MALATTIE" - Il pm Curcio, della sezione reati contro la pubblica amministrazione, aveva chiesto la consulenza di un collegio di esperti, composto da un medico legale e due epidemiologi. Le patologie di cui si è riscontrato un picco, nel periodo "incriminato", riguardano infezioni di carattere cutaneo e gastroenteriti virali. Per effettuare questa consulenza, i tre perditi hanno contattato rivenditori all'ingrosso di farmaci e farmacisti e hanno verificato un abnorme aumento della distribuzione e della vendita di farmaci specifici. I periti, peraltro, ritengono che ci sia uno stretto rapporto tra queste infezioni e la permanenza per strada dei rifiuti (lasciati a marcire senza neppure la precauzione di un po' di calce viva). Dai controlli sull'aria e sugli alimenti, infatti, non sono emersi valori fuori norma.

Titti Beneduce

08 novembre 2010

 

 

2010-10-27

BRINDISI

La Procura ferma il Petrolchimico

Quelle torce inquinano l'ambiente

Scatta il sequestro della Digos: notificati 2 decreti

preventivi alle società Polimeri Europa (Eni) e Basell

Petrolchimico di Brindisi

Petrolchimico di Brindisi

BRINDISI - La Digos di Brindisi ha notificato alle direzioni aziendali di Polimeri Europa (del gruppo Eni) e di Basell, le due principali società insediate nel Petrolchimico di Brindisi, decreti preventivi di sequestro emessi dal gip Paola Liaci su richiesta del pm Antonio Negro, che da due anni coordina le indagini sui ripetuti incidenti e malfunzionamenti del sistema di sicurezza di alcuni impianti, soprattutto del cracker della stessa Polimeri Europa. I sequestri riguardano le sette torce di sicurezza in cui vengono dirottati gas e materie prime in caso di black-out o comunque di avarie o blocchi al ciclo di lavorazione. Ciò comporterà la fermata dell’intera fabbrica, dove – i dati sono del 2008 – lavorano circa 110 unità, 300 delle quali dell’indotto, mentre 120 circa sono quelli di Basell, poco più di 100 quelli della centrale termoelettrica a gas Enipower che tuttavia è esclusa dai provvedimenti, e il resto sono personale principalmente di Polimeri Europa, Syndial e Chemgas.

GLI INDAGATI - Sono quattro le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta: si tratta di dirigenti e responsabili delle due aziende. Tre le accuse rivolte ai quattro responsabili delle due società che operano nel petrolchimico: getto di rifiuti (nel caso specifico di rifiuti gassosi), emissione in atmosfera senza autorizzazioni ed emissioni in ambiente di sostanze pericolose. Le società interessate hanno fornito invece indicazioni opposte sostenendo l’eccezionalità delle accensioni dovute a motivi di sicurezza. Dagli accertamenti della Digos è emerso che per le emissioni non esistono monitoraggi in grado di indicare quale prodotto e quanto finisse nelle torce. Tutto questo nonostante l’Arpa regionale abbia fatto rilievi sul territorio a seguito degli episodi segnalati. Sulle torce, infatti, non ci sono sistemi di rilevamento capaci di fornire questo tipo di indicazione.

LA SVOLTA - E' giunta dunque a una svolta l’indagine avviata dalla Digos subito dopo il più esteso degli incidenti avvenuto negli ultimi due anni, quello della sera del 17 agosto 2008 quando un corto circuito in una sottostazione della centrale termoelettrica a gas di Enipower, che smista parte dell’energia alle altre aziende insediate nel Petrolchimico, fu la causa del black-out di 15 minuti che fece scattare il blocco automatico degli impianti. Due sbarre di alimentazione entrate in contatto provocarono l’interruzione nell’erogazione. Il sistema di sicurezza degli impianti allora deviò il propilene – circa 50 o 60 tonnellate – utilizzato come materia prima per le lavorazioni, nei bruciatori di una candela di Polimeri Europa e di una nuova candela a raso di Basell, sviluppando fiammate alte alcune decine di metri. L'accensione di una delle torce fu il primo di una lunga serie di eventi che riguardarono però solamente Polimeri Europa e il suo impianto di cracking. Le rilevazioni dell’Arpa individuarono, in concomitanza delle accensioni di maggiore durata delle torce picchi di ricadute al suolo di sostanze cancerogene.

LA RELAZIONE - In particolare, un rapporto di 17 pagine dell’Arpa sull’incidente al Petrolchimico di Brindisi, avvenuto il 29 settembre 2008, sottolineò che alle 20, circa due ore dopo l’entrata in funzione della torcia di Polimeri Europa, le concentrazioni nell’aria di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) avevano raggiunto quota 38 nanogrammi per metro cubo, rispetto alle concentrazioni medie giornaliere di luglio e agosto dello stesso anno che non avevano mai superato i 3-4 nanogrammi; e che le polveri sottili avevano raggiunto alla centralina Sisri quota 81 (il limite è 50 microgrammi). La prima notizia dell’esistenza di una indagine arrivò nel febbraio del 2009. Nell’autunno 2008 invece le ripetute accensioni delle torce indussero la Provincia e l’allora presidente Michele Errico ad avviare un’ispezione in fabbrica, ma anche i vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi chiesero e ottennero un sopralluogo di una commissione del Comitato tecnico regionale. Illuminante sempre la relazione dell’Arpa sugli eventi del 2008, in cui furono presentati i dati di 11 monitoraggi di accensioni dal 21 giugno al 3 novembre di quell’anno, ma soprattutto in cui si rilevavano alcuni problemi cruciali.

LE ANOMALIE - La fabbrica non disponeva di sistemi di recupero gas in caso di malfunzionamenti, né di sistemi paralleli di alimentazione energetica in caso di interruzioni dell’erogazione di elettricità. Le torce di emergenza non erano dotate di flussometri per misurare quantità di gas e i tempi di smistamento, e questi sensori non erano previsti nella domanda di Autorizzazione integrata ambientale. Le relazioni tecniche trasmesse dalla Polimeri all’Arpa sugli eventi di accensione erano perciò "unicamente dati stimati e non misurati". Una situazione in cui la procura, per vederci chiaro, non solo incaricò gli uomini del vicequestore Vincenzo Zingaro di effettuare una seri di accertamenti di polizia giudiziaria e di acquisizione di documentazione, ma incaricò anche un super-esperto di svolgere un’accurata perizia sull’intero sistema e di emergenza e sugli impianti ad esso collegati. Relazione che è stata depositata alcune settimane addietro, e al momento è sfociata nel sequestro. Che comporterà la fermata, come già detto, dell’intera fabbrica. Ma la misura adotta dal gip Paola Liaci lascia alle due società Polimeri Europa e Basell la possibilità del riavvio della produzione se applicheranno ai sistemi sotto inchiesta gli accorgimenti tecnici indicati nella perizia.

Marcello Orlandini

26 ottobre 2010(ultima modifica: 27 ottobre 2010)

 

 

2010-10-26

BRINDISI

La Procura ferma il Petrolchimico

Quelle torce inquinano l'ambiente

Scatta il sequestro della Digos: notificati 2 decreti

preventivi alle società Polimeri Europa (Eni) e Basell

Petrolchimico di Brindisi

Petrolchimico di Brindisi

BRINDISI - La Digos di Brindisi ha notificato alle direzioni aziendali di Polimeri Europa (del gruppo Eni) e di Basell, le due principali società insediate nel Petrolchimico di Brindisi, decreti preventivi di sequestro emessi dal gip Paola Liaci su richiesta del pm Antonio Negro, che da due anni coordina le indagini sui ripetuti incidenti e malfunzionamenti del sistema di sicurezza di alcuni impianti, soprattutto del cracker della stessa Polimeri Europa. I sequestri riguardano le sette torce di sicurezza in cui vengono dirottati gas e materie prime in caso di black-out o comunque di avarie o blocchi al ciclo di lavorazione. Ciò comporterà la fermata dell’intera fabbrica, dove – i dati sono del 2008 – lavorano circa 110 unità, 300 delle quali dell’indotto, mentre 120 circa sono quelli di Basell, poco più di 100 quelli della centrale termoelettrica a gas Enipower che tuttavia è esclusa dai provvedimenti, e il resto sono personale principalmente di Polimeri Europa, Syndial e Chemgas.

GLI INDAGATI - Sono quattro le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta: si tratta di dirigenti e responsabili delle due aziende. Tre le accuse rivolte ai quattro responsabili delle due società che operano nel petrolchimico: getto di rifiuti (nel caso specifico di rifiuti gassosi), emissione in atmosfera senza autorizzazioni ed emissioni in ambiente di sostanze pericolose. Le società interessate hanno fornito invece indicazioni opposte sostenendo l’eccezionalità delle accensioni dovute a motivi di sicurezza. Dagli accertamenti della Digos è emerso che per le emissioni non esistono monitoraggi in grado di indicare quale prodotto e quanto finisse nelle torce. Tutto questo nonostante l’Arpa regionale abbia fatto rilievi sul territorio a seguito degli episodi segnalati. Sulle torce, infatti, non ci sono sistemi di rilevamento capaci di fornire questo tipo di indicazione.

LA SVOLTA - E' giunta dunque a una svolta l’indagine avviata dalla Digos subito dopo il più esteso degli incidenti avvenuto negli ultimi due anni, quello della sera del 17 agosto 2008 quando un corto circuito in una sottostazione della centrale termoelettrica a gas di Enipower, che smista parte dell’energia alle altre aziende insediate nel Petrolchimico, fu la causa del black-out di 15 minuti che fece scattare il blocco automatico degli impianti. Due sbarre di alimentazione entrate in contatto provocarono l’interruzione nell’erogazione. Il sistema di sicurezza degli impianti allora deviò il propilene – circa 50 o 60 tonnellate – utilizzato come materia prima per le lavorazioni, nei bruciatori di una candela di Polimeri Europa e di una nuova candela a raso di Basell, sviluppando fiammate alte alcune decine di metri. L'accensione di una delle torce fu il primo di una lunga serie di eventi che riguardarono però solamente Polimeri Europa e il suo impianto di cracking. Le rilevazioni dell’Arpa individuarono, in concomitanza delle accensioni di maggiore durata delle torce picchi di ricadute al suolo di sostanze cancerogene.

LA RELAZIONE - In particolare, un rapporto di 17 pagine dell’Arpa sull’incidente al Petrolchimico di Brindisi, avvenuto il 29 settembre 2008, sottolineò che alle 20, circa due ore dopo l’entrata in funzione della torcia di Polimeri Europa, le concentrazioni nell’aria di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) avevano raggiunto quota 38 nanogrammi per metro cubo, rispetto alle concentrazioni medie giornaliere di luglio e agosto dello stesso anno che non avevano mai superato i 3-4 nanogrammi; e che le polveri sottili avevano raggiunto alla centralina Sisri quota 81 (il limite è 50 microgrammi). La prima notizia dell’esistenza di una indagine arrivò nel febbraio del 2009. Nell’autunno 2008 invece le ripetute accensioni delle torce indussero la Provincia e l’allora presidente Michele Errico ad avviare un’ispezione in fabbrica, ma anche i vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi chiesero e ottennero un sopralluogo di una commissione del Comitato tecnico regionale. Illuminante sempre la relazione dell’Arpa sugli eventi del 2008, in cui furono presentati i dati di 11 monitoraggi di accensioni dal 21 giugno al 3 novembre di quell’anno, ma soprattutto in cui si rilevavano alcuni problemi cruciali.

LE ANOMALIE - La fabbrica non disponeva di sistemi di recupero gas in caso di malfunzionamenti, né di sistemi paralleli di alimentazione energetica in caso di interruzioni dell’erogazione di elettricità. Le torce di emergenza non erano dotate di flussometri per misurare quantità di gas e i tempi di smistamento, e questi sensori non erano previsti nella domanda di Autorizzazione integrata ambientale. Le relazioni tecniche trasmesse dalla Polimeri all’Arpa sugli eventi di accensione erano perciò "unicamente dati stimati e non misurati". Una situazione in cui la procura, per vederci chiaro, non solo incaricò gli uomini del vicequestore Vincenzo Zingaro di effettuare una seri di accertamenti di polizia giudiziaria e di acquisizione di documentazione, ma incaricò anche un super-esperto di svolgere un’accurata perizia sull’intero sistema e di emergenza e sugli impianti ad esso collegati. Relazione che è stata depositata alcune settimane addietro, e al momento è sfociata nel sequestro. Che comporterà la fermata, come già detto, dell’intera fabbrica. Ma la misura adotta dal gip Paola Liaci lascia alle due società Polimeri Europa e Basell la possibilità del riavvio della produzione se applicheranno ai sistemi sotto inchiesta gli accorgimenti tecnici indicati nella perizia.

Marcello Orlandini

26 ottobre 2010

 

 

L'emergenza rifiuti in Campania. Fini: "Non si sentano abbandonati"

Terzigno, seconda notte tranquilla

Nessuna mobilitazione dei comitati, nessun attacco alla polizia. Oggi il faccia a faccia tra Bertolaso e i sindaci

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Presidio notturno a Terzigno (Ansa)

Presidio notturno a Terzigno (Ansa)

NAPOLI - Seconda notte tranquilla a Terzigno, dove non arrivano più rifiuti, ma solo camion di terra destinata alla messa a regime della cava. Nei presidi dei comitati civici poche presenze. Questa notte sono arrivati tredici camion di terra. Non ci sono stati neppure assalti o provocazioni nei confronti delle forze di polizia che presidiano l'area, come avvenuto la notte precedente. Un episodio, quello, che aveva provocato la decisa presa di posizione dei membri dell'esecutivo, Maroni e La Russa in particolare, che avevano parlato di interventi decisi da parte delle forze dell'ordine per contrastare l'azione dei violenti e per permettere lo stoccaggio dei rifiuti nel momento in cui la situazione dovesse richiederlo.

IL NO DEI SINDACI - Lunedì sera era intervenuto sulla questione anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che aveva esortato il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, a continuare a lavorare per la risoluzione del problema sulla base dell'"accordo" stipulato nei giorni scorsi tra il governo e gli enti locali. Accordo per modo di dire, visto che i sindaci di Terzigno, Boscoreale, Trecase e Borgotrecase dopo un'iniziale apertura avevano detto no al piano di intervento proposto da Bertolaso. Per la giornata di oggi è atteso un incontro tra i sindaci e lo sesso Bertolaso in prefettura, a Napoli. Per il momento a rasserenare gli animi sembrano essere state le dichiarazioni del numero uno della protezione civile secondo cui l'apertura di una nuova discarica non è imminente e vi sono le condizioni per tirare avanti fino all'estate senza bisogno di interventi straordinari, ma solo utilizzando il termovalorizzatore di Acerra e la discarica di Chiaiano.

COMPROMESSO NON ACCETTATO - Il no dei sindaci era arrivato all'indomani del compromesso proposto durante l'atteso vertice di sabato sera in prefettura. Un'ipotesi di accordo che prevede il "congelamento" dell'apertura a cava Vitiello del megainvaso destinato a ingoiare milioni di tonnellate di spazzatura, e la bonifica di cava Sari, da utilizzare fino a esaurimento. I comitati chiedono che sia prevista la chiusura definitiva di cava Sari. Bertolaso ha subito sottolineato che "la bozza di accordo" non andrà a incidere sugli altri siti. "Non andiamo in alcun modo a creare problemi nelle altre discariche e nelle altre province - ha detto. - Abbiamo un termovalorizzatore, quello di Acerra, che funziona ed è in grado di ricevere tutto quello che viene prodotto nell'ambito della provincia di Napoli".

FINI: "LE COMUNITA' LOCALI NON SI SENTNO ABBANDONATE" - "L'immagine del tricolore, bruciato nei giorni scorsi durante gli scontri a Terzigno, non può che costituire motivo di dolore e di preoccupazione. Occorre un impegno corale e convinto affinchè nessuna comunità locale, o ceto, o categoria possano sentirsi abbandonati, anche quando non lo sono, dalle Istituzioni e dalla comunità nazionale". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo alla Sala della Lupa, a Montecitorio, alla presentazione del volume "Giuseppe Garibaldi: due secoli di interpretazioni", a cura di Lauro Rossi.

26 ottobre 2010

 

 

Berlusconi: "Lavorare per raggiungere gli obiettivi dell'accordo"

Bertolaso: 'Nuova discarica? Non a breve'

Infiltrazioni camorra: indaga l'antimafia

Due pattuglie della polizia aggredite nel centro del paese da sconosciuti. Maroni: "I violenti cercano il morto..."

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Manifestanti a Terzigno (Ansa)

Manifestanti a Terzigno (Ansa)

NAPOLI - "Bisogna continuare a lavorare per raggiungere i risultati e gli obiettivi che ci si è posti con l'accordo". È l'indicazione giunta da Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito dalla Protezione Civile, nel corso di una telefonata fatta dal presidente del Consiglio alla prefettura a Napoli nel corso di un vertice sull'emergenza rifiuti. E cresce il timore di infiltrazioni camorristiche nelle proteste.

BERTOLASO - "L'apertura di una nuova discarica non è vicina, nel modo più assoluto, non è immediata". Lo ha detto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso al suo arrivo nella prefettura napoletana. "Con la situazione attuale si va avanti fino alla prossima primavera, all'estate". La "situazione attuale" sarebbe lo smaltimento mediante il termovalorizzatore di Acerra e la discarica di Chiaiano. "Il dopo - ha precisato - dovrà essere portato avanti dalle autorità locali, io sono qui per dare una mano. Nella legge sono indicate altre località - ha detto ancora - c'è un ampio margine per trovare alternative".

ACCORDO - Bertolaso ha comunque intenzione di procedere al rispetto unilaterale del documento preparato venerdì sera in prefettura a Napoli, prima condiviso e poi ripudiato dai sindaci interessati, a seguito delle pressioni delle comunità di Terzigno e Boscoreale contrarie all’apertura di una nuova discarica. I prelievi e la bonifica di cava Sari saranno dunque completati come annunciato. Ma al termine dei tre giorni di moratoria indicati dal capo della Protezione civile, tra martedì e mercoledì prossimi, riprenderà lo sversamento dei rifiuti nella discarica. A questo proposito, secondo voci non ancora confermate, già nelle prossime ore potrebbero arrivare camion con terreno vegetale per la copertura dei rifiuti e la preparazione al nuovo sversamento. "Auspico un ripensamento dei sindaci - ha dichiarato Bertolaso -, ho detto che avremmo dato seguito unilateralmente al documento e sono convinto che, dopo questa dimostrazione di serietà, pacatezza e saggezza, si troverà l'accordo. Se i sindaci dei paesi vesuviani vengono qui sono benvenuti. In questo momento alcuni sono a Terzigno con i nostri tecnici, altri sono qui a lavorare con noi".

MARONI - Intanto però tiene banco la questione sicurezza. Dopo l'assalto a due pattuglie della polizia, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, alza i toni. "A Terzigno - ha detto - ci sono stati atti di vera e propria violenza nei confronti delle forze dell'ordine e questo non è più accettabile: per cui faccio un invito a tutti a deporre le armi, altrimenti credo che sarà necessario intervenire in modo più duro di quanto non si sia fatto finora" . Il capo del Viminale ha sottolineato che "le forze dell'ordine si stanno comportando con grande prudenza e grande responsabilità" e che "attaccarle di notte a sprangate e a sassate mi sembra non sia degno di un confronto duro ma responsabile". E ancora: "Le indagini devono capire chi sono questi gruppi di violenti: io credo che nulla abbiano a che fare con la protesta se non per strumentalizzare, creare incidenti e disordini, farci scappare il morto: noi non lo consentiremo e stiamo verificando se c'è qualche collegamento tra questi gruppi e le associazioni criminali".

CAMORRA - Maroni ha precisato che a suo parere i cittadini che scendono in piazza "non sono camorristi come qualcuno ha detto, ma c'è la rivolta di un paese che non vuole la discarica e poi ci sono gruppi di violenti che se la prendono con la polizia". Ma in serata le parole del ministro sono scavalcate dalla Direzione distrettuale antimafia. La Dda della procura di Napoli, infatti, ha aperto un fascicolo su probabili infiltrazioni della camorra. Le ipotesi di reato, a quanto di è appreso, si riferiscono a danneggiamenti, resistenza a pubblico ufficiale, detenzione di armi, interruzione di pubblico servizio aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosi. L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Rosario Cantelmo. Secondo indiscrezione, gli inquirenti avrebbero raccolto elementi relativi a infiltrazioni camorristiche soprattutto in riferimento agli ultimi episodi di scontri con le forze dell'ordine.

LA RUSSA: PRONTO L'ESERCITO - Dal canto suo il ministro della Difesa Ignazio La Russa si è detto pronto è pronto a un ulteriore impegno dei militari per affrontare l'emergenza rifiuti qualora il governo dovesse richiederlo. Il ministro ha ricordato come i militari siano "già in Campania. Ce n'erano 700 all'inizio dell'emergenza - ha detto - ne sono rimasti 270. Se il governo ritenesse di chiedere un intervento delle forze armate in numero superiore, noi siamo pronti". La Russa non ha comunque mancato di rilevare che "non c'è bisogno dell'esercito per utilizzare il pugno più duro. Polizia e Carabineri sanno essere adeguati a ogni esigenza senza mai travalicare il diritto".

L'ASSALTO ALLE PATTUGLIE - Le parole dei due ministri sono arrivate dopo la prima notte senza scontri di massa a Terzigno, ma caratterizzata comunque da un nuovo episodio di violenza. Due pattuglie della polizia sono state aggredite infatti nel centro di Boscoreale da alcuni sconosciuti. Un agente è rimasto ferito a un occhio. Tre persone sono state fermate con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e violenza. I poliziotti erano a bordo di due autocivette riconosciute dai teppisti. L'aggressione è avvenuta lontano dalla rotonda Panoramica, diventata il quartier generale dei manifestanti. Secondo quanto si è appreso, le due pattuglie di agenti in abiti civili si trovavano lungo una delle strade del centro di Boscoreale, quando sono state accerchiate da un gruppo di persone, in prevalenza giovani, che hanno iniziato ad aggredire i poliziotti. Sul posto sono giunti rinforzi. In via Zabatta, invece, l'accesso alla contestata seconda discarica è stato sempre presidiato da centinaia di agenti in assetto antisommossa.

MANIFESTAZIONE PACIFICA - Comunque sia, a manifestare invece il proprio dissenso in nottata a Terzigno nel tradizionale assembramento alla rotonda di via Panoramica c’era solo tanta gente comune. Pacifica, ma non meno decisa a mantenere un presidio a oltranza, fino alla rinuncia per decreto, da parte del governo, alla discarica di cava Vitiello. I "falchi" della protesta, insomma, hanno deciso di non cedere alla tentazione del compromesso, giudicando positiva l’apertura di un tavolo tecnico ma ponendo una condizione irrinunciabile: occorre revocare con un decreto la legge 123 che stabilisce l’apertura della seconda discarica nel paese campano, dopo quella di cava Sari. Un impegno formale che Bertolaso, per il momento, non è in grado di poter garantire.

Redazione online

25 ottobre 2010(ultima modifica: 26 ottobre 2010)

 

 

 

NELLA NOTTE TRE ORE DI GUERRIGLIA, TROVATA UNA MOLOTOV

Terzigno, l'intesa appesa a un filo Bertolaso: "Accordo valido, si va avanti"

Il commissario: "Nuova discarica congelata, ma basta proteste". I sindaci e la piazza dicono di no

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Il commissario: "Nuova discarica congelata, ma basta proteste". I sindaci e la piazza dicono di no

TERZIGNO - Il compromesso per risolvere l'emergenza rifiuti è sul piatto, ma per ora la pietanza non trova commensali. La piazza si era già fatta sentire: dopo l'ennesima notte di guerriglia, scontri e molotov a Terzigno, un corteo pacifico a Boscoreale ha deposto una corona di fiori davanti al cancello della cava Sari "per ricordare che così muore il Parco del Vesuvio". La popolazione locale ha insomma già espresso l'intenzione di respingere la proposta di accordo stilata nella notte in prefettura, a Napoli. A metà giornata, poi, è arrivato anche il no dei sindaci: i primi cittadini di Boscoreale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase non hanno firmato il documento con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso, e hanno lasciato la sede della Prefettura di Napoli dove era stata convocata una nuova riunione per trovare una soluzione alla crisi che si è determinata nell’area vesuviana. Bertolaso, in una conferenza stampa cui ha partecipato anche il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, ha detto che l'accordo proposto ai sindaci "è valido e ci sarà il rispetto unilaterale di questo impegno". È già stata convocata un'altra riunione per martedì e non è escluso che alla fine un'intesa possa essere trovata. I sindaci hanno sottolineato infatti come da parte di Bertolaso ci sia un atteggiamento di apertura per "rispettare gli impegni". "Dobbiamo dare garanzie ai nostri cittadini se cava Sari sia sicura o meno - ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, lasciando il Palazzo della Prefettura di Napoli - c'è necessità di fare gli opportuni controlli e riscontri con tecnici di nostra fiducia e capire quale sia il reale stato della discarica".

BERTOLASO - Il capo della Protezione civile ha poi spiegato che verranno seguiti tutti i sei punti del documento di accordo di sabato notte, compreso lo stop di tre giorni per il conferimento di immondizia nella cava Sari per permettere analisi delle acque, dell’aria e delle zone circostanti. Ma Bertolaso ha poi chiarito la posizione del governo: "Non arretriamo di un passo. Andremo avanti con l'accordo, rispettando i punti del decreto". Dal canto suo il presidente Caldoro ha affermato che la Campania deve "decidere in maniera definitiva di dotarsi di tutti quegli impianti che servono per il ciclo dei rifiuti: dobbiamo farlo avendo come obiettivo una regione normale".

DISCARICA CONGELATA - Il no dei sindaci è arrivato all'indomani del compromesso proposto durante l'atteso vertice di sabato sera in prefettura. Un'ipotesi di accordo che prevede il "congelamento" dell'apertura a cava Vitiello del megainvaso destinato a ingoiare milioni di tonnellate di spazzatura, e la bonifica di cava Sari, da utilizzare fino a esaurimento. C'è chi ha parlato di una "vittoria" delle ragioni della protesta, ma tra i manifestanti di Terzigno non sono mancati coloro che hanno insistito chiedendo anche la chiusura di cava Sari. Bertolaso ha subito sottolineato che "la bozza di accordo" non andrà a incidere sugli altri siti. "Non andiamo in alcun modo a creare problemi nelle altre discariche e nelle altre province - ha detto. - Abbiamo un termovalorizzatore, quello di Acerra, che funziona ed è in grado di ricevere tutto quello che viene prodotto nell'ambito della provincia di Napoli".

NOTTE DI SCONTRI E MOLOTOV - Situazione sbloccata? Tutt'altro. Nella notte non sono mancati gli ormai puntuali scontri tra forze dell'ordine e manifestanti: si sono fronteggiati da un capo all'altro della rotonda Panoramica con lanci di petardi e lacrimogeni. Sul selciato gli agenti hanno anche trovato una molotov non esplosa, mentre almeno altre tre molotov sono state fatte esplodere a poca distanza da un mezzo della polizia. E ancora lanci di pietre verso i poliziotti e masserizie date alle fiamme. La rotonda Panoramica - come ogni sera rimasta al buio perché qualcuno ha staccato la corrente - è stata illuminata solo dai bagliori di petardi e lacrimogeni. Al termine delle operazioni, due persone sono state fermate dalla polizia per essere identificate.

IL CORTEO - Domenica mattina, poi, è stata la volta di un lungo corteo senza incidenti che si è snodato lungo le strade di Boscoreale: alcuni bambini, accompagnati dal sindaco Lancella, si sono recati davanti al cancello della cava Sari dove hanno deposto una corona di fiori "per ricordare che così muore il Parco del Vesuvio".

24 ottobre 2010(ultima modifica: 25 ottobre 2010)

 

 

 

 

 

2010-10-24

NELLA NOTTE TRE ORE DI GUERRIGLIA, TROVATA UNA MOLOTOV

Terzigno, l'intesa appesa a un filo Bertolaso: "Accordo valido, si va avanti"

Il commisario: "Nuova discarica congelata, ma basta proteste". I sindaci e la piazza dicono di no

NELLA NOTTE TRE ORE DI GUERRIGLIA, TROVATA UNA MOLOTOV

Terzigno, l'intesa appesa a un filo Bertolaso: "Accordo valido, si va avanti"

Il commisario: "Nuova discarica congelata, ma basta proteste". I sindaci e la piazza dicono di no

TERZIGNO - Il compromesso per risolvere l'emergenza rifiuti è sul piatto, ma per ora la pietanza non trova commensali. La piazza si era già fatta sentire: dopo l'ennesima notte di guerriglia, scontri e molotov a Terzigno, un corteo pacifico a Boscoreale ha deposto una corona di fiori davanti al cancello della cava Sari "per ricordare che così muore il Parco del Vesuvio". La popolazione locale ha insomma già espresso l'intenzione di respingere la proposta di accordo stilata nella notte in prefettura, a Napoli. A metà giornata, poi, è arrivato anche il no dei sindaci: i primi cittadini di Boscoreale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase non hanno firmato il documento con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso, e hanno lasciato la sede della Prefettura di Napoli dove era stata convocata una nuova riunione per trovare una soluzione alla crisi che si è determinata nell’area vesuviana. Bertolaso, in una conferenza stampa cui ha partecipato anche il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, ha detto che l'accordo proposto ai sindaci "è valido e ci sarà il rispetto unilaterale di questo impegno". È già stata convocata un'altra riunione per martedì e non è escluso che alla fine un'intesa possa essere trovata. I sindaci hanno sottolineato infatti come da parte di Bertolaso ci sia un atteggiamento di apertura per "rispettare gli impegni". "Dobbiamo dare garanzie ai nostri cittadini se cava Sari sia sicura o meno - ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, lasciando il Palazzo della Prefettura di Napoli - c'è necessità di fare gli opportuni controlli e riscontri con tecnici di nostra fiducia e capire quale sia il reale stato della discarica".

BERTOLASO - Il capo della Protezione civile ha poi spiegato che verranno seguiti tutti i sei punti del documento di accordo di sabato notte, compreso lo stop di tre giorni per il conferimento di immondizia nella cava Sari per permettere analisi delle acque, dell’aria e delle zone circostanti. Ma Bertolaso ha poi chiarito la posizione del governo: "Non arretriamo di un passo. Andremo avanti con l'accordo, rispettando i punti del decreto". Dal canto suo il presidente Caldoro ha affermato che la Campania deve "decidere in maniera definitiva di dotarsi di tutti quegli impianti che servono per il ciclo dei rifiuti: dobbiamo farlo avendo come obiettivo una regione normale".

DISCARICA CONGELATA - Il no dei sindaci è arrivato all'indomani del compromesso proposto durante l'atteso vertice di sabato sera in prefettura. Un'ipotesi di accordo che prevede il "congelamento" dell'apertura a cava Vitiello del megainvaso destinato a ingoiare milioni di tonnellate di spazzatura, e la bonifica di cava Sari, da utilizzare fino a esaurimento. C'è chi ha parlato di una "vittoria" delle ragioni della protesta, ma tra i manifestanti di Terzigno non sono mancati coloro che hanno insistito chiedendo anche la chiusura di cava Sari. Bertolaso ha subito sottolineato che "la bozza di accordo" non andrà a incidere sugli altri siti. "Non andiamo in alcun modo a creare problemi nelle altre discariche e nelle altre province - ha detto. - Abbiamo un termovalorizzatore, quello di Acerra, che funziona ed è in grado di ricevere tutto quello che viene prodotto nell'ambito della provincia di Napoli".

NOTTE DI SCONTRI E MOLOTOV - Situazione sbloccata? Tutt'altro. Nella notte non sono mancati gli ormai puntuali scontri tra forze dell'ordine e manifestanti: si sono fronteggiati da un capo all'altro della rotonda Panoramica con lanci di petardi e lacrimogeni. Sul selciato gli agenti hanno anche trovato una molotov non esplosa, mentre almeno altre tre molotov sono state fatte esplodere a poca distanza da un mezzo della polizia. E ancora lanci di pietre verso i poliziotti e masserizie date alle fiamme. La rotonda Panoramica - come ogni sera rimasta al buio perché qualcuno ha staccato la corrente - è stata illuminata solo dai bagliori di petardi e lacrimogeni. Al termine delle operazioni, due persone sono state fermate dalla polizia per essere identificate.

IL CORTEO - Domenica mattina, poi, è stata la volta di un lungo corteo senza incidenti che si è snodato lungo le strade di Boscoreale: alcuni bambini, accompagnati dal sindaco Lancella, si sono recati davanti al cancello della cava Sari dove hanno deposto una corona di fiori "per ricordare che così muore il Parco del Vesuvio".

24 ottobre 2010

 

 

 

L'emergenza - scontro tra ue e bertolaso

Rifiuti, messaggio del Papa: "A Terzigno

cercare una soluzione giusta e condivisa"

Vertice in prefettura: verso la bonifica della cava di Sari

e il "congelamento" di cava Vitiello

L'emergenza - scontro tra ue e bertolaso

Rifiuti, messaggio del Papa: "A Terzigno

cercare una soluzione giusta e condivisa"

Vertice in prefettura: verso la bonifica della cava di Sari

e il "congelamento" di cava Vitiello

Ennesimo giorno di presidio a Terzigno (Ansa)

Ennesimo giorno di presidio a Terzigno (Ansa)

MILANO - L'ipotesi di aprire Cava Vitiello, a Terzigno, il mega invaso destinato ad ingoiare milioni di tonnellate di spazzatura, è stata per il momento congelata; sarà invece bonificata e continuerà a funzionare fino ad esaurimento cava Sari. Questi i risultati cui sarebbe giunto l'attesissimo vertice, in prefettura, a Napoli, tra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso e i sindaci dei quattro comuni interessati, tutti compatti nel dire no alla nuova discarica. C'è chi parla di una "vittoria" delle ragioni della protesta, ma tra i manifestanti di Terzigno non mancano coloro che insistono chiedendo anche la chiusura di cava Sari. Quel che è certo è che la situazione resta tesa. È anche circolata l'ipotesi che Bertolaso avrebbe chiesto al Parlamento di escludere la seconda contestata discarica dai siti previsti dalla legge del 2008, ma dalla Protezione civile fanno sapere che nel corso del vertice "non si è mai discusso di escludere la discarica di Cava Vitiello dai siti indicati e previsti dalla legge 123".

BENEDETTO XVI - Sulla questione rifiuti interviene anche il Papa. In un messaggio inviato al vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma, Benedetto XVI auspica "una giusta e condivisa soluzione al problema" con "il concorso e la buona volontà di tutti". "Il Santo Padre - si legge nel messaggio diffuso dalla diocesi di Nola - che segue con paterna attenzione le preoccupanti notizie provenienti dal territorio di Terzigno, la prega di farsi interprete della Sua vicinanza spirituale nell’auspicio che, con il concorso e la buona volontà di tutti, sia trovata una giusta e condivisa soluzione al problema". Sulla vicenda, è arrivato anche il commento del cardinale Sepe: "Questa ennesima emergenza è l’ennesima beffa. La Chiesa non ha titolo per parlare di soluzioni tecniche, ma non può tacere", ha detto l'arcivescovo di Napoli. "La Chiesa non può voltarsi dall'altra parte per non vedere, ma soprattutto non può voltare le spalle alla propria gente e alla propria terra, proprio nel momento in cui tutto sembra giocarle contro, mentre manca il lavoro e cresce la povertà. C'è chi è pronto a dare l'ultima spallata perché il caos regni su tutto. E non mancano neppure coloro che invitano a desistere, a considerare tutto il territorio come una specie di "pratica chiusa" e abbandonarlo, andare a vivere altrove. Ma Napoli non è e non sarà mai una partita persa".

LA COMMISSIONE EUROPEA - In precedenza, era stata l'Unione europea ad alzare la voce. "Le misure adottate dal 2007 in poi per risolvere la questione dei rifiuti in Campania sono insufficienti e potrebbero esserci sanzioni per l'Italia" ha dichiarato in una nota il commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik, aggiungendo di essere "molto preoccupato per quanto succede attualmente". Potocnik ha riferito che la Commissione europea sta ancora valutando la documentazione che è stata trasmessa dalle autorità italiane all'inizio di ottobre e che potrebbe inviare una delegazione in Campania. Secondo Bruxelles, infatti, "la situazione odierna non è cambiata rispetto a quando la Commissione decise di bloccare i finanziamenti europei". Il commissario sloveno ha sottolineato che "la Regione Campania non si è ancora dotata di un piano di smaltimento dei rifiuti e che l'inceneritore di Acerra, l'unico attualmente attivo, non è ancora in grado di funzionare a regime". E questo, ha aggiunto Potocnik, "dimostra che le autorità regionali non sono ancora in grado di attuare un programma che garantisca lo smaltimento delle ecoballe, né tanto meno i rifiuti prodotti su base quotidiana". Se la regione Campania non si adeguerà alla normativa comunitaria sullo smaltimento dei rifiuti, ci potrebbero essere sanzioni. Il 5 ottobre, dopo un incontro con una delegazione della Campania guidata dal governatore Stefano Caldoro, Potocnik aveva giudicato la situazione "seria" e aveva sottolineato come ci fosse bisogno di un'azione "determinata, sistematica e strutturale".

BERTOLASO - A Potocnik ha subito replicato il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso: "L'Unione Europea farebbe bene a fare il proprio mestiere. Invece di dare giudizi, dovrebbe dare una mano a trovare alternative. È sbagliato sostenere che sia l'Ue a criticare l'Italia, sono pregiudizi di singoli. Mi dà fastidio la faziosità: dire che non funziona niente per metterci in mora, significa non conoscere la realtà e le cose fatte. Se la delegazione Ue verrà a Napoli tra una settimana, io spero di far vedere un territorio pulito". Non si è fatta attendere la controreplica di Joseph Hennon, portavoce di Potocnik: "La Commissione europea è sempre pronta ad aiutare gli Stati e fare il necessario perché si adeguino alle normative comunitarie".

Redazione online

23 ottobre 2010

 

 

 

2010-10-22

L'emergenza

Caos rifiuti, ancora scontri a Terzigno

Forze dell'ordine e manifestanti si sono fronteggiati

nella notte. Fermata una persona. Rimossi alcuni blocchi

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Un'altra notte di guerriglia a Terzigno (Infophoto)

Un'altra notte di guerriglia a Terzigno (Infophoto)

TERZIGNO - Un'altra notte di scontri, cariche, disordini. Resta alta la tensione a Terzigno, dove continua la protesta della popolazione locale contro l'apertura di una nuova discarica. In mattinata un manifestante ha dato fuoco a una bandiera italiana dopo essere salito sulla pianta di ulivo che si trova al centro della rotonda di via Panoramica: "Questa è la nostra democrazia. State proteggendo i mafiosi. Vergognatevi". In precedenza l'uomo aveva mostrato la bandiera agli agenti che si trovano a presidio dell'accesso alla discarica. "L'avete calpestata e la state calpestando. Invece di protegge noi, persone perbene, difendete chi porta i rifiuti nella discarica".

GLI SCONTRI - La situazione resta insomma difficile. Nella notte, forze dell'ordine e manifestanti si sono fronteggiati nuovamente. Una persona è stata sottoposta a fermo di polizia per detenzione di materiale esplodente. Diverse le accuse nei suoi confronti: adunata sediziosa, detenzione di materiale esplodente, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Nel corso dei disordini, da un gruppo dei manifestanti sono stati lanciati sassi, petardi e, secondo quanto riferisce la polizia, anche molotov. Dopo l'una, i manifestanti hanno anche interrotto l'illuminazione lungo via Panoramica: la polizia ha effettuato diverse cariche con lancio di lacrimogeni.

Guerriglia urbana a Terzigno Guerriglia urbana a Terzigno Guerriglia urbana a Terzigno Guerriglia urbana a Terzigno Guerriglia urbana a Terzigno Guerriglia urbana a Terzigno Guerriglia urbana a Terzigno Guerriglia urbana a Terzigno

RIMOZIONE BLOCCHI - Nella mattinata, poi, venti auto-compattatori sono riusciti a passare lungo la strada che conduce verso la discarica di Sari, dopo la rimozione di alcuni blocchi stradali. Secondo quanto appreso da alcuni cittadini locali, gli auto-compattatori, scortati da una ventina di mezzi della polizia di Stato e dei carabinieri, provenivano da Torre Annunziata percorrendo via Settetermini. Il passaggio dei mezzi ha avuto luogo poco prima delle 8.45 senza incidenti.

FAZIO - Intanto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ospite di Unomattina, ha assicurato che a Terzigno non ci sono rischi per la salute. I cattivi odori, ha spiegato il ministro, "non arrecano danni alla salute, come dimostrato da uno studio del ministero svolto durante la precedente emergenza rifiuti in Campania nel 2008-2009", ma è pericoloso "bruciare rifiuti in modo non controllato perché si produce diossina". Questo è già avvenuto, ha aggiunto Fazio, "ma la Regione sta monitorando i livelli di sostanze tossiche, come la diossina, nel latte e negli alimenti", e l'esito dei controlli "è negativo". E ha ribadito: "Nell'aria non ci sono rischi di aumentata flora microbica, anche se ovviamente il cattivi odori oltre a dare fastidio possono ridurre la qualità di vita dei cittadini".

Redazione online

22 ottobre 2010

 

 

L'EMERGENZA RIFIUTI

Mantovano: "Le proteste a Terzigno?

Finalità al confine con l'eversione"

L'accusa del sottosegretario agli Interni. Al via il vertice di Palazzo Chigi. Berlusconi: "Andiamo avanti"

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Il sottosegretario Alfredo Mantovano (Ansa)

Il sottosegretario Alfredo Mantovano (Ansa)

NAPOLI - Proteste e atti vandalici di questi giorni a Terzigno e Boscoreale "non sono frutto dell'azione della cittadinanza, ma di gente che utilizza uno stato di grande disagio sociale per finalità al confine con l'eversione". Lo ha detto il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, rispondendo ai cronisti a margine del suo intervento al congresso nazionale dei commercialisti in corso a Napoli. La matrice violenta degli scontri, secondo Mantovano, potrebbe essere collegata a filoni di "area antagonista e anarco-insurrezionalista".

IL VERTICE - Intanto è iniziato a Palazzo Chigi il vertice presieduto dal premier Silvio Berlusconi sull'emergenza rifiuti in Campania. Con il premier sono presenti i sottosegretari Gianni Letta e Guido Bertolaso, i ministri Roberto Maroni, Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna ed il governatore della Campania, Stefano Caldoro. Berlusconi ha detto di "essere deciso ad andare avanti con il piano sui rifiuti, senza farsi influenzare da nulla". La Prestigiacomo e la Carfagna avrebbero anche sollecitato la rapida approvazione di un decreto legge sulle compensazioni, illustrato in Cdm, che consentirebbe di finanziare quei comuni interessati dalle discariche.

22 ottobre 2010

 

 

 

 

2010-10-21

RIPRESI I DISORDINI DOPO LA DECISIONE DI CALDORO DI APRIRE LA SECONDA DISCARICA

Terzigno, cariche e scontri nella notte

Dispersi i manifestanti a manganellate e lacrimogeni: due i fermati

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RIPRESI I DISORDINI DOPO LA DECISIONE DI CALDORO DI APRIRE LA SECONDA DISCARICA

Terzigno, cariche e scontri nella notte

Dispersi i manifestanti a manganellate e lacrimogeni: due i fermati

NAPOLI - Ancora scontri durante tutta la notte tra la polizia e la popolazione di Terzigno che vuole impedire l'apertura di una nuova discarica sul suo territorio. Le forze dell'ordine hanno caricato in massa dopo l'una di notte i manifestanti contro la discarica di Terzigno, disperdendoli a manganellate e lacrimogeni. Due persone sono state fermate e poi rilasciate, almeno tre sono i contusi. La carica è arrivata dopo una giornata e una serata di fuoco, con blocchi stradali, mezzi dati alle fiamme, cariche della polizia per far passare i camion della spazzatura.

SCONTRI FINO ALL'ALBA - Il governatore Caldoro aveva deciso infatti nella serata di mercoledì l'apertura della seconda discarica nel comune vesuviano. Subito sono partiti gli attacchi alle forze dell'ordine e le cariche di reazione dei poliziotti. Una situazione di scontri che è andata avanti per tutta la notte. L'ultimo scontro all'alba. Dopo il lancio di grossi petardi da parte di un gruppo di persone e la risposta della polizia con l'utilizzo di lacrimogeni, la folla dei manifestanti ha iniziato a correre per il timore di essere raggiunta dai lanci delle forze dell'ordine che hanno reagito all'attacco. La situazione resta molto tesa. Le persone presenti sul posto lamentano bruciori agli occhi e alla gola per l'utilizzo dei lacrimogeni.

IL DOCUMENTO - "L'unica strada è il rispetto della legge e questa prevede la realizzazione della nuova discarica di Cava Vitiello, una discarica controllata e sicura in grado di garantire la massima tranquillità alle popolazioni residenti migliorando radicalmente la situazione attuale". È questo il documento approvato durante il vertice che si è svolto a Roma. Lo ha reso noto Nicola Formichella a nome dei parlamentari Pdl della Campania. "Questa è la conclusione - si legge nel documento - dell'incontro tra i parlamentari campani, il Governatore Caldoro e i presidenti delle provincie Cesaro, Cirielli e Sibilia. L'ordinanza del presidente della Regione cesserà gli effetti il prossimo 26 ottobre". "La delegazione parlamentare ha appreso - si legge ancora - con soddisfazione che nei prossimi giorni partiranno le procedure di appalto per i termovalorizzatori di Napoli Est e Salerno e dell'avanzata costruzione degli impianti di biostabilizzazione e compostaggio dei rifiuti bloccati da anni".

I CAMION SCARICANO I RIFIUTI - Dopo la notte di violenza sono 31 i camion che hanno sversato al momento i rifiuti nella discarica. Alla rotonda Panoramica in questo momento sono presenti pochi manifestanti. Gran parte degli incroci che portano alla discarica, precedentemente bloccati da barricate create dai dimostranti, sono adesso percorribili.

Redazione online

21 ottobre 2010

 

 

Notte di tensioniI a terzigno

Tafferugli alla discarica, brucia un autobus

La zona della discarica è rimasta isolata. Mobili , reti, pali hanno bloccato il passaggio dei compattatori

Notte di tensioniI a terzigno

Tafferugli alla discarica, brucia un autobus

La zona della discarica è rimasta isolata. Mobili , reti, pali hanno bloccato il passaggio dei compattatori

MILANO - Ancora una notte di tensione nel Vesuviano con tafferugli tra manifestanti e forze dell'ordine ed un autobus di una società di trasporto pubblico bruciato. Intorno alle 2, i dimostranti hanno dato alle fiamme il mezzo pubblico che, da giorni, era parcheggiato a causa di diversi danni causati durante le manifestazioni di protesta degli abitanti della zona circumvesuviana che continuano le lotte contro l'apertura di una seconda discarica a Terzigno. Il fatto è avvenuto in una zona all'interscambio tra diversi comuni vesuviani, in una zona diversa dalla rotonda dove da giorni manifestano i cittadini. Ieri era rimasta isolata a causa di un blocco di circa 200 metri formato da materiali di risulta, vecchi mobili, reti e paletti. Non ci sono fermi e nemmeno feriti. Sono comunque gli 31 autocompattatori che hanno sversato nella discarica di Terzigno come previsto dall'ordinanza d'urgenza emessa dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Altri mezzi sono stati rimandati indietro e indirizzati ad altri sversatoi , sempre indicati nell'ordinanza d'urgenza del governatore campano. Diversi altri blocchi restano sulle strade che portano alla discarica.

20 ottobre 2010

 

 

 

Il governatore Caldoro autorizza lo sversamento dei rifiuti in altre discariche

Terzigno: 5 arresti, due camion in fiamme

Il questore: "C'è guerriglia organizzata"

"Un`organizzazione gestisce la fase militare degli attacchi alle forze dell`ordine"

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Il questore: "C'è guerriglia organizzata"

"Un`organizzazione gestisce la fase militare degli attacchi alle forze dell`ordine"

NAPOLI - Cinque manifestanti arrestati per concorso per violenza e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, due autocompattatori - già fermi da giorni con le ruote squarciate - dati alle fiamme. È il bilancio dei nuovi scontri da Terzigno, dove la popolazione si oppore all'apertura di una discarica di rifiuti. Manifestanti con le braccia alzate e donne in ginocchio hanno cercato di bloccare i mezzi, ma la polizia è riuscita a far riprendere il passaggio dei camion portando via la gente a braccia. La polizia ha anche effettuato il sequestro di tre ordigni rudimentali fatti con bombolette di gas da campeggio.

"GUERRIGLIA" - "Basta parlare di tafferugli, a Terzigno c`è una guerriglia organizzata", ha detto il questore di Napoli, Santi Giuffrè, intervenuto a Radio 24. "Abbiamo cinque arresti, tre feriti tra le forze dell`ordine e un`altra notte pesante alle spalle", ha sottolineato il questore. "Abbiamo dovuto fronteggiare una situazione diventata impossibile. Siamo stati oggetto di ripetuti lanci di pietre e abbiamo dovuto riconquistare il territorio di Terzigno. Si è parlato di donne, bambini e di invalidi. Quando è iniziata la sassaiola, le donne sono andate via. C`è un`organizzazione che gestisce la fase militare degli attacchi alle forze dell`ordine. C`è una legge che va rispettata", ha concluso Giuffrè. "Non sarà gradita alla popolazione ma le leggi si cambiano in Parlamento, non sulla strada". Ma replica una testimone: "Erano le sei, eravamo una decina di donne quando ci siamo visti davanti centinaia tra carabinieri, poliziotti e finanzieri. Abbiamo mostrato i rosari, qualcuno di noi aveva un ramoscello di ulivo ma loro erano armati e con i manganelli e sono passati", dichiara Luisa Lettieri. "Per colpa di questa discarica ho perso la mia casa. Abito vicino allo sversatoio e non posso permettere che il futuro dei miei figli sia compromesso".

DONNE E CAMORRA - Intanto alcuni manifestanti, quasi tutte donne, hanno fatto irruzione nell'ufficio del sindaco di Boscoreale buttando all'aria documenti e rovesciando scrivanie e suppellettili. "Come sempre c'è un misto di gente e mamme per bene, che protestano in buona fede, insieme a una parte di sobillatori e camorra", ha detto il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino.

SVERSAMENTO - L'ordinanza emanata martedì mattina dal governatore della Campania, Stefano Caldoro, che autorizza il momentaneo sversamento in altre discariche - Savignano Irpino (Avellino), San Tammaro (Caserta) e Sant'Arcangelo Trimonte (Benevento) - dei rifiuti normalmente conferiti a Terzigno, "si è resa necessaria per la situazione eccezionale determinatasi e per scongiurare l'ulteriore accumularsi dei rifiuti nei centri urbani, pericoli gravi per l'igiene e la salute dei cittadini", si sottolinea in una nota della Regione. Sull'argomento igiene, replica il sindaco di Napoli: "Non abbiamo mai detto che c'è un'infezione in città, ma la situazione igienico-sanitaria preoccupa, visto che ci sono 1.100 tonnellate di rifiuti in strada".

Redazione online

19 ottobre 2010

 

 

REPUBBLICA

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2011-01-04

IL PRESIDENTE A NAPOLI

Napolitano: "Per Italia prove impegnative

Libertà religiosa, serve iniziativa Ue"

Il capo dello Stato, in visita privata nella sua città natale, ribadisce: "Tenere aperta la comunicazione con i giovani: i loro problemi sono quelli del futuro del Paese". Sull'evoluzione della crisi dei rifiuti esprime ottimismo: "Clima costruttivo". Attacchi ai cristiani: "Giusto discuterne in sede europea"

Napolitano: "Per Italia prove impegnative Libertà religiosa, serve iniziativa Ue"

NAPOLI - Lo aveva sottolineato con decisione nel discorso di fine anno, lo ribadisce parlando con i giornalisti a margine della sua visita privata a Napoli: per Giorgio Napolitano, i problemi che offuscano il futuro delle giovani generazioni sono lo specchio delle difficoltà che dovrà affrontare e superare la stessa Italia.

"Ci attendono prove molto impegnative - premette il presidente della Repubblica ai giornalisti, a margine di una visita al Pio Monte della Misericordia, antica istituzione di carità nel centro storico di Napoli -. Occorre uno scatto, una mobilitazione. Bisogna soprattutto tenere aperte le linee di comunicazione con le generazioni più giovani, i cui problemi sono quelli del futuro dell'Italia".

Dallo sguardo sul futuro dell'Italia a quello sul presente di Napoli, la città natale del capo dello Stato. Una situazione, quella in particolare generata dalla crisi dei rifiuti, la cui evoluzione è, a giudizio del presidente, positiva, soprattutto alla luce dei colloqui avuti ieri con il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e il sindaco Rosa Russo Iervolino, "Ho trovato molto impegnati il sindaco e il presidente della Regione rispetto le competenze di ogni istituzione - dice Napolitano - al di là di ogni schermaglia, pare che ci sia un clima in questo momento molto costruttivo che lascia ben sperare".

Napolitano dice di sentirsi "un po' meglio ma sono ancora un po' influenzato", e riferendosi ai suoi incontri con il sindaco e il presidente

della Regione sottolinea che "ne ho ricavato il senso di un impegno realmente comune sentendo per telefono anche il presidente della Provincia Cesaro. Le tre istituzioni sono su posizioni comuni, sulla stessa linea per quanto riguarda la gestione completa dell'emergenza rifiuti e poi la messa a regime del sistema di smaltimento dei rifiuti".

Storico e convinto europeista, Napolitano interviene anche sugli attacchi ai cristiani al di fuori del Vecchio Continente per sollecitare un dibattito sul tema in sede Ue. "Credo che realmente sia giusto chiedere che anche in sede europea il tema rilevante della libertà religiosa sia oggetto di discussione e di iniziativa" spiega il capo dello Stato che, sollecitato dai giornalisti a commentare la strage di fedeli copti in Egitto, ricorda come in quel paese vi sia "una situazione interna di grande tensione e di preoccupazione".

Napolitano ricorda inoltre di aver toccato "in modo impegnativo" il tema della libertà religiosa lo scorso 20 dicembre, quando aveva formulato i suoi auguri al corpo diplomatico. "Ho posto con molta forza la questione - dice il presidente - perché parlando in generale del tema dei diritti umani, non si può ignorare questo aspetto specifico, così significativo e rilevante".

(04 gennaio 2011)

 

 

TARANTO

Rifiuti, bloccati i camion dalla Campania

tensione tra ambientalisti e forze dell'ordine

Presidio davanti ai cancelli della discarica Italcave: i manifestanti, che contestano la mancanza di controlli, hanno prima impedito l'ingresso a cinque camion, poi hanno fatto in modo che non scaricassero

 

Un folto gruppo di ambientalisti, cittadini e rappresentanti di partiti ha manifestato nel pomeriggio davanti ai cancelli della discarica Italcave impedendo l'ingresso a cinque camion carichi di rifuti provenienti dalla Campania. L'accesso agli automezzi è stato consentito in serata ma con il divieto di depositare i rifiuti, essendo ormai trascorso l'orario di conferimento previsto dalla Regione Puglia.

Tra manifestanti e poliziotti in tenuta antisommossa, schierati in servizio di ordine pubblico dinanzi all'ingresso della discarica, si sono registrati momenti di tensione. Per domattina è previsto alla Provincia di Taranto un 'tavolo tecnico' al quale parteciperanno anche rappresentanti delle associazioni ambientaliste che hanno organizzato la protesta pomeridiana a Statte, lamentando, tra l'altro, l'assenza di controlli sui rifiuti campani da parte della polizia provinciale così come previsto dal protocollo.

Da una quindicina di giorni, in maniera saltuaria, nelle discariche della provincia jonica di Grottaglie, Lizzano e Statte vengono conferiti rifiuti provenienti dalla Campania.

(03 gennaio 2011)

 

 

IL RETROSCENA

Il pressing del Senatur e Tremonti

"Silvio, il voto ormai è inevitabile"

Forse anche il premier al summit con i leghisti e il ministro. Cercheranno di convincere Berlusconi che per governare servono

almeno altri 40 deputati. Nell'esecutivo molti temono che con l'attuale maggioranza non sia possibile "portare avanti nemmeno l'ordinaria amministrazione" di MASSIMO GIANNINI

Il pressing del Senatur e Tremonti "Silvio, il voto ormai è inevitabile"

L'appuntamento è per stasera: la "cena degli ossi". Una tradizione alpina, che quest'anno potrebbe vedere seduti allo stesso tavolo non solo Tremonti e Bossi, come al solito, ma anche Berlusconi. Il menù gastronomico sarà l'opposto del menù politico. Durante la rituale abbuffata di ossi di maiale, lenticchie, fagioli con la cipolla, soppressa, salame di camoscio, vino e grappa, Giulio e Umberto spiegheranno all'amico Silvio che la festa, per il governo, è davvero finita. E che le elezioni anticipate sono ormai inevitabili. Non per volontà politica della Lega, ma per contabilità aritmetica in Parlamento.

Questa, dunque, potrebbe essere la svolta delle ultime ore. Un appuntamento conviviale per i lumbard, che può diventare uno snodo esiziale per la legislatura. Il padrone di casa è il ministro dell'Economia, che è già in loco (ieri, muto come un pesce, sciava sulle piste tra Auronzo e Misurina) e che come ogni anno, tra San Silvestro e la Befana, riunisce all'Hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore il vertice del Carroccio. Il Senatur, ovviamente, ma anche Calderoli e Castelli. La novità, appunto, è che stasera potrebbe sedersi a tavola anche il presidente del Consiglio. Invitato dallo stesso Tremonti, in pieno accordo con Bossi, per fare il punto della situazione. Una situazione tutt'altro che eccellente, per la maggioranza forzaleghista amputata della componente finiana, e dunque in procinto di tramutarsi in una minoranza "cadornista" nelle Commissioni parlamentari,

e forse addirittura nell'aula di Montecitorio. Proprio a partire da questa consapevolezza, che il superministro condivide con il leader padano, i due cercheranno di far capire al Cavaliere che "la linea di Cadorna" non conviene a nessuno. Non solo non conviene alla Lega, che in questo momento secondo i sondaggi lucra il massimo dei consensi potenziali. Ma non conviene neanche allo stesso Berlusconi, primo ad essere danneggiato da una logorante ed estenuante "guerriglia parlamentare", che non gli risparmierebbe comunque una rovinosa Caporetto.

La posizione del premier è nota. Vuole durare, a qualsiasi prezzo. In primo luogo perché sul fronte giudiziario si profila un'ipotesi a lui non sgradita: se davvero (come sembra probabile secondo le ultime indiscrezioni) la Consulta l'11 gennaio si acconciasse ad emettere una sentenza "interpretativa con rigetto" del ricorso sulla legge per il legittimo impedimento, il Cavaliere sarebbe sostanzialmente salvo. Lo scudo processuale che lo protegge, ancorché rimesso di volta in volta alla decisione di merito dei tribunali che lo convocano in udienza, resterebbe in piedi. E questa, per lui, è la cosa che conta di più, e che da sola basterebbe a indurlo a non interrompere, a nessun costo, la legislatura. In secondo luogo, perché per ragioni legate alla sua vocazione cesarista e plebiscitaria il Cavaliere non contempla mai lo scenario della sconfitta, quale sarebbe comunque una caduta del suo attuale governo. Per questo si ostina ad intensificare la campagna acquisti dei deputati. Anche qui, a qualsiasi prezzo. La possibilità di imbarcare tutta intera l'Udc sembra sfumata. Casini resiste, come dimostra la lettera con la quale chiede al presidente del Consiglio di intercedere presso Putin per garantire il rispetto dei diritti umani nei confronti di Khodorkovskij: una vera "provocazione" per Silvio, che non farà mai un affronto del genere all'"amico Vlady".

Quindi, per il Cavaliere resta in ballo solo la possibilità di ingaggiare qualche singolo parlamentare, tra i futuristi pentiti e i centristi indecisi. Ma anche in questo caso, la compravendita sembra non dare i frutti sperati. Per questo il premier penserebbe anche a soluzioni estreme, come far dimettere da parlamentari almeno una decina tra ministri e sottosegretari, e far posto così ad altrettanti deputati che consoliderebbero la fragilissima "quota 314" raggiunta il 14 dicembre alla Camera. Con questo rafforzamento, Berlusconi è convinto di poter reggere fino al 2013. E di far passare le leggi che gli servono per ragioni di coalizione (come il federalismo fiscale) e quelle che gli stanno a cuore per ragioni di giurisdizione (la riforma della giustizia, le intercettazioni, il Lodo Alfano costituzionale). Questo, stasera, cercherà di spiegare ai suoi commensali. "Possiamo andare avanti, abbiamo il dovere di governare".

Ma dall'altra parte del tavolo si troverà, come richiede il rito della cena padana, due "ossi" duri. Tremonti e Bossi la vedono in tutt'altro modo. La situazione è quella "che vedono tutti". L'assunto di partenza del Senatur e del superministro è che un conto è la "maggioranza di un giorno", un altro conto è una "maggioranza di governo". Quella di cui oggi dispone il Cavaliere appartiene alla prima fattispecie, non più alla seconda. Ed è per questo che le elezioni anticipate sono e restano lo "scenario più probabile". Nelle commissioni parlamentari (a partire dalla Bilancio, cioè la più importante) Pdl e Lega non hanno più la maggioranza. Per ristabilirla servirebbe rimpinguare l'attuale coalizione con "non meno di 40 deputati". Impensabile, persino se riuscisse il capolavoro di spaccare il Terzo Polo, separando Casini da Fini. Tremonti e Bossi cercheranno di dimostrare a Berlusconi che tutte le soluzioni intermedie di "allargamento" non tengono. Perché una "parziale maggioranza numerica" serve a poco. Puoi vincere la battaglia di un giorno, ma perdi la guerra della legislatura. Servirebbe una "vera maggioranza organica", che non c'è più e non si può ricreare.

Ecco perché il "cadornismo" - è il concetto che il superministro e il Senatur ribadiranno alla cena - rischia di essere solo un danno. Per tutti. Il Cavaliere dovrà prenderne atto: resistere con questi numeri non solo non ti consente di "fare le grandi riforme", dal federalismo al fisco al mercato del lavoro. Allo stato attuale, non ti consente nemmeno di "portare avanti l'ordinaria amministrazione", dal decreto milleproroghe alle norme sul made in Italy. Ogni votazione diventa "una roulette russa": sei appeso alla "missione di un sottosegretario", o a qualunque "imboscata dell'opposizione". Anche sulla teorica "fase due" dello sviluppo, cioè il rilancio della crescita economica attraverso qualche norma che allarghi i cordoni della borsa e permetta al governo di offrire qualcosa di concreto alle parti sociali, i margini non ci sono. Tremonti lo va ripetendo da giorni: sappiamo tutti che abbiamo un "vincolo esterno" da rispettare, e che i mercati ci tengono nel mirino con lo "spread" del rendimento tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi. Al Tesoro circola un'iperbole: qualunque nuova legge di spesa tu vari, ammesso che il Parlamento te la approva, non fai in tempo a pubblicarla in Gazzetta ufficiale che devi già "rialzare le tasse perché nel frattempo sono aumentati i tassi".

Questo diranno Umberto e Giulio, nella stube dell'Hotel Ferrovia: "Così non si va da nessuna parte, tanto vale tornare a votare". Proveranno a persuadere Berlusconi che in questo atteggiamento non c'è alcuna "malsana pulsione nichilista", ma solo una "sana logica realista". Che non c'è nessuna volontà di affossare la sua leadership, anche se, come sostiene un ministro che lo conosce bene, "lo stesso Bossi gli sarà fedele fino all'ultimo minuto, ma appena vede che la situazione si impaluda, ci mette cinque minuti a cambiare strategia...". Ora ci siamo dentro fino al collo, nella palude. Sarà difficile far ingoiare al premier questa verità, insieme alle lenticchie e al salame di camoscio. Che vi partecipi o no, questa "cena degli ossi" gli resterà sullo stomaco.

m.gianninirepubblica.it

(04 gennaio 2011)

 

 

2011-01-01

Rifiuti, raccolta straordinaria

roghi nella notte di San Silvestro

Gli addetti dell'Asìa sono all'opera dalle prime ore del giorno. I camion hanno sversato a Chiaiano e Santa Maria Capua Vetere. Numerosi gli incendi nella notte nel centro storico: cumuli in fiamme in via Toledo, via Duomo e piazza Cavour

Rifiuti, raccolta straordinaria roghi nella notte di San Silvestro Cumulo di rifiuti in fiamme in via Salvator Rosa (Foto Siano)

A Napoli giorno di raccolta straordinaria di rifiuti anche il primo dell'anno. Dopo la 'corsa contro il tempo' per rendere la città il più pulita possibile per la notte di capodanno (ieri sono state raccolte 1.520 tonnellate) ed evitare i roghi dei cumuli di rifiuti, anche oggi personale dell'Asìa ed esercito hanno continuato a ripulire le strade. Tra le 3 alle 12 di stamattina i camion hanno conferito nelle discariche di Chiaiano e Santa Maria Capua Vetere tra le 600 e le 700 tonnellate di rifiuti. La raccolta riprenderà oggi pomeriggio, ma si sverserà solo a Santa Maria Capua Vetere.

A Napoli nei prossimi giorni la raccolta proseguirà regolarmente, almeno fino al 4 gennaio, quando a Roma è fissato un nuovo vertice tra le istituzioni interessate nel quale si cercheranno "soluzioni strutturali al problema" dell'emergenza rifiuti e si discuterà di nuovi impianti da costruire nelle province campane.

Notte di incendi. Notte di roghi quella di S. Silvestro a Napoli: decine e decine di incendi hanno interessato molti cassonetti colmi di rifiuti, con incendi che sono stati domati dal gran lavoro dei vigili del fuoco. L'area più colpita è stato il centro storico.

E' lunga la lista delle strade napoletane dove cumuli di rifiuti e contenitori hanno preso fuoco sotto la pioggia di fuochi d'artificio sparati allo scoccare della mezzanotte, quando non sono stati addirittura dati appositamente alle fiamme. A poco sono serviti quindi gli appelli alla città e lo spargimento di liquido non infiammabile.

Il rogo più importante spento questa notte dai vigili del fuoco è stato quello di via Salvator Rosa a pochi passi dal Museo Archeologico Nazionale. Una 'montagna' di immondizia ha preso fuoco intorno all'una della scorsa coinvolgendo anche auto in sosta. Ma anche in via Toledo, la strada dello shopping, non è stata risparmiata. Subito dopo la mezzanotte alcuni cassonetti davanti all'ex palazzo della Rinascente hanno preso fuoco. In via Duomo all'incrocio con il quartiere di Forcella stessa sorte per una massa di rifiuti che dopo avere preso fuoco ha coinvolto un'altra auto. Roghi anche in piazza Cavour vicino ad un edificio scolastico, al 'Cavone', in via Santa Teresa degli Scalzi, in piazza del Carmine. In via Fossataro un cassonetto è stato dato alle fiamme. In viale Gramsci durante la notte i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per un incendio di notevoli dimensioni scoppiato su una montagna di rifiuti.

Nel quartiere di Fuorigrotta è andata meglio. I roghi si sono concentrati in solo due strade: via Cumana e via Leopardi.

In via Cumana per alcuni giorni non sono stati ritirati i cumuli di immondizia in tre punti e la strada è stata chiusa al traffico per tre grossi roghi. Stessa sorte per via Leopardi dove all'altezza della scuola elementare "Leopardi" i vigili sono dovuti interventire per evitare che l'incendio coinvolgesse altre auto in sosta

(01 gennaio 2011)

 

 

 

 

 

2010-12-28

MAGGIORANZA

Governo, Berlusconi resta ottimista

"Andiamo avanti, molti di Fli torneranno"

E sui rifiuti a Napoli: "Risolveremo il problema in qualche mese"

Governo, Berlusconi resta ottimista "Andiamo avanti, molti di Fli torneranno"

ROMA - Silvio Berlusconi torna all'attacco delle presunte trame contro il suo esecutivo, che definisce "congiure di palazzo". E insiste nel suo ottimismo sulla governabilità. All'indomani dello scetticismo espresso da Bossi, 1 che parla di "palude romana" e di "voti che scarseggiano", il premier si dice sicuro che molti di Futuro e libertà torneranno nella maggioranza. "Continueremo a lavorare con il sostegno della maggioranza degli italiani".

"Nonostante l'operazione di Fini, abbiamo mantenuto la maggioranza e stiamo acquisendo i deputati che si trovano in disagio assoluto perchè si sono trovati su un treno guidato da Bocchino, Granata e Briguglio che li porta in un destinazione diversa: all'opposizione". "Molti parlamentari - aggiunge il presidente del Consiglio - torneranno indietro, così come altri parlamentari con senso di responsabilità verranno a sostenere la maggioranza per dare a questo governo la possibilità di governare".

Sui rifiuti a Napoli 2, dopo aver promesso più volte che il problema sarebbe stato risolto "a giorni", il Cavaliere annuncia che scenderà in campo personalmente e risolverà tutto entro alcuni mesi. Malgrado,

dice Berlusconi, qualcuno "ostacoli l'azione del governo" per discreditarlo. "Sono convinto - spiega - che ci sia una volontà precisa per dimostrare urbi et orbi che il nostro intervento non è stato risolutivo. Penso di tornare ad assumere direttamente la responsabilità per l'immediato sgombero ma anche per gli impianti futuri". "Sono intervenuto a ripetizione - continua - ma c'è qualcuno che cerca di ostacolare il nostro operato con ogni mezzo altrimenti non si spiega perchè sorgono sempre nuove difficoltà".

I VIDEO CON TUTTI GLI ANNUNCI DI BERLUSCONI 3

E sulla difficile situazione dell'economia il premier non ha dubbi: "Il prossimo anno la crescita sarà a livelli pre crisi".

(29 dicembre 2010)

 

 

 

 

Rifiuti, vertice con Letta a Roma

un piano di smaltimento per Napoli

Le province campane si impegnano a ripulire Napoli entro Capodanno, ma chiedono l'intervento delle regioni d'Italia. Sarebbe questo, secondo le prime indiscrezioni, l'orientamento dell'incontro pomeridiano a Roma per affrontare l'emergenza, presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, la Protezione civile, la Regione Campania e le Province, i Comuni interessati. Nella tarda serata di ieri rovesciati cassonetti colmi di rifiuti in via Marina, traffico bloccato

 

L'impegno delle province a aiutare Napoli a ripulirsi dai rifiuti entro Capodanno, e nello stesso tempo un intervento sulle altre regioni d'Italia perchè contribuiscano ad alleviare il dramma del capoluogo campano: mentre Berlusconi assicura che interverrà "personalmente" nelll'emergenza Napoli, sarebbe questo - la sinergia fra gli enti locali - il tentativo avviato nell'incontro pomeridiano a Palazzo Chigi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, la Protezione civile, i rappresentanti dei ministeri dell'Ambiente e dell'Economia, la Regione Campania, le Province campane appunto e i sindaci dei Comuni interessati, a cominciare dalla Iervolino. Già ieri si era svolta una riunione straordinaria presieduta dallo stesso Letta, alla quale avevano partecipato Caldoro e il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. I rappresentanti delle istituzioni hanno fatto il punto sulle difficoltà nello smaltimento della spazzatura pregressa nelle strade del capoluogo campano. L'obiettivo era trovare una soluzione per sgombrare in tempi rapidissimi Napoli dai rifiuti.

Intanto la situazione rimane stazionaria: sono 1400 le tonnellate di spazzatura ancora accumulate lungo le strade del capoluogo, nonostante il contributo dei militari dell'esercito, che ieri sono intervenuti nell'area flegrea, in prossimità del lago Lucrino e nel comune di Quarto. Intanto si approssima il Capodanno e per prevenire il rischio di roghi provocati dai botti vigili del fuoco e uomini del Corpo forestale dovranno innaffiare i cumuli di immondizia.

Ieri gli autocompattatori hanno potuto sversare circa 350 tonnellate nello Stir di Caivano e 400 in quello di Santa Maria Capua Vetere. Da Palazzo San Giacomo, sede del Comune, si sottolineava che, nel mese di dicembre, grazie alla disponibilità della Provincia di Caserta, negli impianti di Terra di Lavoro sono state smaltite oltre 7000 tonnellate di spazzatura. E per Napoli città ciò ha rappresentato un aiuto notevole. La Regione, a sua volta, ha ribadito di aver svolto in pieno la propria parte. Ma la tensione non accenna a calare: ieri sera un gruppo di teppisti ha rovesciato cassonetti colmi di rifiuti in via Marina, bloccato il traffico fino a tardi.

 

 

(29 dicembre 2010)

 

2010-12-27

L'EMERGENZA

Il Natale rovinato dalla "monnezza"

"Ora smettiamo di pagare le tasse"

Crescono i comitati che propongono l'obiezione fiscale: "La gente ormai si sente presa in giro". Il procuratore Lepore: "I cittadini sono rassegnati ma servirebbe uno scatto d'orgoglio"

di DARIO DEL PORTO

Il Natale rovinato dalla "monnezza" "Ora smettiamo di pagare le tasse"

NAPOLI - A pochi metri dalla Cattedrale, in via Duomo, la montagna di spazzatura quasi sfiora la freccia che indica la direzione per il Museo Diocesano. In via Pietro Colletta, poco dopo il vecchio Palazzo di Giustizia, sacchetti aperti e materassi abbandonati. Tapparelle abbassate in periferia. Cumuli nella zona flegrea e a ridosso del Vesuvio. Cartoline dal Natale nero di Napoli, umiliato dall'emergenza rifiuti. "Berlusconi aveva detto che in tre giorni avrebbe risolto tutto. Non ha chiarito però di quale anno", sorride amaro un ragazzo fermo in motorino lungo via Capodimonte, la sigaretta tra le labbra e l'immondizia intorno.

Raid contro i camion diretti a Chiaiano

Soldati per i rifiuti Militari al lavoro

"Un Natale così non si era mai visto", allarga le braccia il procuratore capo Giandomenico Lepore. La tregua di Santo Stefano garantita dallo sforzo straordinario dell'esercito ha garantito un po' di respiro soprattutto in centro dopo due giorni di crisi profonda. Ma in periferia e in provincia, la situazione resta drammatica. Racconta Donato Citarella, farmacista a Quarto flegreo, uno dei comuni maggiormente colpiti, che quest'anno le famiglie sono state costrette a cambiare le abitudini consolidate: "Ho una bambina piccola, ma uscire con il passeggino era impossibile, le strade erano invase dall'immondizia. Così siamo rimasti quasi sempre in casa, con le finestre chiuse per evitare il peggio. Eppure per i più piccoli il Natale rappresenta il momento più bello, è un peccato che il clima delle festività sia stato guastato in questo modo". E i tre giorni di cui parlava Berlusconi? "Il premier aveva trasformato la soluzione della crisi rifiuti nel suo cavallo di battaglia - ragiona Citarella - ma questa volta i suoi spot si sono rivelati un boomerang".

Risveglio amaro in città

Dice don Fulvio D'Angelo, parroco della chiesa dello Spirito Santo ad Arzano, popoloso comune a nord del capoluogo, che nella comunità comincia a serpeggiare la rabbia. "L'impatto di questa nuova emergenza è stato fortemente negativo. La gente sperava che il peggio fosse finalmente alle spalle. Invece si è resa conto che la situazione è tornata quasi ai livelli di due anni fa". Il sacerdote, che era al vertice della parrocchia di piazza Zanardelli a Secondigliano quando nel quartiere infuriava la faida fra i clan della droga, aggiunge che oggi "tante persone manifestano forti resistenze a pagare la tassa sui rifiuti. Si stanno costituendo dei comitati per sostenere questa sorta di obiezione fiscale. Sia chiaro - sottolinea don Fulvio - per me le tasse vanno pagate. Il servizio però deve essere adeguato. E capisco come, agli occhi di molti cittadini, pagare per un servizio inesistente rappresenti qualcosa difficile da mandare giù. Quasi una presa in giro, ecco".

Caldoro: "Il governo prova a fare il suo dovere, ma servono tre anni per cambiare"

Gli effetti di questa nuova emergenza rischiano di mettere in ginocchio l'economia e di lacerare ulteriormente un tessuto sociale già fortemente disgregato. "Lavoro nei pressi della stazione, ho sentito i commenti di tanti turisti, tutti basiti da questa catastrofe", sottolinea Citarella. Mentre don Fulvio D'Angelo avverte che "in alcune zone la credibilità dello Stato, intesa anche come enti locali e territoriali, è ormai inesistente. Le persone non credono più a quello che viene loro detto. È saltata la mediazione politica e questo spiega anche le motivazioni di alcune proteste". Ma accanto all'indignazione, c'è anche chi affronta questa crisi di Natale con stanchezza e rassegnazione che fanno sembrare le strade pulite quando ci sono ancora a terra oltre 1300 tonnellate di sacchetti. "Il rischio è che la gente si stia abituando all'immondizia - avverte il procuratore Lepore - mentre servirebbe uno scatto d'orgoglio da parte della popolazione".

Qualcuno invece ne approfitta per fare affari, altri semplicemente si lasciano andare scaricando tutto il possibile anche nei giorni di Natale, senza freni e senza orari. "Nella confusione e nell'emergenza viene fuori la parte peggiore della popolazione", commenta Cesare Moreno, uno degli animatori del progetto dei "Maestri di strada". E afferma: "Ho visto con i miei occhi persone gettare un cesso in strada. A Chiaia, non in un quartiere degradato. I sotterranei del Centro direzionale sono invasi dai rifiuti provenienti da attività commerciali o da enti pubblici. Via Gianturco, nella zona orientale della città, è stracolma di cartoni e contenitori gettati da commercianti". Pensare al futuro, secondo il procuratore Lepore, significa "prendere atto che il caso Napoli è un caso eccezionale che ha bisogno di provvedimenti eccezionali. Ma non di un nuovo commissariato straordinario - precisa il magistrato - perché quello ha già dimostrato di non poter risolvere i problemi".

Certo la realtà è complessa se, come evidenzia don Fulvio D'Angelo, "la raccolta differenziata nella città di Napoli continua ad essere attestata a livelli africani. Con tutto il rispetto per l'Africa". E allora Cesare Moreno invita a guardare al passato: "Durante l'epidemia di colera del 1973 ero in prima linea, sulle barricate. Ma il livello di vigilanza della popolazione era altissimo perché la gente aveva paura. Se ognuno, come allora, cominciasse ad assumersi le proprie responsabilità, forse la crisi farebbe meno paura".

(27 dicembre 2010)

 

2010-12-22

IL CASO

Plastica, l'ultima battaglia

poi la Prestigiacomo lascia il Pdl

Scongiurato il rinvio della messa al bando delle buste in polietilene. I sacchetti dovevano essere eliminati dal 1 gennaio, ma il decreto Milleproroghe voleva prorogare la scadenza dei termini al 31 dicembre 2011. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo blocca tutto e passa la conferma del divieto di MONICA RUBINO

Plastica, l'ultima battaglia poi la Prestigiacomo lascia il Pdl

ROMA - Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si oppone allo slittamento della messa al bando dei sacchetti di plastica. Nella bozza del decreto Milleproroghe c'era infatti la proposta di rimandare di un anno il divieto di commercializzazione dei sacchetti in polietilene, prevista inizialmente il 1 gennaio 2011. Divieto che, introdotto dalla Finanziaria 2007, in verità doveva scattare già a partire dall’inizio del 2010, termine poi prorogato di un anno dal governo. Ma la Prestigiacomo non ci sta e garantisce il rispetto della scadenza del primo gennaio. "Lo slittamento era nella bozza e io mi sono opposta: sarebbe stato insopportabile - ha spiegato Prestigiacomo al termine del Consiglio dei ministri - che alla vigilia della scadenza della norma ci fosse stato nuovamente un motivo per non farla entrare in vigore. Mi sono molto battuta e tutto il governo si è dichiarato favorevole al fatto che si procedesse senza ulteriori proroghe. Per le scorte faremo accordi coi produttori e i consorzi che riciclano la plastica, non credo che ci saranno problemi". Poco dopo, l'annuncio: il ministro lascia il Pdl 1- lo annuncia fra le lacrime in Transatlantico - e aderisce al gruppo misto.

Le associazioni dei consumatori plaudono alla decisione del ministro dell'Ambiente. In attesa dello stop ufficiale, tuttavia, le buste di plastica stanno gradualmente diminuendo: molte catene della grande distribuzione cominciano

a farne a meno. Spesso l'iniziativa parte dalle amministrazioni locali: 150 comuni, Torino in testa, ne hanno vietato l’impiego o hanno promosso campagne per scoraggiarne l’uso come "Porta la sporta", lanciata nel 2009. Un sondaggio di Legambiente effettuato in 80 città rivela che gli italiani sono ben disposti a dire addio al vecchio sacchetto "a canottiera": il 73% di loro sceglierà la sportina riutilizzabile. Mentre sono molto pochi (il 16,2%) quelli che opteranno per lo shopper in bioplastica o per il sacchetto di carta (10,4%), decisamente meno pratico.

Le buste tradizionali sono una minaccia per l'ecosistema. Secondo l'Unep (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente) ogni anno uccidono 100mila mammiferi marini, come tartarughe, balene ma anche molti uccelli di mare, oltre a danneggiare l’agricoltura e la pesca. La plastica trasportata dalle onde in America ha formato un'isola di immondizia: il "Pacific Trash Vortex" è un’enorme massa di spazzatura composta soprattutto da plastica, estesa tra i 700mila e i 10 milioni di Km2, che galleggia nell'Oceano Pacifico a Nord delle Hawaii. I sacchetti usa e getta hanno una vita brevissima, ma per produrli occorrono grandi quantità di petrolio e possono rimanere nell’ambiente da 15 a 1000 anni prima di essere smaltiti del tutto, distrutti dai raggi ultravioletti e dal calore. Uno studio dell'Agenzia per l'Ambiente del governo australiano ha dimostrato che un chilo di sacchetti provoca emissioni di CO2 per circa 2.109 Kg. Riciclarli o recuperarli non conviene, poiché comporterebbe costi troppo alti. Le buste di plastica sono uno degli oggetti più consumati al mondo: solo in Italia si usano venti miliardi di sacchetti di plastica l’anno, circa 300 a testa. Farne a meno per dodici mesi, permetterebbe una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 8 chili.

Se l’aspetto ambientale non basta, ci si può concentrare su quello economico: in molti supermarket i sacchetti si pagano circa 5 centesimi l’uno, un costo che moltiplicato per tutte le volte in cui si fanno compere può far superare i 20 euro annui a testa. Anche quando i sacchetti sono gratuiti c’è in realtà una spesa del distributore che viene indirettamente riversata sul consumatore attraverso i prezzi dei prodotti. Aggiungendo i costi dello smaltimento dei rifiuti, che gravano su ogni cittadino, si capisce bene come il passaggio alla sporta non porti che fattori positivi.

Ma quali sono le alternative alla busta di plastica? Secondo Legambiente il sacchetto in bioplastica riutilizzabile, che si degrada naturalmente nell’ambiente, è la soluzione più conveniente poiché si può usare per fare la spesa almeno dieci volte, senza rischio che si rompa. Altra possibilità sono i sacchetti di carta, che possono essere riciclati. Infine ci sono i sacchi di tessuto, che offrono un’ampia scelta: i più eleganti e robusti sono quelli in cotone, iuta o in canapa, prodotti di recente. Meno indicato il cotone da coltivazione non biologica: i pesticidi usati per produrlo, possono inquinare e in alcuni casi, comportano un elevato impiego d’energia. Ma c’è anche chi sceglie le reti in corda naturale o sintetica, le sacche chiuse da una lampo, o quelle pieghevoli.

(22 dicembre 2010)

 

 

 

INCHIESTA

Calabria, violazione norme urbanistiche

sequestrato un intero parco eolico

L'impianto sarebbe stato realizzato senza rispettare le distanze dalle abitazioni private e a ridosso di un altro impianto eolico. Le indagini anche dopo alcune denunce presentate dai cittadini

CATANZARO - I carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Catanzaro hanno sequestrato questa mattina l'intero parco eolico di Girifalco, nel catanzarese, nell'ambito di un'inchiesta della procura di Catanzaro.

Il sequestro preventivo è stato disposto dal gip su richiesta della procura per una serie di violazioni alle norme urbanistiche ed alle direttive previste nella delibera regionale. La struttura presenterebbe diversi abusi emersi nel corso delle indagini condotte dai militari dell'Arma. In particolare, secondo il provvedimento di sequestro, l'impianto sarebbe stato realizzato senza rispettare le distanze dalle abitazioni private e a ridosso di un altro impianto eolico. Sulla struttura erano in corso alcune indagini dopo le denunce presentate anche da singoli cittadini.

Il parco è stato realizzato dalla società Brulli energia di Reggio Emilia. I carabinieri stanno attualmente notificando il provvedimento e apponendo i sigilli alle torri. Ci sono diversi indagati ma al momento non sono stati emessi avvisi di garanzia.

(22 dicembre 2010) © Riproduzione riservata

 

 

2010-12-21

L'EMERGENZA

Napoli ancora sotto la spazzatura

è fallito il miracolo di Natale

Cumuli ovunque: ieri per le strade della città c'erano 2.200 tonnellate non raccolte. Nonostante le ripetute promesse di Berlusconi la situazione non è cambiata di CRISTINA ZAGARIA

Napoli ancora sotto la spazzatura è fallito il miracolo di Natale

NAPOLI - Camion carichi di rifiuti che rimangono ore (giorni) in fila davanti agli stabilimenti. Camion che tornano indietro, senza scaricare. Camion che non riescono a tenere il ritmo della città. Seguendo gli autocompattatori stipati di immondizia, che fanno il giro dell'oca, si comprende la schizofrenia di una città che torna in emergenza e si prepara a passare un Natale sommersa dai rifiuti, tra scioperi, inchieste della magistratura per infiltrazioni mafiose nei cda delle aziende che gestiscono la raccolta e cittadini esasperati per le strade invivibili e il paradosso degli aumenti in bolletta per la Tarsu. Il miracolo di Napoli pulita è fallito ancora una volta, nonostante le ripetute promesse del premier Berlusconi. Ieri per le strade di Napoli c'erano 2.200 tonnellate di immondizia non raccolta, a cui si devono aggiungere le oltre seimila della Provincia. Cumuli ovunque. Soprattutto nel centro storico. Il Comune non riesce neanche più a tutelare i percorsi turistici. Asìa (l'azienda di igiene urbana) riesce a smaltire 300 tonnellate in più rispetto alla produzione giornaliera (1.500). Ma le previsioni sono nere: per il 25 dicembre si potrebbero superare le 3.500 tonnellate di rifiuti in strada. Il 24, infatti, chiudono per le feste gli Stir, gli impianti di tritovagliatura, e l'inceneritore di Acerra.

"La Regione Campania potrebbe smaltire un milione di tonnellate al giorno - interviene duro l'ad di Asìa, Daniele Fortini - Ma il capoluogo viene lasciato con l'immondizia in strada a Natale. Non

parliamo di emergenza. Questa è una scelta politica". "La situazione è gravissima e se non si metterà a punto un piano di raccolta straordinaria, i cittadini trascorreranno il Natale con i rifiuti, tanti, sotto casa", interviene l'assessore all'Igiene Urbana del Comune, Paolo Giacomelli, che chiede "di conferire i rifiuti negli impianti sia della provincia che in altre province". Alle accuse del Comune risponde la Regione: "Se la situazione è critica la responsabilità è solo di chi gestisce il Comune e la sua Società", affonda l'assessore all'Ambiente della Giovanni Romano. E Giacomelli: "Non è così e ci tuteleremo in sede legale". Botta e risposta e scaricabarile, mentre i rifiuti in strada aumentano. Le prime avvisaglie della nuova emergenza (dopo quella scoppiata nell'estate 2007 e chiusa, con il primo decreto Berlusconi, nella primavera 2008) si hanno a fine settembre. La crisi esplode a ottobre, quando si superano le 4.000 tonnellate non raccolte. Novembre è un mese di passione tra rivolte e allarme sanitario. E quando il 15 dicembre Napoli respira con appena 800 tonnellate per strada ecco di nuovo il caos. Il 16 scioperano gli ex dipendenti della ditta Enerambiente. Su Asìa, Enerambiente e le altre ditte subappaltatrici, il procuratore aggiunto, Giovanni Melillo, apre un'inchiesta. Intanto la città torna in emergenza, complici anche le feste e la maggiore produzione di rifiuti. Domenica 80 mezzi Asìa non hanno potuto scaricare fino a tarda notte. E nei giorni normali le file agli stabilimenti di smaltimento (ormai saturi) sono estenuanti. Ieri, i mezzi carichi di rifiuti, che lavorano per il Comune di Napoli, dopo ore di fila allo stabilimento di Tufino, sono tornati indietro senza scaricare. Il sistema fragile rallenta ogni giorno. Nell'area flegrea è da una settimana in campo l'esercito. Gli autocompattatori dei Comuni flegrei sono stati fermi, in coda agli Stir, anche tre giorni. Ieri a Pozzuoli c'erano 1.500 tonnellate di immondizia. Intanto, l'ultimo studio di Cittadinanzattiva segnala Napoli come la città con la spesa annua per lo smaltimento dei rifiuti più alta d'Italia: 453 euro, con un incremento quest'anno del 61 per cento.

(21 dicembre 2010)

 

 

LO STUDIO

Raccolta dei rifiuti, un paradosso

"Meno funziona e più costa"

Un dossier di Cittadinanzattiva, in Campania la spesa media annua per lo smaltimento della spazzatura è la più elevata. A Napoli, Benevento, Siracusa e Roma le tariffe più care d’Italia

di MONICA RUBINO

Raccolta dei rifiuti, un paradosso "Meno funziona e più costa"

Rifiuti a peso d’oro. La raccolta e lo smaltimento della spazzatura meno funzionano e più si pagano. Lo rivela uno studio dell’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva esteso a tutti i capoluoghi di provincia.

Secondo l’indagine, è Napoli - dove il problema "monnezza" sembra non trovare soluzione – la città dove la tassa dei rifiuti costa di più. Nel capoluogo campano, infatti, la spesa annua per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ammonta a 453 euro a famiglia, considerando un nucleo-tipo di tre persone, con reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di 100 metri quadri. Quasi il quadruplo rispetto alla città meno cara d’Italia, Isernia (122 euro). Tra i 10 capoluoghi con le tariffe più alte, otto sono al Sud mentre solo uno, Trieste, è del Nord (309 euro).

Guarda la tabella con le tariffe città per città 1

In generale, la media annua più alta si registra in Campania (364 euro) – contro la media nazionale pari a 233 euro - la più bassa in Molise (131 euro), a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese che trova conferma anche all’interno di una stessa regione: in Lombardia, per esempio, a Milano (262 euro) la Tarsu arriva a costare quasi il doppio di Cremona (139 euro). Lo stesso accade in Sicilia, dove la tassa per i rifiuti pagata a Siracusa supera di 165 euro quella di Caltanissetta (241,5 euro), o

in Toscana, dove la Tia (Tariffa di igiene ambientale) pagata a Livorno (304 euro) supera di ben 130 euro quella di Firenze (174 euro). E ancora, in Campania, la Tarsu ad Avellino è di ben 262 euro inferiore rispetto a quella pagata a Napoli. Quest’ultima differenza si spiega con il fatto che il capoluogo irpino ha il tasso di raccolta differenziata più alto di tutta la regione, come evidenzia il rapporto di Legambiente sui Comuni ricicloni Campania 2010: secondo i dati dell’associazione ambientalista, la maglia rosa per la migliore percentuale di differenziata spetta ad Avellino con il 61,57%, seguita da Salerno con il 59,98% e Caserta con il 47,25%.

Napoli, invece, è anche la città che ha fatto registrare nell'ultimo anno gli incrementi più alti della tassa sui rifiuti (+ 60,1%), seguita da Reggio Calabria (+57,4%), Benevento (+44%), Trapani (+34,7%) e Pescara (+21,3%).

In altre nove città, i rincari sono superiori al 10%. Inoltre in dieci anni - da gennaio 2000 a dicembre 2010- secondo dati Istat l'aumento registrato a livello di tariffe rifiuti è stato del 61%.

In negativo va segnalato anche il ritardo con il quale i capoluoghi di provincia hanno adottato la Tariffa d’igiene ambientale (Tia), introdotta dal decreto Ronchi nell’ormai lontano 1997: sono solo il 45%, mentre la maggioranza dei capoluoghi (55%) è rimasta fedele alla Tarsu. Mentre infatti la Tarsu è una tassa, la Tia è una tariffa, ossia un'entrata di carattere patrimoniale commisurata ai servizi usufruiti dagli utenti, che deve assicurare la copertura integrale dei costi di gestione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. A differenza della Tarsu, la Tia esige infatti una puntuale attività di programmazione, per integrare i vari investimenti in materia ambientale, come ad esempio la promozione della raccolta differenziata. "In Italia, la metà dei rifiuti va ancora a finire in discarica – spiega Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva - la produzione pro capite di rifiuti urbani è pressoché stabile, mentre ciò che non accenna a diminuire è il carico delle tariffe, specie in quelle aree del Paese, come il Sud, dove il reddito pro capite è più basso. Napoli insegna: appena è esploso il caos rifiuti nel 2008, l’amministrazione ha subito annullato la

disposizione del regolamento comunale che prevedeva la riduzione del 60% della Tarsu nei casi di

gravi inadempimenti nella gestione del servizio. E come se non bastasse, dal 2008 ad oggi non hanno fatto

altro che aumentare l’entità della tassa. Al danno si è aggiunta la beffa: non solo rifiuti per

strada ma anche l’obbligo di pagare per intero e sempre di più per un servizio che non funziona".

Nel complesso al Nord si distinguono in positivo Veneto e Trentino, dove la Tia è applicata in tutti i capoluoghi, la spesa sostenuta dalle famiglie è inferiore ai valori medi nazionali, così come gli incrementi tariffari. Il tutto a fronte di una percentuale di raccolta differenziata di gran lunga superiore alla media nazionale, così come sono più bassi i dati sulla produzione pro capite di rifiuti urbani. Per gli stessi motivi si segnala anche la regione Lombardia, se non fosse che meno della metà dei

capoluoghi ha adottato la Tia. Al Centro, abbastanza bene l’Umbria, con costi in linea con la media nazionale, aumenti contenuti, Tia presente nei due capoluoghi, livelli di raccolta differenziata non lontani da quelli nazionali. Al Sud, abbastanza bene solo Calabria e Basilicata per i costi contenuti, anche se la differenziata è ancora a livelli inaccettabili.

(20 dicembre 2010)

 

2010-12-12

Tecnologia

Pericolosità delle polveri sottili

ricerca pugliese ne svela i segreti

Più leggere e nocive per la salute le polveri presenti nell'aria del Nord Italia perché prodotte dal traffico automobilistico, più pesanti e meno dannose le polveri al Sud perché arrivate dal Sahara. Per la prima volta messa a punto una tecnica per l'identificazione della provenienza delle polveri, del peso specifico e della loro pericolosità

Pericolosità delle polveri sottili ricerca pugliese ne svela i segreti

Anche le polveri sottili hanno un'identità. Una ricerca finanziata dalla Regione Puglia e condotta dalle Università di Bari (Dipartimento di Chimica) e del Salento (Dipartimento di Fisica) con la collaborazione di due imprese (Lenviros srl, società spin off dell'Ateneo barese, e Fai Instruments srl), la svela per la prima volta in Europa con strumenti e metodi completamente innovativi, che segnano un significativo passo avanti nella lotta contro l'inquinamento.

'La vera identita' delle polveri sottilì rappresenta l'esito di uno dei 53 progetti strategici finanziati dalla Regione Puglia ed è la quarta tappa della campagna 'I Doni della Scienza', il tour dell'Area Politiche per lo Sviluppo economico, il Lavoro e l'Innovazione dell'Ente "a caccia del risultato". Si tratta di una campagna durante la quale la Regione verifica e mostra ai media i prodotti delle ricerche finanziate. Questo perchè le scoperte o le invenzioni di oggetti innovativi sono stati finanziati grazie a risorse pubbliche.

In particolare i 53 progetti sono sostenuti con 45 milioni di euro totali (disponibili nell'Accordo di programma quadro sulla ricerca). E' già avvenuto per il tonno rosso, (il progetto grazie al quale per la prima volta al mondo sono nati 20 milioni di larve da tonni tenuti in cattività), la realizzazione del diamante artificiale (capace di intercettare più degli altri prototipi i raggi ultravioletti) e il segreto dell'Acquaporina (scoperta che ha segnato un enorme passo avanti nella ricerca mondiale sulla sclerosi multipla e su una malattia rara come la neuromielite). I risultati sulle polveri sottili sono stati presentati durante il recente Festival dell'Innovazione alla Fiera del Levante di Bari, tra gli altri, dalla vice presidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone.

Sono pesanti, a volte pesantissime le polveri sottili, o fini come preferiscono definirle i ricercatori, presenti in Puglia e in tutte le regioni europee del Mediterraneo. Ma spesso non sono pericolose come al Nord perchè generate dal deserto e non dal traffico. E' una ricerca alla quale sono interessati altri paesi europei poichè ha realizzato strumenti e metodi di misurazione innovativi, che fanno luce per la prima volta sul mistero delle provenienza delle polveri fini e potrebbero risolvere una volta per tutte il problema della multe comminate dall'Unione europea per il superamento del livello massimo di polveri.

La ricerca, durata 48 mesi, è costata in tutto 1 milione e 168 mila euro ed è stata possibile grazie a finanziamenti pubblici pari a 800mila euro erogati dalla Regione Puglia. "Gli esiti di questo progetto -ha detto la vice presidente Capone- rappresentano per la Regione Puglia il ritorno, moltiplicato, di un investimento rilevante per la ricerca, che quota 1 miliardo 762 milioni per la programmazione 2007-2013".

"Siamo la Regione che ha puntato di più in Italia su un binomio vincente: ricerca e giovani. In questo progetto vediamo all'opera un team di 23 ricercatori, più due docenti, con un'età media di trent'anni, per la maggior parte donne, che volano davvero alto per qualità delle idee e per la carica innovativa del loro approccio alla soluzione dei problemi. A questi giovani cervelli abbiamo fornito gli strumenti per alzare il livello di competitività della Puglia, valorizzando attraverso le loro idee, il nostro stesso territorio. Grazie a loro la Puglia ancora una volta si distingue come un caso internazionale nel mondo della ricerca".

La ricetta vincente di questa scoperta è nell'integrazione di metodiche e macchine non nuove ma usate in modo differente, combinando cioè dati e strumenti, integrando modelli, mettendo insieme misure da satellite e misure al suolo. Così i ricercatori pugliesi sono riusciti a realizzare un nuovo prototipo servendosi di tecnologie innovative ma già esistenti. Questo è un approccio originale applicato per la prima volta in Europa. L'arma vincente è stata mettere insieme un'impresa partner di livello europeo (la Fai Instruments, azienda italiana leader nello sviluppo di strumentazione per il rilevamento e la misura dell'inquinamento atmosferico) con le competenze e gli strumenti delle Università di Bari e Lecce.

Si è raggiunto il risultato di identificare l'origine delle polveri, un dato fondamentale perchè è la provenienza e non il peso a determinare la pericolosità di queste particelle, che i ricercatori chiamano particolato atmosferico (PM). Si scopre così che la pericolosità può essere persino inversamente proporzionale rispetto al peso. Se le polveri fini provengono dal traffico, sono leggerissime ma pericolosissime per la salute; se, invece, sono arrivate fino a noi dal deserto del Sahara sono pesanti ma non nocive.

Una differenza sostanziale, da un lato per la lotta all'inquinamento, dall'altro per i risvolti economici che implica. Le Regioni che superano il livello massimo di polveri fini consentito dalle direttive comunitarie sono soggette infatti ad una multa da parte dell'Ue pari a circa 10 mila euro al giorno. Ma, spiegano i ricercatori, attualmente il parametro che viene preso in considerazione non è la pericolosità delle polveri ma il peso. Per le regioni del basso Mediterraneo, si tratta spesso di un onere notevole, perchè le loro polveri spesso sono pesantissime, proprio come avviene in Puglia.

"Le polveri fini del Tavoliere - spiega Gianluigi De Gennaro, giovane chimico dell'Università di Bari, responsabile scientifico del progetto e coordinatore della ricerca - sono diverse da quelle della Pianura Padana. A Milano le polveri prodotte dal traffico restano lì, come imprigionate in una piccola scatola. Il nostro territorio invece ha capacità disperdenti migliori perchè c'è vento, sole, scambi di calore terra-aria. Ecco perchè in Puglia siamo più soggetti agli eventi transfrontalieri cioè ad apporti di polveri da altre parti del mondo. Noi abbiamo concentrazioni di PM10 molte alte. Provengono dal Sahara e dal Nord Est dell'Europa, però per fortuna non sono così pericolose come quelle prodotte dal traffico".

Un aspetto, questo, che l'Ue non valuta imponendo comunque multe salatissime. Il problema riguarda tutte le regioni del Mediterraneo. Per questo l'Italia, con Spagna, Portogallo e Cipro, ha chiesto invano una deroga. Unica concessione delle direttive comunitarie è scorporare dal limite fissato la porzione di PM10 dovuta a fonti transfrontaliere, ma i Paesi interessati devono riuscire a provarne la provenienza. E qui entra in gioco la ricerca pugliese.

"Gli strumenti tradizionali - dice De Gennaro - misurano il particolato, cioè le polveri, ma ignorano da dove provenga. Noi invece abbiamo sviluppato strumenti e metodi per capire l'origine delle particelle, se sono locali o se provengono dall'estero. Questo ci permette, tra l'altro, di fornire all'Ue le prove richieste per ridurre le infrazioni". Pochi fino ad oggi infatti sono i tentativi di individuare tra le particelle quelle provenienti, ad esempio, dall'Africa. Ci ha provato la Spagna, utilizzando un metodo statistico. "Siamo stati noi i primi in Europa", ribadisce De Gennaro. "Ci siamo serviti di tanti strumenti già esistenti e li abbiamo usati insieme. L'idea vera è stata l'integrazione". Il prototipo realizzato dai ricercatori adesso si trova a Bari nel Dipartimento di Chimica ed è già richiestissimo da varie regioni italiane per misurare le polveri. Adesso è in partenza per Taranto dove avrà il compito di svelare la provenienza del benzoapirene.

La scoperta dei ricercatori pugliesi con il progetto denominato Simpa (Sistema Integrato per il Monitoraggio del Particolato Atmosferico) ha svariate applicazioni. Serve ad individuare le sabbie sahariane e in generale i trasporti transfrontalieri; intercetta la produzione di benzopirene nelle aree industriali; dimostra che l'Italia è divisa in due per le polveri fini, più leggere e pericolose al Nord, più grosse ma meno pericolose al Sud e che quindi è sbagliato misurare con lo stesso criterio le polveri fini al Nord e al Sud; permette le misurazioni su microaree per pianificare azioni come il blocco del traffico; individua zone più ampie di misurazione attraverso l'uso del satellite.

Tante le ricadute del progetto sul territorio. I laboratori delle Università di Bari e di Lecce oggi sono tra i più importanti in Italia per le strumentazioni implementate, la stessa Puglia è diventata una delle regioni di riferimento per la misurazione delle particelle in atmosfera. Qui infatti sono state organizzate tre scuole nazionali e la prima scuola nazionale della Italian Aerosol Society (Ias), oltre ad essere stato pubblicato il volume 'Particelle in atmosfera. Conosciamole meglio', curato dal team di ricerca.

(12 dicembre 2010)

 

2010-12-11

CLIMA

A Cancun trovato l'accordo

un capolavoro di diplomazia

L'intesa alla conferenza Onu tiene insieme i tagli alle emissioni (25-40% entro il 2020) e gli interessi dei vari Stati rinviando la definizione degli impegni vincolanti Paese per Paese dal nostro inviato ANTONIO CIANCIULLO

A Cancun trovato l'accordo un capolavoro di diplomazia Un momento dei lavori

CANCUN - Per ora è solo architettura, ma è un'architettura robusta: il disegno di un progetto concreto per la salvaguardia del clima. Alleggerito dal peso di target immediati sul taglio delle emissioni, il meccanismo del piano di protezione dell'atmosfera ha preso forma in due settimane di abile regia messicana della conferenza Onu che ha lasciato spazio a tutti e ha dato tutti una ragione per aderire. Il testo dell'accordo, approvato con la sola opposizione della Bolivia, fa dimenticare l'incubo del fallimento di Copenaghen e traccia la strada per un'intesa contro il caos climatico: taglio delle emissioni del 25-40 per cento rispetto al livello del 1990 entro il 2020 per evitare che l'aumento di temperatura superi i 2 gradi e un pacchetto da 100 miliardi di dollari l'anno per il trasferimento delle tecnologie pulite e il mantenimento delle foreste tropicali.

I delegati degli oltre 190 Paesi riuniti a Cancun si erano trovati di fronte un compito che sembrava quasi impossibile: a due anni dalla scadenza del protocollo di Kyoto (2012) si trattava di ottenere l'adesione a impegni vincolanti da parte di Stati che avevano dichiarato di non volerne sentir parlare. Da una parte c'era questo gruppo di governi recalcitranti, inclusi i due principali inquinatori del pianeta, Cina e Stati Uniti. Dall'altra i Paesi più direttamente minacciati dal caos climatico (le piccole isole che rischiano di essere sommerse e l'Africa minacciata dalla desertificazione) che chiedevano impegni ancora più stringenti.

Alla fine l'accordo

raggiunto nella notte (le prime ore del mattino in Italia) con l'adesione di oltre 180 Paesi (dal Brasile all'Unione Europea, da Cina e India agli Stati Uniti) è un miracolo di diplomazia che riesce a tenere assieme l'obiettivo - bloccare la crescita della temperatura - e gli interessi dei vari Stati. A un prezzo non trascurabile: rinviare la definizione degli impegni vincolanti di taglio delle emissioni Paese per Paese, un traguardo che dovrebbe essere raggiunto il prossimo anno, ultimo momento utile per approvare e ratificare un piano globale a difesa del clima nel periodo successivo al 2012.

Non era questo del resto l'obiettivo di Cancun. L'obiettivo era recuperare l'idea di un processo comune che ha per posta la salvaguardia degli ecosistemi su cui poggia la sicurezza di tutti. E questo obiettivo è stato raggiunto, come hanno dimostrato i lunghissimi applausi e le dichiarazioni emozionate dei capi delegazione durante il rush finale notturno.

La sfida che la conferenza Onu doveva affrontare era il mantenimento di un quadro di impegni vincolanti per il taglio delle emissioni serra che stanno moltiplicando i fenomeni climatici estremi (alluvioni, uragani, siccità). Impegni stabiliti a Kyoto nel 1997, ma solo per un gruppo di Paesi industrializzati dal quale gli Stati Uniti hanno preso le distanze con l'arrivo di George W. Bush alla Casa Bianca. Come hanno fatto notare i rappresentanti del Giappone a Cancun, questo cartello rappresenta ormai solo il 27 per cento delle emissioni serra: la battaglia per la stabilità del clima non può essere vinta senza coinvolgere anche Stati Uniti e Paesi emergenti, Paesi che si erano finora dichiarati assolutamente contrari ad accettare impegni vincolanti.

Partendo da questa situazione di crisi, il vertice di Cancun è riuscito a ottenere più di un successo. La Cina ha accettato i criteri 1 di trasparenza nei controlli sulle emissioni serra che per gli Stati Uniti costituivano una precondizione indispensabile per la trattativa e ha aperto alla possibilità di impegni vincolanti per la fine del decennio. L'India ha adottato una posizione simile. I Paesi schierati sulle posizioni più radicali hanno ritrovato lo spirito del multilateralismo e la disponibilità a creare meccanismi più efficienti per il trasferimento di tecnologie pulite.

Il risultato è un accordo giudicato positivamente dalle associazioni ambientaliste ("L'inserimento della definizione di obiettivi vincolanti, sia pure in una formula molto generica che lo definisce come una possibilità, rappresenta un passo avanti importante", commenta Mariagrazia Midulla, del Wwf). Un accordo che però, come osserva il direttore generale dell'Ambiente Corrado Clini, è ancora lontano dall'indicare una strategia concreta capace di bloccare la crescita della temperatura a un livello in cui i danni siano sufficientemente limitati. Per arrivare a un impegno vincolante si è scelta infatti l'unica strada percorribile: ogni Paese indicherà volontariamente lo sforzo che è disposto a fare. Ma la somma degli sforzi finora indicati dà un taglio delle emissioni che è circa la metà di quello considerato necessario dai climatologi delle Nazioni Unite (Ipcc). Serviranno dunque altre due mosse. La prima è incassare le cambiali già firmate rendendo obbligatori questi impegni in un accordo da siglare il prossimo anno. La seconda è rilanciare spingendo sulla green economy e magari ricorrendo anche a una carbon tax.

(11 dicembre 2010)

 

 

 

 

2010-12-10

CONFERENZA ONU SUL CLIMA

L'esercito americano

dichiara guerra alle emissioni

Alla Conferenza sul clima i militari degli Stati Uniti scelgono un linguaggio diretto per proteggere gli interessi nazionali. E annunciano che la missione sarà combattere i cambiamenti climatici per garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini dal nostro inviato ANTONIO CIANCIULLO

L'esercito americano dichiara guerra alle emissioni Terreno spaccato dalla siccità

L'esercito americano dichiara guerra

ai cambiamenti climatici

CANCUN - Il nemico è il cambiamento climatico. Parola dell'esercito americano. Mentre la trattativa procede per piccoli e progressivi aggiustamenti (le aperture della Cina agli impegni vincolanti, i passi avanti dell'India, la lotta del Brasile contro la deforestazione) e la diplomazia procede per allusioni, i militari del Stati Uniti hanno scelto un linguaggio più diretto e aperto per proteggere gli interessi nazionali.

In un incontro con la stampa, svolto in parte attraverso un video collegamento con Washington, lo stato maggiore dell'esercito e della marina hanno annunciato una "guerra" contro le emissioni serra come misura necessaria a garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini americani. L'ammiraglio David Titley è stato molto chiaro: "Non c'è da discutere di modelli e previsioni. Per misurare l'impatto del cambiamento climatico basta osservare quello è successo nella zona artica negli ultimi 30 anni, e in particolare nell'ultimo decennio. Prima c'era una superficie ghiacciata che aveva piccole oscillazioni a seconda delle stagioni. Adesso c'è un pack che cambia radicalmente dimensioni durante l'estate. Lo stretto di Bering acquisterà l'importanza strategica dello stretto di Malacca".

L'ammiraglio non si preoccupa solo delle mappe che andranno ridisegnate per dar conto di rischi e di opportunità di navigazione e di controllo dei mari. In palio, nella grande partita per il controllo del caos climatico, c'è un altro tema fondamentale: il cibo:

"Il mutamento dei monsoni e il moltiplicarsi di fenomeni come uragani, siccità e alluvioni rappresentano una minaccia concreta alla sicurezza degli Stati Uniti. Non basta. Nel mondo un miliardo di persone prende dal mare le proteine di cui ha bisogno. E l'acidificazione degli oceani rappresenta un fenomeno preoccupante: il mare assorbe il 40 per cento dell'anidride carbonica emessa e il suo PH cambia. Il rischio è che l'acidità arrivi a un livello tale da renderlo invivibile per molte specie".

Un giudizio condiviso da Amanda Dory, deputy assistant per la strategia del Segretariato alla Difesa e da Jeff Marqusee, direttore dello Strategic Environmental Research Programme. Gli Stati Uniti hanno, nel mondo, 507 strutture di difesa e 300 mila edifici: una buona parte è a rischio nella prospettiva, giudicata attendibile, di un aumento del livello dei mari di un metro entro la fine del secolo.

(09 dicembre 2010)

 

 

La cultura del lavoro verde

C’è un legame diretto, ma non sempre evidente, tra i cambiamenti climatici, la società e il lavoro. Anche durante la Conferenza di Cancun è emersa la necessità di trovare una maggiore coerenza tra le politiche ambientali, quelle sociali e quelle del lavoro.

Il punto è che il cambiamento climatico ha un impatto sui modelli di sviluppo, di produzione e di consumo, perciò necessariamente coinvolge le imprese, così come i lavoratori e i mercati del lavoro. Altrettanto evidente, perciò, è che ogni misura adottata per tutelare l’ambiente, mitigare l’impatto e affrontare l’adattamento ai cambiamenti del clima, ha bisogno del sostegno delle parti sociali, dal livello locale a quello nazionale, a quello globale.

M.Crozet, ILO In Italia sembra ancora debole il rapporto tra gli attori del mondo produttivo tradizionale e le nuove realtà dello sviluppo sostenibile. Spesso ci si trova di fronte a imprese e sindacati che cadono nel luogo comune e nell’equazione "economia verde uguale disoccupazione". Anche quando si invocano i green jobs, però, si tende a farlo in modo generico, astratto.

Questi, in realtà, si riferiscono ad alcune situazioni precise. Secondo la definizione delle Nazioni Unite, sono "lavori verdi" quelli utili a ridurre i consumi energetici, l’uso di materie prime, le emissioni di gas serra, i rifiuti e l’inquinamento. Quelli che, infine, in varie forme contribuiscono a proteggere l’ecosistema.

Eppure, sempre in Italia, ci sono buoni esempi di come si sta affermando nei territori una nuova cultura di sviluppo eco-sostenibile e allo stesso tempo socio-sostenibile, con un impatto positivo anche sul lavoro "di qualità". Ci sono distretti industriali che stanno tentando di convertire le attività manifattuiere tradizionali in attività per l’energia alternativa. Ci sono fabbriche della metalmeccanica leggera che ora realizzano impianti fotovoltaici su vasta scala, così come amministrazioni pubbliche che investono seriamente sullo smaltimento dei rifiuti, ricavandone benefici per l’ambiente e persino utili da reinvestire in altri servizi. Tutto questo, è noto, richiede investimenti e ricerca ma può creare crescita e lavoro nuovo, buono e durevole.

Sono esempi di come dal basso, dalla piccola dimensione, si possa arrivare al coinvolgimento e al rinnovamento culturale delle imprese, soprattutto quelle piccole e medie, e dei lavoratori. Un simile approccio, basato sul dialogo sociale, permetterebbe di arrivare a un modello di sviluppo davvero sostenibile e coerente tra la dimensione ambientale, quella economice e quella sociale.

Tag:dialogo sociale, disoccupazione, green jobs, lavori verdi, lavoro dignitoso

Scritto venerdì, 10 dicembre 2010 alle 08:00 nella categoria Senza categoria. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.

 

 

 

 

Rifiuti, l'allarme dei sindaci

"Provincia peggio della città"

Da Castellammare a Pozzuoli ai centri dell'area nord, cresce la denuncia per l'emergenza spazzatura: "Non sappiamo più dove portarla, è un disastro, il governo si deve muovere"

di CARLO FRANCO

 

Da dove cominciamo? Dalle 1500 tonnellate di rifiuti che marciscono a Pozzuoli, o dalle 1200 di Giugliano o, ancora, dalle 700 di Castellammare di Stabia? La situazione igienica dei Comuni a Nord e a Ovest di Napoli è già da disastro ambientale, ma nessuno mostra di preoccuparsene. Il sindaco di Giugliano, Pianese, fotografa la situazione.

Dice: "Stiamo come Napoli, anzi molto peggio in rapporto alla popolazione, ma siamo letteralmente sommersi dai rifiuti che non riusciamo a raccogliere da mesi". I sindaci ce l’hanno soprattutto con le promesse andate in fumo di Bertolaso: "Tra le altre cose — dice il sindaco di centrodestra di Giugliano — ci fu promesso che avremmo ricevuto il ristoro per le bonifiche, ma non è arrivato e, paradossalmente, rischiamo di pagare una penale perché l’addebito verrà fatto ai proprietari delle discariche, cioè a noi".

Giugliano, ricordiamolo, è la città delle discariche abusive e ora quel primato che ha fatto fare affari d’oro alla criminalità si ritorce contro i cittadini onesti. Ogni Comune ha una storia maledetta. Luigi Bobbio, sindaco della città stabiese assediata dalle schegge di camorra, pensa come estrema ratio a centri di stoccaggio mobili da piazzare dove sarà possibile — ma si naviga al buio — per raccogliere una quota di arretrato. "La verità è che non sappiamo cosa fare — ammette — e sarà così fino a quando non sarà pronta l’isola ecologica di Fondo dell’Orto che, però, è ancora un traguardo lontano".

Nell’attesa i cittadini sono allo stremo e il pericolo di epidemie è sempre più incombente. A Giugliano, ieri mattina, è stato concesso un conferimento straordinario a Pianodardine, in provincia di Avellino, ma il permesso, se verrà confermato, avrà valore solo per cinque giorni. "E’ solo una boccata d’ossigeno, dice il sindaco, e dovunque ci giriamo stanno come noi, se non peggio: a Villaricca, per esempio, ci sono solo due autocompattatori, ma i punti di straordinaria criticità sono almeno sei.

Castellammare, poi, è finita in una sorta di girone infernale. "A Battipaglia — denuncia Bobbio — non hanno voluto i nostri rifiuti per cui siamo tornati a Caivano, dove in fila troviamo centinaia di autocompattatori". E' una guerra tra poveri perché l’attesa dura anche un giorno e una notte e, nel frattempo, si perde il giro per riavere i camion di nuovo disponibili. "L’unico sollievo — conclude Bobbio — viene dal lavoro dei militari nel centro storico, ma in periferia la situazione è di estrema precarietà".

Continuiamo il tour della vergogna. San Giorgio a Cremano non sa a quale santo votarsi. Come Afragola, Melito, Bacoli, Baia e l’intera area flegrea. Pozzuoli sversa, se va bene, a giorni alterni, ma il più delle volte passano anche quattro giorni. "A Monterusciello, Pianura e ad Agnano per strada ci sono più di mille tonnellate — dice il dirigente del settore ambiente, Alfredo Tovecci — e il centro di Pozzuoli sta solo un po’ meglio, nonostante l’inciviltà di cittadini che non danno alcuna collaborazione".

A conti fatti si sta meglio dove il disastro è cominciato, cioè nei 18 Comuni della zona rossa vesuviana che hanno l’esclusiva di cava Sari che, però, è prossima alla saturazione. E non esistono piani alternativi. A Torre del Greco, invece, funziona una soluzione d’emergenza: quando la raccolta è ferma i rifiuti vengono sversati, infatti, nella discarica di Villa Inglese, a Santa Maria La Bruna. Non così a Torre Annunziata dove, comunque, da qualche giorno le cose vanno meglio anche se la precarietà è stata solo rimossa.

Altra isola parzialmente felice è Portici dove la differenziata ha superato il 30 per cento. Anche quando il comportamento è virtuoso, però, il pericolo, è dietro l’angolo perché, senza strutture, il costo di smaltimento del compost è altissimo e può compromettere il bilancio dei Comuni.

(09 dicembre 2010)

 

 

 

 

Rifiuti in fiamme nella notte

roghi pure in centro città

Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco al lavoro soprattutto nella zona del Politeama. Roghi di cassonetti anche in provincia: ad Altofonte, Porticello e Altavilla Milicia

 

Dopo due settimane di tregua tornano in attività i piromani dei cassonetti. I vigili del fuoco sono stati impegnati in una serie di interventi, concentrati soprattutto nel centro della città. Immondizia in fiamme in via Libertà e in corso Domenico Scinà a ridosso della centralissima piazza Politeama nella zona più elegante di Palermo. Roghi di rifiuti anche in via Francesco Paolo Di Blasi, via Antonino Rallo, via Colonna Rotta, via IV Aprile, via Salvatore Cappello, via del Sagittario. Incendi di spazzatura pure in provincia, ad Altofonte, Porticello e Altavilla Milicia. Risolta due settimane fa l'emergenza legata alla raccolta si erano fermati i roghi dei cassonetti, ma stanotte i piromani sono tornati in attività.

(10 dicembre 2010)

 

 

2010-11-28

NAPOLI

Rifiuti: presidi, marce e sit-in

la società civile in piazza

Da a oggi si mobilitano comitati, associazioni e semplici cittadini. Sfilano con un sacchetto di immondizia in mano, lungo le strade della città per esprimere la "rabbia nel vedere una città così sporca"

di PATRIZIA CAPUA

Rifiuti: presidi, marce e sit-in la società civile in piazza

Avvocati, imprenditori, commercianti. La società civile scende in piazza, a Napoli. E sacchetto di immondizia in mano, sta sfilando lungo le strade della città per esprimere la "rabbia nel vedere una città così sporca" e anche per dire chiaro e tondo "che non è colpa dei cittadini se la città è piena zeppa di rifiuti".

La marcia nel cuore della città. In marcia dal centro storico a Materdei, dai Quartieri Spagnoli al Policlinico, da Posillipo, a Fuorigrotta, mentre da Santa Brigida si sono mossi gli aderenti alla "Terra dei fuochi". E poi Terzigno ed Ercolano. Volantini e megafono, tutti con una busta trasparente di spazzatura rigorosamente differenziata. Sotto i palazzi del potere, la prefettura e l´ex sede del commissariato all´emergenza, appuntamento per un un sit-in e un presidio permanente con le sentinelle della legalità e della "normalità".

"Staremo lì finché non avremo risposte", assicura Simona Pucciarelli, accompagnatrice turistica, e tra i promotori dell´iniziativa, "la manifestazione deve servire ad affermare un principio: nessuno al mondo può dire che i napoletani non sanno fare la differenziata, e nessuno ce la deve insegnare. La regione Campania deve tornare ad essere Campania felix".

La proposta alternativa che parte dal basso. Comitati civici e ambientalisti, gruppi di cittadini, sono protagonisti di una proposta alternativa alla gestione dei rifiuti: "Raccolta differenziata porta a porta ovunque, e un piano rifiuti davvero alternativo, con il riciclo, le norme sugli imballaggi, il compostaggio, le tecnologie di trattamento e recupero meccanico biologico dei residui. Nell´obiettivo di abolire discariche di tal quale e inceneritori. In direzione di politiche di riutilizzo totale", spiega Mario Avoletto, della Rete campana salute e ambiente.

La mobilitazione abbraccia la città e la provincia, anche in vista della manifestazione nazionale di sabato 11 dicembre a Terzigno, contro il sistema discariche-incenerimento e per un altro piano rifiuti. "Basta aumento della Tarsu, basta assedio dei rifiuti, basta essere additati, noi napoletani, come incivili e piagnoni. Basta essere derubati, offesi e presi per i fondelli". A Terzigno sono previsti anche i contestatori della Tav della Val di Susa, i "no ponte" e altri comitati del Mezzogiorno che hanno il problema dell´emergenza rifiuti o dell´inquinamento.

"No alla privatizzazione dell'acqua"

In piazza stamattina, arrabbiati e creativi. Antonietta De Galizio, portavoce della Rete campana, racconta: "L´idea è quella di fare l´opera d´arte, anziché la Montagna incantata, la montagna di differenziata. C´è chi vuole scrivere con la plastica le parole riciclo, riuso, raccolta differenziata". In un´atmosfera di mobilitazione generale, il 4 dicembre di nuovo in piazza contro la privatizzazione dell´acqua. "L´acqua sta già diventando un bene poco raggiungibile per i cittadini intesa come acqua pura, vedi il caso delle falde inquinate nel vesuviano". Da qui l´altra iniziativa organizzata da Campolibero a piazza del Gesù il 3 dicembre alle 17 come tema centrale i rifiuti. E poi tocca alla "Veglia per il risveglio di Napoli"", mercoledì 15 dicembre a piazza del Plebiscito dalle 19 alle 20.30 con una candela e tanto silenzio, "perché non c´è altro da dire, ma non è indifferenza".

"Sta sorprendendo anche noi questo attivismo dei cittadini", riconosce uno degli organizzatori, "la vicenda rifiuti è trasversale, la responsabilità è a destra e a sinistra. Il governo deve darci delle risposte. Vogliamo mettere le istituzioni di fronte a una serie di alternative serie, immediate e fattibili". La battaglia non ha timbri né etichette. "Fuori i partiti che vogliono mettere il cappello alla mobilitazione", ribadisce Simona, "siamo al di fuori. In questo momento ci interessa soltanto che la gente si avvicini, a prescindere dal colore politico. Dobbiamo pretendere una svolta".

In campo scendono cittadini che "non ne possono più". "Non lasciamo che l´ennesima emergenza sia gestita da elites corrotte che hanno avvelenato la nostra regione e affogato Napoli nella "monnezza". Burocrazie la cui unica preoccupazione è garantire gli affari a nove zeri per l´imprenditoria speculativa e le ecomafie". Convinti che "finché sarà in piedi l´enorme affare dello "sversamento" in discarica e dell´assalto ai fondi pubblici per l´incenerimento, l´emergenza non finirà mai e la raccolta differenziata continuerà a essere boicottata. Del resto, se la "monnezza è oro" perché ridurla?".

(28 novembre 2010) © Riproduzione riservata

 

 

 

 

 

 

2010-11-19

Rifiuti, Cdm: 150 milioni di euro alla Campania

Caldoro: 'I soldi provengono dal Fas regionale'

Il Consiglio dei ministri stanzia la somma per gestire l'emergenza. Ma il governatore puntualizza: 'E' denaro regionale, non c'è stato nessun commissariamento'. Cancellate definitivamente cava Vitiello all'origine delle violente proteste dei comuni vesuviani, le disceriche di Valle della Masseria e di Andretta

Rifiuti, Cdm: 150 milioni di euro alla Campania Caldoro: 'I soldi provengono dal Fas regionale' Silvio Berlusconi durante l'incontro con il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il sindaco di Terzigno Domenico Auricchio e Stefano Pagano, il presidente del consiglio comunale di Terzigno

 

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Il decreto, che non contiene misure relative all'emergenza ma per una razionalizzazione dell'intero sistema di gestione dei rifiuti, è stato approvato dal Cdm "salvo intese", cioè con un testo che non è ancora definitivo e che potrebbe subire ulteriori modifiche prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Con i provvedimenti contenuti nel decreto si assegnano alla Regione Campania 150 milioni di euro dei fondi Fas regionali per coordinare e assicurare la gestione del ciclo rifiuti, anche attraverso l'adozione di "misure che prevedono poteri sostitutivi" nei confronti di quegli enti inadempienti, e per incrementare con "iniziative di carattere strutturale" la raccolta differenziata.

Le discariche di Cava Vitiello Terzigno nella provincia di Napoli, di Valle della Masseria a Serre in provincia di Salerno e di Andretta, in provincia di Avellino, sono state cancellate dalla legge 123 del 2008. Era stato il premier Silvio Berlusconi, in una delle sue ultime visite a Napoli, ad annunciare ai sindaci dell'area vesuviana che la discarica di Cava Vitiello sarebbe stata cancellata dalla legge. A questa si è aggiunta la cancellazione di Serre e di Andretta.

Viene poi prolungata fino al 31 dicembre 2011 la possibilità per i Comuni di continuare ad occuparsi dell'attività di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti che per legge doveva passare alle Province entro la fine di quest'anno. Le società provinciali che sono già pronte, come in provincia di Avellino, potranno comunque assumere la gestione del ciclo a partire da gennaio 2011. Con il decreto, sempre secondo quanto si apprende, viene anche affidata al presidente della Regione Campania la responsabilità di procedere alla realizzazione dei termovalorizzatori attraverso procedure semplificate che prevedono tra l'altro l'acquisizione delle aree, "fatte salve le procedure già in essere"

Caldoro: i soldi sono della Campania. Non ci sarà alcun commissariamento e i 150 milioni per i rifiuti arrivano dai Fas della Regione Campania, "non c'è nessun soldo che non sia regionale". Lo ha puntualizzato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, al termine della Conferenza delle Regioni che si è occupata anche del decreto legge sui rifiuti. Il governatore ha spiegato che il provvedimento prevede "una semplificazione delle procedure per la realizzazione dei termovalorizzatori, fatte salve le procedure già esistenti" mentre i 150 milioni saranno utilizzati per il ciclo dei rifiuti, dal potenziamento della differenziata, al trasporto, allo spazzamento. "Non c'è stata alcuna modifica legislativa - ha detto Caldoro - nè in deroga, nè sostitutiva. Si attiva una procedura che coinvolge, oltre al governo, anche le Regioni. Il decreto varato oggi è a medio termine, l'emergenza si risolve con la responsabilizzazione delle autonomie locali". Ai giornalisti che gli chiedevano se arriverà Berlusconi in Campania, il governatore ha risposto "verrà ma non so quando". E quanto infine al coinvolgimento delle altre Regioni nello smaltimento dei rifiuti, ha risposto: "è già previsto dal Codice dell'ambiente" ma il decreto non modifica nulla, e tutto inalterato

(18 novembre 2010)

 

 

2010-11-10

Rifiuti, riesplode l'emergenza

roghi di cassonetti a Palermo

Cumuli di immondizia a causa del guasto di un macchinario della discarica di Bellolampo. Centro e periferia sono invasi dal pattume maleodorante. L'esasperazione dei cittadini. Numerosi gli incendi che hanno impegnato a lungo i vigili del fuoco

Rifiuti, riesplode l'emergenza roghi di cassonetti a Palermo

 

Riesplodono i roghi di cassonetti a Palermo, di nuovo sommersa dai rifiuti per l'ennesimo inceppamento del fragile e inefficiente sistema di raccolta. L'immondizia si è accumulata a causa di un guasto a un tritovagliatore della discarica di Bellolampo e centro e periferia sono invasi di pattume maleodorante.

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La scorsa notte l'esasperazione dei cittadini è sfociata in una serie di incendi che hanno impegnato a lungo i vigili del fuoco. Un rogo di vaste proporzioni è stato appiccato su viale Regione siciliana, di fronte all'ospedale "Vincenzo Cervello". Altri roghi di grosse dimensioni hanno bruciato in via Vincenzo De Paoli all'Arenella, via del Vespro, corso dei Mille, via Saitta Longhi, via Sacco e Vanzetti. Un rogo anche in provincia, a Ficarazzi

"Bellolampo è una bomba a orologeria il cui timer viene azionato e staccato da mani politico-affaristiche che vogliono, attraverso l'emergenza, portare a compimento un disegno strategico la cui filosofia non è certo quella dell'interesse pubblico". La denuncia arriva da Davide Faraone, consigliere comunale e deputato regionale del Pd, che stamattina ha effettuato un'ispezione nella discarica palermitana. "Il pericolo dello sversamento del percolato - ha detto - è stato provvisoriamente risolto ma, nonostante l'impegno dei responsabili della discarica e dei circa 80 lavoratori, ci si continua ad affidare alla provvisorietà, scongiurando piogge che potrebbero nuovamente farlo tracimare nel terreno".

La situazione, secondo Faraone, è grave. "Tubi volanti, condotte precarie, trituratori che funzionano a fasi alterne, - osserva - l'impianto dell'Unieco ancora guasto e lavori mai iniziati in una delle due vasche che dovrebbe contenere il percolato, non consentono di prevedere un rientro immediato nella normalità".

Palermo come Napoli? Il rischio è altissimo, a sentire Faraone. "La quarta e la quinta vasca - conclude il consigliere - saranno piene tra circa un mese. Il progetto di collegamento delle due vasche, la cosiddetta 'sella', autorizzata ad agosto, ha una capienza di 6-7 mesi. Significa che, se non si trovano soluzioni adeguate, Palermo la prossima estate sarà sommersa dai rifiuti e Bellolampo, vera e propria bomba ecologica, sarà servita esclusivamente, con i 32 milioni di euro di incassi all'anno, a evitare esclusivamente il fallimento dell'Amia".

(10 novembre 2010)

 

 

2010-11-08

L'INDAGINE

Emergenza rifiuti 2008 sindaci indagati

ci sono anche la Iervolino e Bassolino

Ipotesi di reato: epidemia. Il pubblico ministero Curcio investiga sulla crisa di due anni addietro. Avviso di conclusione indagine anche per il prefetto Alessandro Pansa, all'epoca commissario straordinario straordinario

Emergenza rifiuti 2008 sindaci indagati ci sono anche la Iervolino e Bassolino Il sindaco Iervolino

Sono 36 gli avvisi di conclusione indagine notificati dai carabinieri ad alcuni sindaci della provincia di Napoli, tra cui il primo cittadino del capoluogo, Rosa Russo Iervolino, all'ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, e all'ex commissario straordinario all'emergenza rifiuti, il prefetto Alessandro Pansa, nell'ambito dell'inchiesta sull'emergenza rifiuti 2008.

Epidemia colposa ed omissione di atti d'ufficio sono le accuse ipotizzate dal pm Francesco Curcio.

Da una consulenza affidata ad un collegio composto da due epidemiologi ed un medico legale è emerso che in alcuni comuni della provincia di Napoli, tra il novembre 2007 ed il febbraio 2008, ci sono stati dei picchi di malattie gastroenteriche e cutanee. I criteri adoperati dagli esperti sono stati due: verifiche a tappeto sulle vendite di farmaci da parte di grossisti e farmacisti la prima e la valutazione di eventuali altre cause delle malattie stesse, per esempio verifiche sull'inquinamento dell'aria e sulla salubrità dei cibi, l'altra.

Alla fine delle verifiche è emerso che la presenza dei rifiuti nelle strade è stata l'unica causa possibile di questi disturbi. Gli esperti hanno anche spiegato che sarebbe bastato poco per prevenire questi fenomeni: per esempio, rimuovere i rifiuti dalle zone più affollate o cospargerli di calce viva, che è un potente disinfettante. In un comune dove questa precauzione è stata adottata il picco di malattie non c'è stato.

 

(08 novembre 2010)

 

 

2010-11-01

Rifiuti, tafferugli a Taverna del Re

un manifestante rimane ferito

Colpito lievemente anche un carabiniere. Due autisti dell'Asia sono stati aggrediti e picchiati al mercato ortofrutticolo. Critica la situazione a Napoli dove è aumentata la quantità di immondizia per strada

Rifiuti, tafferugli a Taverna del Re un manifestante rimane ferito

Un uomo è rimasto ferito nel corso degli scontri avvenuti a Taverna del Re tra polizia e i manifestanti. Il manifestante è a terra in attesa dell'arrivo dei soccorritori con il volto sanguinante. Secondo quanto raccontano alcuni testimoni, l'uomo era a mani alzate e stava procedendo lentamente, quando è stato raggiunto da un poliziotto che gli ha sferrato un colpo al viso. L'uomo dovrà essere operato al setto nasale. Ferito anche se lievemente un giovane carabiniere. Il militare è rimasto ferito alzando lo scudo mentre tentava di respingere insieme ai colleghi i manifestanti che volevano impedire il transito degli autocompattatori in uscita dal sito di compostaggio.

Due autisti dell'Asia sono stati aggrediti e picchiati a Giugliano. Lo conferma il presidente dell'Asia, Claudio Cicatiello. L'episodio è avvenuto lungo via Santa Maria a Cubito, nei pressi del mercato ortofrutticolo generale dove i camion si fermano prima di entrare a Cava Giuliani per la cosiddetta 'pesa'. Di seguito, poi, i mezzi sarebbero dovuti andare a Taverna del Re.

Atti di intemperanza anche nei confronti di altri due mezzi che avevano già scaricato l'immondizia al sito di stoccaggio.

La protesta è ripresa stamani per bloccare l'autocolonna di autocompattatori diretti alla discarica. Alcune persone stringevano tra le mani la bandiera italiana intonando l'inno nazionale. Con le lacrime agli occhi urlano la disperazione "di una terra martoriata dall'alta incidenza di malattie oncologiche". I carabinieri stanno tentando di sgomberare la strada per permettere il passaggio dei camion usciti dal sito di stoccaggio delle ecoballe.

LE IMMAGINI DEGLI SCONTRI

Scuole chiuse a Giugliano. L'amministrazione comunale di Giugliano chiede l'immediata chiusura del sito di stoccaggio di Taverna del Re. Considerate, poi, le condizioni igienico-sanitarie in cui versa la città, poiché a terra vi sono oltre 1000 tonnellate di spazzatura non raccolta, nelle prossime ore si potrebbe disporre la chiusura delle scuole per la giornata di mercoledì. Intanto una delegazione di consiglieri ha espresso solidarietà al manifestante rimasto ferito.

Sacchetti abbandonati a Ercolano. Critica la situazione nel comune vesuviano dove i cumuli di sacchetti giacciono da giorni abbandonati in strada. Da ieri sera due automezzi della 'Multiecoplast' su nove sono riusciti a sversare all'impianto Stir di Caivano. E il rallentamento nello sversamento, di conseguenza, comporta un ritardo nel prelievo quotidiano dei rifiuti. In queste ore la situazione resta difficile in tutte le strade del centro e della periferia e non risparmia i beni monumentali e naturalistici. Il percorso che conduce al Vesuvio è 'sfregiato' da mini discariche a cielo aperto: gli ingressi dei ristoranti ancora aperti e delle attività alberghiere, sono puntellati da sacchetti e materiale ingombrante. E più giù in via San Vito tra i residenti c'è chi ha pensato di appendere i sacchetti alle ringhiere delle proprie villette, forse per evitare l'assalto dei randagi. Tutto intorno, desolazione sporcizia e abbandono.

Problemi anche nel centro abitato: l'immondizia costeggia tutta via IV Novembre la strada che dalla Stazione della Circumvesuviana conduce turisti e visitatori agli Scavi Archeologici. All'angolo con via Tironi di Moccia, il punto più critico: i cassonetti dell'indifferenziato traboccano riversando tutto il contenuto sulla carreggiata. La situazione si ripete quasi identica anche sul corso Resina vicino alla Villa Campolieto sede dell'Ente Ville Vesuviane e alle dimore settecentesche abitate da privati cittadini. E sul corso Italia davanti ad un parco condominiale un enorme cumulo è stato dato alle fiamme.

 

Aumentano i rifiuti a Napoli. Oggi la città si è svegliata con ben 2200 tonnellate in strada. E le immagini che si ripetono lungo le diverse zone sono sempre le stesse: cumuli, enormi, che coprono interi tratti di strada. Le proteste di Giugliano (Napoli), contro lo sversamento nel sito di Taverna del Re, stanno nettamente rallentando le operazioni di raccolta. Il sito di Giugliano, in questa fase, secondo quanto anche spiegato dall'assessore all'Igiene Urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, risulta decisivo: stamattina venti mezzi - con circa 250 tonnellate - sono riusciti a scaricare a Taverna del Re. Altri 40 mezzi stanno effettuando una raccolta straordinaria a Napoli ma potrebbe risultare vano: i camion che sono diretti a Taverna del Re, se non riusciranno a scaricare, potrebbero infatti tornare indietro, restare carichi e, quindi, non poter effettuare un'altra raccolta straordinaria nel pomeriggio.

Oggi la quantità di immondizia aumentata rispetto a ieri - quando se ne contavano 1700 tonnellate - è stata determinata dallo scarso conferimento registrato nella notte tra sabato e domenica quando, secondo quanto sottolineato da Giacomelli, nella discarica di Chiaiano sono state scaricate 450 tonnellate, negli Stir di Giugliano e Tufino solo 50 tonnellate e a Taverna del Re solo 400 tonnellate (15 mezzi dopo essere stati in attesa per ore sono tornati indietro carichi). La notte scorsa, invece, 700 tonnellate sono finite nella discarica di Chiaiano e 250 a Taverna del Re.

Clima di attesa a Terzigno. Gruppi di manifestanti hanno sostato per tutta la notte alla rotonda Panoramica davanti ai falò accesi vicino ai gazebo in attesa dell'eventuale arrivo degli autocompattatori che devono sversare rifiuti nello sversatoio. Nonostante l'accordo raggiunto in Prefettura tra il premier Berlusconi e i sindaci vesuviani, una parte dei manifestanti che si riconosce nei comitati di lotta ritiene inaccettabile la riapertura della Sari, da mesi causa di forti disagi per le popolazioni a causa dei miasmi e che sarebbe, secondo gli stessi comitati, fonte di inquinamento come accertato da analisi già condotte. Nella discarica sono stati effettuati ulteriori controlli e ora si attendono i risultati.

Una delegazione di mamme vulcaniche, intanto, ha lasciato temporaneamente il presidio per andare a portare la propria solidarietà ai manifestanti che si oppongono alla riapertura del sito di stoccaggio di Taverna del Re, a Giugliano, sempre nel Napoletano.

Tranquilla la scorsa notte. La nuova protesta arriva dopo una notte tranquilla. I camion sono arrivati alle 6 di stamani come previsto dall'ordinanza del presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, per riprendere gli sversamenti. All'interno del sito sono entrati sette autocompattatori provenienti dalla città di Napoli.

In mattinata si dovrebbe fissare invece la data del consiglio comunale congiunto dei Comuni della zona che dovrebbe tenersi proprio dinanzi l'accesso del sito. I manifestanti contestano l'ordinanza con la quale si dispone il deposito di altre 10 mila tonnellate di spazzatura all'interno di un'area che già contiene sei milioni di tonnellate di rifiuti imbustate.

(01 novembre 2010)

 

 

2010-10-29

RIFIUTI

Berlusconi, retromarcia in prefettura

"Stop alla discarica di Cava Vitiello"

Briefing a Napoli del Cavaliere con Bertolaso e i sindaci. Il premier: "A seguito di un'ampia disamina abbiamo trovato la soluzione". Via il secondo sito. Non apre nemmeno Serre e nella cava Sari solo spazzatura dei comuni del Vesuviano. Il sindaco di Somma: da noi impianto di compostaggio e quarto termovalorizzatore. Le 'mamme vulcaniche' esultano: "Abbiamo vinto". Ma per domani è in programma una grande manifestazione dei comuni dell'area

Berlusconi, retromarcia in prefettura "Stop alla discarica di Cava Vitiello" Da sinistra il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, il presidente Silvio Berlusconi ed il governatore della Cmpania Stefano Caldoro.

"Abbiamo vinto". Esultano le 'mamme vulcaniche': "Cava Vitiello non si farà, sarà cancellata per legge". Affermazioni poi confermate dallo stesso Berlusconi: "Si provvederà alle conseguenti iniziative per le occorrenti modifiche legislative". Sarà anche cancellata la legge che prevedeva la discarica di Serre. Dopo giorni di scontri di piazza e polemiche, la visita a sorpresa del presidente del Consiglio a Napoli e il vertice in prefettura con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso e i sindaci del Vesuviano sull'emergenza rifiuti, ha avuto come risultato la sottoscrizione di un accordo che soddisfa le richieste dei primi cittadini della zona. In precedenza Silvio Berlusconi si era recato a Portici (Napoli) dove ha fatto visita alla famiglia di Silvano Di Bonito, l'operaio dell'Asia morto domenica scorsa nell'impianto Stir di Giugliano in Campania.

La visita era stata annunciata dallo stesso Berlusconi stamani subito dopo il Consiglio Europeo a Bruxelles. Ieri il premier aveva visitato il termovalorizzatore di Acerra. La riunione fra il premier, il governatore Caldoro e i sindaci del vesuviano, ha portato all'impegno da parte del governo a cancellare Cava Vitiello dall'elenco di discariche. Una vera e propria retromarcia, visto che solo cinque giorni fa Bertolaso aveva parlato di "congelamento" e ancora prima in una lettera a Berlusconi aveva posto come condizione per il suo ritorno a Napoli al fianco dello stesso Berlusconi il pieno rispetto della legge sui rifiuti. Inoltre i sindaci avrebbero incassato anche l'impegno che verranno sversati nella cava Sari solo i rifiuti dei comuni del Vesuviano: secondo quanto ha riferito il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, è questo quanto contenuto in un documento che i sindaci potrebbero firmare. "Le cose sono a buon punto - aveva annunciato Langella - stiamo arrivando ad un accordo che prevede un patto di gestione che vede noi comuni in prima linea". Per il sindaco di Boscotrecase, Agnese Borrelli, ''è possibile che per cancellare Cava Vitiello dall'elenco delle discariche previste nella 123/2008 il governo vari un decreto legge''.

Inoltre, nell'attesa delle analisi per Cava Sari, si conferisce a Tufino e Caivano, e il sindaco di Somma Vesuvaina si sarebbe impegnato ad offrire un sito di compostaggio. Dopo le analisi, poi, se non emergono profili di inquinamento, si riprende a versare, ma solo per i 18 comuni vesuviani. Ci sarebbe anche l'impegno a non conferire a Cava Sari fino alla sua totale messa in sicurezza. Nella riunione sarebbe emersa anche la disponibilità del sindaco di Somma Vesuviana, Allocca, a individuare nel proprio territorio un'area per un impianto di compostaggio (dove andrebbe l'umido) e addirittura il quarto termovalorizzatore previsto in Campania.

In precedenza Guido Bertolaso, che stamani è stato a Portici per partecipare ai funerali dell'operaio dell'Asi, aveva ribadito la volontà del governo di risolvere l'emergenza in tempi rapidi e a chi gli chiedeva un commento sui malumori che continuano a serpeggiare tra i manifestanti di Terzigno aveva risposto: "Parlano i fatti: tutti gli impegni presi nei giorni passati e negli anni passati li stiamo mantenendo".

"Se viene il premier significa che ha capito le reali tensioni dei cittadini", aveva detto il sindaco di Boscoreale. "Se viene oggi e non tra 10 giorni - aveva affermato - significa che qualcosa è cambiato" "I nostri cittadini non hanno più alcuna fiducia nelle istituzioni - aveva aggiunto - al punto che non credono nemmeno alle analisi dei nostri tecnici. Per loro Cava Sari è una bomba ecologica e vogliono che sia chiusa immediatamente".

Le analisi delle falde acquifere, ha fatto sapere Langella, avranno inizio questo pomeriggio. Per la ripresa degli sversamenti nella discarica, il sindaco di Boscoreale aveva riferito che "il prefetto ha cominciato un giro di telefonate per capire la situazione di tutti i Comuni. Il nostro orientamento - aveva sottolineato - è di prorogare ulteriormente la sospesione di Cava Saro. Intanto ci stiamo appoggiando a un'altra discarica".

Già oggi a Terzigno, secondo quanto riferito da Langella, sono state raccolte 50 tonnellate di rifiuti dalle strade e altre 50 saranno prelevate nel pomeriggio. A Boscoreale, aveva fatto sapere infine, sono 200 le tonnellate di rifiuti raccolte oggi.

Intanto un altro fronte di grandi tensioni si è aperto a Taverna del Re, la località di Giugliano, nel Napoletano, dove il presidene della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, ha disposto, con una ordinanza, la riapertura temporanea, per 30 giorni, del sito di stoccaggio. Su una piazzola dell'area potranno essere portate, fino a 10 mila tonnellate, proprio vicino a 6 milioni di tonnellate di ecoballe, spazzatura impacchettata, che si trova lì da anni e che non si è ancora riusciti a smaltire. I manifestanti, che hanno inutilmente cercato di opporre resistenza alle forze dell'ordine all'arrivo degli autocompattatori, denunciano la violazione di accordi sottoscritti due anni fa e con i quali era stata disposta la chiusura definitiva del sito dopo le mobilitazioni dei cittadini. Tra chi protesta si sottolinea, inoltre, che a Taverna del Re vengono portati rifiuti di Napoli mentre nelle strade di Giugliano marciscono 900 tonnellate di spazzatura.

A Napoli la situazione resta molto difficile: via 1000 tonnellate di rifiuti dalle strade ne restano ancora da prelevare 1500. Cumuli di spazzatura sono visibili al centro, come ad esempio in piazza Municipio, e nelle zone periferiche. Numerosi i roghi di rifiuti appiccati nel centro storico della città e nella periferia orientale, ma anche in provincia, a Casoria. Ad accentuare i problemi è stato il blocco dei conferimenti straordinari alla discarica di Chiaiano.

Situazione molto difficile anche davanti all'impianto Stir di Caivano. Diverse decine di camion sono in fila da ore per poter cercare di sversare rifiuti nell'impianto di tritovagliatura.

Ma intanto le 'mamme vulcaniche', annunciano di voler porre fine alla protesta, dopo aver incontrato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ribadiscono gli impegni presi dal premier. "Ci ha detto che non

sapeva la nostra condizione di vita e si è molto dispiaciuto e ha ritenuto opportuno porre fine a questa situazione".

I sindaci e i cittadini, riferiscono ancora le mamme vulcaniche, vogliono incrementare le percentuali di raccolta differenziata. "I sindaci - aggiunge una di loro - sono tutti d'accordo. Per quanto riguarda il nostro comitato, la protesta si ferma qui". "Cava Vitiello non verrà mai più aperta - dice un'altra donna - mi sembra un sogno". E a chi domanda dove pensano che possano andare i rifiuti prodotti proprio nei comuni vesuviani rispondono: ''Noi facciamo la differenziata al 60 per cento. Sappiamo che anche i napoletani vogliono farla. Devono dare risorse e mezzi per incentivarla. Il presidente Berlusconi si è impegnato anche su questo fronte''.

E domani, fanno sapere le 'mamme' il premier si rivolgerà in videoconferenza alle popolazioni dei comuni vesuviani interessate dalla discarica di Cava Sari. Le donne, al termine dell'incontro, si sono abbracciate. "Abbiamo vinto - dice una di loro - Cava Vitiello non si farà, sarà cancellata per legge". Ma sempre per domani è prevista una grande manifestazione, con cortei che partiranno da diversi comuni, per fermarsi alla rotonda di via Panoramica. "Certo - sottolinea Nazzarena Gargiulo, insegnante - noi siamo l'ala moderata della protesta, ci sono quelli che non vogliono neanche i termovalorizzatori. Vedremo se sarà il caso di partecipare alla manifestazione indetta per domani pomeriggio".

(29 ottobre 2010) © Riproduzione riservata

 

 

 

 

 

2010-10-27

ENERGIA

Boom delle rinnovabili

in Italia segnano un +19%

Secondo il rapporto del Gestore servizi energetici nel 2009 aumentano sia la potenza "verde" che la produzione. La parte del leone la fa la idroelettrica

di VALERIO GUALERZI

Boom delle rinnovabili in Italia segnano un +19%

ROMA - Balzo in avanti delle rinnovabili in Italia nel 2009. A certificare la crescita sono le statistiche diffuse oggi dal Gestore dei servizi energetici. Rispetto al 2008 la potenza "verde" installata è aumentata di oltre 26.500 MW (+11%), ma ancora maggiore è stato l'aumento della produzione che ha toccato 69.300 GWh (+19%). Il grosso di questo salto è stato merito della accresciuta produzione idroelettrica (49 100 GWh complessivi) che al Settentrione ha beneficiato di una stagione prodiga di precipitazioni.

L'incremento nei confronti del 2008 è stato del 18%, ma passetto dopo passetto anche le rinnovabili di nuova generazione come biomasse ed eolico iniziano a far sentire la loro spinta. A quest'ultimo si deve il contributo maggiore alla crescita (+11%) della potenza installata. Solo nell'ultimo anno, rivela il Gse, attraverso nuove pale a vento, sono stati aggiunti infatti circa 1.360 MW. Esponenziale, ma molto più modesta in termini assoluti, la corsa del fotovoltaico che nel giro di un anno ha raddoppiato il numero di impianti (da 31 mila a 71 mila), contribuendo però per "appena" 1,14 MW alla potenza installata. L'incremento nella produzione di elettricità verde abbinata a un calo del 6% nei consumi complessivi (dovuto in buona parte alla crisi, ma anche all'entrata a regime di molti interventi a sostegno dell'efficienza) ha spinto la quota di energia rinnovabile nazionale al 19% della quantità lorda utilizzata.

In questa edizione del suo rapporto il Gse ha inserito anche il nuovo parametro di "quota rinnovabile regionale". Il Gestore dà conto ovvero, Regione per Regione, della quota dei propri consumi elettrici soddisfatti nel 2009 con la produzione elettrica da fonte rinnovabile realizzata nella stessa Regione. Un parametro importante che serve a dare una prima indicazione in vista della ripartizione degli obiettivi regionali (il cosiddetto "burden-sharing") per il raggiungimento della "quota rinnovabile nazionale" del settore elettrico imposta dall'Unione Europea per il 2020. Obiettivo che l'Italia, rispondendo a quanto richiesto da Bruxelles, ha fissato in un valore pari a circa il 26% del consumo lordo di energia elettrica (quello dell'energia in generale è del 17%). Se l'Italia riesce a stabilizzare i consumi (ma in realtà l'ambizione è quella di ridurli ulteriormente) e se le piogge ci assistono, per centrare il traguardo è dunque necessario incrementare l'utilizzo di elettricità rinnovabile di un altro 7% nel giro di un decennio.

(27 ottobre 2010)

 

 

 

2010-10-24

RIFIUTI

I sindaci: no all'accordo sulla discarica

Bertolaso: "Non arretriamo di un passo"

I rappresentanti delle popolazioni coinvolte lasciano il tavolo di trattativa. Il capo della Protezione civile: "Avanti in modo unilaterale", e dell'emergenza a Napoli: "Sarà pulita entro 3-4 giorni". A Terzigno ancora una notte di scontri tra manifestanti e polizia. Lenzuola bianche e striscioni contro il governo

I sindaci: no all'accordo sulla discarica Bertolaso: "Non arretriamo di un passo"

TERZIGNO - No dei sindaci al governo. I rappresentanti dei Comuni vesuviani non hanno firmato il documento proposto ieri dal capo della Protezione civile 1, Guido Bertolaso che replica: "Consideriamo questo accordo valido e ci sarà un rispetto unilaterale". Nell'incontro di oggi i sindaci di Boscareale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase hanno lasciato la sede della prefettura di Napoli dove era stata convocata la riunione con Bertolaso senza sottoscrivere alcun accordo. "I cittadini ci chiedevano più garanzie su Cava Vitiello. Non è stato possibile averle, abbiamo deciso di non sottoscrivere il documento" ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, al termine dell'incontro. I primi cittadini, ha aggiunto, continueranno "a cercare un dialogo" e da parte del sottosegretario Bertolaso "c'è interesse a rispettare impegni su cava Sari" e la disponibilità a trovare insieme una soluzione. La riunione è stata aggiornata a martedì prossimo.

Bertolaso: "Non arretriamo di un passo". Qualche ora dopo Bertolaso, nel corso di una conferenza stampa con il presidente della Regione Stefano Caldoro, ha annunciato l'intenzione di andare avanti comunque. "Noi da questo documento non arretriamo di un passo - ha affermato il capo della Protezione civile - va altre quello che dovevamo fare, lo Stato anche in questo caso farà lo Stato. Una decisione non di fermezza ma che significa saggezza". Parlando con i giornalisti Bertolaso ha riferito che Berlusconi si era "commosso" per le "lamentele" della popolazione contro l'apertura della discarica, ma "io gli ho spiegato che quel sito non poteva essere escluso, perché è stato indicato dalla legge". Il sottosegretario ha poi spiegato che, in maniera unilaterale, verranno seguiti tutti i sei punti del documento elaborato nella tarda serata di ieri, compreso lo stop di tre giorni per il conferimento di immondizia nella cava Sari per permettere analisi delle acque, dell'aria e delle zone circostanti. Una volta conosciuti i risultati della analisi, la discarica sarà riaperta e accoglierà solo i rifiuti dei Comuni vesuviani compresi nella "zona rossa". Il documento prevedeva, tra l'altro, la sospensione da parte dei cittadini di qualsiasi forma di protesta e il congelamento di cava Vitiello come sito per discarica. Provvedimento questo che avrà un tempo "lungo, non certo poche settimane" ha precisato, "noi avevamo proposto lo stop fino al dicembre 2011, ma per i sindaci era troppo poco e quindi abbiamo scritto sul documento: sospensione 'a tempo indeterminato'". In conclusione, Bertolaso ha parlato di "un accordo equilibrato che va al di là delle più rosee aspettative sulle garanzie". "Non ricordo un accordo in questi sei anni così vasto e aperto nei confronti dei cittadini" ha concluso.

"Napoli pulita in 3-4 giorni". Nel corso della conferenza stampa Bertolaso ha parlato anche dell'emergenza rifiuti a Napoli, affermando che la città "sarà pulita entro 3-4 giorni" e ha assicurato che "gli sversamenti di rifiuti nella discarica di Chiaiano non aumenteranno. "Abbiamo preso impegni anche con i cittadini di quella zona per gli orari e per le volumetrie di rifiuti sversati. Poi - ha aggiunto - se questa notte dovesse accadere l'apocalisse sarebbe una strumentalizzazione". I cittadini delle aree interessate dalla cava di Chiaiano, ha tenuto a sottolineare Bertolaso, "non si lamentano per il cattivo odore perché la discarica è gestita bene e funziona".

La protesta contro i sindaci. Ieri sera i manifestanti avevano contestato i sindaci dei comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno che hanno illustrato l'ipotesi di intesa discussa in prefettura. I manifestanti avevano ribadito ai sindaci che si sono recati alla rotonda Panoramica che non c'è alcun margine di trattativa e che pretendevano garanzie, anche attraverso un decreto legge, circa l'immediata revoca del progetto di apertura del secondo invaso, ovvero quello di cava Vitiello. I primi cittadini si sono fatti portavoce delle loro rimostranze e nel vertice di oggi hanno rifiutato l'accordo proposto da Bertolaso.

Lenzuola e striscioni contro il governo. Intanto è stata ancora una notte di scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti a Terzigno. E la giornata è iniziata con un corteo "funebre", con tanto di carro delle onoranze e corona di fiori firmata: "I cittadini del parco nazionale del Vesuvio", dei cittadini di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase, riunitisi alla rotonda dei Passanti per raggiungere rigorosamente a piedi, come chiesto dagli organizzatori, la rotonda di via Panoramica, luogo del presidio permanente della protesta. Alle finestre i cittadini hanno appeso delle lenzuola bianche e sugli striscioni si legge: "Voi mangiate i nostri soldi, noi mangiano camorra e rifiuti", e ancora: "Berlusconi e Bertolaso anche l'Europa vi ha schifato". Il corteo ha sfilato sulle note dell'inno nazionale, sventolando bandiere dell'Italia su cui c'è scritto: "Abbiamo la stessa bandiera ma non siamo italiani".

Un'altra notte di tensione. La battaglia, però, inizia più tardi del solito. Tutta Terzigno aspettava speranzosa l'esito dell'incontro in prefettura tra il capo della Protezione civile e quattro sindaci dell'area vesuviana sull'emergenza rifiuti nel paese campano. Ma già ieri sera l'esito non è stato quello che ci si attendeva. E così, poco dopo l'una di questa notte, è iniziata l'ennesima guerra notturna tra manifestanti violenti e forze dell'ordine. Poco meno di quattro ore di guerriglia urbana, durante la quale gli agenti hanno effettuato due fermi e sequestrato una bomba molotov non esplosa. Sei esponenti delle forze dell'ordine sono stati feriti: un carabiniere e un poliziotto hanno riportato traumi da scoppio, mentre gli altri contusioni e lesioni varie.

Più volte i manifestanti, si tratta di gruppi di giovanissimi, sono avanzati verso le forze dell'ordine che hanno reagito con piccole cariche di alleggerimento. Sono piovute pietre, poi i fuochi d'artificio ad altezza d'uomo, infine ancora pietre e alcune bottiglie incendiarie. Gli agenti hanno risposto alternando le cariche agli spari di gas lacrimogeni e fumogeni. I teppisti hanno alternato insulti al lancio di oggetti. Un agente ha recuperato una molotov non esplosa. Almeno altre cinque sono state lanciate contro la polizia e i carabinieri, senza provocare danni. Alla fine i manifestanti violenti se ne vanno. Ma sono pronti a tornare. Come fanno ormai, senza interruzione, da alcuni giorni.

(24 ottobre 2010)

 

 

 

CAOS RIFIUTI

Vertice in prefettura: "Congelata Cava Vitiello"

Il Papa: "Si trovi giusta e adeguata soluzione"

Vince la protesta sulla seconda discarica a Terzigno. Sull'emergenza, dopo il cardinale Sepe, interviene anche Benedetto XVI. Ancora una notte di guerriglia con due poliziotti, tre carabinieri e un custode feriti. Emergenza anche a Napoli dove sono stati dati alle fiamme cumuli di spazzatura. Il capo della Protezione civile: "Invece di dare giudizi date una mano"

Vertice in prefettura: "Congelata Cava Vitiello" Il Papa: "Si trovi giusta e adeguata soluzione"

NAPOLI - Ancora tensione e incidenti, nella notte, a Terzigno per la battaglia contro la discarica dei rifiuti. Cresce la preoccupazione e interviene anche il Papa: sia "trovata una giusta e condivisa soluzione" ha detto Benedetto XVI in un messaggio di "vicinanza spirituale" alla diocesi di Nola. E in serata, nel vertice convocato in Prefettura tra Bertolaso e i sindaci dei Comuni vesuviani, si decide il 'congelamento' della Cava Vitiello come seconda discarica. La notte scorsa è iniziata l'ennesima guerriglia urbana con lanci di molotov, pietre, bottiglie, razzi e petardi. La polizia ha risposto con un nutrito lancio di lacrimogeni verso la parte più violenta dei dimostranti. Dopo tre ore di scontri il bilancio è di due poliziotti e tre carabinieri feriti, un operatore televisivo aggredito e la telecamera danneggiata. Grave la situazione anche a Napoli, dove in nottata ci sono state decine di roghi di spazzatura da giorni non rimossi. E la nuova crisi dei rifiuti è per la città "l'ennesima beffa", ha detto il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, nel corso della sua omelia durante la concelebrazione eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di santa Giulia Salzano. Sepe ha parlato della grave emergenza che ancora una volta ha gettato il capoluogo campano e le aeree circostanti nel caos: "Napoli non è e non sarà mai una partita persa", ha detto il presule, che ha invitato tutti a non perdere la speranza e a resistere alle 'forze del male' che vorrebbero dare 'l'ultima spallata verso il baratro', in modo che il caos regni sovrano. E, davanti a tutto questo, la Chiesa non può e non deve tacere.

Vertice in prefettura, congelata Cava Vitiello. Dopo una luntghissima giornata, arriva la prima buona notizia per i manifestanti: 'congelamento' di Cava Vitiello a Terzigno come seconda discarica, bonifica immediata della ex Cava Sari che resterà aperta fino a esaurimento e l'impegno di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, a presentare in Parlamento la richiesta di escludere Cava Vitiello dalla legge del 2008. È questo il contenuto del documento congiunto - a quanto si è appreso - stilato nel vertice nella Prefettura di Napoli tra lo stesso Bertolaso, il governatore della Campania Stefano Caldoro, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e i sindaci dei Comuni vesuviani interessati dalla apertura del secondo invaso. Il documento tecnico, secondo indiscrezioni trapelate mentre l'incontro è ancora in corso, prima di essere sottoscritto dalle parti sarà sottoposto all'esame delle popolazioni interessate.

La preoccupazione dell'Ue: "Misure insufficienti". "Sono molto preoccupato per quanto succede attualmente in Campania", scrive in una nota il commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik. "La Commissione sta ancora valutando la documentazione che ci è stata trasmessa dalle autorità italiane all'inizio di ottobre, ma la situazione odierna ci fa pensare che le misure adottate dal 2007 in poi sono insufficienti". Secondo Bruxelles, "la situazione odierna non è cambiata rispetto a quando la Commissione decise di bloccare i finanziamenti europei". Già il 5 ottobre scorso, dopo un incontro con una delegazione della Campania guidata dal governatore Stefano Caldoro, Potocnik aveva giudicato la situazione "seria" e aveva sottolineato come ci fosse bisogno di un'azione "determinata, sistematica e strutturale". Il 4 marzo scorso la Corte europea di giustizia giudicò che l'Italia era in infrazione rispetto al diritto comunitario in quanto non aveva realizzato in Campania una rete di impianti atta a garantire lo smaltimento dei rifiuti urbani in maniera sicura per la salute dei cittadini e per l'ambiente.

Benedetto XVI: "Sia trovata la giusta soluzione". Trovare, "con il concorso e la buona Volontà di tutti", "una giusta e condivisa soluzione al problema" di Terzigno. Questo auspica papa Benedetto XVI che ha oggi inviato al vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma, un messaggio rivolto alle popolazioni di Boscoreale e Terzigno. "Il santo padre - si legge nel messaggio diffuso dalla diocesi di Nola - che segue con paterna attenzione le preoccupanti notizie provenienti dal territorio di Terzigno, la prega di farsi interprete della sua vicinanza spirituale nell'auspicio che, con il concorso e la buona volontà di tutti, sia trovata una giusta e condivisa soluzione al problema".

Sepe: "Per Napoli l'ennesima beffa". Per Napoli e la sua area metropolitana la nuova crisi dei rifiuti è "un'ennesima beffa". La pensa così il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che ha parlato dell'emergenza nel corso della sua omelia durante la concelebrazione eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di santa Giulia Salzano, fondatrice delle suore catechiste del Sacro cuore. "Ancora una volta, la nostra Napoli - ha detto Sepe -, ma anche altre località dell'area metropolitana, si ritrova stretta nella morsa di quella che sembra un'ennesima emergenza ma che, con un minimo di realismo, va piuttosto identificata come l'ennesima beffa. I cumuli di immondizia - prosegue il presule - sono ritornati a deturpare non solo il volto e il decoro della città, ma la dignità dei suoi abitanti, mentre a pochi chilometri di distanza esplode, in maniera violenta, la protesta di intere popolazioni preoccupate per l'utilizzazione di nuove discariche sul proprio territorio". La Chiesa, sostiene il cardinale, anche se non ha voce in capitolo per trovare soluzioni tecniche, non può voltarsi dall'altra parte e ignorare la voce dei cittadini in una situazione così preoccupante: "Di fronte a ciò che sta accadendo, la Chiesa non ha titolo per parlare di soluzioni tecniche - dice il presule -. Tuttavia - aggiunge il cardinale - la Chiesa non può tacere, perché anche il silenzio sarebbe colpevole rispetto alla visione, ancor più importante e decisiva, del futuro di questa nostra terra".

Napoli non è 'partita persa'. Il cardinale, poi, ha esortato tutti a non considerare Napoli una 'partita persa': "Napoli non è e non sarà mai una partita persa - ha detto -. Viene facile, soprattutto di fronte alle nauseabonde suggestioni del 'dramma rifiuti', accorciare il passo verso una deriva, anch'essa generalizzata, e senza ritorno. L'orlo del precipizio, lo vediamo da molti segni, non è forse lontano. Ma proprio in momenti come questi che la voce della Chiesa è chiamata a levarsi alta e forte per richiamare al coraggio". E ha aggiunto: "C'è forse chi, come le forze del male e della violenza, appare pronto a dare l'ultima spallata o il colpo di grazia, perché tutto precipiti e il caos regni su tutto. Nessuna emergenza - conclude Sepe - può arrivare a scalfire quel sentimento, allo stesso tempo ordinario ed estremo, come la speranza: una risorsa che questa nostra terra si è guadagnata attraverso secoli e secoli di sofferenze".

Bertolaso: "Ue faccia il proprio mestiere". Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, è critico sulle perplessità espresse dall'Ue in merito alla possibilità di attivare una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio. "L'Unione europea - ha detto Bertolaso, nell'aquilano per una serie di cerimone - farebbe bene a fare il proprio mestiere e invece di dare giudizi dovrebbe dare una mano a trovare alternative". "Noi abbiamo fatto tutte le analisi, tutte le verifiche e tutti gli studi possibili. Al momento - ha aggiunto - non sembra che ci siano alternative. Anche ieri sera incontrando i sindaci del vesuviano li ho invitati a presentare eventuali progetti diversi, se ci sono". Il capo della Protezione civile ha poi precisato che "con l'Ue abbiamo un rapporto estremamente costruttivo e molto positivo con quelli che sono i veri e reali interlocutori delle commissioni competenti". Bertolaso ha dunque puntualizzato che "a sollevare perplessità non è stata l'Unione europea ma una parlamentare olandese che appartiene a un partito politico evidentemente poco amico del nostro Paese". Immediata la replica dell'Ue: la Commissione europea è sempre pronta ad "aiutare gli Stati" ha detto Joseph Hennon, portavoce del commissario Ue all'Ambiente Janez Potocnik. "Siamo pronti a fare il necessario nei contatti con lo Stato membro" perché si adegui alle normative comunitarie, ha aggiunto il portavoce.

All'indomani dell'incontro con i sindaci del vesuviano, Bertolaso ha ribadito la priorità di "sistemare nel modo migliore la discarica che è attualmente in funzione. Una discarica che era stata predisposta in modo assolutamente ineccepibile e che è stata gestita in un primo tempo senza alcuna protesta. Poi evidentemente questo impianto ha suscitato qualche polemica e preoccupazione. Non credo - ha concluso Bertolaso - che la questione sia particolarmente complicata in quanto ci sono le professionalità per risolvere il problema".

Custode ustionato al piede. Alle 3 è stata liberata la statale 268, nei pressi di Ottaviano mentre in mattinata, in via Nazionale, a Boscotrecase, non lontano dalla discarica, due persone a bordo di un motorino hanno lanciato bottiglie incendiarie nell'isola ecologica danneggiando due mezzi mentre il custode, un immigrato, è rimasto ustionato a un piede nel tentativo di spegnere le fiamme. Alle prime luci dell'alba le strade adiacenti il teatro delle violenze nelle due aree circostanti la rotonda di via Panoramica, a metà tra i comuni di Boscoreale e Terzigno, sono piene dei segni della guerriglia che ha fatto da epilogo ai blocchi stradali, agli incendi e alle occupazioni della ferrovia della giornata di ieri.

Continua presidio alla discarica. La strada d'accesso al sito di Terzigno è sempre presidiata e sono arrivati una ventina tra blindati, camionette e auto di carabinieri, polizia e guardia di finanza mentre una ruspa della polizia scortata ha ripulito la strada dai rifiuti. Le vie d'accesso alla zona sono libere, se si escludono i cumuli di spazzatura che invadono le strade. Anche il servizio della circumvesuviana, ieri interrotto per ore, al momento è regolare. Intanto alcune centinaia di persone continuano a presidiare l'ingresso della cava Sari nel comune di Terzigno (Napoli). In mattinata davanti all'ingresso dello sversatorio sono arrivati numerosi studenti della zona. I manifestanti attendono l'esito del nuovo vertice convocato nel pomeriggio in prefettura tra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e i sindaci di Boscoreale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase. Con i primi cittadini, come già avvenuto nell'incontro di ieri sera, dovrebbero prendere parte al vertice anche alcuni rappresentanti dei comitati di protesta. Sul tappeto c'è la bonifica della cava Sari ma soprattutto la richiesta di scongiurare l'apertura di un secondo invaso nella cava Vitiello. In mattinata al presidio non ci sono state tensioni tra le forze di polizia e i manifestanti. A rendere il clima più sereno è stato anche il fatto che non sono giunti gli autocompattatori.

I sindaci: no alle proposte di Berlusconi. La vicenda della discarica di Sari è stata affrontata ieri da Bertolaso che ha garantito, nel corso di un incontro con sindaci 1 e rappresentanti dei comitati vesuviani, interventi per eliminare la puzza e garantire un regolare sversamento dei rifiuti. I primi cittadini si sono presentati al tavolo dicendo un no secco alle compensazioni economiche prospettate dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E nello stesso ribadendo l'opposizione totale alla apertura della seconda discarica.

(23 ottobre 2010)

 

 

 

 

CAOS RIFIUTI

Vertice in prefettura: "Congelata Cava Vitiello"

Il Papa: "Si trovi giusta e adeguata soluzione"

Vince la protesta sulla seconda discarica a Terzigno. Sull'emergenza, dopo il cardinale Sepe, interviene anche Benedetto XVI. Ancora una notte di guerriglia con due poliziotti, tre carabinieri e un custode feriti. Emergenza anche a Napoli dove sono stati dati alle fiamme cumuli di spazzatura. Il capo della Protezione civile: "Invece di dare giudizi date una mano"

Vertice in prefettura: "Congelata Cava Vitiello" Il Papa: "Si trovi giusta e adeguata soluzione"

NAPOLI - Ancora tensione e incidenti, nella notte, a Terzigno per la battaglia contro la discarica dei rifiuti. Cresce la preoccupazione e interviene anche il Papa: sia "trovata una giusta e condivisa soluzione" ha detto Benedetto XVI in un messaggio di "vicinanza spirituale" alla diocesi di Nola. E in serata, nel vertice convocato in Prefettura tra Bertolaso e i sindaci dei Comuni vesuviani, si decide il 'congelamento' della Cava Vitiello come seconda discarica. La notte scorsa è iniziata l'ennesima guerriglia urbana con lanci di molotov, pietre, bottiglie, razzi e petardi. La polizia ha risposto con un nutrito lancio di lacrimogeni verso la parte più violenta dei dimostranti. Dopo tre ore di scontri il bilancio è di due poliziotti e tre carabinieri feriti, un operatore televisivo aggredito e la telecamera danneggiata. Grave la situazione anche a Napoli, dove in nottata ci sono state decine di roghi di spazzatura da giorni non rimossi. E la nuova crisi dei rifiuti è per la città "l'ennesima beffa", ha detto il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, nel corso della sua omelia durante la concelebrazione eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di santa Giulia Salzano. Sepe ha parlato della grave emergenza che ancora una volta ha gettato il capoluogo campano e le aeree circostanti nel caos: "Napoli non è e non sarà mai una partita persa", ha detto il presule, che ha invitato tutti a non perdere la speranza e a resistere alle 'forze del male' che vorrebbero dare 'l'ultima spallata verso il baratro', in modo che il caos regni sovrano. E, davanti a tutto questo, la Chiesa non può e non deve tacere.

Vertice in prefettura, congelata Cava Vitiello. Dopo una luntghissima giornata, arriva la prima buona notizia per i manifestanti: 'congelamento' di Cava Vitiello a Terzigno come seconda discarica, bonifica immediata della ex Cava Sari che resterà aperta fino a esaurimento e l'impegno di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, a presentare in Parlamento la richiesta di escludere Cava Vitiello dalla legge del 2008. È questo il contenuto del documento congiunto - a quanto si è appreso - stilato nel vertice nella Prefettura di Napoli tra lo stesso Bertolaso, il governatore della Campania Stefano Caldoro, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e i sindaci dei Comuni vesuviani interessati dalla apertura del secondo invaso. Il documento tecnico, secondo indiscrezioni trapelate mentre l'incontro è ancora in corso, prima di essere sottoscritto dalle parti sarà sottoposto all'esame delle popolazioni interessate.

La preoccupazione dell'Ue: "Misure insufficienti". "Sono molto preoccupato per quanto succede attualmente in Campania", scrive in una nota il commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik. "La Commissione sta ancora valutando la documentazione che ci è stata trasmessa dalle autorità italiane all'inizio di ottobre, ma la situazione odierna ci fa pensare che le misure adottate dal 2007 in poi sono insufficienti". Secondo Bruxelles, "la situazione odierna non è cambiata rispetto a quando la Commissione decise di bloccare i finanziamenti europei". Già il 5 ottobre scorso, dopo un incontro con una delegazione della Campania guidata dal governatore Stefano Caldoro, Potocnik aveva giudicato la situazione "seria" e aveva sottolineato come ci fosse bisogno di un'azione "determinata, sistematica e strutturale". Il 4 marzo scorso la Corte europea di giustizia giudicò che l'Italia era in infrazione rispetto al diritto comunitario in quanto non aveva realizzato in Campania una rete di impianti atta a garantire lo smaltimento dei rifiuti urbani in maniera sicura per la salute dei cittadini e per l'ambiente.

Benedetto XVI: "Sia trovata la giusta soluzione". Trovare, "con il concorso e la buona Volontà di tutti", "una giusta e condivisa soluzione al problema" di Terzigno. Questo auspica papa Benedetto XVI che ha oggi inviato al vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma, un messaggio rivolto alle popolazioni di Boscoreale e Terzigno. "Il santo padre - si legge nel messaggio diffuso dalla diocesi di Nola - che segue con paterna attenzione le preoccupanti notizie provenienti dal territorio di Terzigno, la prega di farsi interprete della sua vicinanza spirituale nell'auspicio che, con il concorso e la buona volontà di tutti, sia trovata una giusta e condivisa soluzione al problema".

Sepe: "Per Napoli l'ennesima beffa". Per Napoli e la sua area metropolitana la nuova crisi dei rifiuti è "un'ennesima beffa". La pensa così il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che ha parlato dell'emergenza nel corso della sua omelia durante la concelebrazione eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di santa Giulia Salzano, fondatrice delle suore catechiste del Sacro cuore. "Ancora una volta, la nostra Napoli - ha detto Sepe -, ma anche altre località dell'area metropolitana, si ritrova stretta nella morsa di quella che sembra un'ennesima emergenza ma che, con un minimo di realismo, va piuttosto identificata come l'ennesima beffa. I cumuli di immondizia - prosegue il presule - sono ritornati a deturpare non solo il volto e il decoro della città, ma la dignità dei suoi abitanti, mentre a pochi chilometri di distanza esplode, in maniera violenta, la protesta di intere popolazioni preoccupate per l'utilizzazione di nuove discariche sul proprio territorio". La Chiesa, sostiene il cardinale, anche se non ha voce in capitolo per trovare soluzioni tecniche, non può voltarsi dall'altra parte e ignorare la voce dei cittadini in una situazione così preoccupante: "Di fronte a ciò che sta accadendo, la Chiesa non ha titolo per parlare di soluzioni tecniche - dice il presule -. Tuttavia - aggiunge il cardinale - la Chiesa non può tacere, perché anche il silenzio sarebbe colpevole rispetto alla visione, ancor più importante e decisiva, del futuro di questa nostra terra".

Napoli non è 'partita persa'. Il cardinale, poi, ha esortato tutti a non considerare Napoli una 'partita persa': "Napoli non è e non sarà mai una partita persa - ha detto -. Viene facile, soprattutto di fronte alle nauseabonde suggestioni del 'dramma rifiuti', accorciare il passo verso una deriva, anch'essa generalizzata, e senza ritorno. L'orlo del precipizio, lo vediamo da molti segni, non è forse lontano. Ma proprio in momenti come questi che la voce della Chiesa è chiamata a levarsi alta e forte per richiamare al coraggio". E ha aggiunto: "C'è forse chi, come le forze del male e della violenza, appare pronto a dare l'ultima spallata o il colpo di grazia, perché tutto precipiti e il caos regni su tutto. Nessuna emergenza - conclude Sepe - può arrivare a scalfire quel sentimento, allo stesso tempo ordinario ed estremo, come la speranza: una risorsa che questa nostra terra si è guadagnata attraverso secoli e secoli di sofferenze".

Bertolaso: "Ue faccia il proprio mestiere". Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, è critico sulle perplessità espresse dall'Ue in merito alla possibilità di attivare una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio. "L'Unione europea - ha detto Bertolaso, nell'aquilano per una serie di cerimone - farebbe bene a fare il proprio mestiere e invece di dare giudizi dovrebbe dare una mano a trovare alternative". "Noi abbiamo fatto tutte le analisi, tutte le verifiche e tutti gli studi possibili. Al momento - ha aggiunto - non sembra che ci siano alternative. Anche ieri sera incontrando i sindaci del vesuviano li ho invitati a presentare eventuali progetti diversi, se ci sono". Il capo della Protezione civile ha poi precisato che "con l'Ue abbiamo un rapporto estremamente costruttivo e molto positivo con quelli che sono i veri e reali interlocutori delle commissioni competenti". Bertolaso ha dunque puntualizzato che "a sollevare perplessità non è stata l'Unione europea ma una parlamentare olandese che appartiene a un partito politico evidentemente poco amico del nostro Paese". Immediata la replica dell'Ue: la Commissione europea è sempre pronta ad "aiutare gli Stati" ha detto Joseph Hennon, portavoce del commissario Ue all'Ambiente Janez Potocnik. "Siamo pronti a fare il necessario nei contatti con lo Stato membro" perché si adegui alle normative comunitarie, ha aggiunto il portavoce.

All'indomani dell'incontro con i sindaci del vesuviano, Bertolaso ha ribadito la priorità di "sistemare nel modo migliore la discarica che è attualmente in funzione. Una discarica che era stata predisposta in modo assolutamente ineccepibile e che è stata gestita in un primo tempo senza alcuna protesta. Poi evidentemente questo impianto ha suscitato qualche polemica e preoccupazione. Non credo - ha concluso Bertolaso - che la questione sia particolarmente complicata in quanto ci sono le professionalità per risolvere il problema".

Custode ustionato al piede. Alle 3 è stata liberata la statale 268, nei pressi di Ottaviano mentre in mattinata, in via Nazionale, a Boscotrecase, non lontano dalla discarica, due persone a bordo di un motorino hanno lanciato bottiglie incendiarie nell'isola ecologica danneggiando due mezzi mentre il custode, un immigrato, è rimasto ustionato a un piede nel tentativo di spegnere le fiamme. Alle prime luci dell'alba le strade adiacenti il teatro delle violenze nelle due aree circostanti la rotonda di via Panoramica, a metà tra i comuni di Boscoreale e Terzigno, sono piene dei segni della guerriglia che ha fatto da epilogo ai blocchi stradali, agli incendi e alle occupazioni della ferrovia della giornata di ieri.

Continua presidio alla discarica. La strada d'accesso al sito di Terzigno è sempre presidiata e sono arrivati una ventina tra blindati, camionette e auto di carabinieri, polizia e guardia di finanza mentre una ruspa della polizia scortata ha ripulito la strada dai rifiuti. Le vie d'accesso alla zona sono libere, se si escludono i cumuli di spazzatura che invadono le strade. Anche il servizio della circumvesuviana, ieri interrotto per ore, al momento è regolare. Intanto alcune centinaia di persone continuano a presidiare l'ingresso della cava Sari nel comune di Terzigno (Napoli). In mattinata davanti all'ingresso dello sversatorio sono arrivati numerosi studenti della zona. I manifestanti attendono l'esito del nuovo vertice convocato nel pomeriggio in prefettura tra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e i sindaci di Boscoreale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase. Con i primi cittadini, come già avvenuto nell'incontro di ieri sera, dovrebbero prendere parte al vertice anche alcuni rappresentanti dei comitati di protesta. Sul tappeto c'è la bonifica della cava Sari ma soprattutto la richiesta di scongiurare l'apertura di un secondo invaso nella cava Vitiello. In mattinata al presidio non ci sono state tensioni tra le forze di polizia e i manifestanti. A rendere il clima più sereno è stato anche il fatto che non sono giunti gli autocompattatori.

I sindaci: no alle proposte di Berlusconi. La vicenda della discarica di Sari è stata affrontata ieri da Bertolaso che ha garantito, nel corso di un incontro con sindaci 1 e rappresentanti dei comitati vesuviani, interventi per eliminare la puzza e garantire un regolare sversamento dei rifiuti. I primi cittadini si sono presentati al tavolo dicendo un no secco alle compensazioni economiche prospettate dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E nello stesso ribadendo l'opposizione totale alla apertura della seconda discarica.

(23 ottobre 2010)

 

 

 

2010-10-22

EMERGENZA RIFIUTI

Berlusconi: "Soluzione in 10 giorni"

Ue: "No a fondi per discarica nel parco"

Vertice con il premier sul Terzigno. Bruxelles chiede di fare in fretta. Ma la presidente della commissione d'inchiesta europea dà indirettamente ragione a chi protesta: "145 milioni congelati, non saranno sbloccati". Bossi sugli scontri: "Bisogna intervenire. Non possiamo aspettare che ci scappi qualche morto"

Berlusconi: "Soluzione in 10 giorni" Ue: "No a fondi per discarica nel parco"

NAPOLI - La polveriera rifiuti in Campania approda nuovamente a Palazzo Chigi. Al termine di un vertice con i sottosegretari Gianni Letta e Guido Bertolaso, i ministri Giulio Tremonti, Roberto Maroni, Stefania Prestigiacomo ed il governatore della Campania, Stefano Caldoro, Berlusconi promette una soluzione entro dieci giorni. "La nostra soluzione al problema rifiuti in Campania che avevamo individuato è assolutamente valida e duratura nel tempo'', ha detto il presidente del Consiglio. ''Rispondo così - ha aggiunto il premier - a chi diceva che quelle soluzioni erano precarie e non realmente rispondenti al problema dei rifiuti''. Il presidente del Consiglio, poi, ha garantito la disponibilità di 14 milioni per Terzigno: "Il Governo garantisce la disponibilità di fondi per le opere di compensazione. Ci sono 14 milioni che riguardano Terzigno". E sul clima di tensione aggiunge: "Non è eversione". Ma per Bossi è il caso intervenire: "''Come fai a non intervenire? Non possiamo aspettare che ci scappi qualche morto''.

Bertolaso da oggi trasferito a Napoli. Nessuna paura per salute cittadini. "L'attività della Protezione civile, diretta da Bertolaso che già oggi si trasferisce a Napoli, sarà portata avanti d'intesa con associazioni locali. Il governo garantisce anche la disponibilità dei fondi per le opere di compensazione", ha dichiarato Berlusconi che ha anche sottolineato che non ci sono preoccupazioni per la salute dei

cittadini. "Questa mattina il ministro della Salute, il dottor Fazio - ha detto il premier - ha svolto una relazione garantendo che in questo momento non ci sono preoccupazioni per la salute dei cittadini".

Valide le soluzioni del governo. Le soluzioni che il governo ha adottato in questi due anni e mezzo per la gestione dei rifiuti in Campania sono "assolutamente valide": "Il sistema di smaltimento dei rifiuti di Napoli - ha precisato il premier - non è messo in crisi da quello che sta succedendo. Semplicemente, in un sistema che prevede diversi fattori di soluzione, se viene a mancare uno di questi fattori la situazione subisce delle difficoltà".

Per Terzigno bonifiche e impianti. "Il piano rifiuti è molto preciso e per Terzigno prevede impianti di depurazione, bonifiche, impianti idrici e fognari, nonché di riqualificazione urbana", ha garantito, poi, il presidente del Consiglio.

Nessun piano emergenza. Non ci sono le condizioni per parlare, secondo Berlusconi, di emergenza. "Non ci sembra che il fenomeno sia così grave da richiedere un piano di emergenza, vediamo un'estensione locale di certi fenomeni che non ci preoccupa", ha detto il premier, rispondendo all'allarme lanciato dal sottosegretario Alfredo Mantovano su finalità "al confine con l'eversione" dietro le proteste di Terzigno.

Boschi e parchi sulle cave. Sulle cave che ospitano i rifiuti in Campania "ci saranno prati e boschi" ha detto Berlusconi, al termine del vertice convocato a Palazzo Chigi sull'emergenza rifiuti in Campania. "Il sistema delle cave - ha ricordato Berlusconi - è provvisorio, in attesa dei termovalorizzatori che è il sistema usato in tutto il mondo per smaltire i rifiuti. Tuttavia - ha sottolineato - in Campania sono stati individuati come siti per discariche cave inutilizzate, che vengono poi ricoperte da un ampio strato di terra sul quale poi sorgeranno boschi e parchi". Quindi, ha aggiunto il premier, "attraverso qualcosa di utile alla collettività come lo smaltimento dei rifiuti, viene anche risanato l'ambiente ed il territorio laddove si erano aperte delle ferite".

Bertolaso: "Napoli, città ordinariamente sporca". "Napoli soffre di problemi di rifiuti da due settimane, ma Napoli è una città ordinariamente sporca perché la raccolta ha avuto spesso battute di arresto", ha dichiarato nel suo intervento durante la conferenza stampa, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso.

Perfetto il termovalorizzatore di Acerra. Il termovalorizzatore di Acerra "sta funzionando perfettamente: ieri ha bruciato 1.550 tonnellate di rifiuti, producendo energia elettrica sufficiente per illuminare diversi comuni". Il sottosegretario Guido Bertolaso, che ha preso la parola subito dopo Berlusconi, ha illustrato gli interventi volti a fare fronte all'emergenza. Entro novembre il termovalorizzatore di Acerra funzionerà a pieno regime, ha detto il capo della Protezione civile: "Acerra funziona e funzionerà sempre meglio - ha detto Bertolaso - due linee sono già in funzione e la terza linea a fine novembre sarà aperta". Su terzigno, poi, il sottosegretario ha aggiunto: "Il disagio a Terzigno è causato dai miasmi e dal passaggio dei camion, dovuti a una gestione precaria della discarica. Quando la Protezione civile era dentro la discarica, non c'erano odori e non c'era un gabbiano, come hanno potuto constatare i giornalisti che abbiamo portato dentro la discarica". Ora "dobbiamo tornare a quella modalità di gestione per rispetto dei cittadini interessati", ha concluso.

Presto tre nuove discariche e due termovalorizzatori. Per la gestione dei rifiuti del napoletano sono attive 5 discariche che "hanno una disponibilità ancora di oltre un milione di tonnellate" ma "sono previste altre 3 discariche che saranno aperte in tempo prima che finisca la disponibilità delle altre 5". E poi saranno aperti "i termovalorizzatori di Napoli e Salerno", ha annunciato Bertolaso, spiegando che con l'entrata a regime degli altri due termovalorizzatori "si risolverà tutto".Comunque "non ci sarà alcun problema".

La battuta su RaiTre. La conferenza stampa sulla questione rifiuti è stata anche l'occasione per un'altra puntata della polemica tra Silvio Berlusconi e Annozero. Quando la giornalista del Tg3 ha preso il microfono per fare una domanda e si è presentata, con nome e testata, il premier l'ha interrotta: "il Tg3? Quello che non esiste, secondo alcune trasmissioni Rai, giusto?". La giornalista è rimasta per un attimo interdetta, mentre qualche collega le ha spiegato il riferimento del premier ad Annozero che ieri sera ha fatto vedere le tabelle con i vari tg e trasmissioni Rai, senza citare il Tg3. A quel punto è intervenuto Bertolaso, che ha detto: "Parliamo di spazzatura, quella vera, che è meglio".

Iervolino: "Tre balle sulla situazione di Napoli". Tante bugie sulla situazione in cui si trova la città. Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino ritiene che l'emergenza sia legata a una serie di 'balle' dette dal governo: "L'emergenza finita, il livello di differenziata e la mancata volontà di palazzo San Giacomo di non volerla fare. Non sta in piedi la dichiarazione di fine emergenza - ha affermato - perché se così fosse, questa allora cos'è? La festa di Carnevale?".

Il monito della Ue. Dalla Commissione europea si esprime "preoccupazione" per quanto sta avvenendo nel napoletano sul fronte dei rifiuti. Il portavoce del commissario all'Ambiente, Janez Potocnik, ha parlato di "situazione seria", auspicando che le autorità italiane "risolvano la questione il più presto possibile ed in maniera adeguata".

"Vediamo quello che succede sui media e siamo consapevoli del fatto che la situazione è molto seria, siamo in costante contatto con le autorità italiane", ha detto il portavoce. "Auspichiamo - ha aggiunto - che le autorità italiane agiscano in maniera rapida ed adeguata, risolvendo la situazione il più presto possibile".

E Judith Merkies, presidente dela Commissione d'inchiesta parlamentare europea, sembra dare indirettamente ragione a chi protesta: per l'apertura di una discarica in un parco nazionale, dichiara, le autorità campane "si possono scordare di vedere sbloccare i 145 milioni di euro di fondi europei attualmente congelati dalla Commissione europea". La Merkies ricorda di aver avuto dalle autorità italiane aveva avuto assicurazioni di diverso tenore rispetto a quanto sta accadendo in Campania.

(22 ottobre 2010)

 

 

 

 

Terzigno, aperta inchiesta

A rischio la falda acquifera

In mattinata un manifestante ha nuovamente appiccato il fuoco alla bandiera nazionale. Altre sono state collocate sulla barricata che blocca il percorso dei camion: 'Adesso la polizia dovrà strapparle per permettere ai mezzi di entrare in discarica' dicono i manifestanti. Una persona è stata arrestata a seguito dei tafferugli di giovedì notte. A Napoli situazione drammatica in centro: i cumuli all'esterno dell'ospedale Pellegrini ostacolano le ambulanze

Terzigno, aperta inchiesta A rischio la falda acquifera

 

La Procura di Nola ha aperto una inchiesta su una ipotesi di possibile inquinamento della falsa acquifera dell'area circostante e sottostante la discarica di Terzigno. L'atto deriva dalla presentazione di un esposto da parte dei comitati che si oppongono all'apertura di un secondo invaso nell'area, comitati che chiedono anche il sequestro della discarica.

Intanto non si ferma la protesta contro la discarica. Questa mattina, per la seconda volta nel giro di poche ore, il tricolore è stato bruciato. "Questa è la nostra democrazia. State proteggendo i mafiosi. Vergognatevi". Con queste parole un manifestante ha dato fuoco ad una bandiera italiana dopo essere salito sulla pianta di ulivo che si trova al centro della rotonda di via Panoramica. "L'avete calpestata - ha detto l'uomo mostrando il vessillo alle forze dell'ordine - e la state calpestando. Invece di protegge noi, persone perbene, difendete chi porta i rifiuti nella discarica". Ieri analogo episodio in piazza Pace, nella vicina Boscoreale.

Altre bandiere invece sono state collocate sulla barricata realizzata, anche con materassi e pezzi di legno, sull'area dalla quale dovranno transitare i compattatori. "Adesso - dicono i manifestanti - per far passare i camion le forze dell'ordine dovranno strappare quelle bandiere sulle quali hanno giurato fedeltà alla Repubblica".

La protesta si sposta. Alcuni gruppi di manifestanti provenienti stanno lasciando Terzigno e Boscoreale, gli epicentri della protesta, per dirigersi verso gli altri comuni vesuviani per chiedere ai commercianti di abbassare le saracinesche dei propri negozi in segno di adesione alle proteste in atto ormai da settimane contro l'apertura del secondo invaso in località Cava Vitiello. Alcuni di questi gruppi hanno già raggiunto il comune di San Giuseppe Vesuviano e stanno cercando di convincere i negozianti. Una decina di manifestanti sono arrivati invece nel comune di Ottaviano.

 

SPECIALE RIFIUTI: Mandate le vostre foto

Stamani una ventina di autocompattatori sono entrati nella discarica Sari di Terzigno scortati da un imponente dispiegamento di forze dell'ordine. I mezzi sono stati salutati dai manifestanti con applausi polemici e insulti: 'Vergogna, ci state uccidendo'. C'è chi invece si affida alla Madonna della neve che si festeggia oggi nella vicina Torre Annunziata. "Madonna della neve, ferma la monnezza come fermasti la lava del vulcano". Hanno scritto alcuni cittadini su un cartellone esposto alla rotonda Panoramica. L'appello si riferisce al miracolo attribuito all'intervento della Madonna, la cui statua portata in processione in occasione dell'ultima eruzione del Vesuvio fermò l'ondata di lava e cenere.

Un arresto. Una persona è stata arrestata la scorsa notte a seguito degli scontri con la polizia. L'uomo si chiama Gennaro Greco e ha 52 anni. E' accusato di adunata sediziosa, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento e detenzione di materiale esplosivo. Altre persone sono state fermate, la loro posizione è al vaglio degli investigatori

A Napoli situazione drammatica. Si aggrava di ora in ora anche la situazione dei rifiuti accumulati nel centro di Napoli. Vere e proprie microdiscariche a cielo aperto costellano le vie del centro, invadendo i marciapiedi e il tracciato stradale, costringendo auto e pedoni a uno slalom tra i sacchetti. All'esterno dell'ospedale Vecchio Pellegrini la quantità di immondizia è tale da ostacolare la manovra delle ambulanze dirette al pronto soccorso. Lungo la centralissima via Toledo, all'angolo con via Stendhal, alcuni metri di marciapiede sono disseminati di rifiuti proprio all'ingresso di un megastore per bambini e ragazzi.

Il sindaco Rosa Iervolino ha indetto per le 12 una conferenza stampa in cui fare il punto sulla nuova emergenza che sta colpendo la città, a causa dei problemi di smaltimento nella discarica di Terzigno, da giorni assediata dai manifestanti che si oppongono all'apertura di un secondo sversatoio

Gli scontri della scorsa notte. Nel corso della nottata, i manifestanti hanno lanciato sugli agenti bombe carta con all'interno biglie di vetro. Non ci sono stati feriti. Dopo l'una, i manifestanti hanno interrotto l'illuminazione lungo via Panoramica: per disperdere i dimostranti la polizia ha effettuato diverse cariche con manovre di alleggerimento e lancio di lacrimogeni. Alcune persone sono state fermate. Dalla questura è stato sottolineato che, nel corso degli scontri, i manifestanti hanno cercato di separare e isolare i convogli della polizia per accrescere i danni dei loro attacchi.

Nelle ultime ore i vigili del fuoco stanno cercando di liberare le strade ostruite dalle barricate di suppellettili, terra e mobili erette dai manifestanti per impedire il passaggio dei camion dei rifiuti. Alcuni mezzi delle forze dell'ordine si sono danneggiati nel tentativo di forzare i blocchi. Due persone sono state identificate e denunciate per i fatti accaduti nella notte alla rotonda di via Panoramica.

(22 ottobre 2010)

 

 

 

 

2010-10-21

LA PROTESTA

Battaglia nella notte a Terzigno

la polizia carica, fermi e feriti

Oltre duecento agenti con 40 mezzi blindati hanno attaccato e sgomberato alcune migliaia di manifestanti nell'area della discarica. Scontri violenti tra urla e lacrime. Molte persone inseguite nel buio tra i campi. Ieri la decisione di aprire una seconda discarica

Battaglia nella notte a Terzigno la polizia carica, fermi e feriti

TERZIGNO - Notte di violenza a Terzigno. Tra urla e lacrime un massiccio schieramento di forze dell'ordine ha sgomberato l'accesso alla discarica Sari. La zona era presidiata da alcune migliaia di manifestanti, tra cui donne e bambini. Il blitz è stato condotto con una quarantina di mezzi blindati ed oltre 200 agenti che impugnando manganelli e scudi, hanno stretto d'assedio la zona e inseguito i dimostranti. Numerose le cariche e i lanci di lacrimogeni. Due persone, una donna ed un ragazzo, sono stati fermati e successivamente rilasciati. Altre tre hanno riferito di essere rimaste contuse negli scontri.

L'attacco, con veri e propri corpo a corpo in alcuni casi, è arrivato al termine di una serata di altissima tensione. Un gruppo di giovani con il volto coperto da sciarpe ha lanciato grossi petardi, razzi, pietre e, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, due molotov rudimentali nei confronti dei blindati della polizia a presidio della strada di accesso alla discarica. Gli agenti hanno risposto con un ripetuto lancio di lacrimogeni, che sono caduti in mezzo alla folla. Sono stati momenti drammatici, con gente che scappava alla ricerca di un riparo, provocando momenti di panico. Nella fuga qualcuno ha rovesciato e bruciato un'auto, sembra appartenente alla polizia.

A scatenare la nuova ondata di proteste era stata la decisione dei parlamentari del Pdl campano, insieme con il governatore Stefano Caldoro e i presidenti delle Province di Napoli, Avellino e Salerno, Cesaro, Sibilia e Cirielli, di dare il via libera alla seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, in località Cava Vitelli. Si tratterebbe del più grande sversatoio d'Europa. Un via libera che non è affatto andato giù ad amministratori locali (il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, si è dimesso dal Pdl) e alle popolazioni, che denunciano i gravissimi disagi già provocati dalla prima discarica aperta, la Sari, che sarebbe causa dell'inquinamento delle falde acquifere e dalla quale provengono da mesi miasmi insopportabili. Alla fine della 'battaglia', a terra restano detriti di ogni genere, nell'aria la puzza insopportabile della discarica.

(21 ottobre 2010)

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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http://www.unita.it/

2011-01-01

Rifiuti, Napoli tra roghi

e raccolta straordinaria

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Una notte di roghi tra la citta' e la provincia. I botti hanno innescato le fiamme dei cumuli di rifiuti che faticosamente si sta tentando di rimuovere dopo circa due mesi di pesanti disagi sia per la citta' di Napoli che per diversi comuni della provincia. La situazione nel capoluogo sta migliorando dove l'Asia, l'Azienda speciale di igiene urbana, sta attuando un piano di raccolta straordinaria; piano che e' stato possibile realizzare grazie al fatto che oggi gli impianti sono stati aperti. Insomma, si e' scaricato nella discarica di Chiaiano (la notte scorsa sono state portate circa 600 tonnellate) e nell'impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere (150 le tonnellate conferite). Soddisfazione e' stata espressa dall'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano: ''I dispositivi per gli impianti hanno funzionato e la citta' e' ormai sgombra dai rifiuti; occorrera' ora uno sforzo per potenziare spazzamento e pulizia della citta' di Napoli''. Alla rimozione stanno collaborando anche gli uomini dell'Esercito: i soldati del Genio ieri hanno portato via 44 tonnellate di spazzatura. Oggi sono scesi in campo, in via Terracina, nel quartiere Fuorigrotta. E domani il ministro Ignazio La Russa sara' a Napoli per salutare i militari impegnati nell'operazione 'Strade pulite' e per verificare i risultati conseguiti. Nonostante gli sforzi e gli appelli lanciati da piu' parti i roghi non sono mancati. Incendi accidentali ma in alcuni anche dolosi. E i danni sono stati notevoli. Per i vigili del fuoco e' stata una notte (140 interventi) di superlavoro mentre l'aria e' stata ammorbata oltre che dai miasmi anche dei fumi nocivi che si sono levati nell'aria. E gli interventi sono proseguiti anche in mattinata, Il rogo piu' esteso spento questa notte dai vigili del fuoco e' stato quello a pochi passi dal Museo Archeologico Nazionale. Una 'montagna' di immondizia ha preso fuoco intorno all'una della scorsa notte. Ma anche via Toledo, la strada dello shopping, non e' stata risparmiata. Subito dopo la mezzanotte alcuni cassonetti davanti all'ex palazzo della Rinascente hanno preso fuoco. In via Duomo all'incrocio con il quartiere di Forcella stessa sorte per una massa di rifiuti le cui fiamme hanno coinvolto un'altra auto. Sul fronte della raccolta, almeno in citta' si stanno intensificando gli sforzi. La scorsa notte e anche oggi l'Asia ha messo in campo tutti i mezzi. ''Vorrei ringraziare tutti i dipendenti dell'Asia che con grande impegno stanno lavorando in questa giornata festiva non facendo mancare il loro indispensabile contributo''', ha detto l'assessore all'Igiene Urbana, Paolo Giacomelli. Secondo l'assessore ''nel centro di Napoli non c'e' ormai piu' presenza di situazioni critiche; ci sono, tuttavia, dei punti nei quali dobbiamo intervenire. Per esempio in via Santa Brigida mentre si registra una presenza di cumuli in Via Marina ed in alcune zone della periferia''. La giacenza a terra, afferma Giacomelli, ''non e' quantificabile proprio per la particolarita' dell'ultimo giorno dell'anno e del primo gennaio; faremo un bilancio lunedi' mattina''. L'assessore evidenzia anche l'impegno dell' Esercito che stamane e' intervenuto rimuovendo, a quanto mi risulta, circa 26 tonnellate''. ''Nei prossimi giorni - conclude Giacomelli - ci sara' bisogno di una integrazione delle attivita' di spazzamento e ripulitura''. Non va, invece, meglio in diversi Comuni della provincia dove i cumuli di spazzatura continuano a crescere.

1 gennaio 2011

 

 

2010-12-30

Per il premier anche l'immondizia

complotta contro di lui

berlusconi, elmetto, letta_640

Berlusconi tiene un comizio per telefono a un incontro del Pdl a Napoli: dove promette, un'altra volta, che riuscirà di persona a liberare la città dai rifiuti. E se finora la monnezza invade ancora il capoluogo campano è perché "c'e' qualcuno che cerca di ostacolare con ogni mezzo il nostro operato. Altrimenti non si spiegherebbe come sorgono sempre delle difficolta' nuove". E ne è convinto. E sulla tenuta della maggioranza sostiene che molti parlamentari di Fli fuoriusciti dal Pdl rientreranno sotto il suo scettro.

"Assumerò direttamente la responsabilità dello sgombero dei rifiuti di Napoli e degli impianti futuri con disposizioni che voglio siano definitive, in pochi mesi trasformeremo la situazione e scenderò in campo con la mia attività personale".

Un lungo passaggio lo ha riservato alle vicende parlamentari guardando a Fini: "Dei parlamentari che hanno votato con Fini sono in situazione di disagio perché saliti su un treno che doveva portarli ad essere la terza gamba della maggioranza ma il treno ha cambiato destinazione e sono addirittura passati all'opposizione. E' come se fossero saliti su un treno per Parigi ritrovandosi a Istanbul. Credo che molti parlamentari torneranno indietro. Anche di altre formazioni politiche. E sosterranno la maggioranza per governare e fare le riforme. Sono molto sereno". Non una parola sul presunto attentato al presidente della Camera né su quanto avrebbe rivelato il giornale "Libero".

29 dicembre 2010

 

 

2010-12-28

Rifiuti, allarme a Napoli:

"Non riusciamo a smaltirli"

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Dopo aver portato via, ieri, 50 tonnellate di rifiuti dalle strade di Napoli, oggi l'esercito e' in azione in provincia: a Casalnuovo e a Casavatore. Dodici i mezzi coinvolti in un'emergenza che continua a tenere sotto assedio diverse aree del Napoletano. Ricognizione in corso anche a Pozzuoli e a Quarto dove domani si interverra', massicciamente, con 18 mezzi: l'area in questione, infatti, continua ad essere tra le piu' colpite.

C'e' preoccupazione, tanta, al Comune di Napoli. ''Alle ore 14.00 non abbiamo conferito rifiuti, se continuiamo cosi' domani sara' una tragedia'', dice l'assessore all'Igiene Urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli. ''All'impianto Stir di Caivano (Napoli) ci sono al momento 35 compattatori in fila e altri 15 stanno arrivando - spiega Giacomelli - all'impianto di Tufino ce ne sono dodici in fila e solo tre hanno scaricato. Si e' creata questa situazione perche' stamattina era previsto che andassimo a conferire a Santa Maria Capua Vetere ma la Provincia di Caserta ha fermato tutto e di conseguenza si e' creato un sovraccarico agli impianti''. ''Non era mai accaduto di non riuscire a conferire nulla alle ore 14. Il che significa che si registrera' un netto aumento di immondizia, potremmo arrivare domani anche ad oltre 2mila tonnellate. Insomma, una tragedia''.

Restano ancora circa 1500 tonnellate di rifiuti, secondo una prima stima, lungo le strade di Napoli. La scorsa notte, nonostante i raid messi a segno nei confronti dei mezzi dell'Asia, si e' riusciti a sversare 850 tonnellate alla discarica di Chiaiano. Ma, ribadisce l'assessore all'Igiene Urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, ''c'e' troppa fragilita' nelle procedure di conferimento''. E spiega anche perche'. ''Non vogliamo prendercela con nessuno, ma quello che e' successo stamattina spiega tante cose - dice Giacomelli - l'Ufficio Flussi della Regione Campania ci aveva garantito oggi il conferimento di 400 tonnellate nell'impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

Le responsabilità

L'emergenza rifiuti a Napoli non si risolve "perché è in atto uno scontro tra poteri forti. Tra chi controlla il territorio e chi da Roma vorrebbe con la bacchetta magica rimettere tutto a posto". Un braccio di ferro che punta alla "campagna elettorale di marzo. Il destino di Napoli è affidato all'esito del voto e alla guerra che si scatenerà per il controllo dei cantieri dei due inceneritori di Napoli e Salerno, che daranno 2.000 posti di lavoro e investimenti per 1.000 milioni di euro". A parlare, dalle pagine della Stampa, è Daniele Fortini, amministratore delegato di Asìa, l'azienda che per il comune di Napoli si occupa di raccolta dei rifiuti e discariche. Fortini spiega che tra Napoli e provincia a terra "alla fine saranno 18.000 tonnellate" di rifiuti e che, se non si supera la logica della provincializzazione, nel capoluogo a marzo andrà ancora peggio: "A marzo la discarica di Chiaiano sarà esaurita e siccome Terzigno non potrà accogliere i rifiuti di Napoli, e il governo ha approvato un decreto legge che cancella le nuove discariche in Campania, non so che fine faranno i rifiuti della città". "Le previsioni ufficiali", tenendo conto dell'aiuto di paesi esteri e regioni 'solidali', "parlano di 36 mesi, ma temo che questo programma sia valido fino alla primavera, fino cioè - conclude Fortini sulla Stampa - alle elezioni comunali".

"BALLE DI BERLUSCONI"

''Sulla drammatica questione dei rifiuti a Napoli e in Campania, il presidente del Consiglio invece di assumersi le sue responsabilita' prende in giro tutti con false teorie del complotto, sostenendo che c'e' una manovra politica contro il suo operato. Siamo alle solite balle, in versione natalizia''. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

26 dicembre 2010

 

2010-12-15

Bondi: se Fini discute la mia sfiducia non è super partes. Il portavoce di Fini: mozione già calendarizzata

Cronologia articolo

15 dicembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2010 alle ore 15:32.

Botta e risposta a distanza fra il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi (che scrive a Napolitano) e il presidente della Camera Gianfranco Fini. Oggetto del contendere la mozione di sfiducia al ministro chiesta da Pd e Idv all'indomani del crollo della Domus dei gladiatori a Pompei. Mozione già calendarizzata che slitterà a gennaio per le ferie natalizie dei parlamentari.

Per Bondi Fini non sarebbe super partes nel suo ruolo istituzionale

Una nota del ministro, che ritiene di non meritare la mozione di sfiducia, annuncia che "in riferimento agli articoli pubblicati da alcuni quotidiani e alle agenzie di stampa che riferiscono di dichiarazioni pronunciate dall'onorevole Fini, il senatore Sandro Bondi, ministro dei Beni e delle attività culturali, ha indirizzato oggi una lettera al presidente della Repubblica". Alcuni quotidiani, scrive Bondi, "riferiscono di una riunione avvenuta ieri nello studio di Fini, nel corso della quale si sarebbe discusso del voto di sfiducia di Futuro e Libertà nei miei confronti. Se questa notizia fosse confermata, ci troveremmo di fronte al venir meno, in maniera plateale, del ruolo di garanzia istituzionale del Presidente della Camera e ad una abnorme commistione tra imparzialità del Presidente della Camera e leadership di un gruppo parlamentare".

Il portavoce di Fini respinge le accuse al mittente: la mozione è già calendarizzata

A stretto giro arriva la risposta del portavoce di Fini, Fabrizio Alfano. "Come noto, la mozione di sfiducia al ministro Bondi è già da tempo nel calendario dei lavori della Camera dei deputati. L'orientamento di voto sulla medesima è rimessa alle valutazioni dei singoli Gruppi parlamentari. Pertanto, il ministro della Cultura - anzichè rivolgersi al presidente della Repubblica - avrebbe potuto semplicemente chiedere al presidente Fini la veridicità delle dichiarazioni al medesimo attribuite oggi da alcuni quotidiani e ne avrebbe ricavato una netta smentita".

In calendario anche la mozione Calderoli, quelle su Rai, fisco e soppressione delle province

Intanto è stato confermato dall'aula il calendario per il mese di dicembre, con alcuni nodi caldi per la maggioranza come la mozione di sfiducia a Bondi targata Pd-Idv presentata dopo il crollo di Pompei e la mozione di Fli sul pluralismo dell'informazione in Rai, quella sul fisco presentata da Pierluigi Bersani e quella sulla soppressione delle province. Il voto però non potrà avvenire prima di gennaio, con l'anno nuovo, visto che le due mozioni sono in coda al calendario e dal 23 dicembre i deputati saranno in vacanza fino a dopo l'Epifania. Il giorno esatto della mozione Bondi si conoscerà da una prossima della capigruppo che definirà il calendario di gennaio. (N.Co.)

 

2010-12-11

Cancun, verso l'accordo alla Convention sul clima

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La stragrande maggioranza dei circa 190 paesi della Convenzione Onu sul clima riuniti a Cancun hanno approvato il testo di compromesso proposto dalla presidenza messicana, lasciando presagire una conclusione positiva del vertice. Bangladesh, Guyana, Zambia, Svizzera, Brasile, Stati Uniti, Algeria, Unione europea, Cina, Maldive, uno dopo l'altro i delegati hanno preso la parola nel corso della seduta plenaria per dire "si", con forza, al testo presentato come il miglior compromesso possibile sulle questioni discusse negli ultimi 12 giorni a Cancun.

L'India e' ''molto contenta'' delle bozze di accordo. ''Abbiamo un accordo di Cancun'' ha detto il ministro indiano dell'Ambiente Jairam Ramesh aggiungendo che anche gli altri paesi 'Basic' (Brasile, Cina e Sudafrica) sono ''molto soddisfatti'' dai testi che delineano una agenda a lungo termine per combattere il cambiamento climatico. Ramesh ha aggiunto che sono state accettate molte proposte promosse dall'India, tra cui quella di un meccanismo di trasparenza (chiamato International Consultation and Analysis) per controllare le azioni dei paesi in via di sviluppo. Il ministro ha poi evidenziato che non e' stata inserita nessuna menzione a un ''anno di picco'' e che non ci sono obiettivi per l'anno 2050.

Solo la delegazione boliviana ha presentato forti obiezioni: "La Bolivia non è pronta a sottoscrivere un testo che comporterà un aumento della temperatura che metterà più vite umane in pericolo". Il ministro degli Esteri messicano, Patricia Espinosa, è stato applaudita a lungo prima e durante la seduta.

Dopo il fallimento di Copenaghen, ha detto il ministro indiano per l'Ambiente, Jairam Ramesh, rivolgendosi a Espinosa, "avete riconquistato la fiducia della comunità internazionale nel multilateralismo". "L'Unione europea è venuta a Cancun con la speranza di arrivare a soluzioni equilibrate - ha detto il Commissario europeo per il clima Connie Hedegaard - ci siamo riusciti". Soddisfazione è stata espressa anche dal delegato Usa, Todd Stern: "Questo testo, anche se non è perfetto, è innegabilmente una buona base per andare avanti".

11 dicembre 2010

 

 

 

 

2010-11-28

Rifiuti, governo modifica decreto dopo i rilievi del Capo dello Stato

Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, nominera' i commissari sui rifiuti "d'intesa con le province". E' una delle modifiche al decreto legge sui rifiuti attuate dal governo dopo i rilievi mossi dal Capo dello Stato. In un primo momento il dl prevedeva che il Governatore potesse nominare i commissari "in raccordo con le province". Tra le modifiche attuate, spiegano fonti goverantive, anche la parte riguardante la soppressione delle discariche previste.

Il Colle sul decreto rifiuti aveva lamentato mancanza di alternative idonee alla cancellazione delle discariche inserite nella legge 123 e l'impossibilità di assegnare le funzioni, e i poteri, di sottosegretario ai commissari che dovranno occuparsi della realizzazione dei termovalorizzatori. La presidenza della Repubblica nei chiarimenti richiesti avrebbe anche sottolineato che il provvedimento andrebbe a danneggiare le provincia di Napoli consentendo ai comuni di continuare a gestire il ciclo di raccolta e trasporto dei rifiuti.

25 novembre 2010

 

 

 

2010-11-25

Rifiuti campani in altre Regioni No dai leghisti e Cota e da altri

Il Quirinale, che da ieri ha all'esame il decreto legge approntato dal governo per affrontare l'emergenza rifiuti a Napoli, ha inviato a Palazzo Chigi una serie di rilievi di carattere tecnico e giuridico, ed è in attesa di risposta. Segno che vuole chiarimenti sul decreto. E venerdì Berlusconi tornerebbe nel capoluogo campano.

Intanto le Regioni si spaccano sulla disponibilità ad accogliere i rifiuti della Campania. È in parte fallita la missione del ministro Raffaele Fitto, che sperava di ricevere un sì unanime dai governatori alla richiesta di ricevere la spazzatura per non più di un mese. Guidano il fronte del no i governatori di Veneto e Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota, entrambi della Lega che in giornata aveva ribadito per bocca di Bossi che "l'immondizia campana deve rimanere in Campania".

Una posizione simile a quella dei governatori leghisti, potrebbe essere presa anche dalla Lombardia, il cui Presidente Roberto Formigoni ha disertato la riunione di oggi. No secco anche da Liguria e Marche, per cui non ci sono le condizioni per ricevere i camion provenienti dalle discariche napoletane. Il ministro Fitto ha ricevuto la disponibilità dalle altre Regioni che, al termine dell'incontro, hanno chiesto chiarimenti e serietà al governo.

Il Presidente della Regione Campania nomina i commissari per le procedure di gara per la realizzazione dei termovalorizzatori, in raccordo con le province e sentiti gli enti locali (comuni) interessati. Questo, secondo quanto si è appreso, contiene il testo del decreto legge sui rifiuti, attualmente all'esame del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Bossi intanto chiede che la magistratura intervenga sul sindaco Rosa Iervolino. Lei risponde "faccia pure, ho le mani strapulite", e aggiunge: "Nel decreto sui rifiuti per quanto riguarda l'emergenza Napoli, per quello che sappiamo noi, non c'è proprio niente. Ci sono cose che saranno sufficienti in futuro come la regolarizzazione del procedimento per i termovalorizzatori, il potere al presidente della Regione... Va tutto benone però... Ammesso che le cose che sono andate in giro siano quelle giuste".

Sul tema dei rifiuti ieri Berlusconi si è infuriato con Floris a Ballarò

24 novembre 2010

 

Napoli sommersa dalla monnezza L'Ue: "E' tutto come due anni fa"

''Dopo due anni la situazione non e' molto diversa. I rifiuti sono per le strade, non c'e' ancora un piano di trattamento e gestione della differenziata''. E' quanto ha detto il capo degli ispettori Ue, Pia Bucella, che e' da oggi a Napoli per fare il punto sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella regione, dopo la condanna dell'Italia da parte della Corte europea di giustizia per il mancato rispetto delle regole comunitarie. Ma il capoluogo partenopeo è sommerso dai rifiuti, sempre di piu'. Stamattina, lungo le strade della citta', ci sono 2900 tonnellate e domani la situazione potrebbe nettamente peggiorare: se oggi non si riuscira' a conferire, si arrivera' ad una quantita' di 3600 tonnellate di immondizia non raccolta. Nel centro storico, come nei quartieri Posillipo e Chiaia, la scena non cambia: cumuli, enormi, dovunque.

E in questo scenario non è mai arrivato al Quirinale il decreto legge per l'emergenza rifiuti che aveva ricevuto il via libera dal Consiglio dei ministri il 18 novembre. "La Presidenza della Repubblica - scrive in una nota il Quirinale - non ha ricevuto e non ha quindi potuto esaminare, né prima né dopo, il testo del decreto-legge sulla raccolta dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatori in Campania, che sarebbe stato definito dal Governo. Il Capo dello Stato si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà trasmesso".

Quel decreto tra l'altro contiene "la cancellazione delle discariche di Terzigno-Cava Vitiello, Andretta, Serre-Valle della Masseria" ed è nato per rimediare al caos rifiuti in Campania.

L'assessore all'Igiene Urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, parla di una ''situazione molto, molto grave''. ''Al momento da parte degli organi preposti, vale a dire l'Asl e l'Arpac, non e' pervenuta alcuna comunicazione relativa a casi di emergenza sanitaria - spiega - ma e' un dato che, se non saranno previsti nuovi conferimenti, l'immondizia restera' in strada''. Il punto e' sempre lo stesso: assenza di discariche - a Napoli c'e' solo quella di Chiaiano dove il conferimento e' di circa 700 tonnellate al giorno - e, di conseguenza, la saturazione degli impianti Stir di Giugliano e Tufino dove sversa Napoli.

Un dato su tutti: stamattina all'impianto Stir di Giugliano si e' riusciti a scaricare un solo mezzo proveniente da Napoli, vale a dire circa 12 tonnellate; sei, complessivamente i mezzi a Tufino. ''Gli Stir stanno lavorando a ritmo molto, molto ridotto - ribadisce Giacomelli - questo vuol dire che entro oggi riusciremo a togliere dalle strade di Napoli un centinaio di tonnellate, vale a dire quasi nulla''. Centrale, a questo punto, la possibilita' di sversare in altre discariche della Campania o d'Italia. Intanto, la scorsa notte, 41 mezzi hanno regolarmente sversato alla discarica Cava Sari di Terzigno.

22 novembre 2010

2010-11-19

Rifiuti, scontro a P. Chigi tra Bersani e Maroni

L'inaspettata e improvvisa visita del segretario del Pd a Palazzo Chigi, ha colto di sorpresa non solo i giornalisti e i fotografi che seguivano i lavori del Consiglio dei ministri, ma anche i funzionari della Presidenza del Consiglio. A raccontarlo è lo stesso Pier Luigi Bersani che conversando con i cronisti in Transatlantico ha rivelato di essere salito al primo piano trovando "dei funzionari nell'anticamera che mi hanno chiesto: "già qui?".

Il segretario del Pd, conversano in Transatlantico con i giornalisti, ha spiegato nuovamente le ragioni del suo "no" alla provincializzazione della costruzione dei due termovalorizzatori di Napoli e Salerno: "è una scelta sbagliata e oltretutto non dà garanzie di trasparenza. Il comune di Salerno - ha ribadito - è perfettamente in grado di realizzare il progetto, ha già identificato l'area. Così c'è il rischio di non farlo o di farlo male. Stesso discorso vale per Napoli. A Maroni ho detto 'pensi che l'attuale amministrazione sia in grado di fare il termovalorizzatore". Li ha convinti? "Non so - ha risposto Bersani - facciano quel che vogliono, ma si assumano la responsabilità di questa scelta".

Secondo il ministro dell'interno, Roberto Maroni, il fatto che il segretario del Pd si sia presentato a palazzo Chigi per avanzare delle proposte in materia di rifiuti a Napoli è "irrituale, non so se mai è successo, ma noi sempre pronti a cogliere buone proposte, è stato consentito anche questo". Maroni ha quindi assicurato di aver riferito le proposte dei democratici al governo riunito e poi ha spiegato perchè è toccato proprio a lui. "È stato casuale, vorrei precisare che non c'è alcun collegamento tra me e Bersani. Bersani - ha detto Maroni - ha parlato con me perchè mi trovavo lì, l'ho incontrato, gli ho chiesto cosa fai qua e lui mi ha chiesto di riferire in Cdm le sue valutazioni circa il problema dei rifiuti a Napoli. E io - ha concluso il ministro - l'ho fatto".

18 novembre 2010

 

 

Bersani blinda Pd su governo con Fli e Udc

di Simone Collinitutti gli articoli dell'autore

Si sono incontrati alle otto e mezzo del mattino e hanno discusso la road map per mandare a casa Berlusconi, il 14 dicembre. Ma hanno preparato anche il terreno per il dopo, se l’operazione dovesse riuscire. E concordato sul fatto che in una fase delicata come questa vanno evitate divisioni interne, scivoloni sulle primarie, confuse discussioni sulle alleanze.

Bersani ha riunito attorno al tavolo D’Alema, Veltroni, Franceschini, Finocchiaro, Bindi, Marino e i due incaricati di discutere con Fli e Udc di legge elettorale, Violante e Bressa. Il segretario del Pd sa che nei giorni che mancano al voto di fiducia Berlusconi si giocherà il tutto per tutto pur di garantirsi la maggioranza (il leader dell’Idv Di Pietro parla esplicitamente di "mercato delle vacche aperto in Parlamento"), e che solo con un partito unito e con un patto blindato con Fli e Udc si può arrivare alla crisi e poi alla creazione di "un governo di responsabilità nazionale". "Non c’è ancora la Costituzione di Arcore", scuote la testa Bersani quando gli riferiscono che qualche esponente del centrodestra già parla di urne per il 27 marzo. Ma per evitare un voto anticipato che anche Casini definisce "da irresponsabili", bisogna evitare passi falsi e tentennamenti.

Per questo agli altri dirigenti del Pd Bersani ha assicurato che ogni decisione verrà presa negli organismi dirigenti, ma che poi bisogna evitare distinguo in altre sedi. E ieri, prima di partecipare insieme a Casini a un incontro in cui si è evocata una "Grosse Koalition" in salsa italiana ("è possibile e auspicabile", ha detto Bersani, sarebbe "un fatto virtuoso", ha detto Casini) il leader del Pd ha chiesto il sostegno di tutti non solo sul governo di transizione insieme a finiani e centristi, ma anche su quelli che dovranno essere i pilastri su cui questo dovrà reggersi per almeno un anno.

Il via libera è arrivato da Veltroni e dagli altri, anche su una legge elettorale che prevede il voto di maggioranza solo per chi dovesse raggiungere il 45%, una quota proporzionale degli eletti del 45% e del 55% con collegi uninominali. Un testo che ora Violante e Bressa discuteranno con finiani e centristi, ma che già nei giorni scorsi era stato discusso con Bocchino (per la precisione nel giorno in cui Bossi incontrava Fini per cercare un accordo). Ma all’incontro di ieri si è raggiunta l’intesa anche sul fatto che il governo "di responsabilità nazionale" in circa un anno dovrà approvare una riforma fiscale (sull’innalzamento delle tasse per le rendite finanziarie c’è già convergenza con Fini e Casini) e una serie di manovre economiche e per l’occupazione.

Se su questo c’è stata unanimità, Bersani ha invece dovuto far fronte alle preoccupazioni espresse da Veltroni sulla strategia delle alleanze. Non c’è solo da chiarire il rapporto con Di Pietro e con Sinistra e libertà, secondo l’ex segretario. Il Pd, ha detto Veltroni, deve evitare lacerazioni tra chi vuole allearsi con Casini e chi con Vendola, e per farlo c’è un solo modo: investire su se stesso, rilanciare il profilo riformista, presentare una propria piattaforma programmatica e solo dopo discutere con le altre forze di un’eventuale alleanza. Bersani non ha contestato il discorso, ma ha anche fatto notare che se non si lavora per unire tutti quelli che oggi fanno opposizione a Berlusconi, difficilmente si riuscirà a mandarlo a casa. Così come sul tema delle primarie, Bersani ha bloccato sul nascere sia chi vorrebbe rivederle a Bologna, Napoli e Torino, sia chi vorrebbe mantenere così com’è questo strumento: "Va data un’aggiustata ma non rinunceremo mai alle primarie", è la rassicurazione data ad ambo le parti.

Ma tutti nel Pd si rendono conto che il primo passo è far cadere il governo. E che sarà possibile se si seminerà il terreno, da qui al 14, di quelle che Franceschini definisce "mine". Per questo c’è stata l’accelerazione sulla mozione di sfiducia a Bondi il 29, che tra l’altro arriva dopo una settimana di passione per il centrodestra, visto che il 22 si voterà la mozione di Fli su Rai e pluralismo e quella dell’Idv per la "revoca di deleghe" a Calderoli.

18 novembre 2010

 

 

 

 

 

 

2010-11-08

Rifiuti, emergenza 2008. Sindaci indagati per epidemia

Numerosi sindaci di comuni della provincia di Napoli, tra cui il primo cittadino di Napoli, Rosa Iervolino Russo, stanno ricevendo in queste ore avvisi di chiusura indagine per epidemia colposa e omissione in atti di ufficio per l'emergenza rifiuti del 2008.

Gli avvisi sono stati emessi dal pm Francesco Curcio, della sezione Reati contro la pubblica amministrazione, e notificati dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Napoli.

L'accusa nei confronti dei sindaci destinatari degli avvisi di chiusura indagine è di non avere preso sufficienti provvedimenti per evitare il diffondersi di malattie in concomitanza con la presenza di cumuli di rifiuti nelle strade.

Il pm Francesco Curcio si è avvalso anche della consulenza di un docente universitario che ha accertato l'aumento di malattie in quel momento storico legate evidentemente all'emergenza rifiuti.

08 novembre 2010

 

 

 

2010-10-24

Terzgigno, i sindaci non firmano

I quattro sindaci del Vesuviano, principalmente coinvolti nella questione delle discariche di Terzigno, non hanno firmato il documento stilato nella tarda serata di ieri nel corso di un incontro in Prefettura a Napoli. I primi cittadini di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase, principalmente su sollecitazione dei loro concittadini, hanno chiesto al capo della Protezione civile Guido Bertolaso "più garanzie". Condizione che, però, non preclude nuove possibilità di dialogo al punto che il prossimo martedì 26 ci sarà una nuova convocazione della riunione tecnica.

I SINDACI NON FIRMANO

Il documento formulato nella serata di ieri dal sottosegretario Guido Bertolaso, dal governatore campano Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli Andrea De Martino e dal presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, era stipulato in sei punti e prevedeva non solo il momentaneo 'congelamentò della cava Vitiello, ma anche una serie di disposizioni per attuare verifiche e bonifiche alla discarica Sari. Punti che non sono stati ritenuti sufficienti dagli abitanti del Vesuviano. Per questo motivo i sindaci hanno chiesto più tempo per poter elaborare nuove ipotesi che garantiscano maggiormente gli abitanti del luogo.

 

BERTOLASO: AVANTI LO STESSO

L'accordo in materia rifiuti "andrà avanti" e non si "arretrerà di un passo". Così il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, nel corso di un appuntamento con la stampa a Napoli. "Noi da questo documento non arretriamo di un passo - ha aggiunto - rispettando tutti i punti del decreto. Lo Stato anche in questo caso farà lo Stato. La nostra è una decisione non di fermezza, ma di saggezza".

IL CORTEO

Dopo il corteo dei cittadini che da stamattina protestano contro la riapertura della discarica di Terzigno, un carro funebre con a bordo alcuni bambini dei paesi del Vesuviano è arrivato davanti alla discarica Sari, il primo sito di Terzigno. Hanno deposto una corona di fiori su cui c'è scritto: "I cittadini del Parco nazionale del Vesuvio", prima di abbandonare la discarica e far ritorno alla Rotonda di via Panoramica, luogo del presidio permanente dei manifestanti.

NAPOLI, RACCOLTA STRAORDINARIA

Un piano di raccolta straordinaria dei rifiuti è in corso a Napoli da questa notte. Gli autocompattatori dell' Asia sono al lavoro in diverse zone della città, compreso il centro cittadino, per rimuovere i rifiutisi accumulati in seguito al blocco della discarica di Terzigno da parte dei dimostranti. "Stiamo lavorando ininterrottamente da questa notte - ha detto il presidente dell' Asia (azienda di igiene ambientale) Claudio Cicatiello - l' obbiettivo è quello di raccogliere tra le 250 e le 400 tonnellate di rifiuti in più al giorno, rispetto alla media giornaliera di 1250-1400. Ogni volta che c' è un mezzo disponibile lo mandiamo a raccogliere, con il personale che sta lavorando in straordinario". Gli automezzi dell' Asia potranno sversare negli Stir di Tufino e di Giugliano, dopo l'autorizzazione del responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso. "Se non ci saranno nuovi problemi, come gli ostacoli ai nostri mezzi che questa notte sono stati ritardati a Chiaiano - ha detto il presidente dell' Asia - il ritorno alla normalità a Napoli potrà avvenire entro 7-10 giorni".

24 ottobre 2010

 

 

Rifiuti, Terzigno scende in piazza Resta congelata 'Cava Vitiello'

È partito il corteo pacifico dei cittadini di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase che da giorni protestano contro l'apertura della nuova discarica di Terzigno. Si sono dati appuntamento alla rotonda dei Passanti per raggiungere rigorosamente a piedi, come chiesto dagli organizzatori, la rotonda di via Panoramica, luogo del presidio permanente della protesta. Si tratta di un vero e proprio corteo "funebre" con tanto di carro delle onoranze e corona di fiori firmata: "I cittadini del parco nazionale del Vesuvio". Alle finestre hanno appeso delle lenzuola bianche e sugli striscioni si legge: "Voi mangiate i nostri soldi, noi mangiano camorra e rifiuti", e ancora: "Berlusconi e Bertolaso anche l'Europa vi ha schifato".

Al termine di un lungo corteo che si è snodato stamani lungo le strade di Boscoreale, alcuni bambini, accompagnati dal sindaco Gennaro Lancella, si sono recati davanti al cancello della Cava Sari dove hanno deposto una corona di fiori "per ricordare che così muore il Parco del Vesuvio". Il corteo di protesta contro l'ipotesi di apertura della seconda discarica di cava Vitiello si è svolto senza incidenti. Il Sindaco, intanto, ha lasciato Boscoreale per dirigersi a Napoli dove dovrà riferire dell'esito delle consultazioni con i comitati di protesta in merito alla ipotesi di accordo indicato ieri pomeriggio al termine di un lungo vertice con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e il presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro.

Ieri per i manifestanti di Terzigno è stato il giorno più lungo. Un'intera giornata al presidio della rotonda Panoramica, diventata il quartiere generale della protesta, in attesa delle decisioni assunte in serata nel corso del vertice tra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e i sindaci dei quattro comuni interessati. Un primo risultato è già arrivato: l'ipotesi di apertura di cava Vitiello, un mega invaso destinato ad ingoiare milioni di tonnellate di spazzatura, è stata al momento accantonata. C'è l'impegno di Bertolaso a rappresentare le ragioni delle popolazioni locali affinchè si possa trovare una soluzione alternativa. E c'è sempre l'impegno di Bertolaso a bonificare immediatamente cava Sari, l'altro sversatoio già in esercizio da alcuni mesi dal quale si levano miasmi che hanno fatto scoppiare la protesta. Cava Sari però dovrà continuare a funzionare fino al suo esaurimento. La lunga giornata è iniziata nell'attesa degli autocompattatori che però non sono arrivati. Gli scontri della scorsa notte hanno riacceso però le polemiche: cinque i feriti tra le forze dell'ordine.

In giornata i manifestanti hanno avuto addirittura la solidarietà del Vaticano. Un telegramma della segreteria di Stato è stato inviato alla diocesi di Nola che ne ha diffuso il contenuto. Mons. Filoni ha fatto sapere che "il Santo Padre segue con paterna attenzione le preoccupanti notizie provenienti dal territorio di Terzigno" prega il vescovo di Nola, Beniamino Depalma "di farsi interprete della sua vicinanza spirituale nell'auspicio che, con il concorso e la buona volontà di tutti, sia trovata una giusta e condivisa soluzione al problema". Ma a tenere banco al presidio della rotonda Panoramica sono le notizie provenienti dal vertice napoletano. Un dibattito accesissimo tra i manifestanti. Per alcuni si tratta di una soluzione accettabile, altri invece vorrebbero oltre all'assicurazione che si è trovata un'alternativa a cava Vitiello anche l'immediata chiusura di cava Sari. Come finirà? È presto per dirlo. L'unica certezza è che al momento la strada di accesso all'invaso continua ad essere difesa da un ingente schieramento delle forze dell'ordine che sono in tenuta antisommossa.

22 ottobre 2010

 

 

 

 

 

Vince la protesta, congelata 'Cava Vitiello'

Per i manifestanti di Terzigno è stato il giorno più lungo. Un'intera giornata al presidio della rotonda Panoramica, diventata il quartiere generale della protesta, in attesa delle decisioni assunte in serata nel corso del vertice tra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e i sindaci dei quattro comuni interessati. Un primo risultato è già arrivato: l'ipotesi di apertura di cava Vitiello, un mega invaso destinato ad ingoiare milioni di tonnellate di spazzatura, è stata al momento accantonata. C'è l'impegno di Bertolaso a rappresentare le ragioni delle popolazioni locali affinchè si possa trovare una soluzione alternativa. E c'è sempre l'impegno di Bertolaso a bonificare immediatamente cava Sari, l'altro sversatoio già in esercizio da alcuni mesi dal quale si levano miasmi che hanno fatto scoppiare la protesta. Cava Sari però dovrà continuare a funzionare fino al suo esaurimento. La lunga giornata è iniziata nell'attesa degli autocompattatori che però non sono arrivati. Gli scontri della scorsa notte hanno riacceso però le polemiche: cinque i feriti tra le forze dell'ordine.

In giornata i manifestanti hanno avuto addirittura la solidarietà del Vaticano. Un telegramma della segreteria di Stato è stato inviato alla diocesi di Nola che ne ha diffuso il contenuto. Mons. Filoni ha fatto sapere che "il Santo Padre segue con paterna attenzione le preoccupanti notizie provenienti dal territorio di Terzigno" prega il vescovo di Nola, Beniamino Depalma "di farsi interprete della sua vicinanza spirituale nell'auspicio che, con il concorso e la buona volontà di tutti, sia trovata una giusta e condivisa soluzione al problema". Ma a tenere banco al presidio della rotonda Panoramica sono le notizie provenienti dal vertice napoletano. Un dibattito accesissimo tra i manifestanti. Per alcuni si tratta di una soluzione accettabile, altri invece vorrebbero oltre all'assicurazione che si è trovata un'alternativa a cava Vitiello anche l'immediata chiusura di cava Sari. Come finirà? È presto per dirlo. L'unica certezza è che al momento la strada di accesso all'invaso continua ad essere difesa da un ingente schieramento delle forze dell'ordine che sono in tenuta antisommossa.

La notte è lunga. E si teme forse ancora l'attacco da parte di alcuni facinorosi come è avvenuto nelle notti scorse. Ma sono proprio i manifestanti - si tratta soprattutto di famiglie - a voler isolare i più violenti, quelli che hanno seminato il panico. Per domani è stata organizzata una marcia pacifica che partirà dalla rotonda dei Passanti, il luogo dove nei giorni scorsi sono stati dati alle fiamme alcuni autocompattatori. Le tensioni però non sono mancate neanche oggi. A scandire la giornata ci sono stati i diversi blocchi lungo le strade con masserizie e cassonetti di rifiuti rovesciati. E ancora le occupazioni, anche se brevi, delle reti ferroviarie del circondario avvenute a Terzigno e a Pompei. Un appello a isolare i violenti è stato rivolto anche dal questore di Napoli, Santi Giuffrè, che ha ribadito che le forze dell'ordine si stanno comportando bene. Il questore ha confermato le attenzioni nell'evitare "infiltrazioni di gruppi ideologizzati e camorristici nelle manifestazioni pacifiche dei cittadini di Terzigno e Boscoreale. Sono facce non legate alla protesta non violenta che hanno interessi contrapposti a quelli dello Stato". Ora però, al presidio della rotonda Panoramica si attende il rientro da Napoli degli amministratori locali. Si discuterà dell'esito del vertice napoletano e si prospetta ancora una notte lunghissima.

22 ottobre 2010

 

 

La Diocesi: "La discarica è morte"

Un appello agli amministratori locali perchè non svendano la terra e la dignità di un popolo è stata lanciata oggi dalla diocesi di Nola, in cui si trova la discarica di Terzigno.

"L'apertura di un'altra discarica sarebbe provocare la morte definitiva di un territorio". La legge è per l'uomo e non l'uomo per la legge", si legge nella nota firmata dal vescovo e da tutta la Chiesa locale, rilanciata dal Sir, l'agenzia dei settimanali cattolici, promossa dalla Cei.

22 ottobre 2010

 

 

 

2010-10-22

L'intifada di Terzigno. E la discarica passa nelle mani di Bertolaso

"Il governo interviene con "una con ordinanza urgente da parte del prefetto di Napoli che solleverà la società Asia che gestisce la discarica di Terzigno dalla stessa gestione. La nuova gestione verrà assunta dai professionisti della Protezione Civile". Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Palazzo Chigi. "Il Governo garantisce anche le disponibilità dei fondi per le opere di compensazione, per un totale di 14 milioni che riguardano Terzigno".

Intanto, gli abitanti di Terzigno continuano a presidiare la rotonda di via Panoramica, a poche centinaia di metri dalla discarica di Sari e non lontano dal luogo in cui dovrebbe essere aperta quella di Cava Vitiello. Da qualche minuto sono spuntate anche alcune bandiere tricolori che alcuni giovani del posto hanno fissato da un capo all'altro di una strada chiusa da blocchi di cemento, pietre, materassi e rami di alberi. Alcuni dei manifestanti hanno applaudito ironicamente le forze dell'ordine, presenti in massa già da questa mattina, per garantire il rispetto della quiete dopo la guerriglia urbana di questa notte. Il presidio mattutino è stato comunque totalmente pacifico. I cittadini di Terzigno e Boscoreale attendono notizie da Roma, dove è previsto un vertice straordinario del governo convocato proprio per discutere della spinosa vicenda della discarica nel paese campano. Numerose le iniziative condotte dai residenti: alcuni di loro stanno procedendo a una raccolta di firme per la creazione di un "gruppo di autogestione". "Non ci sentiamo più rappresentati da nessuno. Nè dallo Stato, nè dalle autorità regionali e provinciali. Dobbiamo tutelare la nostra salute, le nostre famiglie", ha sostenuto uno dei promotori.

22 ottobre 2010

 

 

 

Bossi: "Non possiamo aspettare che ci scappi il morto"

"Come fai a non intervenire? Non possiamo aspettare che ci scappi qualche morto". Così il ministro Umberto Bossi ha risposto ai giornalisti che a Montecitorio gli hanno chiesto se il governo deve intervenire a Terzigno e in Campania per l'emergenza rifiuti.

22 ottobre 2010

 

 

 

Terzigno, due paesi e un solo rogo "Siamo la discarica d’Europa"

di Jolanda Bufalinitutti gli articoli dell'autore

Non si passa, a Terzigno "non potete arrivare", Boscoreale? "Nemmeno, a meno che non facciate il giro da dietro". "Seguitemi vi ci porto io". Eccoci, finalmente, Terzigno-Belfast, l’odore acre degli pneumatici che bruciano prende alla gola, la prima barricata: ferro e materassi, più in là , superata piazza Passanti, ecco un furgone bruciato, poi l’auto che dicono fosse una Punto della polizia e poi i camion della nettezza urbana, compattatori di cui alcuni nuovi. Mastodonti bruciati in tutto o in parte. Taniche di benzina, ragazzini arrivano con le taniche e poi i secchi. Portano via la benzina dai giganteschi serbatoi. I negozi sono sbarrati. Racconta un ragazzo del comitato: "Non è vero che abbiano distrutto tutto a Boscoreale, in frantumi è andata solo una vetrina". Ma i negozianti hanno paura, cittadina "del vino e della pietra vulcanica" recita il cartello di benvenuto, ma ora nella cava di lava ci vogliono portare di tutto, è il buco più grande d’Europa e lo vogliono riempire "con l’amianto, con i rifiuti speciali degli ospedali", perché "a Napoli non c’è differenziata, perché i camion arrivano pure dalla Sicilia, abbiamo visto il foglio di marcia, ce l’ha mostrato l’autista. Hanno deciso che la Campania è la discarica d’Europa". La rabbia è di tutti a Terzigno e Boscoreale, due paesi divisi solo da una strada, "la discarica di Sari, quella che puzza, è stata in funzione per venti anni, l’hanno chiusa e poi riaperta. Quella di Lamarca a Ottaviano ha funzionato per 27 anni, e ora vogliono aprire quella di cava Vitiello. Ma noi qui nei paesi facciamo la raccolta differenziata, è a Napoli che non si fa". Il morto, "il morto". Per tutto il pomeriggio circola la voce di un ragazzo gravemente ferito, investito da un camion che scendeva ad alta velocità dalla Panoramica. È una voce che non trova conferma, sarebbero invece circa venti i contusi nelle forze dell’ordine. Però la voce del diciottenne gravemente ferito e forse morto, surriscalda gli animi. "Palate, palate", fa segno una ragazza salendo verso la rotonda dove c’è il presidio più massiccio, a pochi metri dalla discarica. "Palate" sta per manganellate. Scende il buio e ci si prepara alla notte di guerra. A pochi metri, nel buio, i fari dei mezzi delle forze dell’ordine accecano, oltre stanno gli uomini in assetto antisommossa. La rabbia è di tutti ma la piega che hanno preso gli eventi allarma: "Vandalismi, i mezzi bruciati. Chi li paga? Noi che già quest’anno per l’immondizia abbiamo avuto un aumento di 60 euro la rivolta, i mezzi bruciati". I più inferociti, alle barricate, sono persone di destra, i delusi dall’incontro a palazzo Grazioli, quando Berlusconi disse: "Vengo a Terzigno". Ci sono consiglieri comunali di maggioranza, esponenti della Destra, funzionari comunali. Raccontano lo scontro che c’è stato fra vigili urbani e polizia: i primi volevano far rispettare l’ordinanza del sindaco, i camion non passano dalle 9 alle 23, la polizia doveva invece consentire l’attraversamento. Il sindaco Gennaro Langella, sotto l’ulivo della rotonda, megafono in mano, racconta: "I parlamentari campani del Pdl a Roma non ci hanno voluto ricevere. Ho comunicato la mia ferma decisione di dimettermi dal partito". "Basta chiacchiere", gli fanno eco dalla folla assiepata. "È Cesaro - il presidente della Provincia di Napoli, ndr - che l’ha mandato via". Sono preoccupati anche i ragazzi e le ragazze del Collettivo di Scafati, che è a due passi ma è provincia di Salerno: "Chi c’è dietro i sassi lanciati e i mezzi bruciati?". La zona è una delle piazze di spaccio di droga più importanti. "Certo che non vogliamo la discarica, ma deve essere chiaro che è tutto il sistema che va cambiato e chiariti gli interessi che ci stanno dietro. E perché ci sono quattro inceneritori che, a pieno regime, possono smaltire la monnezza di tutta l’Italia?". Si prepara la notte, si moltiplicano i blocchi. "Sta arrivando gente da Torre Annunziata". "Chi sono?". "Fra poco bloccano lo svincolo di Torre del Greco Nord". "Vogliono bloccare l’autostrada?". La signora Flora non è di destra e non è di sinistra. Ha cinque figli che studiano o lavorano, è credente e stava per la veglia dal vescovo di Nola quando fu comunicata la promessa che il presidente del Consiglio avrebbe fatto visita ai terzignesi. "Ma ora Berlusconi qua non ci può proprio venire. Dopo l’annuncio per televisione che la discarica si farà, che ha esasperato tutti. A me sembra peggio del fascismo, questa imposizione. Noi ci siamo dannati a differenziare poi, sembra, che al conferimento buttano tutto insieme. Pensi, abitavamo al centro di Pompei, poi con mio marito abbiamo scelto di venire qui, in campagna, in una zona tranquilla". Dal grande parco del ristorante Leopoldo si diffonde odore di gelsomino che cerca di contrastare quello acre delle braci rosse che bruciano nel buio. Siamo nel parco del Vesuvio, uno dei posti più belli al mondo. A Napoli incontriamo Sibila, presidente della provincia di Avellino, uno di quelli del "niet" ad accogliere i rifiuti napoletani. "Non è vero che non siamo solidali, la nostra discarica accoglie per il 60 per cento rifiuti che vengono da Salerno".

22 ottobre 2010

 

 

 

 

 

2010-10-21

Terzigno, scontri nella notte Diversi i feriti e i fermati

Scontri nella notte a Terzigno tra le forze dell'ordine e i manifestanti che protestano contro la discarica Sari, praticamente satura, e contro l'apertura di una nuova discarica a Cava Vitiello. Cariche della polizia e lanci di lacrimogeni nelle primissime ore della giornata, poi la situazione è tornata alla normalità.

La tensione è salita dopo la decisione di dare via libera alla seconda discarica a Cava Vitiello. La protesta è esplosa, infatti, quando si è diffusa la notizia che, nel corso dell'incontro con il governatore della regione Campania Stefano Caldoro, i parlamentari del Pdl hanno ribadito che l'unica strada è il rispetto della legge, cioè la realizzazione della nuova discarica di Cava Vitiello a Terzigno. Né gli abitanti né Legambiente né i sindaci vesuviani accettano infatti la seconda discarica.

Già "non funziona la prima", figurarsi "aprire una seconda discarica: non deve succedere, nè ora nè mai" hanno detto ieri i sindaci di Terzigno e Boscoreale, i due comuni del Vesuviano dove si sta combattendo la vera e propria guerriglia tra le forze dell'ordine e i cittadini che protestano contro la discarica nell'invaso di Cava Vitiello. La situazione raccontata dal primo cittadino di Terzigno è disperata: "c'è una puzza terribile, e di notte non riesci nemmeno a dormire. Ci sono stormi di gabbiani a milioni, grossi come oche. Secondo Auricchio tra i contestatori "non ci sono mica i camorristi, ci sono mamme e nonne e gente per bene".

Dopo gli scontri a Terzigno è tornata la calma. Sono 31 gli autocompattatori che sono riusciti a sversare immondizia nel sito dell'ex cava Sari. Il presidio di via Panoramica, allestito nelle scorse settimane, è ancora attivo mentre le strade di accesso alla discarica sono state sgomberate nonostante vi siano sull'asfalto ancora i segni di una notte di forti tensioni.

21 ottobre 2010

 

 

 

Terzigno, carica della polizia Iervolino: "Gravi rischi sanitari"

Momenti di tensione questa mattina davanti la discarica di Terzigno, nel Napoletano, dove diverse decine di cittadini in segno di protesta contro la discarica dalla notte hanno organizzato dei blocchi per impedire ai camion autocompattatori di scaricare i rifiuti.

Poco prima delle 13 in Via Zabatta, riferisce la polizia, ci sono state delle cariche di alleggerimento degli agenti in tenuta antisommossa perchè un gruppo di manifestanti ha iniziato a lanciare sassi e bottiglie contro le camionette di polizia e carabinieri, per ostacolare il passaggio delle pattuglie che si stavano dando il cambio turno.

Il bilancio, tra le forze dell'ordine, è di due poliziotti e un carabiniere feriti lievi. La situazione poi è tornata più tranquilla.

In una lettera inviata al presidente Berlusconi, ai sottosegretari Letta e Berolaso, ai presidenti di Regione Campania e Provincia di Napoli, al Generale Morelli e al prefetto, il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha segnalato "la gravissima situazione" che negli ultimi giorni ha seriamente compromesso il regolare funzionamento del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani nell`ambito cittadino e provinciale: "Si tratta di un grave rischio igienico e sanitario e di un pericolo per l`ordine pubblico che richiedono l`immediato intervento delle autorità nazionali e locali", ha spiegato la Iervolino come riferisce un comunicato del Comune.

"L`impossibilità di conferimento presso la discarica di Terzigno ha infatti impedito di smaltire notevoli quantità di rifiuti che ora giacciono lungo le strade della città. Tale quantità - ha aggiunto - è giunta oggi a 520 tonnellate alle quali vanno aggiunte le 600 tonnellate contenute in 80 compattatori carichi di rifiuti che non hanno potuto essere conferiti".

Il sindaco ha tra l`altro chiesto al prefetto di Napoli un incontro urgente con i presidenti della Giunta regionale e provinciale e ha invitato il presidente della Giunta Regionale a voler offrire ogni utile contributo per superare l`attuale fase di difficoltà nell`ambito dei poteri a lui conferiti dalla legge.

 

La tensione è stata provocata dall'apertura di una seconda discarica nell'area del parco nazionale del Vesuvio. Manifestanti dei comitati civici che hanno il loro presidio permanente nella cosiddetta rotonda di via Panoramica hanno impedito a circa 100 autocompattatori di scaricare nello sversatoio dell'ex cava Sari. Dal pomeriggio di domenica, una decina di mezzi è stato danneggiato alle ruote in via Zabatta per impedire loro di arrivare alla discarica e uno incendiato. Gli abitanti protestano contro il puzzo della zona, l'aria pessima anche per la perdita di sostanze inquinanti dai camion.

Ieri gli autisti bloccati per ore hanno presidiato i loro mezzi, contro il potenziale attacco dei facinorosi di Terzigno, (Napoli). La tregua dei giorni scorsi, già interrotta ieri dopo aver fermto alcuni camion che perdevano percolato, è chiaramente finita. E vanno di nuovo in fibrillazione amministratori locali, qualcuno vuole addirittura gettare la spugna. Mentre il Comune di Napoli, dove i rifiuti si accumulano per le strade, invoca una soluzione corale.

Dopo una notte di grande tensione e una domenica pesante - la protesta non si spegne neanche in serata e il prefetto di Napoli ha convocato i sindaci di Terzigno e Boscoreale. Il primo cittadino di Quarto Sauro Secone minaccia intanto le dimissioni, proprio per l'ingestibilità della situazione; e l'assessore alla Igiene urbana del Comune di Napoli Paolo Giacomelli annuncia nuove difficoltà per la raccolta, denunciando il pericolo che ormai corrono gli autisti dei mezzi addetti allo sversamento. Con gli operatori bloccati dai manifestanti è impossibile ripulire la città, che oggi si è svegliata con più sacchetti di oggi in strada. "Alla luce di tutte queste criticità, credo quindi - conclude l'assessore Giacomelli - che nel più breve tempo possibile si debba convocare un incontro tra Regione, Province e Comuni, per individuare soluzioni e evitare il blocco delle attività di raccolta dei rifiuti".

18 ottobre 2010

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2011-01-01

Napolitano ottimista sull'emergenza rifiuti a Napoli: c'è clima costruttivo, sono fiducioso

Cronologia articolo4 gennaio 2011

Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2011 alle ore 12:13.

Giudizio positivo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sull'evoluzione della situazione a Napoli, in particolar modo sulla crisi dei rifiuti. "Ho trovato molto impegnati il sindaco Rosa Russo Iervolino e il presidente della Regione Stefano Caldoro", ha detto Napolitano ai giornalisti a margine di una visita al Pio Monte della Misericordia, antica istituzione nobiliare che si dedica alla carità. "Al di là di ogni schermaglia - ha aggiunto - pare che ci sia un clima in questo momento molto costruttivo che lascia ben sperare".

Napolitano ha parlato anche della strage di cristiani in Egitto: "Credo che sia giusto chiedere che in sede europea il tema della libertà religiosa diventi oggetto di discussione e di iniziativa". "Quello che è accaduto in Egitto - ha detto Napolitano - è anche parte di una situazione interna del Paese, di grande tensione e preoccupazione".

Mentre su Fiat ha espresso un concetto chiaro: "Mi auguro che sulle relazioni industriali, oggetto di contenzioso alla Fiat, si trovi un modulo più costruttivo di discorso". Per Napolitano infatti "ci deve essere confronto", ma "si deve assumere quesgo obiettivo: tutte le parti in causa debbono riconoscere l'essenzialità di questo impegno a aumentare la

produttività del lavoro ai fini della competitività internazionale della nostra economia".

Riferendosi invece ai suoi incontri di ieri con il sindaco di Napoli Iervolino e il presidente della Regione Stefano Caldoro, Napolitano ha sottolinea che "ne ho ricavato il senso di un impegno realmente comune sentendo per telefono anche il presidente della provincia, Luigi Cesaro. Le tre istituzioni sono su posizioni comuni, sulla stessa linea per quanto riguarda la gestione completa dell'emergenza rifiuti e poi la messa a regime del sistema di smaltimento dei rifiuti".

Intanto, nella notte scorsa sono stati bloccati i mezzi carichi di rifiuti per la discarica di Chiaiano a Napoli. I manifestanti hanno ostacolato le operazioni fino a questa mattina alle ore 4, quando i mezzi dell'Asia sono riusciti a entrare e a scaricare fino alle ore 9. In tutto 500 tonnellate delle 1.500 raccolte nella giornata di ieri. "Il blocco della notte scorsa", ha spiegato l'assessore all'Igiene urbana, Paolo Giacomelli, "ha fatto saltare tutti i nostri calcoli. La raccolta procede ora a rilento, anche se non abbiamo un dato preciso sulla giacenza". Ieri i cumuli di rifiuti per le strade di Napoli ammontavano a circa 400 tonnellate e, secondo i calcoli dell'Asia, oggi sarebbe stata smaltita tutta la giacenza.

 

 

 

 

 

 

 

2010-12-30

Capodanno senza rifiuti a Napoli

di Davide ColomboCronologia articolo30 dicembre 2010Commenti (4)

Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 08:55.

Capodanno pulito a Napoli. Entro domani, giorno di San Silvestro, verranno eliminati i rifiuti dalle strade della città. Entro 15 giorni saranno poi liberate le strade della Provincia e il 4 gennaio si terrà una nuova riunione a Palazzo Chigi per definire le soluzioni strutturali al problema. È questa l'intesa minima raggiunta nella riunione di ieri alla presidenza del Consiglio. Davanti al sottosegretario Gianni Letta c'erano il presidente della regione Campania, Stefano Caldoro, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, i presidenti e i prefetti delle province campane, il responsabile della Protezione Civile, Gabrielli e una serie di tecnici dell'Economia e dell'Ambiente. "L'intesa è stata possibile - ha sottolineato Letta in una nota - grazie al profondo senso di responsabilità e sensibilità istituzionale di tutti i partecipanti, a partire dalle Province campane. Ma anche grazie al consistente apporto allo smaltimento dei rifiuti proveniente da diverse regioni italiane".

Nelle stesse ore in cui a palazzo Chigi si cercava la nuova "soluzione-tampone", basata soprattutto sulla garanzia di collaborazione delle province, è tornato a farsi sentire il premier, Silvio Berlusconi, che ha lamentato come a Napoli si trovi sempre "qualcuno che cerca di ostacolare con ogni mezzo il nostro operato". Il presidente del Consiglio ha parlato in collegamento telefonico in occasione di un'iniziativa del Pdl partenopeo; intervento trasmesso da Sky. "Sono convinto - ha detto tra l'altro Berlusconi – che ci sia la volontà precisa di dimostrare che l'intervento del governo non è stato risolutivo. Ma penso - ha poi aggiunto - di tornare ad assumere io la responsabilità per l'immediato sgombero dei rifiuti e per gli impianti futuri".

Lo spiraglio di una soluzione temporanea per la pulizia delle strade è arrivato dopo che, la notte scorsa, l'esasperazione era sfociata in nuovi episodi di teppismo. Un gruppo di giovani incappucciati ha organizzato un raid nella zona di via Vespucci, nei pressi dell'ospedale Loreto Mare, bloccando il traffico per diverse ore. Cumuli di spazzatura che da diversi giorni non venivano raccolti sono stati riversati su entrambe le direzioni della carreggiata.

Ieri la spazzatura accumulata lungo le strade ammontava a "sole" mille tonnellate, contro le 1.400 di due giorni fa. A garantire lo sgombero è stata in particolare la provincia di Caserta, che ha consentito l'uso nell'impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere. Ma la situazione resta critica in città e in certe zone della provincia, in particolare nell'area flegrea.

"C'è un impegno comune di tutti a lavorare duramente, anche se non è facile, per ripulire Napoli entro il 31 dicembre. Qualche giorno in più sarà necessario per risolvere il problema anche nella provincia", ha confermato Stefano Caldoro al termine dell'incontro romano, precisando che per "portare Napoli nella media italiana e quindi alla normalità serviranno tre anni". Per quanto riguarda gli interventi ritenuti necessari alla soluzione della crisi, per essere pronti nel momento in cui la discarica di Chiaiano chiuderà e in attesa della realizzazione degli impianti di compostaggio e del termovalorizzatore di Napoli Est, si sta lavorando all'individuazione di una nuova discarica. "È inutile nascondersi - ha spiegato il presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro - necessitano nuove discariche".

Partiranno nel 2011 i cantieri per la realizzazione sul territorio della provincia di Napoli di cinque impianti di compostaggio. Gli Stir di Giugliano e Tufino, impianti per l'imballaggio e il compostaggio dei rifiuti, lavoreranno anche la notte del 31 dicembre e il 1° gennaio.

Qualche problema resta infine aperto per l'annunciato impiego di vigili del fuoco e guardie forestali, incaricati a san Silvestro di versare acqua sui cumuli di rifiuti per scongiurare il rischio di incendi. I vigili in una nota sindacale hanno spiegato che dal primo gennaio, "a causa dei tagli previsti dal governo", potrebbero accadere disservizi.

 

 

 

 

2010-12-28

Un addio senza istruzioni ai sacchetti di plastica

di Jacopo GilibertoCronologia articolo28 dicembre 2010Commenti (8)

Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2010 alle ore 08:24.

Incertezza delle imprese e dei consumatori sulla messa al bando dei sacchetti di plastica per la spesa. Il cosiddetto "milleproroghe" (il testo è pubblicato sul quotidiano in edicola) non sembra parlare della questione dei sacchetti non biodegradabili, lasciando in sospeso la messa al bando che in teoria dovrebbe partire dal 1° gennaio.

Non ci sono i decreti applicativi, non le norme tecniche. Non le sanzioni. Non c'è alcun criterio per stabilire che cosa è biodegradabile e che cosa no: dal punto di vista tecnico, perfino il sacchetto di plastica è biodegradabile, ma con tempi decisamente lunghi. Non ci sono state le sperimentazioni per le quali era stato stanziato un miliardo di euro. Ci sono dubbi sui sacchetti d'importazione, come aveva detto anche l'Unione europea quando aveva bocciato una normativa simile introdotta dalla Francia.

Così negozianti, consumatori e produttori di sacchetti di plastica e di carta sono incerti su quello che potrà accadere la settimana prossima. Che cosa faranno i supermercati? Come consegneranno i prodotti i farmacisti, i lattai, i fruttivendoli e tutti gli altri negozianti?

Potrebbe essere un cambiamento forte nelle abitudini di tutti gli italiani. Oppure potrebbe non accadere niente. I vantaggi per l'ambiente sono altrettanto ambigui: secondo le ricerche condotte in Francia, i sacchetti biodegradabili hanno il vantaggio che si dissolvono senza lasciare traccia, mentre quelli di plastica tradizionale hanno il vantaggio di essere inerti e stabili, senza rilasciare nulla nell'ambiente. Però quando sono gettati senza criterio sono orrendi, e in mare possono nuocere ai cetacei come delfini, orche e balene, che li scambiano per cibo.

Se non ci saranno i sacchetti di plastica della spesa – questo è certo – i cittadini avranno una risorsa in meno per racchiudere la spazzatura, uno dei modi più comuni di riusarli. Invece di ricorrere al riuso, compreranno al supermercato i sacchetti neri da immondizia, che sono usa-e-getta. I sacchetti biodegradabili (di carta o delle tecnoplastiche come il mater bi, un ritrovato tutto italiano che piace nel mondo) non si prestano all'immondizia generica, poiché si rompono e si aprono con facilità, soprattutto se piove.

Quattro anni fa, governo Prodi, il parlamento aveva deciso dal 2010 il divieto progressivo di usare i sacchi per "l'asporto di merci" di materiale non biodegradabile. La transizione sarebbe anticipata da decreti attuativi (mai decretati). Così nel dicembre 2009 si decise di rimandare di un anno una norma inapplicabile. Inapplicabile un anno fa, e inapplicabile oggi.

Secondo la Federazione gomma plastica, che raccoglie i produttori di manufatti come i sacchetti, in Italia si usano "shopper" per 200mila tonnellate, con un fatturato sugli 800 milioni di euro e 4mila dipendenti impegnati in un centinaio di fabbriche.

I sacchetti di plastica "vantano quantità riciclate pari a circa 65mila tonnellate" e – osservano i produttori – i costi stimati per cambiare i macchinari e adeguarli alla plastica biodegradabile "sono mediamente pari a 30-50mila euro per impianto, in relazione alla dimensione".

Perplesse anche le catene di supermercati, come fa osservare la Federdistribuzione, che ricorda come "in questo quadro di riferimento confuso appare irrealistica l'abolizione dei sacchetti di plastica dall'inizio del prossimo anno, senza che questa decisione generi caos e si rifletta in minor servizio al consumatore". Le catene di supermercati, sia chiaro, sono prontissime a cambiare il tipo di sacchetti, come fanno già alcuni colossi, ma chiedono certezza per sé, per i loro fornitori e soprattutto per i clienti.

 

2010-12-27

Il nuovo conto energia reinventa gli incentivi

Cronologia articolo27 dicembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2010 alle ore 06:35.

Il nuovo conto energia ridisegna gli incentivi per il fotovoltaico. Gli impianti che saranno ultimati dal 1° gennaio 2011 riceveranno dal Gse tariffe incentivanti più basse di circa il 15-20% rispetto a quelle di quest'anno. Un taglio netto, che però sarà compensato dalla diminuzione del costo dei componenti: anche dopo la riduzione, gli incentivi italiani rimarranno tra i più generosi al mondo, il che spiega il crescente interesse dei grandi capitali stranieri.

La diminuzione degli incentivi sarà articolata per quadrimestri. Per esempio, un impianto con potenza di 3 kW, collocato sul tetto di un'abitazione, riceverà per vent'anni 40,2 centesimi per chilowattora di elettricità prodotta, se entra in funzione entro il 30 aprile. Se invece inizia a produrre tra il 1° maggio e il 31 agosto, il premio si abbassa a 39,1 centesimi, per poi scendere a 38 centesimi tra il 1° settembre e fine anno. Le tariffe diminuiranno anche nel 2012 e nel 2013, di circa il 6% all'anno.

Gli incentivi 2010, però, non scompariranno con la fine di quest'anno. Secondo il decreto "salva Alcoa" (Dl 105/2010) potranno essere concessi anche agli impianti ultimati entro il 31 dicembre, purché i moduli entrino poi in servizio entro il 30 giugno 2011. Proprio in questi giorni i ritardatari stanno inviando le comunicazioni di fine lavori, mentre secondo il milleproroghe le asseverazioni dei tecnici potranno essere inviate entro il 31 gennaio 2011. Per prevenire eventuali furbizie, comunque, il Gse ha annunciato un programma di sopralluoghi mirati.

Oltre a intervenire sul valore degli incentivi, il nuovo conto energia ne modifica la struttura: le tariffe vengono modulate in modo più dettagliato in relazione alla classe di potenza degli impianti. Maggiorazioni percentuali degli incentivi sono previste per chi sostituisce le coperture in eternit (+10%) o per chi migliora le prestazioni energetiche degli edifici (fino a +30%: il bonus è la metà del miglioramento di performance).

Dal 2011 arrivano inoltre tariffe più elevate per i pannelli con caratteristiche innovative integrati negli edifici: un premio che – nelle intenzioni del legislatore – dovrebbe accompagnare la crescita del mercato verso la maggiore efficienza. Penalizzati, invece, gli impianti su serre solari e tettoie: avranno incentivi pari alla media tra quelli a terra e quelli su edifici.

 

 

 

 

Raid a Napoli contro i compattatori. L'esercito continua a liberare città e provincia dai rifiuti

Cronologia articolo27 dicembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2010 alle ore 13:25.

Dopo aver portato via, ieri, 50 tonnellate di rifiuti dalle strade di Napoli, oggi l'esercito è in azione in provincia, nelle zone di Casalnuovo e Casavatore, con dodici mezzi. La giornata di Santo Stefano, invece, si è concentrata particolarmente a Napoli, dove i soldati hanno rimosso spazzatura soprattutto alla Doganella e in via Don Bosco. Nel capoluogo restano ancora circa 1500 tonnellate di rifiuti, secondo una prima stima.

La scorsa notte si sono verificati anche raid contro i camion compattatori: secondo la polizia, circa 150 cittadini hanno bloccato e danneggiato nove mezzi dell'Asia, la società che si occupa della raccolta di immondizia in città, e che erano diretti alla discarica di Chiaiano.

In piazza Rosa dei Venti i cittadini hanno infranto i vetri dei finestrini dei camion e sgonfiato le ruote. Nonostante i danneggiamenti, cinque camion sono riusciti a sversare regolarmente circa 850 tonnellate alla discarica di Chiaiano.

Caldoro: le responsabilità sono del comune di Napoli e Asia

Nella crisi dello smaltimento rifiuti a Napoli, "il 95% delle responsabilità e delle competenze è del comune di Napoli e dell'Asia", ha detto il governatore della Campania, Stefano Caldoro, precisando che "si tratta di un dato tecnico, non una polemica politica". Per Caldoro, "ci sono problemi strutturali che riguardano la gestione delle aziende che fanno riferimento al comune di Napoli in particolare l'Asia; non per responsabilità dei singoli dirigenti, persone competenti, ma proprio una carenza strutturale sia di fondi che di mezzi, sia forse perchè fanno troppe cose". Inoltre, aggiunge il presidente della regione, Asia "è un'azienda super indebitata, ha mezzi insufficienti, compattatori inadeguati, pale per la raccolta troppo piccole, difficoltà a gestire competenze non sue. Ora il decreto legge votato la scorsa settimana in parlamento "prevede trasferimenti di responsabilità. E dobbiamo realizzare una serie di impiantistiche intermedie, perchè comunque, tutto quello che abbiamo adesso non è sufficiente per la Campania. È impiantistica vecchia sufficiente per poco più della metà della popolazione".

L'assessore all'Igiene Urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, ha espresso solidarietà ai lavoratori dell'Asia: "Siamo preoccupati per quanto avvenuto la scorsa notte a Chiaiano. È una vicenda seria se si riapre la questione sicurezza delle condizioni di lavoro di chi va in discarica". Giacomelli ha ribadito anche che "c'è troppa fragilità nelle procedure di conferimento". E spiega anche perché. "Non vogliamo prendercela con nessuno, ma quello che è successo stamattina spiega tante cose - dice Giacomelli - l'Ufficio Flussi della Regione Campania ci aveva garantito oggi il conferimento di 400 tonnellate nell'impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). E, invece, stamattina, su decisione della Provincia di Caserta questo non è stato possibile. Il che significa che i nostri mezzi sono ora in attesa di un'altra disposizione e forse di un conferimento nell'impianto di Caivano (Napoli). Tutto questo dimostra la grande fragilità del sistema".

Per oggi è in programma anche una ricognizione anche a Pozzuoli e a Quarto dove domani si interverrà, massicciamente, con 18 mezzi: l'area in questione, infatti, continua ad essere tra le più colpite.

 

2010-12-21

Sì al decreto rifiuti, vince Casini

Cronologia articolo21 dicembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 06:39.

ROMA

Un preciso ruolino di marcia per dar seguito alla volontà di esprimersi con una sola voce in Parlamento. Così il terzo polo tratteggia le prossime mosse: astensione sulla mozione di sfiducia al ministro Roberto Calderoli e voto favorevole per il decreto rifiuti. Un via libera, quest'ultimo, raggiunto, raccontano i rumors, non senza fatica a causa di qualche resistenza tra i futuristi. Quanto all'altro tassello, quello della riforma universitaria, "il coordinamento rimanda alla discussione in atto al Senato e alle iniziative intraprese congiuntamente dai gruppi". La traduzione è del senatore finiano, Giuseppe Valditara. "Sulla riforma ogni gruppo andrà avanti secondo quello che ha già deciso alla Camera (Fli e Mpa hanno votato sì, l'Udc no e l'Api si è astenuta, ndr) dal momento che si tratta di un provvedimento che arriva in aula al Senato in terza lettura ed era difficile a questo punto seguire un'unica linea".

Dunque la strada sarà una sola d'ora in avanti. E ieri, a palazzo Madama, si è svolta la prima riunione dei senatori terzopolisti che hanno anche scritto a Renato Schifani affinché individui "un settore specifico dell'aula dove possano trovare posto unitariamente".

Il polo della nazione, quindi, prova a passare dalle intenzioni ai fatti. E intanto prosegue il dialogo a distanza tra il Cavaliere e Pier Ferdinando Casini. Il primo continua ufficialmente a punzecchiare l'operazione, ma in privato giudica positivamente l'atteggiamento responsabile. Dal canto suo, Casini ribadisce il messaggio. "Se il presidente del Consiglio fa un appello alla responsabilità, noi in nome della responsabilità risponderemo", viste le difficoltà economiche che attraversa il paese. Ma, assicura, "senza posti, senza entrare nel governo perché sarebbe trasformismo". E, a chi continua a smontare il nuovo progetto, riserva una stoccata. "Io non sono il leader di niente, il polo della nazione non nasce attorno a un leader ma attorno a un'idea diversa di paese". Quanto alle presunte distanze da Fini sui temi etici Casini è sereno. "C'erano anche quando stavamo tutti e due assieme a Berlusconi, sollevare oggi il problema è strumentale".

 

 

 

2010-12-12

In arrivo il sostegno del Terzo polo al decreto rifiuti

di Nicoletta CottoneCronologia articolo15 dicembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2010 alle ore 16:17.

Il decreto rifiuti all'esame dell'aula della Camera avrà il sostegno del terzo polo. A preannunciarlo è stato il portavoce dell'Mpa, Aurelio Misiti. "Aiuteremo il governo ad approvare un provvedimento che contiene misure urgenti, magari correggendo qualche stortura", perché "noi, assieme all'Udc, Fli e Api faremo un'opposizione costruttiva senza cercare vendette". Il Fli è orientato a correggere il decreto e votarlo. "Non possimo fare battaglie contro i napoletani", sottolinea Benedetto Della Vedova, portavoce nazionale Fli . Secondo Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, "quello sui rifiuti è un decreto che dovrebbe avere un largo consenso. Come tale non è un provvedimento sul quale si giocano discriminanti politiche

nette. Vedremo".

Il Governo, in linea con quanto detto ieri da Berlusconi (cercare accordi su singoli provvedimenti) si appresta ad accogliere una serie di modifiche proposte dall'Udc di Pier

Ferdinando Casini. Il ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo già questa mattina in aula si è detta disponibile ad accogliere limature al decreto sull'emergenza rifiuti in Campania. In particolare potrebbe essere accolta la stretta sui rifiuti da dare ai Comuni per mettersi in regola con la raccolta differenziata che passerebbero da sei a tre mesi; il tetto alla durata dei commissaria ad acta per la realizzazione dei siti da destinare a discarica e degli impianti di trattamento o di smaltimento dei rifiuti che andrebbe fissato al massimo in un anno e l'allungamento da sette a quindici giorni del termine per il rilascio della Via, (Valutazione di impatto ambientale).

Dal canto suo l''Udc sarebbe orientata ad agevolare il percorso del provvedimento vista anche la situazione campana. "Siamo il partito della responsabilità - ha detto Mauro Libè (Udc) - e abbiamo ben chiare le priorità dei cittadini della Campania, che non possono più aspettare oltre per la risoluzione definitiva dell'emergenza rifiuti".

Il Pd chiede invece modifiche sostanziali al provvedimento. "Le misure adottate dal governo per affrontare la questione dei rifiuti in Campania - sottolinea Raffaella

Iannuzzi - non hanno conseguito gli obiettivi auspicati del superamento dell'emergenza, imponendo nuovi e più decisi interventi in questo settore". Si chiedono soluzioni per irrisolte questioni come la difesa del ruolo dei Comuni nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e nella riscossione di Tarsu e Tia come avviene nel resto d'Italia; attribuzione di poteri certi al presidente della Regione nella costruzione di termovalorizzatori, salvaguardando i ruoli dei Comuni nel cui territorio ricadranno gli impianti; misure chiare per incentivare la raccolta differenziata; erogazione integrale e rapida dei fondi per bonifiche e compensazioni ambientali. Ma anche una maggiore trasparenza nell'assegnazione degli appalti per la costruzione di nuovi impianti, per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata".

Intanto Francesco Barbato (Idv) ci riprova. E inscena una nuova protesta contro il decreto per l'emergenza rifiuti in Campania. Tre settimane fa aveva portato in aula un sacco pieno ed era stato espulso dall'aula, oggi vuoto e legato al braccio come un segno di lutto: Francesco Barbato ha di nuovo scelto il sacco della spazzatura in segno di protesta contro il decreto per l'emergenza rifiuti in Campania. Il deputato dell'Idv era finito in ospedale il 24 novembre sostenendo di essere stato malmenato. Fatto accaduto anche in luglio quando il suo intervento sul disegno di legge del ministro Giorgia Meloni per il sostegno alle comunità giovanili aveva provocato una bagarre nella quale era rimasto ferito a un occhio.

 

 

 

2010-12-11

A Cancun approvato l'accordo integrale sul clima, ma senza la Bolivia

Cronologia articolo11 dicembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2010 alle ore 10:57.

E' stato adottato nella sua integralità dai circa duecento Paesi riuniti sotto l'egida delle Nazioni Unite a Cancun un testo che prevede una serie di meccanismi per lottare contro il cambiamento climatico, tra cui un Fondo verde per aiutare i Paesi in via di sviluppo. I circa duecento paesi riuniti a Cancun, in Messico, sotto l'egida delle Nazioni Unite hanno adottato la prima parte di un accordo sul clima che permette di lasciare aperta la questione sensibile del futuro del protocollo di Kyoto. Un via libera che ha ignorato l'obiezione della Bolivia.

La Bolivia è stato il solo Paese a essersi pronunciato contro questo testo. "La norma per l'adozione è il consenso", ha sottolineato il negoziatore boliviano Pablo Solon, che ha ricordato un "precedente funesto". La norma del consenso non significa l'unanimità, né che una delegazione possa pretendere di imporre un diritto di veto su una volontà che con tanto lavoro è stata raggiunta", ha risposto Espinosa.

L'accordo di Cancun "apre una nuova era per la cooperazione internazionale sul cambiamento climatico", ha dichiarato il ministro degli Esteri messicano, Patricia Espinosa, la cui voce è stata sovrastata dagli scroscianti applausi dei delegati presenti in seduta plenaria. L'accordo è stato adottato malgrado l'opposizione della Bolivia, solo Paese a essersi pronunciato contro questo testo.

Questa conclusione positiva nella località turistica messicana al termine di un appuntamento dagli obiettivi d'altra parte modesti, permette di ridare slancio al processo negoziale dell'Onu fortemente scosso dalla grossa delusione nata un anno fa del vertice di Copenaghen.

 

 

2010-12-10

Il Pentagono spiazza il Congresso americano: è emergenza oceani per il cambiamento del clima

dall'inviato Marco MagriniCronologia articolo10 dicembre 2010

articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2010 alle ore 08:35.

"Il Pentagono non ha dubbi: il cambiamento climatico è una realtà inoppugnabile". Parola di David Titley, ammiraglio della US Navy, arrivato fino al vertice climatico di Cancun per portare la visione del Dipartimento della Difesa su un tema che, curiosamente, non sembra appassionare altrettanto il Congresso americano. Le implicazioni militari del riscaldamento planetario sono tutt'altro che irrilevanti. "L'Artico si sta riscaldando due volte più velocemente del resto del pianeta – osserva Titley, che è anche un oceanografo – col risultato che a metà secolo il passaggio a Nord-ovest risulterà aperto, e lo Stretto di Bering assumerà un'importanza strategica paragonabile a quella dello Stretto di Hormuz", dove transita il petrolio saudita.

Inoltre, "gran parte dell'anidride carbonica prodotta dalle attività umane viene assorbita dagli oceani e questo sta già provocando un sensibile aumento dell'acidità dei mari. Per milioni di anni, i crostacei si sono adattati a un Ph di 8, che ormai sta arrivando a 7,8. Sembra una quantità insignificante, ma che in realtà rischia di compromettere la loro esistenza, con risultati imprevedibili: cosa accadrà a quel miliardo di persone che traggono da lì i loro fabbisogni proteici?".

E qui arriva il punto cruciale. "Il climate change è un serio problema di sicurezza nazionale – assicura Amanda Dory, viceministro della Difesa, in videoconferenza da Washington – per il semplice motivo che potrà esacerbare le tensioni geopolitiche esistenti, aumentando le instabilità nazionali e internazionali. Per il Pentagono, le migliori guerre sono quelle che non saranno mai combattute". La prospettiva di instabilità sociali a livello regionali "con conflitti locali e migrazioni di massa – rimarca l'ammiraglio Titley – sono già nel nostro radar".

Ma le preoccupazioni dell'esercito americano non finiscono qui. "Il livello dei mari si sta alzando di 3,1 millimetri all'anno, il doppio di quanto avveniva il secolo scorso", prosegue l'ammiraglio Titley. "In questo scenario riteniamo che, alla fine di questo secolo, il livello degli oceani potrà alzarsi fino a un metro, con serie conseguenze ed evidenti implicazioni per la sicurezza nazionale". "Il dipartimento della Difesa ha 507 basi in tutto il mondo, con oltre 300mila edifici che hanno un valore complessivo di oltre 770 miliardi di dollari – ricorda Jeff Marqusee, direttore della Strategic research alla Difesa – e anche noi dobbiamo prepararci ad adattarci al riscaldamento planetario, per difendere le installazioni più a rischio".

In compenso, il Dipartimento della Difesa sta operando anche per abbassare le proprie emissioni di anidride carbonica. Il Darpa, l'agenzia del Pentagono per la ricerca tecnologica, la stessa che ha inventato l'internet, "sta lavorando alla possibilità di impiegare le alghe per la produzione di biocarburanti – assicura il generale Juan Ayala, capo del Southern Command del Pentagono – anche se non solo nell'interesse dell'esercito".

Eppure il Congresso americano, che non ha voluto approvare il Climate Change Bill del presidente Obama e che a maggior ragione non lo farà oggi dopo la vittoria repubblicana alle elezioni di mid-term, resta sordo a questo appello accorato del suo esercito.

 

 

 

 

 

2010-11-19

Sì al decreto per la Campania. La Lega a Fitto: rifiuti di Napoli al Nord? Irricevibile. Bombe a mano a Terzigno

Cronologia articolo18 novembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 19:50.

Il consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge per l'emergenza rifiuti in Campania. "Irrituale" è stata giudicata la visita del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che si è presentato a palazzo Chigi per avanzare delle proposte in materia di rifiuti. "È irrituale - ha commentato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni - non so se mai è successo, ma noi siamo sempre pronti a cogliere buone proposte, è stato consentito anche questo". Da giorni cumuli di spazzatura avvolgono moltissime strade di Napoli, dove la protesta degli abitanti ha portato anche allo sversamento sulle strade dei rifiuti.

"Ho messo in guardia su ciò di cui sembra si stia discutendo, e cioé la provincializzazione del termovalorizzatore" di Salerno, ha spiegato Bersani. "Non è questo il modo di uscire dall'emergenza per sottrarre questo settore all'illegalità". Per Bersani "Il comune di Salerno é perfettamente in grado di realizzare l'impianto". Quello che il Pd doveva dire "l'ho detto attraverso il ministro Maroni che ha avuto la bontà di uscire dal Cdm e di ascoltarmi". Ora, ribadisce, "noi presenteremo una nostra proposta sui rifiuti in Campania".

Il decreto legge stabilisce che saranno cancellate le discariche di Terzigno-Cava Vitiello, Andretta, Serre-Valle della Masseria e saranno affidate al presidente della regione Campania le gare per la costruzione di tre termovalorizzatori nella regione, di cui due nelle province di Napoli e Salerno. "Il Governo - ha specificato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo - è consapevole che questo causerà la protesta dei presidenti delle province, ma questa è la decisione di oggi".

Berlusconi ha incontrato a margine del Cdm il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio (indgato per interruzione di pubblico servizio), e il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Sul tavolo, la questione rifiuti e il decreto legge nel quale, fra gli altri provvedimenti, è prevista , come detto sopra, la chiusura della discarica di Cava Vitiello, contro la quale si erano sollevate le popolazioni del Vesuviano.

Per il ministro per i Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, "per un mese abbiamo la necessità di trovare un accordo con le regioni in modo da definire una collaborazione sui rifiuti della Campania". Al termine della conferenza Stato-Regioni, Fitto ha annunciato anche

un tavolo tecnico politico che sarà convocato la prossima settimana, entro mercoledì, "per verificare la disponibilità delle Regioni a individuare soluzioni.

"Le dichiarazioni del ministro Fitto sulla necessità di un accordo con le Regioni per lo smaltimento dei rifiuti napoletani, destano gravi preoccupazioni", ha replicato a stretto giro di posta il vice ministro ai Trasporti, leghista, Roberto Castelli che definisce "irricevibile" la proposta. "Dopo due anni in cui abbiamo speso centinaia di milioni (circa 600 milioni solo per bruciare i rifiuti in Germania) e aperto discariche e termovalorizzatori - attacca - rischiamo di precipitare di nuovo nel passato. Le sommosse popolari dei mesi scorsi dimostrano ormai senza alcun dubbio qual è il vero retropensiero della società napoletana: noi produciamo rifiuti, ma altri se li devono accollare".

"Ormai - prosegue - siamo di fronte non più solo alla incapacità degli amministratori passati e presenti, ma a una precisa volontà: Napoli e la sua provincia non vogliono gestirsi i rifiuti che producono, così come previsto non solo dalle direttive europee e dalle leggi dello Stato, ma anche dal buon senso e dal vivere civile. I rifiuti puzzano? Non c'è problema, li mandiamo a quei somari del Nord".

Che la situazione sia incandescente è confermato da quanto accaduto nella serata di giovedì. Tre bombe a mano sono state trovate dalla polizia nei pressi della discarica di Cava Sari, a Terzigno. I tre ordigni, di fabbricazione jugoslava, erano nascosti nella vegetazione in via Zabatta nei pressi del locale "Il Rifugio", dove nelle settimane scorse sono avvenuti scontri ed aggressioni alle forze dell' ordine.

I tre ordigni avevano "una grande potenzialità di attacco nei nostri confronti" ha dichiarato ad Apcom il questore di Napoli, Santi Giuffrè, commentando il trovamento delle granate. "Gli ordigni sono stati prelevati e fatti brillare - ha aggiunto il questore - adesso continueremo, come sempre, a fare il nostro lavoro anche se è impossibile cercare materiale pericoloso, al buio, e sull'intero territorio cittadino".

Secondo Giuffré, il fatto che da questa notte si potrebbe tornare a sversare rifiuti in Cava Sari rappresenta un forte pericolo anche per i poliziotti impegnati nella scorta agli autocompattatori. "Potrebbe essere una notte calda. Non dimentichiamo che oggi è stato emesso un avviso di garanzia nei confronti del sindaco di Terzigno. Forse questo vuole sottolineare che, forse, quell'ordinanza non era opportuna. È ovvio - ha concluso il questore - che ognuno continua per la sua strada come meglio crede, ma penso che, a questo punto, sia veramente pretestuoso continuare a dire no alla discarica".

 

 

2010-11-01

A Taverna del Re un ferito negli scontri tra polizia e manifestanti. Ancora cassonetti in fiamme a Napoli

Cronologia articolo1 novembre 2010Commenta

Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2010 alle ore 11:35.

È sempre alta la tensione in Campania per l'emergenza rifiuti. Ancora scontri si sono verificati a Taverna del Re, a Giugliano (Napoli), tra un reparto dei carabinieri e i cittadini che manifestano contro la riapertura del sito di ecoballe, disposta dal presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro. Gli uomini delle forze dell'ordine stanno tentando di sgomberare la strada per permettere il passaggio dei camion usciti dal sito di stoccaggio, mentre i manifestanti al momento sono tutti con le mani alzate e sono spinti verso i lati dell'arteria stradale. Negli scontri un uomo è rimasto ferito ed è crollato a terra con il volto sanguinante. Secondo quanto hanno raccontato alcuni testimoni all'agenzia Ansa, il manifestante era a mani alzate e stava procedendo lentamente, quando è stato raggiunto da un colpo al viso sferratogli da un poliziotto.

Clima di attesa, invece, al presidio della rotonda di via Panoramica, la zona di accesso alla discarica Sari di Terzigno (Napoli). Gruppi di manifestanti hanno sostato per tutta la notte davanti ai falò accesi vicino ai gazebo in attesa dell'eventuale arrivo degli autocompattatori che devono sversare i rifiuti. Nonostante l'accordo raggiunto in prefettura tra il premier Berlusconi e i sindaci vesuviani, una parte dei manifestanti che si riconosce nei comitati di lotta ritiene inaccettabile la riapertura della Sari. Nella discarica sono stati effettuati ulteriori controlli e ora si attendono i risultati. Una delegazione di "mamme vulcaniche", intanto, ha lasciato temporaneamente il presidio per andare a portare la propria solidarietà ai manifestanti che si oppongono alla riapertura del sito di stoccagio di Taverna del Re, a Giugliano.

Nel frattempo anche la scorsa notte a Napoli e in provincia sono stati dati alle fiamme cassonetti e diversi cumuli di rifiuti. Circa quaranta gli interventi dei vigili del fuoco. I cassonetti, al pari dei cumuli, sono stati incendiati in diverse zone del centro storico di Napoli ma anche in piazza Garibaldi, nella zona di Capodimonte e molti i roghi a Santa Teresa degli Scalzi. Immondizia bruciata anche in periferia e in provincia. La maggior parte degli interventi dei vigili del fuoco si è registrata a Giugliano, Afragola, Casalnuovo. Diverse le auto in sosta che, a seguito, degli incendi hanno subìto danni.

 

 

 

 

2010-10-24

I sindaci dei comuni vesuviani non firmano l'intesa e Bertolaso promette: non arretriamo di un passo

Cronologia articolo24 ottobre 2010Commenta

Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2010 alle ore 14:51.

Guido Bertolaso va avanti nonostante i sindaci dei comuni vesuviani non abbiano firmato il piano per cercare una soluzione ai problemi legati alla discarica di Terzigno (guarda il video reportage) e l'allestimento di un secondo sversatoio nell'area. L'accordo andrà avanti in modo "unilaterale", ha detto il capo della Protezione civile in una conferenza stampa convocata dopo l'incontro con i sindaci dei comuni vesuviani. "Noi da questo documento non arretriamo di un passo - ha affermato Bertolaso - va altre quello che dovevamo fare, lo Stato anche in questo caso farà lo Stato. Una decisione non di fermezza ma che significa saggezza". A proposito dell'apertura della discarica di cava Vitiello, invece, "per ora è rimandata alle calende greche, per ora lì non si fa nulla: il nostro obiettivo è di non utilizzarla ma non per questo dobbiamo cancellarla". Del resto, il decreto legge - a cui fa riferimento la cava - poi convertito dalla legge 126 del 2008 in materia rifiuti è stato "approvata da larghissima parte del Parlamento per questo motivo è adesso inutile che esponenti politici, "anche alcuni miei cari amici del Pd - ha rimarcato - adesso dicano che cava Vitiello non deve essere aperta". E ha rivolto una richiesta ai sindaci del territorio affinché "isolino i violenti" e si faccia di tutto per tornare alla "normalità".

L'esito dell'incontro tra Bertolaso e i sindaci sembrava già scontato dopo le proteste della nottata e della mattinata, arrivate dopo una settimana di scontri. Proprio a questo proposito i sindaci all'uscita del vertice hanno lanciato un appello ai propri concittadini. "Faccio appello ai cittadini perchè abbiamo fiducia nelle istituzioni. Noi continueremo a dare battaglia. Basta però con atti vandalici e violenze che non fanno bene a nessuno. Serve senso civile", ha spiegato il primo cittadino di Terzigno, Domenico Auricchio. Nel complesso, i sindaci del vesuviano, dopo che la Ue è intervenuta bacchettando l'Italia, chiedono maggiori garanzie su tutte le misure: non solo per la non apertura di cava Vitiello, ma anche per la sicurezza della discarica Sari di Terzigno.

Anche se non hanno firmato il documento stilato nella serata di sabato, hanno sottolineato come da parte del capo della Protezione civile Guido Bertolaso ci sia un atteggiamento di apertura per "rispettare gli impegni". "Dobbiamo dare garanzie ai nostri cittadini se cava Sari sia sicura o meno - ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella lasciando il palazzo della Prefettura di Napoli - c'è necessità di fare gli opportuni controlli e riscontri con tecnici di nostra fiducia e capire quale sia il reale stato della discarica".

L'intesa prevede la sospensione, per tre giorni, dei conferimenti nella cava Sari per consentire non solo la copertura del terreno, ma anche l'avvio dei prelievi tecnici necessari per gli accertamenti di natura sanitaria e ambientale disposti dalle istituzioni. Un tempo necessario per attendere, inoltre, attendere il responso delle analisi alla presenza di specialisti individuati dagli enti locali. Dopo questa temporanea sospensione, nella cava Sari potranno essere sversati unicamente i rifiuti della cosiddetta "zona rossa" ossia i comuni vesuviani. L'invaso, salvo particolari criticità, dovrà essere riempito fino ad esaurimento.

In mattinata i cittadini hanno chiesto ai rispettivi sindaci di non firmare il documento sulle misure da adottare stilato proprio da Bertolaso, dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e dal prefetto di Napoli Andrea De Martino. Richiesta arrivata dopo aver manifestato, come accade ormai da giorni, anche sabato notte il dissenso. Secondo i manifestanti è, infatti, inaccettabile che si parli solo di accantonamento del progetto di apertura di un secondo sversatoio all'interno di Cava Vitiello, mentre sollecitano un provvedimento legislativo che cancelli del tutto questa ipotesi. Preoccupazioni vengono espresse anche in merito alla bonifica di Cava Sari, la discarica attualmente in esercizio dalla quale si sono levati miasmi che hanno scatenato la protesta degli ultimi giorni. Un nuovo vertice tra sindaci, Bertolaso e prefetto è previsto per martedì 26 ottobre.

La protesta, intanto, è arrivata anche in città a Napoli, dove manifestanti hanno attuato posti di blocco in alcune strade, riversando immondizia accumulata accanto agli

ormai pieni ed insufficienti cassonetti. In piazza Carlo III è stato anche incendiato un autocompattatore.

Intanto c'è anche chi cerca di agire sul fronte della prevenzione. Il sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, in un'ordinanza vieta dal 1° novembre 2010 a tutti gli esercenti di attività commerciali del territorio, sia a posto fisso che itinerante, di fornire sacchetti per la spesa non biodegradabili.

Va registrato anche un incidente mortale verificatosi a Giugliano. Il 49enne Silvano Bonito, capoturno della società del Comune di Napoli deputata alla raccolta rifiuti, è deceduto dopo essere stato investito da una pala meccanica mentre era in corso lo smaltimento nello stabilimento Stir del centro partenopeo.

 

 

 

I sindaci dei comuni vesuviani non firmano l'intesa e Bertolaso promette: non arretriamo di un passo

Cronologia articolo24 ottobre 2010Commenta

Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2010 alle ore 14:51.

Guido Bertolaso va avanti nonostante i sindaci dei comuni vesuviani non abbiano firmato il piano per cercare una soluzione ai problemi legati alla discarica di Terzigno (guarda il video reportage) e l'allestimento di un secondo sversatoio nell'area. L'accordo andrà avanti in modo "unilaterale", ha detto il capo della Protezione civile in una conferenza stampa convocata dopo l'incontro con i sindaci dei comuni vesuviani. "Noi da questo documento non arretriamo di un passo - ha affermato Bertolaso - va altre quello che dovevamo fare, lo Stato anche in questo caso farà lo Stato. Una decisione non di fermezza ma che significa saggezza". A proposito dell'apertura della discarica di cava Vitiello, invece, "per ora è rimandata alle calende greche, per ora lì non si fa nulla: il nostro obiettivo è di non utilizzarla ma non per questo dobbiamo cancellarla". Del resto, il decreto legge - a cui fa riferimento la cava - poi convertito dalla legge 126 del 2008 in materia rifiuti è stato "approvata da larghissima parte del Parlamento per questo motivo è adesso inutile che esponenti politici, "anche alcuni miei cari amici del Pd - ha rimarcato - adesso dicano che cava Vitiello non deve essere aperta". E ha rivolto una richiesta ai sindaci del territorio affinché "isolino i violenti" e si faccia di tutto per tornare alla "normalità".

L'esito dell'incontro tra Bertolaso e i sindaci sembrava già scontato dopo le proteste della nottata e della mattinata, arrivate dopo una settimana di scontri. Proprio a questo proposito i sindaci all'uscita del vertice hanno lanciato un appello ai propri concittadini. "Faccio appello ai cittadini perchè abbiamo fiducia nelle istituzioni. Noi continueremo a dare battaglia. Basta però con atti vandalici e violenze che non fanno bene a nessuno. Serve senso civile", ha spiegato il primo cittadino di Terzigno, Domenico Auricchio. Nel complesso, i sindaci del vesuviano, dopo che la Ue è intervenuta bacchettando l'Italia, chiedono maggiori garanzie su tutte le misure: non solo per la non apertura di cava Vitiello, ma anche per la sicurezza della discarica Sari di Terzigno.

Anche se non hanno firmato il documento stilato nella serata di sabato, hanno sottolineato come da parte del capo della Protezione civile Guido Bertolaso ci sia un atteggiamento di apertura per "rispettare gli impegni". "Dobbiamo dare garanzie ai nostri cittadini se cava Sari sia sicura o meno - ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella lasciando il palazzo della Prefettura di Napoli - c'è necessità di fare gli opportuni controlli e riscontri con tecnici di nostra fiducia e capire quale sia il reale stato della discarica".

L'intesa prevede la sospensione, per tre giorni, dei conferimenti nella cava Sari per consentire non solo la copertura del terreno, ma anche l'avvio dei prelievi tecnici necessari per gli accertamenti di natura sanitaria e ambientale disposti dalle istituzioni. Un tempo necessario per attendere, inoltre, attendere il responso delle analisi alla presenza di specialisti individuati dagli enti locali. Dopo questa temporanea sospensione, nella cava Sari potranno essere sversati unicamente i rifiuti della cosiddetta "zona rossa" ossia i comuni vesuviani. L'invaso, salvo particolari criticità, dovrà essere riempito fino ad esaurimento.

In mattinata i cittadini hanno chiesto ai rispettivi sindaci di non firmare il documento sulle misure da adottare stilato proprio da Bertolaso, dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e dal prefetto di Napoli Andrea De Martino. Richiesta arrivata dopo aver manifestato, come accade ormai da giorni, anche sabato notte il dissenso. Secondo i manifestanti è, infatti, inaccettabile che si parli solo di accantonamento del progetto di apertura di un secondo sversatoio all'interno di Cava Vitiello, mentre sollecitano un provvedimento legislativo che cancelli del tutto questa ipotesi. Preoccupazioni vengono espresse anche in merito alla bonifica di Cava Sari, la discarica attualmente in esercizio dalla quale si sono levati miasmi che hanno scatenato la protesta degli ultimi giorni. Un nuovo vertice tra sindaci, Bertolaso e prefetto è previsto per martedì 26 ottobre.

La protesta, intanto, è arrivata anche in città a Napoli, dove manifestanti hanno attuato posti di blocco in alcune strade, riversando immondizia accumulata accanto agli

ormai pieni ed insufficienti cassonetti. In piazza Carlo III è stato anche incendiato un autocompattatore.

Intanto c'è anche chi cerca di agire sul fronte della prevenzione. Il sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, in un'ordinanza vieta dal 1° novembre 2010 a tutti gli esercenti di attività commerciali del territorio, sia a posto fisso che itinerante, di fornire sacchetti per la spesa non biodegradabili.

Va registrato anche un incidente mortale verificatosi a Giugliano. Il 49enne Silvano Bonito, capoturno della società del Comune di Napoli deputata alla raccolta rifiuti, è deceduto dopo essere stato investito da una pala meccanica mentre era in corso lo smaltimento nello stabilimento Stir del centro partenopeo.

 

 

 

 

I numeri e gli autogol dei governatori sul nucleare. Le Regioni che consumano più di quanto producono

di Federico RendinaCronologia articolo23 ottobre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2010 alle ore 16:05.

L'ultimo a mettere in imbarazzo il governo e la sua maggioranza è stato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. Grande e unanime il sostegno di tutti gli uomini del centrodestra al piano per il rinascimento nucleare italiano. Ma dalle parole ai fatti, contrari, il passo è breve. Il neoministro dello sviluppo Paolo Romani aveva attribuito a Formigoni una "disponibilità", se non altro, a parlare di una centrale nucleare in Lombardia? Apriti cielo. È bastata qualche ora di confronto di Formigoni con i suoi perché fosse opportuno un "chiarimento".

Ottimo il piano nucleare nazionale ma una centrale in Lombardia è inopportuna in quanto - così se la cava Formigoni - inutile: la regione è energeticamente autosufficiente. l'argomentazione per la verità non è nuova tra i capi regionali del centrodestra. Qualcosa di molto simile lo aveva detto Renata Polverini, non appena nominata governatore del Lazio, sciogliendo il suo pensiero sul nucleare, prudentemente nascosto fino al giorno prima delle elezioni: "la regione sarà prestissimo autosufficiente e sarà persino in surplus".

Argomentazioni in ogni caso capziose, osservano in molti: al giorno d'oggi il concetto di autarchia energetica regionale non è facile da giustificare né da spiegare. Ma l'imbarazzo, quello vero, ha altre solidissime ragioni.

Anche prendendo per buoni i criteri usati dai governatori del Pdl "nuclearisti sì ma a casa degli altri" sono gli stessi criteri analitici su cui si basano queste argomentazioni a smentire la tesi, clamorosamente. Lombardia e Lazio in surplus elettrico? Niente affatto.

Prendiamo la Lombardia e diamo un'occhiata al sito Web di Terna, il gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale e quindi supremo testimone dello stato dei fatti. Bene, anzi male. La Lombardia è in deficit elettrico strutturale. Consuma più di quel che produce. Nel 2009 lo squilibrio e addirittura aumentato rispetto all'anno precedente: oltre 21mila gigawattora (erano 17mila nel 2008), un terzo o poco meno (32%) del fabbisogno regionale. Un deficit che la regione governata da Formigoni colma "trattenendo" addirittura la metà dell'energia frutto di tutte le importazioni italiane di elettricità dall'estero, che passano proprio di lì. Entrano in Lombardia 23mila GWh, ne escono verso le altre regioni italiane meno di 2mila, mentre l'intero territorio nazionale per fronteggiare il suo deficit globale di elettricità importa circa 14% del suo fabbisogno (45mila giga wattora su circa 320 mila consumati nel 2009)

Vero è che nel 2010 è proseguita l'opera di potenziamento del nostro sistema elettrico, e che con il pieno regime delle nuove centrali frutto anche e soprattutto della liberalizzazione del settore stiamo velocemente recuperando un equilibrio potenziale o addirittura un surplus della nostra capacità di generazione. Ma se guardiamo agli equilibri produttivi regionali e li correliamo alla spinosa questione delle nuove centrali nucleari ecco alcune incontrovertibili evidenze.

Prima evidenza: stando ai dati di fine 2009 il saldo di dipendenza dalle importazioni dell'intero Paese (45mila GWh) corrisponde a quanto potrebbero produrre i quattro reattori nucleari Epr "tricolori" che Enel e Edf vorrebbero realizzare nel nostro paese.

Passiamo alle evidenze regionali. Governatori e relative popolazioni da esonerare perché non importano, e magari esportano elettricità? Sorpresa, ma non troppo: proprio la Lombardia è la regione italiana con il deficit più elevato di tutte in termini assoluti, più del doppio della media nazionale. Seguono Veneto (-15.275 GWh, 50,5%), Lazio (-13.154 GWh, 52,5%) Campania (-9mila GWh, 48%), Marche (-4.mila GWh, 51 per cento).

Tutti territori che sulla base alle argomentazioni autogol di Formigoni e Polverini, che naturalmente vanno verificate quando saranno disponibili dati 2010 (il Lazio in effetti potrebbe contare sulla nuova produzione a carbone pulito della centrale Enel di Civitavecchia), dovrebbero correre e combattere non per ostacolare ma per ospitare le nuove centrali nucleari. Lo stesso dovrebbero fare i governatori del Veneto, delle Marche, della Campania e della Basilicata, che producono la metà dell'elettricità che consumano. Se la possono giocare la Sicilia, Sardegna e il Friuli, che sono il sostanziale equilibrio. Strada concettualmente sbarrata alle centrali nucleari, stando al ragionamento di Formigoni, per le regioni che sono in evidente surplus di produzione elettrica: il Trentino grazie all'idroelettrico, ma anche la Liguria e la Calabria (50% in più rispetto ai consumi), il Molise con la sua produzione triplicata rispetto al fabbisogno, la Puglia (ben oltre il doppio). L'aritmetica, in politica, si sa, fa brutti scherzi.

Il bilancio elettrico regione per regione

 

 

Formigoni e Moratti contrari al nucleare: alla Lombardia non servono centrali. Vota il sondaggio

Cronologia articolo20 ottobre 2010Commenti (3)

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2010 alle ore 18:57.

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"La Lombardia ha praticamente raggiunto l'autosufficienza energetica quindi in questo momento non c'é bisogno di centrali di nessun tipo". Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, con queste parole prende le distanze da quanto detto ieri dal neoministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, che aveva parlato della possibilità che una delle nuove centrali in programma fosse realizzata in Lombardia. (Cosa ne pensi? Vota il sondaggio).

Il ministro aveva detto che Formigoni non aveva opposizioni pregiudiziale all'arrivo del nucleare in Lombardia. Formigoni oggi ha anche sottolineato che "le procedure nazionali non hanno ancora stabilito le modalità con cui saranno individuati i siti".

Anche il sindaco di Milano Letizia Moratti si schiera sul fronte dei contrari alla realizzazione di centrali nucleari in Lombardia. "Sono sulla linea del presidente Formigoni - ha detto il sindaco a margine della cerimonia di commemorazione della strage di Gorla -, no al nucleare in Lombardia! non abbiamo bisogno di impianti nucleari".

La localizzazione delle centraliavverrà proprio dopo una prima "certificazione" del territorio da parte dell'Agenzia. Lo stesso Romani ha detto che il processo deve ancora iniziare, e che tutto dovrà comunque avvenire "con il concorso degli enti locali a partire dalle regioni, e dei cittadini". (Si veda la mappa dei siti possibili per lo stoccaggio delle scorie).

 

 

 

 

2010-10-22

Berlusconi: in dieci giorni stop ai problemi della discarica di Terzigno. La Ue: l'Italia faccia presto

di Claudio TucciCronologia articolo22 ottobre 2010Commenti (3)

Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2010 alle ore 12:50.

Niente dichiarazioni di stato di emergenza, ma avanti tutta con il piano rifiuti: è questa la linea dettata dal premier Silvio Berlusconi, nel corso del consiglio dei ministri per risolvere la situazione di emergenza rifiuti in Campania. Per Berlusconi, che dopo la riunione dei ministri, ha presieduto un tavolo straordinario ad hoc sui problemi campani, la situazione potrà tornare nella norma "in 10 giorni". L'attività per lo smaltimento dell'emergenza rifiuti a Terzigno "sarà diretta da Guido Bertolaso, che si trasferisce a Napoli", ha aggiunto il premier, e sarà attuata, dopo la rottura dell'incarico all'Asia, sostituita dai tecnici della

Protezione Civile, "d'intesa con le istituzioni locali". Berlusconi ha anche garantito "la disponibilità di fondi per le opere di compensazione: 14 milioni che riguardano Terzigno".

"Il termovalorizzatore di Acerra funziona a funzionerà sempre meglio", ha detto Guido Bertolaso, che ha spiegato come siano previste dalla legge altre tre discariche "che verranno aperte in tempo utile". I ministri dell'Ambiente e delle Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna avrebbero anche sollecitato la rapida approvazione di un decreto legge sulle compensazioni, illustrato in cdm, che consentirebbe di finanziare quei comuni interessati dalle discariche. Per questo decreto, avrebbero detto le due ministre, sono necessari fondi immediati.

Dalla Commissione europea intanto si esprime "preoccupazione" per quanto sta avvenendo nel napoletano sul fronte dei rifiuti. Il portavoce del commissario all'ambiente, Janez Potocnik, ha parlato di "situazione seria", auspicando che le autorità italiane "risolvano la questione il più presto possibile e in maniera adeguata"

"Basta con le bugie", sottolinea il sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino. La crisi nello smaltimento rifiuti nel napoletano non dipende da Napoli e dalla sua percentuale di differenziata, ha detto: "noi siamo al 19%; e allora - fa notare - a Palermo, che è al 4%, cosa si imputa?

Intanto la situazione in Campania resta calda. Cariche della polizia anche a Sant'Arcangelo Trimonte, nel beneventano, contro i manifestanti che si stanno opponendo allo sversamento dei rifiuti nella discarica. Uno dei manifestanti è rimasto ferito a una gamba. Intanto a Terzigno (Na) i manifestanti hanno collocato alcune bandiere tricolore sulla barricata realizzata, anche con materassi e pezzi di legno, sull'area dalla quale dovranno transitare i compattatori dei rifiuti diretti alla discarica. "Adesso - dicono le persone in protesta - per far passare i camion le forze dell'ordine dovranno strappare quelle bandiere sulle quali hanno giurato fedeltà alla Repubblica". A Napoli, nel centro della città, a via San Giacomo, un cumulo di rifiuti tiene bloccata al parcheggio l'automobile di un disabile.

Rassicurazione arrivano dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che ha escluso rischi per la salute a causa dell'emergenza rifiuti. Fazio ha confermato che sono in corso controlli sulla eventuale presenza di diossina negli alimenti, legata alla combustione dei rifiuti che avviene per strada. "Anche nell'emergenza passata avevamo effettuato controlli, ora realizzati dalla regione, ma - ha aggiunto Fazio - non sono stati riscontrati valori anomali".

 

 

 

 

 

 

 

2010-10-21

Notte di scontri a Terzigno tra polizia e manifestanti, distrutte vetrine di negozi a Boscoreale

Cronologia articolo21 ottobre 2010Commenta

Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2010 alle ore 09:05.

Momenti di forte tensione a Boscoreale (Napoli), dove un gruppo di persone armate di bastoni ha distrutto le vetrine di diversi negozi del centro storico. La notizia del raid, che si inserisce nel clima difficile scaturito dall'annuncio della seconda discarica in località cava Vitiello a Terzigno, ha gettato nel panico molti genitori che sono andati a scuola a prendere i loro figli prima della fine dell'orario scolastico.

Intanto è passata una nuova notte di scontri nei pressi della discarica di Terzigno. La tensione, già alta nelle ultime settimane, ha avuto un'impennata nella tarda serata di ieri quando si è diffusa la notizia che si procederà, senza esitazioni, alla realizzazione del secondo invaso nell'ex cava Vitiello. Una discarica che, per dimensioni, dovrebbe essere la più grande d'Europa.

La decisione è stata assunta dai parlamentari campani del Pdl che hanno avuto un incontro a Roma con il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Il procedere nell'allestimento del sito, così come previsto dalla legge, vede contrari i cittadini e i sindaci della zona vesuviana preoccupati non solo dall'inquinamento delle falde acquifere che potrebbe aggravarsi con l'arrivo di nuova immondizia, ma anche dalle conseguenze per la già fragile economia del posto: dall'uva utilizzata per i famosi vini del Vesuvio, fino alle produzioni di albicocche e pomodorini del "piennolo". Ad esasperare gli abitanti anche i miasmi provenienti dalla discarica già aperta e ormai prossima alla saturazione, quella nell'ex cava Sari.

A Terzigno, la situazione è stata più o meno tranquilla fino alla mezzanotte poi, un primo lancio di pietre e lacrimogeni si è verificato sia in via Zabatta che in via Panomarica. Poco dopo l'una, quando la polizia è riuscita a sgomberare l'accesso al sito, si sono verificati nuovi scontri. Un'auto in dotazione alla Questura di Firenze e parcheggiata in strada è stata prima accerchiata poi rovesciata e data alle fiamme. C'è stato un lancio di pietre e oggetti contro le forze dell'ordine e veri e propri corpo a corpo fino alle cariche.

Alcuni manifestanti hanno denunciato di essere rimasti contusi e molti hanno riportato le conseguenze del lancio di lacrimogeni. Due le persone fermate, una donna e un ragazzo, per essere identificati, che poi sono stati rilasciati. Oltre 200 gli agenti, in assetto antisommossa e circa una quarantina i mezzi blindati impegnati nella notte mentre a scendere in strada sono stati migliaia di abitanti della zona, compresi donne e bambini. All'alba la situazione è tornata alla normalità e anche gli accessi che inibivano l'arrivo alla discarica sono stati liberati.

 

 

 

 

Incuria, malaffare, improduttività. Viaggio alle radici del caos rifiuti (con piccolo glossario esplicativo)

dal nostro inviato Mariano MaugeriCronologia articolo20 ottobre 2010Commenti (1)

Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2010 alle ore 08:01.

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NAPOLI - I ciucci non volano, si dice a Napoli. E la monnezza neppure. Le leggi della fisica non sono opinabili. E il precipitato delle scorie prodotte quotidianamente da un milione di essere umani sembra riecheggiare il motto degli anni Settanta: il privato è pubblico. Pure la monnezza è pubblica, uno spettacolo degno del migliore Don De Lillo di Underworld. Il software dei rifiuti è implacabile: O' spettacolo ra monnezza, l'hanno ribattezzato i napoletani.

La cacca in scatola di Piero Manzoni faceva bella mostra di sé nel museo Madre di arte contemporanea lasciato ai posteri dal bassolinismo. Provocatoriamente, Manzoni la vendeva agganciandola al fixing dell'oro. Vale oro pure la monnezza che, come scriveva De Lillo, "è gemella del diavolo perché è la storia segreta, la storia che sta sotto". Chi sono i diavoli e chi ha scritto le storie segrete di Napoli? Ecco un breve glossario.

A come Asìa, Azienda servizi Igiene ambientale. Inventata da Bassolino nel 1999. Napoli è stata l'ultima grande città italiana ad avere una municipalizzata dei rifiuti. Ma è un trucco. La raccolta in oltre due terzi della città è affidata a un'azienda privata di proprietà dell'imprenditore veneziano Stefano Gavioli: Enerambiente è una delle 35 società del suo inestricabile impero. Lui la eredita dalla Slia di Manlio Cerroni, l'ottavo re di Roma e proprietario della più grande discarica europea, quella di Malagrotta. Slia viene incorporata in Enerambiente perché incappa in una certificazione antimafia che ipotizza legami con la criminalità. I 2.500 dipendenti di Asìa ripuliscono solo un terzo della città. I 400 operai a libro paga di Gavioli tutto il resto.

Sproporzione evidente. Dice Paolo Giacomelli, assessore all'Igiene urbana di Napoli: "Almeno cinquecento dipendenti di Asìa sono improduttivi. Senza di loro risparmieremmo 15 milioni l'anno". Anche Enerambiente è oggetto di un esame dell'antimafia recapitato all'Asìa dalla Prefettura di Venezia. Nel corso di un'interrogazione parlamentare, il deputato del Pdl abruzzese Daniele Toto (la società di Gavioli è socia anche di Teramo Ambiente) ha chiesto "se risponde al vero che in Enerambiente lavori un personaggio che agisca da anello di congiunzione tra i clan di Castellammare di Stabia e la Sacra Corona Unita".

Nel frattempo, l'imprenditore veneziano ha allontanato l'amministratore delegato Giovanni Faggiano, coinvolto nella tangentopoli brindisina, e ha congelato Corrado Cigliano, uomo chiave dell'azienda a Napoli, figlio dell'ex assessore socialista alla Nettezza urbana di Napoli Antonio Cigliano, fratello di Giuseppe, anche lui in forza a Enerambiente, e Dario, consigliere comunale e provinciale a Napoli. Cigliano Spa.

D come discariche: vietate tassativamente su tutto il territorio dell'Unione europea dal 2003. Quella di Chiaiano sarà stracolma in primavera. La cava Sari di Terzigno in autunno. Dal 2011, in Campania, tutti i poteri in materia di rifiuti passeranno alle Province, così come prevede la legge 26 del 2010. Ora tocca al presidente della Provincia, Gigino Cesaro, scovare le aree capaci di accogliere i rifiuti di 3 milioni di persone (un milione a Napoli, due distribuiti tra i 92 Comuni della Provincia). La Regione nel frattempo ha bandito una gara rivolta alle aziende "disponibili alla fornitura di servizi per lo smaltimento dei rifiuti fuori regione e in territorio comunitario". La monnezza non vola ma si può sempre spostare.

R come raccolta differenziata. Il ciclo dei rifiuti è articolato in tre fasi: raccolta, trattamento e smaltimento. Più la differenziata è spinta, più si semplificano gli altri passaggi. L'obiettivo fissato dall'Esecutivo per i Comuni campani alla fine del 2010, cioè il 35% di differenziata, non sarà raggiunto neppure nel 2011, quando si dovrebbe toccare il 50 per cento. A Palazzo San Giacomo sostengono che per un progetto credibile di differenziata servirebbero almeno 60 milioni ma le casse della terza città italiana sono esangui: Tarsu evasa per oltre il 40%, crediti inesigibili per almeno 50 milioni. Silvio Berlusconi annunciò una massiccia campagna di comunicazione per invogliare i napoletani alla differenziata mai apparsa sui teleschermi. Dice l'assessore Giacomelli, il tecnico romano chiamato dalla Iervolino durante i giorni della vergogna: "I napoletani sono scettici. Pensano che la differenziata non serva oppure che il loro vicino di casa non la farà mai". Il cerchio si chiude se si analizza la composizione sociale e la struttura urbana dei quartieri popolari. "Alla Sanità, a Forcella, ai quartieri Spagnoli, in certe zone di Scampia o San Giovanni a Teduccio, quelle con il più alto tasso di degrado, la differenziata è una battaglia persa in partenza", spiega Michele Petrone, l'uomo dell'Asìa che coordina il progetto. Einstein diceva: meglio essere ottimisti è avere torto, che pessimisti e aver ragione.

T come termovalorizzatori. Quello di Acerra funziona a intermittenza. A2A Partenope non ha smentito la ristrutturazione radicale di tutti e tre i forni. Per rivedere le tre linee in funzione si dovrà aspettare la metà del 2011. A complicare la situazione ci sono i ritardi accumulati per la costruzione del termovalorizzatore di Napoli est, quello che nel piano Bertolaso avrebbe dovuto risolvere l'emergenza di Napoli. Una commedia degli equivoci: la scelta del luogo spetta alla Iervolino che indica i Campi flegrei. O' termovalorizzatore 'ncoppa o vulcano. Un modo per dire: non mi assumo nemmeno questa responsabilità. Riprende il pallino Bertolaso che indica la zona orientale. Il sottosegretario potrebbe espropriare i terreni ma preferisce attendere che sia la Regione, bloccata dalle elezioni, a seguire l'iter ordinario. La delibera della giunta Caldoro è dell'agosto 2010. A giorni si aspetta il trasferimento delle aree al Comune. Gara lampo, almeno si spera, e poi la costruzione in quattro o cinque anni. E a quel punto pure i ciucci potranno volare.

 

 

 

 

 

 

 

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